Cinque giornate di Milano
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Quasi contemporaneamente ai moti del 1848 nel Lombardo-Veneto, insorgeva Milano. Il 18 marzo 1848 cominciavano quelle cinque giornate che sarebbero state uno degli episodi più gloriosi del Risorgimento italiano. Nella storia risorgimentale, questo fu il primo episodio che dimostrò positivamente l´efficacia dell'iniziativa popolare che, guidata da uomini consapevoli degli obiettivi della lotta, poté influenzare le decisioni dello stesso re di Sardegna.
A Milano il presidio austriaco era numeroso, armatissimo e comandato da Josef Radetzky, un generale più che ottantenne, ma energico e rigido, vera espressione della severa mentalità militare austriaca, che non aveva alcuna intenzione di cedere. Ma la città intera combatteva per le vie innalzando barricate, sparando dalle finestre e dai tetti, inviando messaggi per mezzo di palloni alle popolazioni delle campagne per esortarle a prendere parte alla lotta.
Si formarono un governo provvisorio presieduto dal podestà, Gabrio Casati, e un consiglio di guerra, di cui era anima Carlo Cattaneo; la resistenza fu organizzata con intelligenza e dicisione; eroici furono i martinitt, i fanciulli dell´orfanotrofio, che si offrirono come portaordini del collegare i vari punti della città col consiglio di guerra.
Il generale Radetzky vista la difficoltà di resistere nel centro della città, l´assediò con le forze di cui disponeva, ma timoroso d´essere attaccato alle spalle dall´esercito piemontese e dai contadini provenienti dalla campagna, preferì ritirarsi.
La sera del 22 marzo 1848, gli Austriaci si ritiravano verso il "Quadrilatero", trascinando con sé numerosi ostaggi arrestati all´inizio della sommossa. "Quadrilatero" era chiamata la zona fortificata compresa fra le quattro città di Verona, Legnago, Mantova e Peschiera. Frattanto il resto del territorio della Lombardia e del Veneto era ormai libero. In ricordo di questo giorno nacque il giornale ufficiale del governo provvisorio, chiamato appunto "Il 22 Marzo", che aveva sede nel Palazzo dei Conti Lucini Passalacqua in Via Monti di Pietà.
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