Unico Anello
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L'Unico Anello, conosciuto anche come l'Anello del Potere o l'Anello Sovrano, è l'elemento centrale della trilogia fantasy di J.R.R. Tolkien Il Signore degli Anelli. È il vero antagonista della storia, la causa di molte delle disavventure di Frodo e dei suoi compagni.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] La sua creazione
L'Unico Anello fu l'ultimo degli Anelli di Potere ad essere forgiato, ad opera dell'Oscuro Signore Sauron durante la Seconda Era, allo scopo di controllare gli altri Anelli di Potere e sottomettere i loro portatori. Per ottenere un tale controllo, Sauron infuse nell'anello appena forgiato parte del suo potere; l'Unico Anello infatti fu forgiato segretamente nei fuochi del Monte Fato. Quando Sauron lo indossava, il suo potere era quasi invincibile, ma, nella guerra con il regno di Gondor, Isildur riuscì ad amputare il dito in cui era infilato l'Anello: Saruron, così privato del manufatto e del potere contenuto in esso, fu sconfitto.
[modifica] L'Anello e Isildur
Sauron scomparve dalla Terra di Mezzo, ma non morì. E il potere infuso nell'Anello conferiva allo stesso una volontà propria, che irretì Isildur: questi, invece di distruggerlo (cosa che sarebbe stata fatale per Sauron, il cui destino era legato per sempre all'Anello Sovrano) decise di tenerlo per sé.
Nell'anno 2 della Terza Era, mentre Isildur si recava nel regno di Arnor, gli Orchi tesero un'imboscata alla sua compagnia presso Campo Gaggiolo sulle rive dell'Anduin; egli si infilò l'Anello per sfuggire loro diventando invisibile e si tuffò nel fiume. Ma l'Anello (presumibilmente per propria volontà) si sfilò dal dito del Re di Arnor e Gondor, facendolo tornare visibile. Gli Orchi così lo videro e lo uccisero.
[modifica] L'Anello e Gollum
L'Anello era rimasto nascosto nel letto del fiume per quasi due millenni quando fu ritrovato da uno Hobbit Sturoi chiamato Déagol che si trovava lì per pescare. Avvinto inconsapevolmente dall'incantesimo che rendeva schiavo, non lo volle nemmeno far vedere a suo cugino Sméagol, il quale però vide l'Anello e per prenderne possesso arrivò a strangolare il cugino. L'influenza dell'Anello, nel corso di molte ere, fu tale da trasformarlo nella creatura conosciuta come Gollum: l'Anello manipolò Gollum nelle caverne delle Montagne Nebbiose, vicino a Bosco Atro, dove Sauron stava cominciando a risorgere. Rimase con lui per quasi cinquecento anni, fino a che gli cadde dalle dita mentre stava tornando da una caccia agli orchi.
Nel romanzo Lo Hobbit si racconta di come Bilbo Baggins trovò l'Anello nelle caverne delle Montagne Nebbiose in cui viveva Gollum. In questa storia, l'Unico Anello è solo un anello magico il cui unico potere è l'invisibilità, e tale era anche nella mente dell'autore: infatti Tolkien concepì solo in seguito il mito dei Grandi Anelli. Dopo aver perso al gioco degli indovinelli con Bilbo, Gollum cercò il suo "tessoro" (così ha sempre chiamato l'Anello), perché con il potere dell'Anello poteva facilmente uccidere Bilbo e mangiarselo, ma si accorse di averlo perso. Capì che lo aveva preso Bilbo ripensando al suo ultimo indovinello - «Cosa ho nelle mie tasche?» - Gollum lo inseguì attraverso le caverne fino all'uscita, non sapendo che lo Hobbit aveva scoperto che grazie all'Anello poteva rendersi invisibile. Bilbo riuscì a fuggire da Gollum e dagli orchi che abitavano nelle Montagne Nebbiose restando invisibile; parlò però dei poteri dell'Anello ai nani con cui si trovava a viaggiare, e questi lo riferirono poi a Gandalf, un saggio stregone, conosciuto anche come Mithrandir, che iniziò ad insospettirsi.
Gollum, nel frattempo, lasciò le Montagne Nebbiose e seguì le tracce dell'Anello. Viaggiò per decine di anni, ma poi venne catturato da Sauron e dopo atroci torture gli rivelò l'esistenza di Bilbo e della Contea.
Nell'anno 3001 della Terza Era, il giorno del suo 111° compleanno, Bilbo decise di combinare uno scherzo con l'aiuto dell'Anello per andarsene da Hobbiville: decise così di infilarsi l'Anello nel bel mezzo del suo discorso e di scomparire, per poi tornare in camera sua, prendere i bagagli e partire. Gandalf riuscì a convincere lo Hobbit a lasciare l'Anello a suo nipote Frodo, che aveva adottato quando i genitori di quest'ultimo morirono annegati. Non fu facile per Bilbo staccarsi dall'Anello e dal suo potere: questo fu il primo sacrificio fatto per l'Anello, e ne sono presenti molti nella catena di eventi legati ad esso; è un esempio di interazione fra la possibilità di scelta autonoma ed il destino, un tema ricorrente ne Il Signore degli Anelli.
[modifica] Il ritorno di Sauron e il viaggio della Compagnia dell'Anello
Nel frattempo il potere di Sauron cominciò a crescere e la torre oscura di Mordor fu ricostruita. Per impedire la riconquista dell'Anello, Frodo ed altri otto compagni partirono da Gran Burrone alla volta di Mordor per distruggere l'Anello nella lava del Monte Fato; durante il viaggio, però, Frodo sentì sempre di più il potere dell'Anello e temette che stesse per corromperlo: questo infatti tentò di corrompere anche i suoi compagni di viaggio e le persone che incontrò durante il cammino, e se alcuni riuscirono a resistere, per altri non fu possibile.
Ad un certo punto la Compagnia si divise, e mentre gli altri compagni seguivano i loro destini, Frodo e Sam proseguirono la strada per Mordor. Poco dopo trovarono Gollum e lo obbligarono a guidarli verso il Monte Fato; Gollum tuttavia cedette alle tentazioni dell'Anello e li condusse dal ragno Shelob, il quale attaccò Frodo: pensando che il suo amico fosse morto, Sam prese l'Anello per un breve periodo, giurando che avrebbe portato lui a compimento la missione. Invece, a sua insaputa, un gruppo di orchi prese con sé Frodo, il quale non era morto ma solo addormentato; Sam li seguì sulla torre di Cirith Ungol e approfittando di un litigio fra gli orchi liberò Frodo, gli ridiede l'Anello e insieme ripresero il viaggio.
[modifica] La fine
Frodo e Sam arrivarono finalmente sull'orlo del Monte Fato, ma Frodo decise di tenersi l'Anello anziché distruggerlo, lasciandosi corrompere dal suo potere. Dietro di lui però arrivò Gollum che gli mozzò il dito come aveva fatto Isildur anni prima. Ma mentre Gollum esultava, scivolò con l'Anello in grembo alla voragine del vulcano: e quella fu la fine di Mordor e di Sauron.
[modifica] Caratteristiche
[modifica] Caratteristiche fisiche
Il manufatto è un semplice anello, tuttavia perfetto in ogni aspetto, e al contrario degli altri Anelli del Potere non presenta alcuna gemma o cesellatura evidente. È costruito in oro, sebbene lavorato in modo da vanificare ogni tentativo di distruggerlo o anche solo di scalfirlo; esiste infatti un unico modo per distruggerlo: sottoporlo all'immenso calore con cui fu forgiato, condizione che in tutta la Terra di Mezzo si presenta solamente nella lava del Monte Fato.
L'Anello ha inoltre la peculiarità di allargarsi o restringersi spontaneamente, ciò per adattarsi in modo perfetto al dito di chi lo possiede, sia esso uno Hobbit, un uomo, Sauron stesso o un altro tipo di creatura.
Sebbene normalmente sia perfettamente liscio, quando è rovente mostra, sotto forma di linee incandescenti, una scritta in caratteri Tengwar nella lingua di Mordor:
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«Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul,
ash nazg thrakatulûk, agh burzum-ishi krimpatul.» |
Queste sono le parole pronunciate da Sauron subito dopo la forgiatura, la cui traduzione è:
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«Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.» |
Sono gli stessi versi che fanno parte della poesia dell'Anello, e che, uditi dal fabbro elfico Celebrimbor mentre il Signore Oscuro li pronunciava, gli permise di soprendere le sue malvagie intenzioni, ragion per cui venne più tardi ucciso da Sauron stesso.
[modifica] Caratteristiche magiche
Fa parte della natura dell'Anello corrompere lentamente ma inevitabilmente il suo portatore. Non si conosce se questo fatto sia dovuto alla magia dell'Anello o sia semplicemente causato dalle origini diaboliche del manufatto: Sauron potrebbe aver previsto di dotare il suo Anello di una tale proprietà, ma non pensò mai probabilmente di farlo portare ad altri; per questo motivo i saggi, tra cui Gandalf, Elrond e Galadriel, rifiutarono di usare l'Anello per la propria difesa, e preferirono la sua distruzione. L'unica persona su cui l'Anello non ha avuto alcun effetto è l'enigmatico Tom Bombadil.
Quando una persona indossa l'Anello, è temporaneamente traslata dalla realtà fisica a quella spirituale. In quella realtà, se essa riuscisse a sottomettere coscientemente la volontà dell'Anello potrebbe usufruire di tutti i poteri che Sauron ha avuto prima di perdere l'Anello, cioè potrebbe controllare gli altri Anelli del Potere. Un effetto secondario (ma solitamente il primo effetto notato) dell'Anello è che rende invisibile agli esseri del mondo fisico colui che lo indossa, ma altamente visibile agli esseri spirituali come i Nazgûl. Questo "mondo oscuro" è il mondo in cui i Wraiths (dei potenti non-morti) sono costretti a vivere, ed è anche il mondo in cui anticamente dominavano i Calaquendi (gli elfi di luce).
Nei film di Peter Jackson, chi indossa l'Anello deve muoversi nel mondo oscuro dove tutto appare sfuocato e distorto. Nel romanzo, invece, né Bilbo Baggins né Frodo Baggins hanno mai accennato a questa cosa quando usando l'Anello, ma quando Sam lo indossa alla fine de Le due torri avverte qualche cosa di simile a ciò che è descritto nel film. Questa è l'unica volta in cui si accenna a questo fatto nei libri e potrebbe essere attribuito al potere di Sauron che aumenta, perché Sam è all'interno dei cancelli di Mordor quando usa l'Anello. Si noti inoltre che Sam non ha mai indossato l'Anello nei film.
[modifica] Simbolismo
Molte persone hanno cercato di vedere nell'Unico Anello un qualche simbolo o una qualche metafora. Qualcuno per esempio pensò all'energia nucleare o alla bomba atomica, il che sarebbe anacronistico, poiché l'Anello è stato inventato verso la fine degli anni 1930 e la bomba atomica non si sarebbe conosciuta fino al 1945. Un'altra possibile interpretazione è che l'Anello rappresenti la bramosia di potere, che nella visione di Tolkien porta sempre alla corruzione ed è connotato in modo fortemente negativo.
Un'interpretazione recente dell'autore danese Peter Kjaerulff è che l'Anello simboleggi l'anello maledetto, un manufatto descritto sia da Platone ne Repubblica (l'anello di Gyges), sia da Richard Wagner nelle opere dell'anello (qui l'anello si chiama Andvari), oltre che da Tolkien. Ci si chiede se sia possibile che l'Anello sia stato ispirato dal manufatto centrale del Der Ring des Nibelungen (L'anello del Nibelungo) di Wagner, senza che per questo simboleggi questo artefatto o altro; Tolkien ha negato con decisione questo collegamento, d'altronde altamente improbabile: si ricordi che il tòpos dell'anello dotato di particolari funzioni è largamente presente in tutta la nostra cultura fin dall'antichità, e si potrebbero citare molti romanzi medievali che mettono in scena un anello magico.
Cercare di distruggere un tesoro invece è insolito sia nel folclore che nella letteratura epica, mentre è molto più comune cercare di riguadagnare un tesoro: Tolkien stesso ha descritto ne Lo Hobbit il tentativo di recuperare il tesoro rubato ai nani dal drago Smaug.
Un modo diverso di affrontare questo problema è chiedersi da dove sia partita l'idea dell'Anello ed il suo ruolo centrale nella storia, senza considerare aprioristicamente il suo inserimento come simbolo di qualcosa. L'idea di un potere troppo grande per essere usato in modo sicuro dagli esseri umani può esser nata dalla paura per i futuri sviluppi delle prime tecnologie degli anni Trenta. La dipendenza che l'Anello esercita su chiunque gli stia accanto e le relative ripercussioni fisiche e psichiche mostrate in molti personaggi, tra cui Bilbo, Frodo, Gollum e Saruman, ma anche altri, sono ossessioni paragonabili a quelle comuni in chi assume droga, di cui l'Anello potrebbe essere una metafora.
[modifica] Voci correlate
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