Utente:MM/Basilisco di Bisanzio
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Basilisco | ||
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Dominus Noster Perpetuus Augustus | ||
![]() |
||
Solido celebrante Basilisco augusto dell'Impero bizantino | ||
Regno | 9 gennaio 475 - agosto 476 | |
Morte | inverno 476-477 | |
Cappadocia | ||
Predecessore | Zenone, deposto | |
Successore | Zenone, restaurato | |
Coniuge | Elia Zenonia (Aelia Zenonis) | |
Figli | Marco, cesare e successivamente co-augusto | |
Casa reale | Casata di Leone |
Basilisco (latino: Flavius Basiliscus [1]; morto nel 476/477) fu imperatore romano d'Oriente della casata di Leone e regnò per un breve periodo (9 gennaio 475-agosto 476), quando l'imperatore Zenone fu obbligato a lasciare Costantinopoli a causa di una rivolta.
Indice |
[modifica] Le origini e i primi successi militari

Probabilmente di origine balcanica, Basilisco era fratello dell'imperatrice Elia Verina, moglie di Leone I.
Sulla base di un frammento del cronista bizantino Giovanni di Antiochia [2], lo studioso Stephen Krautschick [3] ha ipotizzato che Basilisco fosse lo zio del capo degli Eruli, Odoacre, ma, poiché mancano nelle fonti altri riferimenti a origini straniere di Basilisco, altri [4] respingono questa ipotesi.
Flavio Basilisco aveva sposato Elia Zenonia (Aelia Zenonis), dalla quale ebbe almeno un figlio, Marco
La sua carriera militare fu inizialmente favorita dalla parentela dell'imperatore, che lo nominò dux della Tracia. Qui Basilisco condusse una vittoriosa campagna militare contro i Bulgari, nel 463. Successe a Rusticino come magister militum per Thracias (in Tracia, nel 464), ed ottenne diversi successi contro i Goti e gli Unni (466 o 467). Tali successi gli fecero ottenere il consolato per il 465, e forse anche il rango di patricius [5].
[modifica] La disastrosa spedizione contro i Vandali
Nel 468, Leone scelse Basilisco come comandante in capo della spedizione militare contro Cartagine. L'attacco alla capitale dei Vandali fu una delle più vaste operazioni militari della storia, coordinata tra più forze, con più di diecimila navi e centomila soldati. Lo scopo dell'operazione era di punire il re vandalo Genserico del sacco di Roma (455), durante il quale la vecchia capitale dell'impero romano d'Occidente era stata depredata, e l'imperatrice Licinia Eudossia, vedova di Valentiniano III, e le sue figlie erano state prese come ostaggi.
Il piano fu elaborato in accordo tra l'imperatore d'Oriente Leone, l'imperatore d'Occidente Antemio e il generale Marcellino che godeva di una certa indipendenza nell'Illirico. Basilisco doveva salpare direttamente per Cartagine, mentre Marcellino attaccò e conquistò la Sardegna e un terzo contingente, comandato da Eraclio di Edessa, sbarcò sulle coste libiche a est di Cartagine, avanzando rapidamente.
Gli storici antichi e moderni hanno fornito stime differenti riguardo al numero di navi e truppe sotto il comando di Basilisco, come pure riguardo ai costi della spedizione. Entrambi furono enormi: Niceforo Gregoras parla di centomila navi, mentre notizie probabilmente più affidabili sono fornite da Giorgio Cedreno, secondo il quale la flotta che attaccò Cartagine consisteva di 1113 navi, ciascuna con cento uomini a bordo. La stima più conservativa dei costi della spedizione è di 64.000 libbre di oro, una somma superiore agli introiti annuali del fisco imperiale [6].
La Sardegna e la Libia erano già state conquistate da Marcellino ed Eraclio, quando Basilisco gettò l'ancora al largo del promontorim Mercurii, oggi Capo Bon, a circa sessanta chilometri da Cartagine. Genserico chiese a Basilisco di concedergli cinque giorni per elaborare le condizioni per la pace [7]. Durante i negoziati, tuttavia, Genserico raccolse le proprie navi, ne riempì alcune di materiale combustibile e, durante la notte, attaccò all'improvviso la flotta imperiale, lanciando le navi incendiarie contro quelle nemiche, non sorvegliate. I comandanti imperiali provarono a salvare alcune navi dalla distruzione, ma le loro manovre vennero interrotte dall'attacco dei restanti vascelli vandali. Basilisco fuggì col proprio vascello nel mezzo della battaglia [8].
A seguito della perdita di gran parte della flotta, la spedizione fallì: Eraclio si ritirò attraverso il deserto nella Tripolitania, tenendo la posizione per due anni finché non venne richiamato; Marcellino si ritirò in Sicilia, dove venne poco dopo assassinato, forse per istigazione di Ricimero, da uno dei propri capitani. Sembra che il re dei Vandali espresse sorpresa e soddisfazione, perché gli stessi Romani avevano eliminato uno dei suoi più formidabili nemici.
Basilisco prima si rifugiò in Sicilia presso Marcellino e quindi tornò a Costantinopoli, rifugiandosi nella chiesa di Hagia Sophia per sfuggire all'ira della popolazione e alla vendetta dell'imperatore. Grazie alla mediazione di Verina, Basilisco ottenne il perdono imperiale, e fu punito solo con l'esilio a Eraclea Sintica, in Tracia.
[modifica] L'ascesa al trono
Tra il 471 e il 472 Basilisco aiutò Leone I a sbarazzarsi dell'influenza germanica alla sua corte, collaborando all'assassinio del magister militum, l'alano Aspare. La morte di Aspare causò una rivolta in Tracia, condotta dall'ostrogoto Teodorico Strabone, e Basilisco fu inviato a reprimerla: il successo in questa impresa, ottenuto con l'aiuto del nipote Armazio gli ottenne nel 474 il rango di caput senatus, "primo tra i senatori".
Alla morte di Leone, prese il potere il genero Zenone, un "barbaro" di stirpe isaurica, il quale rimase unico imperatore dopo il breve regno del proprio figlio Leone II (474). L'origine "barbara" del nuovo imperatore causò tuttavia l'ostilità della popolazione di Costantinopoli. Esisteva inoltre un contrasto tra le componenti germaniche dell'esercito, rappresentate principalmente da Teodorico Strabone (dopo la rivolta in Tracia inserito nella gerarchia militare dell'impero), e gli ufficiali isaurici assunti da Leone per bilanciare l'influenza ostrogota. Infine, Zenone si alienò il supporto dello stesso generale isaurico Illo, che venne corrotto da Basilisco.
I diversi malcontenti si coagularono intorno all'imperatrice vedova, Verina, la quale organizzò una cospirazione e fomentò la rivolta popolare anti-isaurica, appoggiata da diversi comandanti militari imperiali (Teodorico Strabone, Illo e Armazio). Zenone fu costretto a fuggire da Costantinopoli e si rifugiò nelle sue terre di origine, accompagnato da alcuni degli Isaurici e portando con sé il tesoro imperiale.
Nonostante le probabili intenzioni di Verina di elevare al trono il proprio amante, il magister officiorum Patrizio, Basilisco fu acclamato augusto il 9 gennaio 475 [9] al palazzo Hebdomon, dai dignitari di corte e dal Senato [10]. La folla di Costantinopoli ebbe la propria vendetta contro Zenone uccidendo tutti gli Isaurici rimasti in città.
Basilisco conferì il titolo di augusta alla propria moglie Elia Zenonia, e nominò prima cesare e poi augusto il proprio figlio Marco [11].
[modifica] Il governo
Basilisco si alienò in breve tempo il fondamentale supporto della Chiesa e della popolazione della sua capitale, promuovendo la posizione cristologica monofisita in opposizione alla maggiormente diffusa posizione del concilio di Calcedonia.
Inoltre il tentativo di rafforzare la propria posizione piazzando uomini di fiducia nei posti chiave dell'amministrazione imperiale, gli causò l'ostilità di figure importanti della corte, tra le quali la stessa propria sorella Verina.
[modifica] Finanze e corruzione
Il problema più urgente era rappresentato dalla scarsità di risorse rimaste nelle casse dello stato, in quanto Zenone era fuggito col tesoro imperiale. Basilisco fu allora obbligato ad esigere pesanti tasse, e inoltre instaurò nuovamente la pratica della vendita all'asta delle cariche, con il conseguente diffondersi del malcontento nella popolazione.
Si risolse anche a estorcere denaro alla Chiesa, con l'aiuto del prefetto Epinico, da lungo tempo favorito di Verina.[citazione necessaria]
[modifica] Incendio di Costantinopoli
All'inizio del suo regno, Costantinopoli fu colpita da un gigantesco incendio, che distrusse case e chiese, e che incenerì completamente la grande biblioteca costruita dall'imperatore Giuliano.[12] L'incendio fu considerato di cattivo auspicio per il regno di Basilisco.
[modifica] Contrasti nella corte imperiale
Basilisco fece giustiziare il magister officiorum Patrizio, amante dell'imperatrice vedova Verina, sua sorella e potenziale minaccia per il suo trono. Verina, secondo il racconto dello storico bizantino Candido Isaurico, complottò quindi in favore di un ritorno dell'imperatore Zenone: il suo piano tuttavia sarebbe stato scoperto e Verina ebbe salva la vita solo in seguito all'intercessione di Armazio.[citazione necessaria]
L'elezione al rango di magister militum del proprio nipote Armazio gli valse l'ostilità del goto Teodorico Strabone, anch'egli magister militum, che aveva appoggiato la rivolta anti-isaurica contro Zenone, mentre aver permesso l'uccisione degli Isaurici rimasti a Costantinopoli da parte della popolazione gli aveva alienato anche il sostegno del generale isaurico Illo.[citazione necessaria]
[modifica] Controversie religiose
All'epoca di Basilisco, la fede cristiana era scossa dal contrasto tra monofisisti e sostenitori del concilio di Calcedonia, due opposte posizioni cristologiche: i monofisisti sostenevano che Cristo avesse avuto solo la natura divina, i calcedonici affermavano che avesse posseduto entrambe le nature, divina e umana. Il concilio di Calcedonia, convocato nel 451 dall'imperatore Marciano, aveva dichiarato il monofisismo un'eresia, con il sostegno del papa in Occidente e di molti vescovi in Oriente. Sebbene due patriarchi monofisisti, Timoteo Eluro di Alessandria e Pietro Fullo di Antiochia, venissero deposti, la posizione monofisista rimase forte [13].
Sin dall'inizio del proprio regno, Basilisco appoggiò apertamente i monofisisti e richiamò e reintegrò nelle proprie cariche i patriarchi deposti dal concilio di Calcedonia [14]. Sotto loro consiglio, l'imperatore promulgò il 9 aprile del 475 una circolare (Enkyklikon) indirizzata a tutti i vescovi dell'impero, chiedendo loro di riconoscere come validi solo i primi tre sinodi ecumenici, e di ricusare il concilio di Calcedonia. Molti dei vescovi orientali accettarono di firmare la lettera, ma il patriarca di Costantinopoli Acacio si rifiutò, supportato dalla popolazione della capitale, e palesò il proprio disdegno ricoprendo le icone della chiesa di Hagia Sophia con drappi neri [15].
[modifica] La caduta e la morte
Poco dopo la presa del potere, Basilisco aveva inviato il generale isaurico Illo e suo fratello Trocundo contro Zenone, il quale si era arroccato nella propria fortezza in Isauria. Sembra tuttavia che i due generali avessero ricevuto delle lettere da parte di alcuni alti dignitari della corte imperiale, che chiedevano loro di favorire il ritorno di Zenone, in quanto la città preferiva ora un Isaurico ad un monofisita, la cui impopolarità era inoltre aumentata dalla pressione fiscale. Illo aveva catturato il fratello di Zenone, Longino, e pensando di poterlo quindi controllare, si alleò con l'imperatore deposto, con il quale marciò contro Costantinopoli nell'estate del 476.[citazione necessaria]
Quando Basilisco ricevette la notizia de minaccia incombente, si affrettò a ritirare i propri editti religiosi, nell'intento di riconciliarsi col patriarca e la popolazione della capitale, ma ormai era troppo tardi. Il nipote di Basilisco, il magister militum Armazio, fu inviato in Asia Minore con tutte le forze disponibili e l'ordine di opporsi all'avanzare dell'esercito isaurico. Tuttavia Zenone gli inviò un messaggio segreto, col quale gli garantiva il mantenimento a vita del titolo di magister militum e l'elevazione del figlio al rango di cesare e suo successore e Armazio marciò in Isauria attraverso una via diversa da quella percorsa da Zenone, tradendo Basilisco e causandone la fine[16].
Nell'agosto 476, Zenone raggiunse Costantinopoli e la mise sotto assedio, trovando una scarsissima resistenza [17]. Il Senato aprì le porte della città al deposto imperatore, permettendogli così di riottenere il proprio trono. Basilisco si rifugiò nuovamente in una chiesa, ma fu tradito dal patriarca Acacio e si arrese con la propria famiglia, non prima di aver ottenuto da Zenone la solenne promessa di non versare il loro sangue. Basilisco, sua moglie Zenonia e suo figlio Marco furono inviati in una fortezza in Cappadocia [18], dove furono rinchiusi in una cisterna vuota e fatti morire di fame[19].
Basilisco governò per venti mesi. Le fonti lo descrivono come un generale vittorioso, ma di lenta comprensione e facile a essere raggirato.[citazione necessaria]
[modifica] Note
- ↑ Il nome completo è noto solo attraverso i Fasti consulares; altrimenti il suo nome è riportato solo come Basilisco.
- ↑ Giovanni di Antiochia, 209.1. Il frammento riporta la notizia che Armazio, nipote di Basilisco, e Odoacre, re degli Eruli fossero fratelli.
- ↑ Vedi articolo del 1986 riportato in bibliografia.
- ↑ Tra gli oppositori di questa ipotesi, Penny Macgeorge, nel volume citato in bibliografia.
- ↑ Le notizie dei successi militari e dell'ottenimento del rango di patricius sono riportate nel volume di J.R. Martindale, riportato in bibliografia. È anche possibile che ottenesse il rango di patricius solo successivamente, nel 471-472, per aver aiutato Leone a sbarazzarsi dell'influenza germanica alla sua corte, con la morte di Aspare, ma un riferimento a Basilisco come patricius esiste già per il 468.
- ↑ La stima è riportata da John Boardman nel volume di The Cambridge Ancient History, riportato in bibliografia.
- ↑ Procopio (Bellum Vandalicum i.6-8) suggerisce che Genserico accompagnò la propria richiesta di tregua con una offerta in denaro.
- ↑ Secondo il racconto di Procopio (vedi nota precedente), l'aiutante di Basilisco, Giovanni (Joannes), vistosi circondato dai Vandali, rifiutò il salvacondotto offertogli dal figlio di Genserico, Genso, e si gettò in mare con l'armatura, affogandosi. Le sue ultime parole furono che non poteva arrendersi a dei "cani infedeli" come i Vandali, i quali erano Ariani.
- ↑ Esiste un oroscopo fatto il giorno dell'incoronazione di Basilisco — 12 gennaio 475, ore 9 —, probabilmente richiesto da un sostenitore di Zenone. L'oroscopo, conservatosi assieme agli oroscopi di due usurpatori di Zenone attraverso fonti arabe, predice correttamente la fine del potere di Basilisco entro due anni. Si veda Tamsyn Barton. Power and knowledge: Astrology, physiognomics, and medicine under the Roman Empire. University of Michigan Press, Dicembre 2002. p. 60 ISBN 0-472-08852-1
- ↑ La tradizione permetteva al Senato di riconoscere un usurpatore, così Basilisco fu legalmente il nuovo imperatore. Questa, però, fu la prima successione avvenuta con un colpo di mano militare da un secolo a quella parte (vedi il volume di Gerard Friell e Stephen Williams riportato in bibliografial).
- ↑ Basilisco fece coniare delle monete che celebravano Marco e sè stesso come augusti [1]. Vennero coniate anche monete d'oro celebranti l'augusta Elia Zenonia [2]: tali monete recano la legenda AVGGG, dove le tre 'G' si riferiscono ai tre augusti. Si veda John Yonge Akerman. A Descriptive Catalogue of Rare and Unedited Roman Coins. Adamant Media Corporation, 2002. p. 383 ISBN 1-4021-9224-X.
- ↑ Questa biblioteca, che era ospitata in una basilica vicino alla cisterna sotterranea costruita in seguito da Giustiniano I, conteneva 120.000 volumi, tra cui una famosa pergamena, lunga 35 m e contenente l'Iliade e l'Odissea di Omero in lettere d'oro.
- ↑ Per la controversia monofisita vedi la Catholic Encyclopedia, sotto la voce "Pope St. Simplicius"'.
- ↑ Zaccaria Scolastico (Cronaca siriaca, v.1) racconta di un gruppo di monaci monofisiti egiziani, che avendo saputo della morte dell'imperatore Leone, erano partiti da Alessandria per Costantinopoli con una petizione per l'imperatore Zenone in favore del patriarca di Alessandria Timoteo. Al loro arrivo alla capitale trovarono sul trono Basilisco, appena eletto. Il magister officiorum Teocisto, già medico di Basilisco, e fratello di uno dei monaci, con l'aiuto dell'imperatrice Zenonia, ottenne per i monaci udienza da Basilisco, il quale venne convinto a richamare i patriarchi monofisiti dall'esilio.
- ↑ Evagrio Scolastico, Historia Ecclesiae iii. 4-8.
- ↑ Secondo Procopio [citazione necessaria], Armazio avrebbe consegnato a Zenone il proprio esercito a condizione che questi riconoscesse come cesare suo figlio Basilisco e lo nominasse suo successore. Dopo la riconquista del trono,Zenone mantenne inizialmente il proprio impegno, ma dopo poco tempo, mise a morte Armazio e annullò la carica concessa al figlio.
- ↑ La mancanza di resistenza all'attacco di Zenone secondo un'ipotesi sarebbe dovuta all'assenza del magister militum Teodorico Strabone, capo degli Ostrogoti stanziati in Tracia, il quale sarebbe stato inviato a nord contro la minaccia costituita da Teodorico l'Amalo (in seguito noto come Teodorico il Grande), capo degli Ostrogoti stanziati in Mesia e in Pannonia e alleato con Zenone, il quale gli avrebbe conferito il titolo di magister militum di Tedorico Strabone e gli stessi privilegi concessi agli Ostrogoti di Tracia, in cambio del suo apppoggio. Si veda Peter Heather, Goths, Blackwell Publishing, 1998 ( ISBN 0-631-20932-8 ), pp. 158-159.
- ↑ Evagrio Scolastico (Historia Ecclesiae iii. 4-8) riporta il nome della fortezza come Acusus, mentre nel dizionario biografico di William Smith (vedi bibliografia) la fortezza è identificata con Cucusus e secondo Hugh Elton (articolo in rete citato in bibliografia) sarebbe piuttosto Limnae.
- ↑ Procopio [citazione necessaria]
[modifica] Bibliografia
[modifica] Fonti primarie
- Giorgio Cedreno. Goar e Fabrot ed. (a cura di) Compendium Historiarum ab Orbe Condita ad Isaacum Comnenum (1057). (in latino) , 1647. pp. 349-350
- Evagrio Scolastico, Historia Ecclesiae iii. 4-8
- Procopio, Bellum Vandalicum i.6-8
- Zaccaria Scolastico, Cronaca siriaca, v.1 [3].
[modifica] Fonti secondarie
- John Boardman. The Cambridge Ancient History. (in inglese) Cambridge University Press, 1982. p. 49 ISBN 0-521-32591-9
- John Bagnall Bury. XII.1 The Usurpation of Basiliscus (A.D. 475‑476) in History of the Later Roman Empire . (in inglese) Dover Books [1923], 1958. pp. 389-395 URL consultato il 2006-08-23.
- Hugh Elton. Flavius Basiliscus (AD 475-476) in De Imperatoribus Romanis. 1998-06-10. URL consultato il 2006-08-23 .
- Gerard Friell; Stephen Williams. The Rome That Did Not Fall. (in inglese) Routledge, December 1998. pp. 184-186 ISBN 0-415-15403-0
- Krautschick, Stephen (1986). Zwei Aspekte des Jahres 476. Historia (35): pp. 344-371.
- Penny Macgeorge. Late Roman Warlords. (in inglese) Oxford University Press, 2003. pp. 284-285 ISBN 0-19-925244-0
- J.R. Martindale. The Prosopography of the Later Roman Empire. (in inglese) Cambridge University Press, 1980. pp. 212-214 ISBN 0-521-20159-4
- Vilakuvel Cherian Samuel. The Council of Chalcedon Re-Examined. (in inglese) Xlibris Corporation, 2001. pp. 134-139 ISBN 1-4010-1644-8
- William Smith. Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology . (in inglese) C. Little and J. Brown [1870].p. 466 URL consultato il 2006-08-23.
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[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Emissioni numismatiche di Basilisco: sul sito WildWinds sul sito DirtyOldCoins
{{Imperatore bizantino| Predecessore=[[Zenone I di Bisanzio|Zenone I]] | CoImperatore=Basilisco<br>([[475]]-[[476]]) | Successore=[[Zenone I di Bisanzio|Zenone I]]}} {{S-inizio}} {{S-prima|prima=Flavio Rusticio,<br /> [[Olibrio|Flavio Anicio Olibrio]]}} {{S-titolo|titolo=[[Consoli imperiali romani (193-541 d.C.)|Console romano]] |anni=[[465]] |reggente1=[[Flavio Ermenerico]]}} {{S-dopo|dopo=[[Leone I (imperatore)|Imperatore Cesare Flavio Valerio Leone Augusto]] III,<br /> Taziano (Gallia)}} {{S-fine}} {{Imperatori bizantini}} [[Categoria:Imperatori bizantini]] [[Categoria:Casata di Leone]] [[Categoria:Consoli imperiali romani]] {{Link AdQ|en}} [[cs:Basiliskos]] [[de:Basiliskos]] [[en:Basiliscus]] [[fr:Basiliscus]] [[gl:Basilisco, Emperador]] [[hr:Bazilisk, bizantski car]] [[la:Flavius Basiliscus]] [[hu:Basiliscus]] [[nl:Basiliscus]] [[ja:バシリスクス]] [[pl:Bazyliskus]] [[sk:Basiliskos]] [[sl:Bazilisk (bizantinski cesar)]] [[sr:Василиск]] [[fi:Basiliskos]] [[sv:Basiliskos]]