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Vittoriano - Wikipedia

Vittoriano

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Monumenti Italiani
Questo è un monumento nazionale italiano. Per maggiori informazioni, consulta l'elenco specifico.
Il Vittoriano
Il Vittoriano

Il Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II (meglio conosciuto con il nome di Vittoriano) è un monumento nazionale di Roma situato in Piazza Venezia. Il monumento viene spesso erroneamente identificato con l'Altare della Patria, che in realtà ne è solo una parte; altrettanto erroneamente, il suo nome potrebbe indurre a pensare che sia un tributo alla vittoria: in realtà il termine Vittoriano deriva dal nome di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d'Italia, cui il complesso monumentale è dedicato.

Indice

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[modifica] La costruzione del monumento

[modifica] Il progetto

Alla morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, fu deciso di innalzare un monumento che celebrasse il Padre della Patria e con lui l'intera stagione risorgimentale. Nel 1880 fu bandito un primo concorso internazionale, senza esito. Nel successivo concorso, bandito nel 1882, la partecipazione fu riservata ai soli tecnici italiani. Fu anche stilato un dettagliato elenco di indicazioni per il progetto, che prescrivevano "un complesso da erigere sull'altura settentrionale del Campidoglio, in asse con la via del Corso; una statua equestre in bronzo del Re; uno sfondo architettonico di almeno trenta metri di lunghezza e ventinove d'altezza, lasciato libero nella forma ma atto a coprire gli edifici retrostanti e la laterale Chiesa di Santa Maria in Aracoeli". I concorrenti ebbero un anno di tempo per consegnare il progetto. Le proposte presentate furono 98 e delle tre selezionate per la scelta finale la commissione reale votò all'unanimità quella di Giuseppe Sacconi, giovane architetto marchigiano.

Il progetto originario dell'opera (una delle più grandi realizzate nell'Ottocento) prevedeva l'utilizzo del travertino romano, ma il monumento venne poi realizzato in botticino Mattina di Rezzato, più facilmente modellabile e proveniente dalla zona d'origine di Giuseppe Zanardelli (che aveva emanato il regio decreto per la costruzione del monumento). Il progetto di Sacconi si ispirava a grandi complessi classici come l'Altare di Pergamo e il tempio di Palestrina; il monumento avrebbe dovuto essere quindi un grande spazio pensato come un "foro" aperto ai cittadini, in una sorta di piazza sopraelevata nel cuore della Roma imperiale, simbolo di un'Italia unita dopo la Roma dei Cesari e dei Papi.

[modifica] La costruzione

Per erigerlo fu necessario, fra il 1885 e il 1888, procedere a numerosi espropri e demolizioni nella zona adiacente il Campidoglio, effettuati grazie a un preciso programma stabilito dal Primo Ministro Agostino Depretis. Si procedette così alla demolizione di un vasto quartiere medioevale e furono abbattuti la Torre di Paolo III, il cavalcavia di collegamento con Palazzo Venezia, i tre chiostri del convento dell'Ara Coeli e tutta l'edilizia minore presente sulle pendici del colle.

Dopo la morte di Sacconi, avvenuta nel 1905, i lavori proseguirono sotto la direzione di Gaetano Koch, Manfredo Manfredi e Pio Piacentini. Il complesso monumentale venne inaugurato da Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911, in occasione dell'Esposizione Internazionale per i cinquant'anni dell'Unità d'Italia. I lavori di completamento dell'opera ebbero fine tuttavia molto più tardi (le quadrighe dell'Unità e della Libertà, rispettivamente degli scultori Carlo Fontana e Paolo Bartolini, vennero poste sui propilei fra il 1924 e il 1927, mentre gli ultimi lavori terminarono nel 1935).

Il complesso del Vittoriano, in perfetto stile neoclassico e con audacissime tecniche costruttive per l'epoca, celebra la grandezza e la maestà di Roma, finalmente restituita al suo ruolo di legittima Capitale d'Italia.

[modifica] L'esterno

L'edificio, per le sue notevoli dimensioni, presenta una struttura dinamica e complicatissima con un portico neoclassico caratterizzato da colonne in stile corinzio (con foglie d'acanto scolpite sul marmo) che coincidono ai lati con due rispettivi pronai a due colonne (realizzate sempre con capitelli corinzi) che ci riportano agli splendori del tempietto della Nike (la Vittoria "personificata") dell'acropoli di Atene. Il coronamento dell'edificio, in corrispondenza di ciascun pronao, è ornato da gruppi bronzei di carri romani con cavalli rampanti, che ripropongono le sinergie architettoniche ed espressive degli archi di trionfo. La costruzione dell'edificio ha sollevato parecchie polemiche nella critica d'arte più intransigente che vedeva nell'edificio (anche dopo che la costruzione era stata completata) un tentativo anacronistico e "mal riuscito" di riportare a Roma la classicità dell'età imperiale.

[modifica] Le fontane dei due mari

La fontana di sinistra, di Emilio Quadrelli, rappresenta l'Adriatico, rivolto a Oriente, con il Leone di San Marco. A destra il Tirreno, di Pietro Canonica, con la lupa di Roma e la sirena Partenope, a simboleggiare la città di Napoli.

[modifica] Scalinata

La scalinata è stata riaperta nel 2000 dopo circa quarant'anni di restauri dell'intero complesso. All'interno si trovano degli spazi espositivi dedicati alla storia del Vittoriano stesso e la sede del Museo Nazionale del Risorgimento, che da alcuni anni ospita anche mostre di pittura.

Diversi sono i simboli vegetali che ricorrono nel monumento, fra i quali si ricordano la palma per la vittoria, la quercia per la forza, l'alloro per la pace vittoriosa, il mirto per il sacrificio e l'ulivo per la concordia.

[modifica] Altare della Patria

Altare della patria di notte con picchetto d'onore
Altare della patria di notte con picchetto d'onore

Sulla scalinata si trova l'Altare della Patria che, contrariamente a quanto si crede, è solamente una parte del complesso, ossia la parte situata poco oltre la scalinata, dove si trovano il picchetto d'onore e la grande statua della dea Roma con sfondo dorato. L'Altare della Patria venne disegnato dallo scultore bresciano Angelo Zanelli, che vinse il concorso nel 1906.

Il progetto vincitore era ispirato alle Bucoliche e alle Georgiche di Virgilio. Il bassorilievo di sinistra rappresenta il Lavoro, con nell'ordine (da destra a sinistra) le allegorie dell'Agricoltura, dell'Allevamento, della Mietitura, della Vendemmia e dell'Irrigazione, poi il genio alato del Lavoro sale su un grande aratro trionfale, seguito dall'Industria. Il secondo bassorilievo simboleggia l'Amore di Patria, con una rappresentazione (da sinistra a destra) di tre donne che portano corone onorarie a Roma, seguite dai labari (le insegne legionarie), poi il carro vittorio dell'Amore di Patria e l'Eroe, a cui segue infine il fuoco sacro della Patria.

All'interno è tumulato il Milite Ignoto: si tratta di una salma sconosciuta selezionata tra quelle dei caduti della Prima guerra mondiale scelta proprio in rappresentanza di tutti i soldati che non hanno potuto avere una tomba con il loro nome. La salma venne posta nel monumento il 4 novembre del 1921.

[modifica] Le iscrizioni

Il Monumento a Vittorio Emanuele II di giorno
Il Monumento a Vittorio Emanuele II di giorno

La tematica centrale del monumento è rappresentato dalle due iscrizioni sui propilei: "PATRIAE UNITATI" "CIVIUM LIBERTATI", (in lingua latina "All'unità della patria" e "Alla libertà dei cittadini"), ciascuna posta sotto le due quadrighe di Carlo Fontana e Paolo Bartolini.

[modifica] Statue delle Regioni

Le regioni e le città sono elementi centrali del complesso: ognuna delle statue delle sedici regioni italiane (tante erano alla fine dell'Ottocento) venne affidata ad uno scultore di quella stessa regione. Nell'ordine: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

[modifica] Le Città d'Italia

Al contrario, le statue delle quattordici città che furono capitali dell'Italia riunificata, di stati autonomi o repubbliche marinare sono di Eugenio Maccagnani. Ogni città è stata rappresentata con una propria simbologia:

[modifica] Vittorie su colonne trionfali

Queste statue erano in origine dorate, e furono scolpite da Nicola Cantalamessa, Adolfo Apolloni, Mario Rutelli e Arnaldo Zocchi nel 1911.

[modifica] Quadrighe dell'Unità e della Libertà

A simbolo dell'Unità e della Libertà, furono previste già dal 1885 ma vennero collocate per la prima volta solamente nel 1927; furono realizzate proprio nello stesso anno da Carlo Fontana e Paolo Bartolini. Il monumento è alto così ben ottantuno metri.

[modifica] L'interno

[modifica] Sacrario delle Bandiere

Il Sacrario delle Bandiere è il luogo in cui sono raccolte e custodite le bandiere di guerra dei reparti militari disciolti e delle unità navali radiate dal naviglio dello Stato, nonché le bandiere degli istituti militari e delle unità appartenenti ai corpi armati dello stato (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza) disciolte.

Presso il sacrario sono custoditi anche dei cimeli, relativi alle guerre, soprattutto risorgimentali, a cui hanno preso parte le forze armate italiane. Nel primo salone sono conservate 228 bandiere e 469 nel secondo. Al piano inferiore trovano posto le bandiere e gli stemmi di combattimento delle unità della Marina Militare Italiana.

[modifica] Galleria

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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