Le Due Torri (film)
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Il Signore degli Anelli: Le due torri | |
Titolo originale: | The Lord of the Rings: The Two Towers |
Paese: | Nuova Zelanda/Usa |
Anno: | 2002 |
Durata: | 179' (extended version: 223') |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | avventura, azione |
Regia: | Peter Jackson |
Soggetto: | J. R. R. Tolkien (romanzo) |
Sceneggiatura: | Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens |
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Fotografia: | Andrew Lesnie, A.C.S. |
Montaggio: | John Gilbert |
Effetti speciali: | Richard Taylor, Jim Rygel |
Musiche: | Howard Shore, Fran Walsh |
Scenografia: | Grant Major, Dan Hennah, Alan Lee, John Howe |
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Le due torri (in lingua originale The Two Towers) è un film di Peter Jackson tratto dall'omonima seconda parte del romanzo di John Ronald Reuel Tolkien Il Signore degli Anelli.
Indice |
[modifica] Trama
La storia riprende dopo la fine della prima parte, La Compagnia dell'Anello.
[modifica] L'attacco di Gollum
Durante la marcia Frodo e Sam si accorgono di essere seguiti e decidono di tendere una trappola al loro inseguitore. Una notte lasciano che Gollum si avvicini loro alla ricerca dell'Anello per poi catturarlo dopo una piccola battaglia strappandogli la promessa di essere accompagnati a Mordor in cambio della libertà.
[modifica] Saruman invade Rohan
Saruman crea sempre più Orchi per la guerra contro Rohan e stringe nuove alleanze con gli uomini delle montagne per farli combattere al suo fianco. Così gli Uruk-hai cominciano a razziare le terre del Mark attaccando i villaggi e uccidendone tutti gli abitanti. In uno dei tanti scontri tra Rohan e Saruman, Théodred, figlio del re Théoden, rimane ferito gravemente per poi essere ritrovato da Éomer e condotto a Edoras. Qui Éomer viene cacciato da Rohan da Grima Vermilinguo, che lavora per Saruman e ritiene pericolosa la sua vicinanza al re ormai assoggettato al potere dello stregone bianco.
[modifica] Merry, Pipino e Gandalf
Aragorn, Legolas e Gimli incontrano Éomer e la sua banda per avere informazioni sui rapitori degli Hobbit. Questi ultimi riferiscono loro che gli Uruk-Hai sono stati completamente distrutti e che non c'erano sopravvissuti. A questo punto, si recano sul luogo dello scontro e leggendo le tracce capiscono che gli Hobbit si sono salvati rifugiandosi nella foresta di Fangorn. Entrandovi alla ricerca di Merry e Pipino, Aragorn, Legolas e Gimli incontrano Gandalf, che pensavano deceduto dopo lo scontro con il Balrog avvenuto sul ponte di Khazad-dûm.
Lo stregone si presenta con un aspetto rinnovato e sfoggia vesti bianche, segno del suo forte cambiamento di crescita portato sia dal tradimento di Saruman sia dalla sconfitta del Balrog. Da questo momento in poi lo stregone verrà ricordato con il nome di Gandalf il Bianco e non più come Gandalf il Grigio.
Con questo incontro lo scopo dell'elfo, del nano e dell'uomo cambia radicalmente. Gandalf suggerisce ai tre di evitare di seguire le tracce dei due hobbit, poiché sa che sono riusciti a mettersi in salvo, tuttavia devia l'attenzione su un problema più grande, la guerra che sta per colpire Rohan.
I quattro devono raggiungere il re di Rohan e risvegliarlo dall'incantesimo di Saruman, che lo ha intorpidito nel corpo e nella mente e reso incapace di agire, per poterlo convincere ad organizzare una difesa contro l'esercito di ferocissimi Uruk-hai che si avvicina sempre più a Rohan per distruggerlo.
[modifica] La cattura di Frodo e Sam
Gollum, Frodo e Sam, dopo aver marciato verso il cancello nero di Mordor e non essere riusciti ad entrare, decidono di prendere un'altra via nota solo a Gollum e così riprendono il loro viaggio. Durante una sosta si imbattono in uno degli eserciti di Sauron. Non facendosi notare osservano il loro passaggio scorgendo un animale a loro sconosciuto: l'Olifante. Mentre ammirano questo enorme animale non si accorgono della presenza degli uomini di Gondor capitanati da Faramir, che attaccano e massacrano l'esercito nemico per poi catturare Frodo e Sam. Dopo la cattura vengono condotti in un rifugio all'interno di una cascata (la cosiddetta "Finestra che si affaccia ad Occidente")usato come base per i movimenti delle truppe di Gondor.
[modifica] L'esodo verso il Fosso di Helm
Risvegliato Re Théoden dall'incantesimo, i Compagni riescono a convincerlo a muovere guerra contro gli Orchi e gli suggeriscono di rifuggiarsi al Fosso di Helm per affrontare i nemici, così tutti gli abitanti e i cavalieri di Rohan abbandonano la città per recarsi alla fortezza costruita sopra il fosso.
Durante l'esodo, Grima Vermilinguo, cacciato dal re, torna da Saruman e lo informa di questi progetti, e così lo stregone decide di mandare una squadra di mannari selvaggi per attaccarli. Nello scontro risultano vittoriosi gli uomini di Rohan, ma cade Aragorn, trascinato in un burrone da un mannaro.
Dopo la battaglia i Rohirrim raggiunge il fosso di Helm, dove cominciano a barricarsi per l'imminente scontro con le forze di Saruman, e con stupore di tutti ritorna anche Aragorn, salvatosi dal dirupo e recante notizie riguardanti le forze del nemico. Alle forze impegnate nella difesa disperata si unisce anche uno squadrone di Elfi mandati a onorare l'antica alleanza tra Elfi e Uomini. Nel frattempo Saruman scopre il punto debole del fosso di Helm: una grata di drenaggio dell'acqua, per niente protetta, e decide di iniziare da lì il suo attacco alla fortezza.
[modifica] Cattura di Gollum
Gollum, sfuggito alla cattura dei Gondoriani, viene sorpreso da Faramir a immergersi nello stagno proibito vicino al loro rifugio in cerca di pesci. A questo punto viene fatto chiamare Frodo per decidere della sua vita, e lo Hobbit sceglie di aiutare i soldati di Gondor a catturarlo. Durante l'interrogatorio Gollum svela il segreto dell'Anello convicendo Faramir a tenerlo per sé e donarlo a suo padre sovritendente di Gondor.
[modifica] Gli Orchi attaccano il fosso di Helm
Le truppe nemiche arrivano davanti al fosso per l'imminente scontro che vede Orchi contro Uomini ed Elfi. La battaglia inizia, sotto la tempesta, dopo una freccia scoccata per sbaglio da un arciere di Rohan che uccide uno dei nemici. All'inizio lo scontro sembra svolgersi a favore dei difensori, ma la scoperta del punto debole della fortezza rende il tutto più difficile. Saruman ha creato una polvere da sparo molto potente, creando delle "bombe" utilizzate per aprire una breccia nella mura, nella quale si fiondano immediatamente ondate di Orchi che riescono ad aprirsi un varco e conquistare parte del fosso. I difensori si rifugiano all'interno della torre della fortezza in un ultimo disperato tentativo di difesa. Lì viene deciso l'ultimo attacco dei difensori, cioè una carica a cavallo in mezzo agli Orchi in nome di Rohan e della sua gente. Dopo quest'ultimo atto eroico solo l'arrivo tempestivo di Gandalf e della compagnia di Éomer regala la vittoria agli uomini travolgendo gli Orchi e mettendoli in fuga.
[modifica] L'ultima marcia degli Ent
Dopo aver cercato invano di convincere gli Ent a entrare in guerra contro Sauron e Saruman durante l'Entaconsulta, Pipino chiede a Barbalbero di accompagnarli non a nord ma ad Isengard, dove riprenderanno la strada per la Contea, con uno stratagemma: "Più ci avviciniamo al pericolo, meno rischiamo di essere notati".
Dirigendosi verso Isengard Barbalbero si accorge dello scempio compiuto da Saruman ai danni della foresta, e decide di richiamare tutti gli ent per muoverli guerra. Saruman, ormai sicuro di avere la vittoria in pugno, viene colpito alla sprovvista da un nuovo potente nemico che aveva sottovalutato e da cui viene immediatamente sopraffatto.
[modifica] Osgiliath sotto attacco
Sauron attacca Osgiliath, ultima roccaforte dei Gondoriani prima di Minas Tirith, difesa da Faramir e dalla sua armata. Durante la battaglia il capitano di Gondor decide di lasciar liberi Frodo, Sam e Gollum dedicandosi alla difesa della città nonostante la loro netta minoranza.
[modifica] Epilogo
La battaglia del Fosso di Helm è vinta, Isengard e Saruman sono stati sconfitti, Osgiliath sta cadendo in mano agli Orchi e Gollum trama alle spalle di Frodo e Sam per impadronirsi dell'Anello: questo il quadro nel quale inizierà la terza parte della trilogia, Il ritorno del Re.
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