Æsir
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Æsir | Ásynjur |
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Nel mondo norreno, gli Æsir (al singolare Áss, al femminile singolare Ásynja, al femminile plurale Ásynjur, in anglosassone Ós, dal proto-germanico *Ansuz), sono gli dèi, signori assoluti del cielo.
Secondo Snorri Sturluson, gli Æsir erano originali dell'Asia (Asíá in antico norreno) e da quel luogo si erano spostati seguendo il loro capo Odino verso le terre del nord, fermandosi in Svezia (Svíþjóð).
La loro patria d'origine era Ásaland ("terra degli Æsir"), anche chiamata Ásaheimr ("regno degli Æsir"), e capitale di tale regno era Ásgarðr ("recinto degli Æsir") che Snorri curiosamente identifica con Troia [1]
Secondo il racconto riportato nella Saga degli Ynglingar, Ásgarðr era un centro di culto dove si tenevano solenni sacrifici cui presiedevano dodici sacerdoti (díar o drótnar) che erano nel frattempo i campi a cui spettavano le decision. Essi poi sarebbero stati divinizzati dai loro sudditi; nel caso di Odino, in particolare, si dice che, prossimo alla morte, lasciò la Svezia affermando che aveva l'intenzione di tornare nella sua antica patria, detta anche Goðheimr ("paese degli dèi") e i suoi seguaci credettero che da allora egli vivesse in eterno ritornato ad Ásgarðr.
Nel racconto dell'Edda in prosa, di stampo molto meno evemeristico, Ásgarðr è invece una fortezza celeste, al centro del mondo, che gli dèi hanno costruito per dimorarvi con le proprie famiglie per proteggersi dagli attacchi dei giganti, loro acerrimi nemici. Ad Ásgarðr alla quale si accede solo tramite Bifröst, il ponte arcobaleno, è presente un tempio d'oro detto Glaðsheimr, così come tutte le dimore degli dèi e delle dee. È qui presente anche Hliðskjálf, il trono di Odino.
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[modifica] Il conflitto con i Vanir
La loro supremazia fu stabilita solo dopo la guerra contro i Vanir (un'altra stirpe divina), che ebbe come epilogo la stipulazione di un patto sacro che portò ad una sorta di integrazione.
La Völuspá riporta:
![]() « Andarono allora gli dèi tutti
ai troni del giudizio, Levava la lancia Odino e la scagliava nella mischia: Andarono allora gli dèi tutti Là solo Thor si levò |
![]() « Þá gengu regin öll
á rökstóla, |
(Edda poetica - Völuspá - Profezia della Veggente XXIII-XXVI)
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La presenza di due panthea distinti nella teologia scandinava è stata variamente interpretata dagli studiosi. Una prima ipotesi, popolare per tutta la prima metà del XX secolo e non ancora completamente tramontata, sosteneva che la compresenza di due distinti gruppi di divinità, gli Æsir ed i Vanir, avesse ragioni storiche legate alle migrazioni delle genti germaniche nel nord Europa ed al loro confronto con le popolazioni autoctone.
Tale interpretazione aveva radici molto profonde, giacché rimontava appunto ad opere pseudo-storiche come la Saga degli Ynglingar (cap. 4) di Snorri Sturluson o le Gesta Danorum (libro I, 7) di Saxo Grammaticus, in cui si trattava di Æsir e Vanir nei termini di due popolazioni della remota antichità. In particolare, Snorri, dopo aver ricordato la guerra tra Æsir e Vanir, aveva poi narrato di come gli Æsir avessero intrapreso una lunga migrazione che dalla natìa Scizia li avrebbe portati nel Nord Europa.
Ma in seguito altri studiosi, tra cui Jan De Vries e Georges Dumézil, notarono un'unità intrinseca nei rapporti tra Æsir e Vanir. I due gruppi apparivano essere, secondo l'opinione di questi esegeti, i termini complementari di una struttura unitaria. Non si trattava dunque di due panthea distinti ma di un pantheon di natura duale, i cui due gruppi divini erano fortemente caratterizzati in senso funzionale: gli Æsir si occupavano delle sfere del sacro inerenti alla sovranità, alla sapienza, al diritto e alla guerra, mentre i Vanir si occupavano essenzialmente della ricchezza e della fecondità. Il mito della guerra tra le due stirpi semplicemente ne giustificava la coesistenza, quindi la riunione delle diverse funzioni in un sistema unico.
Un'analisi più dettagliata, basata sulla comparazione con miti omologhi, mostrò in seguito come entrambi i termini di questo pantheon avessero una medesima origine di matrice indoeuropea. Dumézil indicò molti esempi tratti da varie mitologie, a dimostrare che la struttura complessiva del pantheon germanico - nella compresenza tra Æsir e Vanir - apparteneva in realtà al più antico pensiero mitico indoeuropeo.
Dell'importanza degli Æsir, certa in epoca vichinga, testimoniano molti toponimi, come in Svezia: Åsaka, Åslunda, Aspberg; in Norvegia Aaseral (*Ásarall), Oslo (Ósló) ("bosco sacro degli Æsir"); ma anche molti nomi di persona come Ásbjörn, Ásgautr, Ásgrímr, Ásketill, Ásmundr, Ásúlfr, Ásvaldr, come nomi maschili e Ása, Ásbjörg, Ásgerðr, Áshildr, Áslaug e Ásleif, come nomi femminili.
[modifica] Il culto
I primi segni del culto degli Æsir appare già nelle iscrizioni runiche: ad esempio nella fibula di Vimose (Fionia, Danimarca, inizio del III secolo), si possono leggere anche le parole aasau wija che significano probabilmente ("all'Áss consacro"); similmente anche nella pietra di Mycklebostad (Møre e Romsdal, Norvegia, IV-V secolo), è incisa la parola asugas dal significato non ancora noto, forse "di [colui che] appartiene agli Æsir" o asugasdiR (dalla parola *Ásgestr "ospite degli Æsir"); infine sull'incisione dell'asta di una lancia di Kragehul (Fionia, Danimarca, inizio del VI secolo), su cui tra le altre cose è possibile leggere asugisalas ("dell'ostaggio degli Æsir").
[modifica] Note
- ↑ Gylfaginning IX
[modifica] Bibliografia
- J. De Vries, Altgermanische Religionsgeschichte, 1957.
- G. Dumézil, Les dieux des Germains, Presses Universitaires de France, Paris 1959. It.: Gli dèi dei Germani. Adelphi, Milano 1974.
- A. Heusler, Die gelehrte Urgeschichte im altischländischen Schrifttum, in Abhandlungen der königlichtpreussischen Akademie der Wissenschaften, Phil.-Hist. Klasse, Berlino, 1908
- Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, 1991, Milano ISBN 8830410314
[modifica] Collegamenti esterni
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