Cinema tedesco
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Il cinema tedesco è una delle cinematografie nazionali dalla storia più prestigiosa.
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[modifica] Origini
Quando i Fratelli Lumière si sono creditati per l'invenzione del cinema, Max e Emil Skladanowsky presentavano pubblicamente delle immagini animate al Berlin Wintergarten grazie al loro bioscopio il 1 novembre 1895, un mese dopo la prima dimostrazione pubblica dei fratelli Lumière.
[modifica] Gli esordi del cinema tedesco
Molto presto, il Kaiser si interessa a questo nuovo mezzo di comunicazione e fa realizzare dei film per se stesso, aprendo la strada all'utilizzo politico del cinema.
Questa vocazione conoscerà un nuovo sviluppo alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando l'UFA (Universum Film A.G.), è creata al fine di neutralizzare la propaganda anti-tedesca lanciata dagli Stati Uniti che sono appena entrati in guerra.
Dopo la guerra, le difficoltà economiche portano la Germania a vendere la sua partecipazione all'UFA alla Deutsche Bank. Questa privatizzazione segnerà un cambiamento di capo maggiore poiché l'industria cinematografica tedesca avrà ormai per obbiettivo produrre film di qualità che potranno essere esportati. La settima arte tedesca diventa allora lo specchio di un'epoca tormentata, in cui la disoccupazione e l'inflazione costituiscono il quotidiano di gran parte della popolazione, è l'emergenza degli «Aufklärungsfilme» (film di delucidazione, di educazione sessuale). Una buona parte di questi film flirtano infatti con la pornografia con un pretesto pedagogico. Manifestazioni popolari sono organizzate per protestare in tutta la Germania e sono intraprese azioni giuridiche. Dopo aver temuto una nazionalizzazione, è stata finalmente adottata nel maggio del 1920 una Legge nazionale di censura. Essa proibisce solamente l'accesso al cinema ai minori di 12 anni e lo limita a film che hanno ottenuto un certificato speciale per gli adolescenti fino a 18 anni. Nessun film può essere proibito, però, a causa del suo contenuto.
[modifica] L'espressionismo
Apparso prima della Grande Guerra, l'espressionismo conosce il suo apogeo con il cinema, in particolare in Germania, i cui più eminenti rappresentanti sono:
Il cinema tedesco rappresenta allora l'immaginario con un'audacia sorprendente e dei budget faraonici (come nel Metropolis di Lang). È l'epoca che la storica del cinema Lotte Eisner chiama «lo schermo demoniaco».
I principali siti di produzione erano in quei tempi Babelsberg (vicino a Berlino) e Geiselgasteig (Monaco).
(film (1921 - 1964) del Dottor Mabuse)
(film (1920 - 1968) di Karl May con l'attore francese Pierre Brice)
(film (1927 - 1967) di Edgar Wallace con l'attore americano Lex Barker)
L'apparizione del cinema sonoro in Germania è l'occasione in cui si diffonde un altro capolavoro del patrimonio cinematografico mondiale: Der Blaue Engel (L'angelo azzurro, Josef von Sternberg, 1930). Questo film costituisce anche il canto del cigno dell'epoca d'oro del cinema tedesco: qualche mese più tardi, infatti, prenderà il potere il partito nazista.
[modifica] Il cinema del Terzo Reich
Joseph Goebbels s'interessò molto presto alle potenzialità del cinema in quanto metodo di propaganda. Egli propose a Fritz Lang un ruolo all'interno del Filmkammer (Camera del Cinema). Fritz Lang — che ha origini ebree — però rifiutò, esiliandosi in Francia prima di riparare negli Stati Uniti.
Fu invece lo stesso Adolf Hitler a chiedere alla giovane regista Leni Riefenstahl di girare alcune opere per la sua nascente dittatura. Dopo aver realizzato nel settembre 1933 un cortometraggio in occasione del congresso del partito nazista a Norimberga, nel 1934, la regista girò Triumph des Willens (Il trionfo della volontà), considerato uno dei più grandi film di propaganda della storia. In seguito, magnificò i Giochi Olimpici del 1936 a Berlino in Olympia.
I primi film di propaganda nazista, che espongono apertamente i valori e i princìpi dei leader del partito, non conoscono un grande successo presso gli spettatori. Per cercare di distillare il messaggio nazista tramite film di intrattenimento, viene prodotta allora una serie di film storici, come Das Mädchen Johanna (Gustav Ucicky, 1935) che mostra, nascosto sotto i tratti di una Giovanna D'Arco alla testa di un popolo disperato grazie alla fede nel suo Paese, un prototipo di Hitler.
La legge nazionalsocialista sul cinema viene votata il 16 febbraio 1934. Tutte le sceneggiature sono controllate dal Reichfilmdramaturg allo scopo di verificare la loro adeguatezza alla dottrina nazista: una volta completato il film, esso viene sottoposto ad un comitato di censura che fa capo al ministero per la Propaganda. Questo processo viene applicato in egual misura ai film stranieri. Le pellicole diventano sempre più apertamente antisemite e partecipano alla diffusione dell'ideologia nazista sia in Germania che nei territori occupati. Uno degli esempi più celebri della produzione di questo periodo è Jud Süss (L'ebreo Süss, Veit Harlan, 1940).
La salita al potere in Germania del partito nazista costringe alla fuga numerosi cineasti, che proseguono la loro carriera solitamente negli Stati Uniti. Il cinema tedesco, che ha tenuto quasi testa all'industria hollywoodiana fino all'avvento del sonoro, si vede quindi privato del fior fiore dei suoi creatori e tecnici.
[modifica] Il dopoguerra
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il cinema tedesco sarà surclassato dalle produzioni francesi, italiane e giapponesi.
Gli esiliati tedescofoni a Hollywood sono numerosi, e dopo la prima ondata di cinema muto (tra i registi ricordiamo Eric von Stroheim, che lavorò negli Stati Uniti dal 1920), sono i registi austriaci come Otto Preminger e Billy Wilder che troveranno fortuna sull'altro lato dell'Atlantico.
[modifica] Germania orientale
Dopo la divisione della Gemania, è il cinema della parte orientale che si dimostra il più attivo. Le autorità sovietiche rilanciano rapidamente il cinema nella Repubblica Democratica Tedesca, approfittando del ritorno di qualche emigrato e dell'exploit degli studi di Babelsberg. Lo Stato detiene il monopolio della produzione cinematografica attraverso la Deutsche Film Aktiengesellschaft e fino agli Anni '50 produce pellicole segnate dalla tematica anti-fascista. Gli anni che seguono vedono il cinema della Germania dell'Est allinearsi con l'orientamento realista socialista dettato dal partito comunista. La glorificazione del proletariato e l'illustrazione storica della lotta di classe diviene allora soggetto dominante. Tranne qualche eccezione, come alcuni documentari molto critici nei confronti delle condizioni di vita nella Repubblica Democratica Tedesca, la creatività è strettamente controllata dalla classe politica, controllo che soffoca progressivamente lo sviluppo artistico.
[modifica] Germania occidentale
Nella zona occupata dagli Alleati, le funzioni di produzione, distribuzione e proiezione sono nettamente separate. Senza ufficialmente preservare la democrazia in una prospettiva di "denazificazione", questa frammentazione impedisce comunque l'emergere di una seria concorrenza internazionale. Posta sotto la responsabilità dell'Office of War Information (Ufficio dell'informazione di Guerra), la politica cinematografica si pone come obiettivo quello di colpevolizzare e di rieducare il popolo tedesco. Vengono quindi diffusi dei documentari sui campi di concentramento, così come film di attualità anglo-americani (Welt im Film). Più attratti dalle fiction e dall'intrattenimento, i tedeschi si orientano dunque verso il cinema americano, provocando l'affossamento dell'industria cinematografica della Germania Ovest, che fino al 1962 produsse solo 63 film.
[modifica] La nouvelle vague tedesca
E' in questo stesso anno che, in occasione del principale festival del cortometraggio tedesco, 26 giovani registi firmano il "Manifesto di Oberhausen", dando così vita al «nuovo cinema tedesco»: «Papas Kino ist tot» («Il cinema di papà è morto»). Ispirandosi formalmente alla Nouvelle Vague francese, essi propendono per un cinema impegnato che rifletta la realtà contemporanea tedesca. Ma la Nouvelle Vague tedesca (Neue Deutsche Welle) incontra raramente il successo commerciale anche nella stessa Germania (dove i film americani rappresentano l'80-90% del mercato). Le sovvenzioni giocano dunque un ruolo essenziale (circa l'80% del finanziamento del 1977) e permettono lo sviluppo di una produzione di qualità.
Nel corso degli anni '70 e degli anni '80, appaiono in Germania nuovi cineasti talentuosi, tra cui Rainer Werner Fassbinder, Werner Herzog e Wim Wenders. Influenzati dal cinema americano degli anni '30 e '40 e dal lavoro di registi come Francis Ford Coppola, Martin Scorsese e Steven Spielberg, essi arrivano alla riconciliazione tra approccio personale e successo commerciale con film come Das Boot, di Wolfgang Petersen, la pellicola a più alto budget di tutto il cinema tedesco. In seguito, altri registi come lo stesso Wolfgang Petersen o Roland Emmerich conobbero un grande successo nel loro Paese prima di emigrare negli Stati Uniti, imitati di recente da Franka Potente. Essi completarono così il lavoro di cineasti come Edgar Reitz.
[modifica] Il giovane cinema tedesco
Da qualche anno, il cinema tedesco ha ritrovato una certa vitalità con numerosi successi commerciali internazionali, come:
- Lola rennt (Lola corre, 1998)
- Good bye, Lenin!, 2002
- Der Untergang (La caduta, 2004)
Ogni anno, a Berlino si svolge il prestigioso Festival Internazionale del Cinema, la Berlinale, durante il quale vengono distribuiti gli Orsi (equivalenti alle Palme di Cannes ed ai Leoni di Venezia).