San Dionisio di Alessandria
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
San Dionisio (190 - 265), detto anche Dionisio il grande, fu il quattordicesimo vescovo di Alessandria d'Egitto, ruolo che precedette quello di Papa della Chiesa copta e Patriarca della Chiesa Ortodossa di Alessandria prima dello scisma avvenuto nel 451.
[modifica] Vita
Nato ad Alessandria da una famiglia pagana di antica nobiltà nel 190, studiò alla Scuola teologica di Alessandria, la celebre Didaskaleion, di cui divenne guida alla morte del Demetrio in sostituzione di Eraclio, nel frattempo nominato vescovo. Alla morte di quest'ultimo (248) gli succedette anche nella sede vescovile divenendo il primo capo della Chiesa alessandrina di cui è noto il titolo di Papa.
Durante il suo vescovado fu costretto ad abbandonare Alessandria per ben due volte. La prima fu nel 249 a causa della persecuzione contro i cristiani promossa da parte dell'imperatore Decio. Arrestato dal prefetto Sabino fu liberato da un gruppo di cristiani durante il suo trasporto in prigione e si nascose nel deserto della Libia fino al termine della stessa nel 251. Successivamente fu di nuovo arrestato e esiliato nella regione di Kefro, in Libia, dal prefetto Emiliano nel 257. Fece ritorno ad Alessandria solo dopo l'atto di tolleranza emesso dall'imperatore Gallieno nel 260. Ivi occupò l'ufficio di vescovo della città fino alla morte, avvenuta nel 265.
Viene venerato come Santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella copta ed è festeggiato il 17 novembre.
[modifica] Opere
Nel corso della sua vita Dionisio ebbe un fitto rapporto epistolare con le personalità teologiche più eminenti del suo tempo. Nel 251 fu coinvolto nella disputa tra papa Cornelio e Noviziano, parteggiando per il primo che sosteneva la necessità di riammettere i lapsi, persone convertite a dottrine eretiche o che avevano abiutìrato per non incorrere in persecuzioni, di nuovo all'interno della comunità cristiana.
Altre epistole sul tema di una certa importanza sono quelle rivolte a Fabio, vescovo di Antiochia e quelle, recentemente rinvenute, ai papi Stefano I e Sisto II in cui, facendo in parte proprie le conclusioni a cui era pervenuto il sinodo d'Africa presieduto dal suo predecessore Agrippino di Alessandria, sosteneva la necessità di ribattezzare coloro i quali erano stati battezzati da sacerdoti di un credo eretico. Nel periodo in cui era al soglio pontificio il suo omonimo, papa Dionisio, Dionisio ebbe un'accessa diattriba con quest'ultimo poiché, nel confutare le tesi contro il modalismo, il vescovo di Alessandria si era spinto fino ad affermare che il "figlio" era una creazione definita dal "padre" e quindi subordinata al padre stesso. Questa linea di pensiero gli valse la scomunica, rientrata nel momento in cui Dionisio corresse le proprie affermazioni. Nonostante tale avvenimento, e nonostante per i suoi pensieri sia considerato dagli storici contemporanei uno dei padri dell'arianesimo, dopo la sua morte fu canonizzato.
[modifica] Collegamenti esterni
- Cronologia del patriarcato di Alessandria
- Lettera di Dionisio di Alessandria ai Papi Stefano I e Sisto II (tertullian.org)
Predecessore: Eraclio |
Papa di Alessandria 248–265 |
Successore: Massimo |