Kurt Franz
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Kurt Hubert Franz (Düsseldorf, Germania, 17 gennaio 1914 – Wuppertal, ivi, 4 luglio 1998), membro delle Schutzstaffel (SS) nazionalsocialiste, fu l'ultimo comandante del campo di sterminio di Treblinka.[1]
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Indice |
[modifica] La gioventù
Kurt Franz nacque in una famiglia di ceto medio nella città di Düsseldorf; suo padre era negoziante ed aveva una sorella. A dodici anni, dopo aver frequentato le scuole elementari, iniziò la scuola di cucina presso il ristorante "Hirschquelle" sempre a Düsseldorf, ma non diede l'esame finale.
Dopo sei mesi di militanza nel gruppo giovanile ultranazionalista Kyffhäuser-Jugend, nell'ottobre 1932 si iscrisse al Freikorps Stahlhelm, Bund der Frontsoldaten («Elmi d'acciaio, lega dei soldati del fronte» a Ratingen. In seguito svolse il servizio militare presso il VI Reggimento d'Artiglieria raggiungendo, dopo due anni, il ruolo di capocannoniere.[2]
[modifica] Nelle SS
Terminato il servizio militare Franz s'iscrisse alle SS (n. 316906) nell'ottobre 1937 e venne assegnato al SS-Totenkopfstandarte 3 "Thüringen". Il Thüringen era uno speciale reggimento appartenente alle SS-Totenkopfverbände («Unità testa di morto») che espletavano il servizio di custodia presso i campi di concentramento (nello specifico il Thüringen era di stanza presso il campo di Buchenwald ove Franz iniziò la sua carriera). La carriera di Franz fu molto veloce ed egli divenne SS-Sturmmann (caporale) nel gennaio 1938, SS-Rottenführer (caporalmaggiore) nel novembre 1939 e SS-Untersharführer (sergente) nel gennaio 1940.[3]
Alla fine del 1939 Franz venne richiamato a Berlino presso la Cancelleria del Führer ed assegnato, in qualità di cuoco, al programma eugenetico Aktion T4. Tale progetto eugenico prevedeva la soppressione (o la sterilizzazione forzata) dei cittadini tedeschi che soffrivano di disturbi genetici o gravi malformazioni fisiche. Franz fu attivo (sempre come cuoco) presso i principali "centri di morte" del programma T4: Grafeneck, Sonnenstein, Hartheim e Brandenburgo.
Nel 1940 Franz si sposò, ma da questo matrimonio non nacquero figli; in compenso da altre quattro donne, ebbe quattro figli illegittimi. Nel 1941, terminato il programma Aktion T4 a causa delle proteste sollevate dal popolo tedesco, egli venne ritrasferito presso Buchenwald ed assegnato al reparto logistico delle SS del campo dove svolse probabilmente le funzioni di cuoco. Nel corso del 1941 venne ulteriormente promosso al grado di SS-Scharführer (sergente maggiore).
Il 20 aprile 1942 fu promosso al rango di SS-Oberscharführer (maresciallo) e fu trasferito prima a Lubiana e poi assegnato campo di sterminio di Belzec. Belzec, insieme a Treblinka e Sobibór, fu uno dei campi dell'Operazione Reinhard costruiti in seguito alla conferenza di Wannsee (20 gennaio 1942) nel corso della quale la dirigenza nazista decise quella che venne eufemisticamente definita «soluzione finale della questione ebraica»: lo sterminio sistematico del popolo ebraico operato in speciali campi progettati esclusivamente per questo scopo. I campi di sterminio, a differenza di quelli di concentramento, non prevedevano la permanenza di deportati ma esclusivamente il loro annientamento in tempi brevissimi (poche ore) se si escludono piccoli gruppi di deportati temporaneamente tenuti in vita per espletare le operazioni di cremazione, riuniti in unità di "lavoro" tristemente note come Sonderkommandos.
Franz lavorò a Belzec nuovamente come cuoco ed addestrò con particolare brutalità le guardie ucraine assegnate al campo. Nel corso del conflitto, infatti, le SS-Totenkopfverbände addette prima della guerra alla sorveglianza dei campi vennero nella quasi totalità inglobate nei reparti combattenti delle Waffen-SS e, a parte pochi "specialisti" come Franz, il ruolo di guardia affidato a "volontari" stranieri, a soldati non adatti al servizio di prima linea oppure in convalescenza.
[modifica] Treblinka
Nell'agosto (o settembre) 1942 Franz venne trasferito a Treblinka in qualità di responsabile delle guardie ucraine (un ruolo che aveva già ricoperto con particolare efferatezza a Belzec). Rapidamente egli raggiunse i vertici della gerarchia di Treblinka e, di fatto, l'aiutante del comandante Franz Stangl.
Soprannominato dai deportati Lalke (termine yiddish per «bambola» a causa della sua avvenenza e dei lineamenti infantili del viso) Franz fu conosciuto come uno dei più sadici e crudeli membri delle SS e fu temutissimo dai prigionieri per la sua bestialità e la tendenza alle uccisioni arbitrarie. Nel Processo di Düsseldorf negli anni 1964-1965, fu mostrato il suo album personale di foto del campo dove, sulle immagini di una gru a benna usata per il carico dei cadaveri sulle cataste per la cremazione, egli scrisse "Schöne Zeiten" («Bei tempi»). Questa è la testimonianza rilasciata da Kurt Franz al processo di Treblinka e riportata da The Free Press, New York nel 1988:
Il 21 giugno 1943 Franz venne promosso ufficiale - probabilmente per "meriti" sul campo - e ottenne il grado di SS-Untersturmführer (sottotenente). Il 27 agosto 1943, dopo la sommossa che vide la fuga di circa 300 detenuti, molti dei quali furono però uccisi poco lontano, egli divenne comandante del campo di Treblinka. Fino al novembre 1943 sovraintese alle ultime operazioni di "eliminazione" e al totale smantellamento del campo che nascose completamente le traccie di quello che era avvenuto: lo sterminio di 800.000 - 950.000 esseri umani. Tale dato rende Treblinka, dopo Auschwitz, il secondo campo per numero di vittime.
Franz venne inviato successivamente a Trieste, come parte del personale dell'Operazione Reinhard, dove si distinse nuovamente per la brutalità nella lotta antipartigiana e nelle deportazioni degli ebrei sloveni ed italiani.
[modifica] Dopoguerra
Arrestato dalle forze americane al termine del conflitto Franz riuscì a fuggire e, tornato a Düsseldorf, esercitò, utilizzando il suo vero nome, il "suo" lavoro di cuoco. Nel 1959, mentre lavorava al ristorante Schmoller, venne nuovamente arrestato. Dall'ottobre 1964 al settembre 1965 si svolse a Düsseldorf il Processo su Treblinka contro Kurt Franz e altre nove SS del campo di Treblinka.
Il 3 settembre 1965 Franz venne condannato al carcere a vita per l'omicidio di almeno 139 internati e come complice in omicidio di almeno 300.000 ebrei. La sentenza causò in Germania e nel mondo grande scandalo perché considerata mite: in effetti nel corso del processo emersero le prove dell'uccisione diretta di 139 internati da parte di Franz; Rudolf Höß, primo e storico comandante di Auschwitz, ed Adolf Eichmann, burocrate dell'Olocausto, processati, furono condannati a morte nonostante non emergesse nessuna prova di una loro complicità diretta nell'omicidio di nessun internato.[4]
Rilasciato a causa dell'età avanzata e per problemi di salute a metà del 1993. Kurt Franz è morto il 4 luglio 1998 a in una casa di riposo per anziani a Wuppertal in Germania.
[modifica] Testimonianze
- Lo scrittore Alexander Donat, sopravvissuto al Ghetto di Varsavia, nel libro The Death Camp Treblinka scrisse che Franz, arrivato al campo di Treblinka con il suo cane Barry, era la personificazione del sadismo e oscenità; il suo cane era stato addestrato per attaccare ai genitali dei prigionieri.
- Jankiel Wiernik, tra gli scampati del campo grazie alla sommossa del 2 agosto 1943, scrisse nei suoi ricordi A Year in Treblinka che «Kurt era il più orribile tra tutti: non aveva rispetto per la vita altrui e torturare era per lui gioia suprema».
- Jacob Jakubowicz scrisse di Franz: «[...] non poteva sedersi a tavola per far colazione o pranzo se prima non avesse ucciso almeno due ebrei».
- Henry Poswolski racconta che «un giorno l'SS Kuttner gettò in aria un bambino e Franz lo uccise con due colpi della sua pistola».
- Jacob Eisner, raccontò che «un giorno Franz disse ad un internato – adesso facciamo un incontro di boxe – furono messi i guantoni al prigioniero, mentre Kurt ne indossava solo uno, alla destra. Un SS diede il via al match, Franz si aggirava intorno al giovane detenuto pretendendo una reazione e poi dal suo guanto gli fece esplodere un colpo in faccia. Il malcapitato morì così».
[modifica] Note
- ↑ Salvo ove diversamente indicato le informazioni relative a questa voce sono tratte da: (EN) The Treblinka Perpetrators dal sito web «ARC, Aktion Reinhard Camps». Riportato il 12 gennaio 2007.
- ↑ Sentenza del 3 settembre 1965 relativa al primo processo di Treblinka tenuto a Düsseldorf. La sentenza è disponibile: (DE) LG Düsseldorf vom 3.9.1965, 8 I Ks 2/64 presente sul forum web «RODOH». Riportato il 12 gennaio 2007.
- ↑ Per una migliore comprensione dei gradi riportati si veda la voce Gradi delle Schutzstaffel.
- ↑ In questi casi vennero ovviamente provate oltre ogni dubbio le loro complicità e responsabilità nell'organizzazione dell'Olocausto. Hannah Arendt, nel suo La banalità del male dedicato al processo Eichmann tenuto a Gerusalemme nel 1961, parla proprio di banalità in riferimento a questi oscuri ed efficienti burocrati che non si "sporcarono" mai le mani.
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