Passione di Gesù
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![Cristo in croce con Maria e Giovanni (Albrecht Altdorfer, 1515-1516)](../../../upload/shared/thumb/9/96/Albrecht_Altdorfer_017.jpg/275px-Albrecht_Altdorfer_017.jpg)
![La Passione di Cristo a Lizzano (TA) - 2006](../../../upload/shared/thumb/2/2b/Passione_di_Cristo_%28Lizzano%29.jpg/275px-Passione_di_Cristo_%28Lizzano%29.jpg)
La passione di Gesù indica la sofferenza e l'agonia di Gesù Cristo che hanno portato alla sua Crocifissione, evento centrale per la religione cristiana.
Il terzo giorno dopo la morte in croce, è avvenuta la resurrezione.
Le "narrazioni della Passione", in latino Passio, raccontano questa storia e hanno origine dai Vangeli. L'uso sottende la radice etimologica, dalla parola latina pati, "soffrire".
In seguito il termine si è esteso per indicare il racconto del supplizio subito dai martiri.
[modifica] Narrazioni della Passione
La narrazione della Passione di Cristo è contenuta nei tre Vangeli sinottici e nel Vangelo secondo Giovanni.
Ognuno di essi presenta la passione di Gesù in maniera corrispondente alla sua cristologia:
- In Marco la passione e morte di Gesù, raccontate con crudezza, sono rivelazione della sua identità di Figlio di Dio, secondo quanto scopre il centurione romano (15,39).
- In Matteo c'è attenzione al compimento della scrittura, e Gesù è mostrato pregando con il salmo 22(21) (27,46). Alla sua morte si compiono i segni escatologici della oscurità, dei sepolcri aperti e della risurrezione dei giusti.
- In Luca il Gesù sofferente è il salvatore misericorioso, che perdona i suoi uccisori (23,34) e accoglie il malfattore pentito nel suo regno (23,43).
- In Giovanni è il Signore che non mostra segni di sofferenza. Egli compie le scritture (19,24.28.36), mette a disposizione il dono dello Spirito (19,30), e si riveste dei segni della regalità, come appare dai seguenti versetti:
- la corona di spine (19,2)
- la porpora, tessuto regio (19,2)
- Pilato lo fa sedere nel tribunale, nel luogo detto litostroto, che era la sede da cui venivano emessi i giudizi (19,13)
- Le parole di Pilato: "Metterò in croce il vostro re?" (19,15)
- L'annotazione della scritta "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei", che i giudei non vogliono e che Pilato conferma (19,19)
- L'assenza di ogni grido dalla croce: invece colpisce la serenità con cui affida la madre al discepolo (19,25-27)
Verosimilmente ci sono altri racconti della passione nei vangeli apocrifi, che sono testi molto più tardi (III-IV secolo). Sono quindi ritenuti meno certi nei dati storici che forniscono, e in essi la prospettiva teologica assume una rilevanza ancora maggiore che nei vangeli canonici.
[modifica] Cronologia e topografia della Passione
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Per approfondire, vedi la voce Data della morte di Gesù. |
Secondo la tradizione cristiana, basata sulle indicazioni dei Vangeli, la Passione di Gesù si svolse secondo le seguenti tappe:
- La sera del giovedì, Gesù celebra la Pasqua ebraica con i suoi discepoli. Il presunto luogo di questa celebrazione (il Cenacolo) si trova sul monte Sion: oggi è poco al di fuori della città vecchia, ma al tempo di Gesù le mura seguivano un percorso diverso, più a Sud, ed esso si trovava al loro interno.
- Terminata la cena, Gesù scende con i discepoli nella valle del torrente Cedron, appena fuori Gerusalemme, nel giardino del Getsemani, dove si ritira in preghiera. Nel frattempo Giuda Iscariota va ad avvisare i sacerdoti e li conduce al Getsemani, dove Gesù viene arrestato. È ormai notte, infatti i soldati portano "torce e bastoni". Una parte del giardino esiste tuttora (a lato della Basilica dell'Agonia), e contiene anche alcuni ulivi che, secondo i botanici, hanno più di 2000 anni e quindi esistevano già al tempo di Gesù.
- Gesù viene condotto al palazzo del sommo sacerdote Caifa, dove viene processato dal Sinedrio. I resti di questo palazzo sono stati trovati sul luogo dell'attuale chiesa di San Pietro in Gallicantu ("al canto del gallo", in latino), che ricorda il tradimento di Pietro: anche questo luogo si trova oggi fuori dalle mura, ma allora era all'interno. Vi si accedeva dalla valle del Cedron risalendo per una scala di cui un tratto si è conservato fino ad oggi.
- Il processo si svolge durante la notte e termina al canto del gallo, quando l'alba è ormai vicina. Alcuni contestano l'attendibilità del resoconto dei Vangeli con l'argomento che il Sinedrio, normalmente, non si riuniva di notte. A questa obiezione si può rispondere che i sacerdoti temevano che, processando pubblicamente Gesù, la folla si sollevasse per liberarlo; per questo lo processarono in segreto e con la massima fretta.
- La mattina del venerdì, appena si fa giorno, i sacerdoti conducono Gesù da Pilato, che risiede nella Fortezza Antonia, all'angolo nord-occidentale della spianata del Tempio. Durante la mattina, secondo Luca, Pilato invia Gesù anche da Erode Antipa, il quale dopo averlo interrogato lo rimanda indietro. Secondo Giovanni, il processo presso Pilato si conclude "verso mezzogiorno".
- Il percorso dal palazzo di Pilato al Golgota (dove oggi sorge la Chiesa del Santo Sepolcro), di poco più di un chilometro, si può coprire in circa mezz'ora; è quindi ancora mezzogiorno, o poco più tardi, quando Gesù viene crocifisso. Il Golgota, al contrario del Cenacolo e del palazzo di Caifa, allora si trovava fuori città (le esecuzioni e le sepolture erano vietate nei centri abitati), mentre oggi è dentro le mura.
- Gesù muore alle tre del pomeriggio del venerdì. Secondo alcuni calcoli, le date più probabili sono il 7 aprile 30 e il 3 aprile 33.
- Giuseppe d'Arimatea si reca da Pilato e gli domanda il corpo di Gesù. Pilato, stupito che fosse già morto, manda a chiamare il centurione sul Golgota per interrogarlo: in questo modo trascorre probabilmente circa un'ora. Giuseppe, quindi, va a procurarsi il lenzuolo funebre per seppellire Gesù, spendendo altro tempo. Quando infine, insieme a Nicodemo, Giuseppe depone Gesù dalla croce, il tramonto è ormai imminente, e con esso l'inizio del riposo sabbatico: il corpo di Gesù viene quindi deposto in un sepolcro lì vicino, per fare presto.
È stata recentemente avanzata una cronologia alternativa, basata sull'ipotesi che Gesù seguisse il calendario degli Esseni, secondo il quale la Pasqua cadeva di mercoledì. La Passione si sarebbe quindi svolta nell'arco di più giorni: Gesù avrebbe celebrato la Pasqua al martedì sera, sarebbe stato arrestato probabilmente la sera successiva (mercoledì), e processato dal Sinedrio nella giornata di giovedì e da Pilato il venerdì mattina.
[modifica] Strumenti della Passione
Nella simbologia cristiana gli "strumenti della Passione" sono gli oggetti associati con la Passione, crocifissione e morte di Gesù.
Ognuno degli Strumenti è diventato un oggetto di venerazione per i cristiani, raffigurato in icone e dipinti e conservato come reliquia. Ciascun oggetto, oltre a diventare oggetto di meditazione, che deriva dalla Chiesa medievale, è stato a volte mostrato nelle rappresentazioni quando non utilizzato direttamente sui penitenti. È questo il caso delle antiche confraternite penitenziali come quelle dei battenti o dei flagellanti, presto abolite dall'autorità ecclesiastica per gli eccessi e le efferatezze, ma anche le più recenti processioni ottocentesche del Venerdì Santo con i confratelli che portano il gallo (che simboleggia il tradimento di Pietro, (Marco 14,66-71 e par.) e i dadi da gioco (che simboleggiano i soldati romani: sulle vesti tirarono in sorte..., Marco 15,24 e par.).
Nel IV secolo, Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, fece scavare l'area del Golgota, dove all'epoca sorgeva un tempio pagano, alla ricerca degli strumenti della Passione. Si racconta che la croce con la quale fu crocifisso Gesù fu rinvenuta e riconosciuta accostandovi un paralitico, il quale fu subito guarito. Nella croce erano ancora conficcati i tre chiodi (uno per ciascuna mano e uno per i due piedi, inchiodati l'uno sull'altro); fu ritrovato anche il titulus, cioè l'iscrizione con il motivo della condanna.
Sant'Elena portò alcuni frammenti della croce e gli altri oggetti a Roma: il titulus, i frammenti e uno dei chiodi sono tuttora conservati nella chiesa romana di Santa Croce in Gerusalemme. Gli altri due chiodi furono portati da Costantino a Milano, dove risiedeva: egli ne fece montare uno sul proprio elmo da battaglia, e modellare l'altro a forma di morso per il suo cavallo. Quest'ultimo si conserva tuttora nel Duomo di Milano, in un reliquiario posto in alto nell'abside: una volta all'anno l'arcivescovo sale a prenderlo, per esporlo ai fedeli, con un ascensore a forma di nuvola costruito nel XVI secolo. Dell'altro chiodo non si ha notizia sicura: secondo alcuni è inserito nella Corona Ferrea, che si trova a Monza, e che sarebbe ciò che resta dell'elmo di Costantino. Secondo altri, venuto in possesso di Carlo Magno, sarebbe stato inserito nella Sacra Lancia, che si trova a Vienna, e che sarebbe la lancia con cui Longino trafisse il costato di Gesù.
La "Vera Croce", invece, rimase a Gerusalemme; nel VII secolo fu razziata dai Persiani e recuperata dall'imperatore bizantino Eraclio, quindi nel 1187 andò perduta nella battaglia di Hattin, in cui i cristiani furono sconfitti. Oltre ai frammenti conservati a Roma, tuttavia, nel corso dei secoli ne erano stati prelevati altri che si trovano oggi in diversi luoghi.
[modifica] La Via Crucis
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Per approfondire, vedi la voce Via Crucis. |
La Via Crucis è un pio esercizio, con il quale i cristiani ricordano in preghiera il cammino di Gesù verso il Golgota portando la sua croce. Essa si compone tradizionalmente di 14 stazioni, ognuna delle quali rievoca un momento della Passione (alcuni di questi sono attestati dai Vangeli, altri sono aggiunti dalla tradizione).
[modifica] Rappresentazioni popolari della Passione
[modifica] Componimenti musicali sulla Passione
[modifica] Film sulla Passione
[modifica] Altre opere incentrate sulla Passione
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
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