Patto Segni
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Il Patto di Rinascita Nazionale, o più brevemente Patto Segni è il nome di un partito politico italiano fondato da Mario Segni il 5 novembre 1993, come frutto di una scissione da Alleanza Democratica, sulla base del movimento dei Popolari per la Riforma, costituito il 31 luglio 1992 per promuovere i referendum per la modifica del sistema elettorale (poi confluito in AD).
Tuttavia, con le elezioni politiche del 1994, il partito subì 2 mini-scissioni: l'una già alla vigilia del voto diede origine al Polo Liberal-Democratico, formazione favorevole ad accordi con il Polo delle Libertà, l'altra, immediatamente dopo il voto, alla Fondazione Liberaldemocratica, costituita da 2 deputati del partito (Alberto Michelini e Giulio Tremonti) che votarono la fiducia al primo governo Berlusconi. Entrambi i movimenti confluirono rapidamente in Forza Italia.
Alle politiche del 1994 Segni con il suo "Patto Segni" (alleato con il Partito Popolare Italiano di Mino Martinazzoli) nella quota proporzionale raggruppò nel suo seno altri piccoli partiti e movimenti:
- l'Unione Liberaldemocratica
- il Partito Repubblicano Italiano
- gruppi ex-socialisti e socialdemocratici con il sostegno di Giuliano Amato.
Nella parte maggioritaria diede vita col PPI ad una coalizione di centro ("Patto per l'Italia"), alternativa alla sinistra (progressisti) e anche al polo di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi. Il partito ottenne poco più del 4% nella parte proporzionale e un numero esiguo di deputati. Nessun deputato venne eletto nei collegi uninominali (i soli 4 eletti erano del PPI).
In seguito alla caduta del primo governo Berlusconi, nel corso del 1995 il "patto" scelse una linea di centrosinistra e federandosi con i Socialisti Italiani di Enrico Boselli e con Alleanza Democratica di Willer Bordon diede vita al Patto dei Democratici. La scelta di centrosinistra si concretizzò nel sostegno al governo guidato da Lamberto Dini (1995-1996).
Alle elezioni politiche del 1996 il partito si presentò nella quota proporzionale all'interno delle liste di Rinnovamento Italiano guidate da Lamberto Dini e dentro l'alleanza dell'Ulivo. Il leader Segni tuttavia scelse di non candidarsi e di dedicarsi di nuovo all'attività di docente universitario.
Il movimento tuttavia nel 1998 riprese la propria autonomia rispetto al centrosinistra, i deputati si distaccarono dal gruppo di Dini e il movimento prima aderisce all'UDR di Francesco Cossiga poi si avvicina all'opposizione di centrodestra.
Il "Patto" ritornò sulla scena nel 1999, quando propose un referendum per abolire la quota proporzionale del 25% che a quel tempo (fino alla nuova legge elettorale del dicembre 2005) esisteva nel sistema elettorale italiano: vincono i sì, ma per soli 150 mila voti il quorum non viene raggiunto.
Nello stesso anno, in occasione delle elezioni europee, il "Patto" strinse un accordo con Alleanza Nazionale presentando liste comuni (sotto le insegne di un elefantino, esplicito richiamo al Partito Repubblicano Americano), ma la collaborazione, dopo il pessimo risultato (10% dei consensi), non fu destinata a continuare.
Alle elezioni politiche del 2001 il partito non si è presentato. Tuttavia sotto le insegne del movimento dei Riformatori Sardi ha visto eletto in Sardegna, col sostegno di tutta la coalizione di centro-destra, un deputato del movimento (Michele Cossa).
Il "Patto", pur sostenendo col suo unico deputato il governo Berlusconi, si è ritagliato una posizione di autonomia dai due schieramenti e si è riformato nel giugno 2003 dando vita al Patto dei Liberaldemocratici ("Il Patto - Partito dei Liberaldemocratici")
In occasione delle elezioni europee del 2004 racimola l'adesione di Carlo Scognamiglio, ex Presidente del Senato, e si presenta con la denominazione di Patto Segni-Scognamiglio. La sonora sconfitta (soltanto lo 0,5% dei consensi) non impedisce a Segni e Scognamiglio di continuare a coltivare l'idea di un partito liberaldemocratico e moderato alternativo alla sinistra ma diverso da Forza Italia.