Chiesa di San Lorenzo Maggiore
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La Chiesa di San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche di Napoli. Si trova nel centro antico della città, nella zona in cui sorgeva l'agorà greca. È senz'altro l'esempio più interessante di gotico a Napoli. Giovanni Boccaccio la defini "grazioso e bel tempio" e si dice che fu qui che egli incontrò Fiammetta nel 1334, mentre nel 1346 Francesco Petrarca dimorò nel convento annesso.
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[modifica] Storia
Nel 1235 il papa Gregorio IX ratificò la concessione di una chiesa dedicata a San Lorenzo da erigere in città. All'epoca, è documentata la presenza di almeno altre cinque chiese dedicate al santo, e la chiesa del Foro (di epoca paleocristiana) fu assegnata ai frati francescani come edificio su cui sarebbe stata costruito il nuovo tempio. Carlo I d'Angiò a partire dal 1270, quindi non molto tempo dopo la sua vittoria su Manfredi, iniziò a sovvenzionare la ricostruzione della chiesa e del convento, in una mescolanza fra gotico francese e gotico francescano.
Furono infatti architetti francesi che costruirono la pregevole abside, ritenuta unica nel suo genere in Italia ed esempio classico di gotico francese. Nel passaggio dall'abside alla zona del transetto e della navata si andò affermando invece uno stile maggiormente improntato al gotico italiano, segno del mutamento dei progettisti e delle maestranze con il passare degli anni.
Numerosi i rimaneggiamenti che la chiesa ebbe nei secoli seguenti, dovuti anche a eventi tellurici che colpirono la città; nel secolo XVI e per i due secoli successivi, architetti locali diedero alla chiesa un aspetto che poco aveva dell'originario gotico, dotandola di pesanti sovrastrutture barocche.
Da ricordare i restauri che dal 1882, poi piu volte interrotti e ripresi, sino all'ultimo terminato nella secondà metà dl secolo scorso, che progressivamente cancellarono le aggiunte barocche, ad eccezione della facciata e della controfacciata (Ferdinando Sanfelice), della cappella Cacace e del cappellone di S. Antonio (Cosimo Fanzago).
[modifica] La Chiesa
[modifica] L'esterno
La facciata presenta un portale gotico, probabilmente eseguito con la collaborazione di maestri toscani, che ancora offre alla vista gli originari battenti lignei trecenteschi, ciascuno suddiviso in 48 riquadri in un discreto stato di conservazione.
Di notevole interesse è il campanile, del secolo XV, eretto a più riprese, in sostituzione di quello preesistente. La torre, di forma quasi quadrata, è a quattro piani e, per la sua posizione nel centro della città è stata al centro di svariati fatti storici. Il chiostro fu deposito di armi dei Viceré spagnoli e nel 1547 il campanile fu posto sotto assedio dal popolo nella rivolta contro Pedro de Toledo; nel 1647 i seguaci di Masaniello lo presero d'assalto utilizzandolo come avamposto di artiglieria contro gli spagnoli.
[modifica] L'interno
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La chiesa ha una pianta a crociera con cappelle laterali aperte da archi acuti che si aprono sull'unica navata coperta (così come il transetto) da capriate.
Tra le cappelle laterali vanno ricordate: la terza a destra (in stile barocco decorata da Cosimo Fanzago, contenente le tombe della famiglia Cacace con busti e statue eseguite da Andrea Bolgi e la Madonna del Rosario, dipinto di Massimo Stanzione); la quarta a destra (polittico rinascimentale in terracotta); il cappellone di Sant'Antonio, maestosamente barocco nell'esecuzione di Cosimo Fanzago del 1638 in cui trovano alloggio due dipinti di Mattia Preti, Santa Chiara e Crocifisso di San Francesco. In quest'ultima cappella era originariamente allocato il celebre dipinto di Simone Martini San Ludovico d'Angiò che incorona il fratello Roberto, re di Napoli (foto a lato), ora al Museo di Capodimonte.
Nel transetto sinistro vi è il Monumento funerario di Carlo di Durazzo, fatto giustiziare nel 1348 dal re Luigi d'Ungheria (l'iscrizione posta di fronte al sarcofago riporta per errore la data 1347. Di rilievo anche la pala di Colantonio, San Francesco consegna la regola agli ordini francescani, iniziata per la chiesa nel 1444.
[modifica] L'abside
Il magnifico abside, è un esempio chiaro della profonda impronta che lascia il gotico francese sulla chiesa.
Notevole il deambulatorio con cappelle radiali ed un alto presbiterio a pilastri polistili, costoloni e volte a crocere.
Non c'è unanimità fra i vari studiosi circa l'attribuzione di questa parte importante della chiesa ad un costruttore. Secondo il Vasari l'autore sarebbe Nicola Pisano, per Gaetano Filangieri invece Arnolfo di Cambio, secondo altri, per alcune analogie costruttive stilistiche con la Chiesa di Santa Maria Donnaregina l'attribuzione sarebbe da ascriversi proprio all'architetto francese che edificò quest'ultima.
Nel deambulatorio, all'altezza della prima arcata si trova il Sepolcro di Caterina d'Austria (prima moglie del duca Carlo di Calabria, figlio di re Roberto d'Angiò), ritenuta la prima opera napoletana di Tino da Camaino, con un tabernacolo sostenuto da quattro colonne tortili che poggiano su figure leonine. Il sarcofago è sostenuto da due statue femminili raffiguranti la Speranza e la Carità.
[modifica] L'altare maggiore
L'altare maggiore, opera di epoca rinascimentale tra le più belle presenti a Napoli, eseguito da Giovanni da Nola, su cui poggiano le statue dei santi Lorenzo, Francesco e Antonio, mentre sulla parete inferiore lo scultore raffigurò Il Martirio di San Lorenzo, San Francesco con il lupo di Gubbio e Sant'Antonio che parla ai pesci, in uno sfondo in cui è rappresentata la città all'epoca rinascimentale di grande valore documentario oltre che artistico.
[modifica] Il convento
Al convento si accede dal lato destro della chiesa. Sulla facciata vi furono posti nel XIX secolo gli stemmi della città e dei sedili cittadini (parlamenti rappresentativi con funzioni amministrative, giuridiche e giudiziari, che riunivano i delegati dei vari rioni a partire dal XIII secolo e per oltre cinque secoli) che, nella Sala capitolare del convento appunto costituivano assemblea.
La sala, lunga 40 metri e ricoperta di volte a vole, secondo alcuni di impronta sveva, fu affrescata da Luigi Rodriguez (1608) che vi raffigurò, tra l'altro L'albero francescano (papi, santi, cardinali, dottori appartenenti all'ordine religioso).
Il chiostro è di epoca settecentesca al centro del quale si apre un pozzale di Cosimo Fanzago; sulla lunetta del portale che immette in chiesa, l'affresco Madonna con bambino e devoto di Montano d'Arezzo.
[modifica] Personaggi celebri legati a San Lorenzo Maggiore
Gaetano Filangieri diceva della chiesa: "la Storia di Napoli e delle province si compendia spesso nel convento di San Lorenzo".
Ad avvalorare ciò va ricordato che numerosi personaggi hanno avuto in questo luogo degna sepoltura, come il filosofo e commediografo Giovanni Battista Della Porta, il letterato amico del Petrarca Giovanni Barile, il marchese Giovan Battista Manso e l'insigne musicista Francesco Durante.
San Ludovico da Tolosa, rinunziatario al trono del padre Carlo II d'Angiò, fu consacrato sacerdote in questa chiesa.
Altra consacrazione celebre fu quella di Felice Peretti, vescovo di Sant'Agata de' Goti, il futuro Papa Sisto V.
Francesco Petrarca soggiornò nel convento nel 1343 come egli stesso documentò in una lettera all'amico Giovanni Colonna descrivendogli il maremoto che il 25 novembre colpì la città, mentre Giovanni Boccaccio pare che qui si innamorò di Fiammetta (la bellissima Maria d'Aquino, figlia del re Roberto d'Angiò, sua musa ispiratrice, dopo averla vista nella chiesa durante la messa del sabato santo del 1334.
[modifica] Gli scavi archeologici
Il complesso archeologico di San Lorenzo Maggiore si estende in corrispondenza di un'ampia area che rappresentava il fulcro della parte commerciale della città antica, l'agorà greca.
La stratificazione degli scavi, pur essendo alquanto complessa, ha permesso di ricostruire in modo attendibile le varie fasi storiche della città, con strutture di epoca greca risalenti al IV secolo a.C. (fondazioni in blocchi di tufo) sulle quali si innesta un complesso di età imperiale (I secolo d.C.).
I lavori archeologici hanno identificato con sicurezza Il macellum, l'antico mercato alimentare semi-coperto, da cui si accedeva in corrispondenza dell'attuale via Tribunali ed è visibile attualmente dal chiostro del convento la costruzione di forma circolare a tholos che vi trovava alloggio. Il macellum era organizzato a terrazzamenti, adattandosi alla particolare conformazione del terreno.
Interessante è anche il tratto di strada (lungo circa 60 metri) corrispondente all'attuale vico Giganti e sul quale si aprivano alcune botteghe commerciali e forse, l'antico Aerarium dov'era custodito il tesoro cittadino.
L'area subì notevoli trasformazioni nel corso dei secoli con la sovrapposizione ad esempio, di una basilica paleocristiana del VI secolo, la cui pavimentazione musiva è tuttora visibile in parte sotto il transetto della chiesa.
[modifica] Bibliografia
- Gaetano Filangieri - Chiesa e convento di S. Lorenzo maggiore in Napoli : descrizione storica ed artistica - Napoli (1833)
- B. Capasso - Napoli greco-romana - S.N.S.P. - Napoli (1905)
- L. De La Ville Sur-Yllon in Napoli nobilissima - Napoli (1892-1896), v. IV
- C. D'Engenio - Napoli sacra - Napoli (1623)
- O. Morisani - L'arte di Napoli nell'età angioina in Storia di Napoli - Napoli (1969)
[modifica] Collegamenti esterni
- Sito ufficiale complesso conventuale San Lorenzo Maggiore
- Il complesso di San Lorenzo Maggiore - sito amatoriale
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