Forlimpopoli
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 33 m s.l.m. | ||
Superficie: | 24 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 509 ab./km² | ||
Frazioni: | Sant'Andrea in Rossano, Selbagnone, San Leonardo in Schiova, San Pietro ai Prati | ||
Comuni contigui: | Bertinoro, Forlì | ||
CAP: | 47034 | ||
Pref. tel: | 0543 | ||
Codice ISTAT: | 040013 | ||
Codice catasto: | D705 | ||
Nome abitanti: | forlimpopolesi | ||
Santo patrono: | San Rufillo | ||
Giorno festivo: | 16 maggio | ||
Sito istituzionale | |||
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Forlimpopoli (Frampùla in romagnolo) è un comune di 12.223 abitanti della provincia di Forlì-Cesena.
Indice |
[modifica] Geografia
Sito sulla Via Emilia (SS9), fra Forlì e Cesena, a 8 chilometri a est del capoluogo, sorge in una posizione favorevole alle comunicazioni tra la montagna, la pianura ed il mare.
[modifica] Toponimo
Il nome di Forlimpopoli è di chiara origine romana (Forum Popili) e deriva molto probabilmente da quello del console Publio Popilio Lenate, che avrebbe fondato la città nel 132 a.C..
[modifica] Storia
Il territorio di Forlimpopoli fu abitato sin dal paleolitico inferiore, come testimoniano alcuni manufatti di selce trovati in anni recenti; si tratta di ciottoli scheggiati, simili a quelli del più famoso giacimento di Monte Poggiolo (Forlì) e fabbricati da individui appartenenti al gruppo dell’Homo erectus, circa 700 mila anni fa. In epoca protostorica il territorio fu percorso e abitato da genti dell’età del bronzo e successivamente sia dagli Umbri, che scendevano dall’Appennino, sia dai Galli provenienti dalla Pianura Padana. Nel territorio forlimpopolese sono ancora oggi visibili tracce di tre successive centuriazioni, che testimoniano l’opera di bonifica agraria e di colonizzazione della pianura da parte dei Romani; certamente l’antica via Emilia costituiva l’asse fondamentale del reticolato urbano della città romana. Nel I secolo a.C. Forum Popili divenne un municipium al centro di un vasto territorio confinante con quelli di Caesena, Forum Livii (Forlì), Mevaniola e Sarsina e nei primi secoli dell’epoca imperiale registrò un forte sviluppo economico, grazie alle attività agricole e alla presenza di fornaci che producevano anfore vinarie di foggia particolare, che giungevano in diversi porti mediterranei. La ricchezza di Forum Popili derivava anche dalla vicinanza con il porto ravennate di Classe, dal quale arrivavano merci e idee provenienti anche dall’oriente, come dimostra la scoperta di una lastra del I sec. d.C. dedicata a Fullonia Tertulla, sacerdotessa di Iside. A partire dal III secolo ebbe inizio una decadenza economica della città, che si protrasse per tutto l’Alto Medioevo, durante il quale la pianura fu sommersa da disastrose inondazioni e ampie zone coltivate furono abbandonate dagli agricoltori. In questo periodo la cittadina entrò a far parte dell’Esarcato di Ravenna ed ebbe il suo primo vescovo nel V secolo, l’ateniese Rufillo, sul cui sepolcro sorse, appena fuori dell’abitato, un’abbazia benedettina. Nel VII secolo, come scrive Paolo Diacono, Forlimpopoli fu devastata dall’esercito del re longobardo Grimoaldo e nel secolo seguente passò sotto il dominio della Chiesa. Nel Basso Medioevo la città registrò una rinascita, testimoniata dalla costruzione di una nuova zona urbanizzata, la Civitas Nova, e dalla conquista dell’autonomia comunale: documenti dell’epoca ci informano della presenza a Forlimpopoli di consoli e successivamente di un podestà. Ma nel secolo XIII la cittadina entrò nell’orbita della famiglia degli Ordelaffi che da Forlì cercava di estendere la sua influenza sulla Romagna. L’azione degli Ordelaffi fu contrastata dalla Chiesa che riconquistò il territorio grazie all’energica azione del cardinale Albornoz il quale, nel 1361, ordinò la distruzione di Forlimpopoli rimasta fedele ai signori di Forlì.
Dieci anni dopo un documento dell’epoca ci riferisce che l’antica cittadina non esisteva praticamente più, la sede vescovile era stata trasferita a Bertinoro e al posto della cattedrale distrutta era stata costruita una fortezza chiamata Salvaterra, l’attuale Rocca.
Pochi anni dopo Sinibaldo Ordelaffi, fatta la pace con la Chiesa, fece risorgere Forlimpopoli, con la costruzione di mura cittadine. Nei secoli XV e XVI Forlimpopoli fu posseduta da diversi signori, tra i quali Caterina Sforza e Cesare Borgia. Nel 1535 la città fu concessa dal Papa, come feudo perpetuo, ad Antonello Zampeschi, alla cui morte successe Brunoro II Zampeschi, che divenne un valoroso condottiero al servizio di Venezia, del papa, del duca di Savoia e del re di Francia.
Dal 1592 la Rocca passò ai principi Savelli, eredi degli Zampeschi, e quindi al cardinale Capponi. Dopo la parentesi napoleonica, Forlimpopoli tornò sotto il governo pontificio. Durante il Risorgimento la cittadina partecipò attivamente ai moti liberali, in particolare a quelli del 1831. Nel 1851 fu saccheggiata dalla banda del famigerato Stefano Pelloni, detto il "Passatore"; tra le vittime della rapina anche il padre di Pellegrino Artusi, futuro autore dell’opera "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene". Alla fine dell’Ottocento fu istituita una Scuola Magistrale nella quale studiò e si diplomò (nel 1901) il giovane Benito Mussolini. Durante la seconda guerra mondiale Forlimpopoli fu gravemente danneggiata dal passaggio del fronte e diversi suoi abitanti parteciparono alla Resistenza, fino alla liberazione della città, avvenuta il 25 ottobre dell’anno 1944. Ha dato i natali ad Antonio Stanghellini (1931-1964), fisico teorico di fama internazionale presso il C.E.R.N. di Ginevra, l’Università di Bari e l'Università di Bologna.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Luoghi di interesse
Da visitare la splendida Rocca Albornoziana a pianta quadrata che domina la piazza principale, costruita verso la metà del XIV secolo sulle rovine dell'antica cattedrale, denominata in origine con l'appellativo "Salvaterra". La Rocca tutt'ora ospita il municipio ma sono i suoi sotteranei a celare la storia di Forlimpopoli ospitando le sale del Museo Civico conservanti manufatti e reperti paleolitici, romani (fra i quali mosaici ed anfore), medioevali e tardo medievali ritrovati nel territorio artusiano.
La Basilica minore di San Rufillo edificata intorno al VI secolo Dopo Cristo, conservante le reliquie del Santo. Oltre alle due pale, una dipinta da Luca Longhi nel 1528 raffigurante la Madonna col Bambino, l'altra (anch'essa cinquecentesca) di Francesco Menzocchi rappresentante la Deposizione della Croce, si possono ammirare all'esterno 2 monumenti sepolcrali dedicati ai signori Brunoro I e Brunoro II Zampeschi.
La Chiesa dei Servi, vero gioiello di Forlimpopoli, sorge a ridosso della Piazza. Costruita verso la metà del XV secolo i Servi di Maria si insediarono a Forlimpopoli nell'ospedale e nell'oratorio dei Battuti Neri, locali che furono trasformati in una chiesa più ampia con annesso convento. Fu tuttavia all'inizio del '700 che i Servi diedero alla chiesa l'aspetto odierno: una serie di costruzioni alla cui sommità si staglia il caratteristico torrione settecentesco, che supera in altezza anche il campanile. Nell'interno ricco di decorazioni ed eleganti arredi spiccano sei grandi nicchie con altari ornati da dipinti di pregio. A sinistra, entrando dall'ingresso principale, è l'altare dell'Annunciazione completato nel 1735; al centro dell'ancona dipinta e dorata è l'opera più prestigiosa della chiesa: la pala dell'Annunciazione dipinta nel 1533 da Marco Palmezzano allievo di Melozzo da Forlì.
Casa Artusi è un progetto contemporaneo sostenuto dal Comune di Forlimpopoli. L'opera di rivalutazione dell'area antistante la Chiesa dei Servi, vedrà il sorgere di un polo enogastronomico di rilevanza nazionale. Sempre nel complesso di Casa Artusi verrà situata la biblioteca comunale che attualmente si trova presso la scuola elementare Edmondo De Amicis.
[modifica] Economia
Basata su un fervente artigianato e su una campagna fertile fra la quale spiccano le coltivazioni di pesche e barbabietole, Forlimpopoli gode dell' indotto economico prodotto dalle grandi industrie presenti nella zona limitrofa forlivese. E' stata sede per molti anni di un importantissimo zuccherificio che attualmente è in fase di smantellamento.
[modifica] Cultura
[modifica] Manifestazioni
La festa tradizionale, di stampo carnascialesco, è rappresentata dalla Segavecchia che si svolge ogni anno in periodo di quaresima, vede la partecipazione numerosa della popolazione e assume il carattere tipico della festa di paese con bancarelle di dolciumi, frutta secca, spettacolo pirotecnico e la sfilata di carri allegorici allestiti dalle frazioni di Forlimpopoli. Dura una settimana.
La Festa Artusiana invece si svolge in giugno ed evidenzia l'aspetto tipico della cultura e della tradizione enogastronomica della città che diede i natali a Pellegrino Artusi.
[modifica] Personalità legate a Forlimpopoli
- Muzio Artesino (XIV sec.), detto Armuzzo Dalle Spade, fu celebre condottiero e glorioso capitano di ventura.
- Brunoro I Zampeschi (1465-1525), feudatario e signore di Forlimpopoli. Alla morte fu sepolto in S. Rufillo.
- Brunoro II Zampeschi(1540-1578), continuò il mestiere degli avi al servizio del Pontefice, poi del duca di Savoia e del re di Francia che lo fece cavaliere dell’ordine di S. Michele, del duca di Urbino e della Repubblica di Venezia. È sepolto in San Rufillo.
- Don Marco Uccellini (1610?-1680), fu grande compositore di musica e violinista, fu al servizio dei duchi di Modena e Parma.
- Napoleone Salaghi (1810-1884), nato a Forlimpopoli il 23 Settembre 1810, si laureò nel 1833 alla Facoltà di Medicina all’Università di Bologna. Fu fra i primissimi a praticare l’omeopatia.
- Pellegrino Artusi (1820-1911), autore de "La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene", fu il padre dell' arte culinaria nazionale.
- Emilio Rosetti (1839-1908), fondatore presso l’Università di Buenos Aires della Facoltà di Scienze Fisico Matematiche e Naturali.
- Antonio Stanghellini (1931-1964), fu una grande fisico, ricercatore e scienziato di fama mondiale.
- Andrea Dovizioso pilota classe 250 del Motomondiale.
[modifica] Gemellaggi
Villeneuve Loubet, Francia.