Sant'Atanasio di Alessandria
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Atanasio detto il Grande, Alessandria d'Egitto, (295 ca. - 2 maggio 373) fu un vescovo cattolico e uno dei trentatré Dottori della Chiesa cattolica, che lo venera come santo assieme alla Chiesa Ortodossa ed alla Chiesa copta
[modifica] Biografia
[modifica] Vita e pensiero
Atanasio (Lat: Athanasius) nacque ad Alessandria d'Egitto alla fine del III secolo nel momento in cui terminavano le ultime grandi persecuzioni da parte dell’Impero romano e qualche anno prima dell’adozione da parte dello stesso impero del cristianesimo come religione ufficiale. Crebbe nella città che tra le tre più grandi città del mondo antico era sicuramente la più turbolenta e la più ricca culturalmente: vi erano oltre a una forte scuola cristiana anche molti cristiani eretici, gnostici e nestoriani e numerosi i pagani e gli adoratori di Serapide. La sua vita fu indissolubilmente legata al grande sforzo che la Chiesa cattolica dovette sostenere in quei anni per definire la Trinità di Dio.
Ancora diacono accompagnò il suo vescovo Alessandro al Concilio di Nicea del 325. Concilio voluto dall'imperatore Costantino I per dirimere la questione sollevata dalla predicazione di Ario, anch'egli di Alessandria, circa la natura di Cristo. Con il termine in greco ὁμοούσιος (homoousios, consostanziale), in quel concilio, si affermava categoricamente la perfetta uguaglianza del Verbo e del Padre, Verbo considerato dalla Chiesa cattolica "generato" e non "creato". Ario predicava invece che era creato e quindi non esistente da sempre in Dio.
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Per approfondire, vedi la voce Arianesimo. |
Ecco le parole con cui Atanasio affronta questo tema:
[modifica] L'esilio
Atanasio fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore di questo principio. A causa di questa sua testimonianza dovette subire almeno cinque esili negli anni che vanno dalla sua nomina a vescovo e patriarca di Alessandria d'Egitto nel 328 appena trentenne al 362. Oltre a questi, fu vittima di intrighi e calunnie[citazione necessaria] di ogni genere e per un certo momento venne persino abbandonato dal Papa, anch’esso vittima di intrighi orchestrati e imposti dall’imperatore[citazione necessaria]. Per questo viene ricordato dalle Chiese cattolica, ortodossa e copta, come Athanasius contra mundum (Atanasio contro il mondo), per la sua incrollabile fedeltà a questi principi di fronte a tutto e a tutti.
Nel suo primo esilio a Treviri tra il 335 e il 337 completa il suo doppio trattato Contro i Gentili – sull’Incarnazione, nel quale dà le sue ragioni della vera identità di Cristo, "vero Dio" e "vero uomo". In quel momento la cristianità si dibatteva per trovare la verità, con una Chiesa di Roma più ferma attorno a papa Giulio I sui principi del Concilio di Nicea, mentre la Chiesa d’Oriente, più speculativa e culturalmente vivace, presentava molte facce che andavano dall’arianesimo puro a infinite sfumature del semi-arianesimo. Con la morte di Costantino nel 337, l’Impero fu diviso tra i suoi tre figli, tra cui Costanzo II, che si interessava di teologia. Come il padre, anche Costanzo si lasciò convincere da Eusebio di Nicomedia, capo dei semi-ariani, a combattere le teorie di Atanasio tacciandole di sabellianismo, eresia propugnata da Marcello d'Ancyra.
In quel momento Costanzo non era ancora unico imperatore. Il fratello Costante I, che regnava in oriente, in accordo con papa Giulio I, riunì un concilio a Sardica (l'odierna Sofia) nel 343. Presente Atanasio e, in assenza del Papa, sotto la direzione di Osio di Cordova, dopo il ritiro degli eusebiani, venne riaffermato il Credo Niceno e riabilitato Atanasio che poté rientrare nuovamente a Alessandria nel 346. L’anno precedente, in un concilio tenutosi a Milano, la Chiesa d’occidente condannava le dottrine di Fotino di Sirmio e del suo maestro Marcello d’Ancyra.
Nel 350 muore assassinato Costante e Costanzo rimane unico padrone dell’Impero. Eusebio di Nicomedia è morto così come Ario, ma due vescovi, Basilio d’Ancyra e Acacio di Cesarea, le cui dottrine erano state condannate nel concilio di Sardica, entrano nelle grazie dell’imperatore e lo convincono a indire tutta una serie di concili per porre fine all’eresia di Fotino di Sirmio, in realtà con l’obiettivo di far dire che la dottrina di Atanasio non era altro che un fotinianismo camuffato. Siccome in occidente le idee di Atanasio erano più sostenute, l’imperatore, dietro la spinta dei suoi consiglieri semi-ariani, moltiplicò in Italia e in Gallia i concili destinati a distruggere quella pretesa d’eresia, detta dei niceani, cioè dei sostenitore del Concilio di Nicea del 325. In questi concili i vescovi erano costretti a scegliere tra la condanna di Atanasio o l’esilio.
Alla morte di papa Giulio I nel 352 gli succede Liberio che, non avendo accettato di condannare Atanasio, fu da prima esiliato a Beroea in Tracia (attuale Veria in Grecia) e poi sostituito da un antipapa di nome Felice II 355-365. Con vari concili indetti dall’imperatore tra il 351 e il 359 tenutisi a Sirmio, abituale residenza di Costanzo, si tentò di contrapporre varie formule a quella di Atanasio. Si andava dal termine più dissimile, quello degli Ariani che definivano Cristo in greco ἀνόμοιος (anomoios, dissimile dal Padre), chiamati anomei, al termine più vicino a quello di Atanasio, quello di ὁμοιούσιος (homoiousios, simile nella sostanza al Padre), sostenuto dagli omeousiani. Concetto intermedio era quello degli omei che si accontentavano di definirlo ὅμοιος (homoios, simile al Padre). Nel 358 si riuscì a far condannare da papa Liberio Atanasio per l’uso del termine consostanziale. Ancora vari concili si tennero nel più completo disordine e senza nessuna chiarezza fino alla morte dell’imperatore nel 361.
Questo breve e travagliato periodo fece pronunciare a Girolamo di Dalmazia la famosa frase: L’universo gemette nello sbalordimento di vedersi diventato ariano!. Il nuovo imperatore Flavio Claudio Giuliano, fa rientrare tutti i vescovi nelle proprie sedi. Così anche per Atanasio, che negli ultimi esili si era dovuto rifugiare nel deserto presso gli anacoreti monaci del deserto già conosciuti in gioventù e che furono sempre molto ammirati da lui. Atanasio scrisse la vita di uno dei più famosi: sant'Antonio Abate.
Al termine di questa travagliata vita ebbe la soddisfazione di riuscire a convocare nel 362 nella sua Alessandria un concilio d’oriente che, con grande prova di larghezza d’animo pose fine a tutte le dispute dogmatiche, facendo semplicemente rivivere i decreti del concilio di Nicea rifuggendo da qualsiasi discussione di termini. Moriva il 2 maggio del 373 nel suo letto, lui che aveva dovuto per buona parte della sua vita girovagare esiliato e profugo. Ma il suo corpo non aveva ancora finito di girovagare. Originariamente sepolto ad Alessandria, la sua salma comparve nel medioevo a Venezia, città famosa per l’incetta di reliquie. Ma il Patriarca copto di Alessandria, papa Shenouda III nel maggio del 1973 ottenne da papa Paolo VI la traslazione della salma presso la cattedrale copta di San Marco al Cairo, Egitto.
Predecessore: Alessandro |
Patriarchi di Alessandria 328–373 |
Successore: Pietro II |