Equus caballus
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Cavallo domestico | ||||||||||||||||
![]() Cavallo |
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Equus caballus Linnaeus, 1758 |
Equus caballus (Linnaeus 1758), il cavallo, è un mammifero ungulato di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Di antica domesticazione da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il Tarpan (Equus ferus gmelini), viene utilizzato come animale da sella, da tiro e da soma. È in grado di rinaturalizzarsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.
Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti (praterie), ed in particolare ha sviluppato particolare efficienza locomotoria e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.
I cavalli si dividono in: dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc...) il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" ( inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc...) il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" ( cavalli da tiro, Avelignese, ecc...)
[modifica] Origini e storia
I presunti progenitori del cavallo sono apparsi sulla terra circa 55 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale (vedi anche Evoluzione del cavallo). Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo (Hyracotherium) era alto non più di 30-40 cm al garrese ed i suoi arti avevano almeno 4 dita; il suo ambiente era la foresta ed aveva una dentatura di tipo onnivoro. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattavano progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statuta aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimastogli: il medio.
In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.
Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C.
Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto nel 1876.
[modifica] Le razze
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Per approfondire, vedi la voce le razze equine. |
Una popolazione animale si può definire razza quando essa presenta nella sua discendenza caratteristiche omogenee. Tra le razze di tutto il mondo la più conosciuta e la più prestigiosa è quella del cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli Arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questo piccolo grande cavallo.
Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua resistenza fuori dal comune. Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze anzi contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il purosangue inglese. Quest'ultimo è in assoluto il cavallo che riesce ad esprimere le più alte velocità in corsa ed è anch'esso usato come miglioratore.
Altra razza molto importante è l'Andaluso, chiamato anche Pura Raza Española; direttamente derivato dall'arabo è stato un grande colonizzatore giacché fu portato in ogni parte del mondo dai conquistadores Spagnoli, in particolare nelle Americhe dove ha come discendenti il criollo, il paso peruviano, i mustang e via via dopo insanguamenti vari il quarter horse, l'appaloosa, il paint horse.
[modifica] Le razze più conosciute
[modifica] Maremmano
La sua origine potrebbe risalire a quando i Celti superarono le Alpi e i loro cavalli germani incontrarono popolazioni equine di sangue orientale e africano che vivevano cià sul territorio italiano: incrociandosi, questi cavalli avrebbero prodotto il Maremmano. Quasi duemila anni dopo, in epoca rinascimentale, Lorenzo de' Medici introdusse in Toscana l'incrocio con l'arabo e la razza si divise in due tipologie: quella toscana e quella laziale che era rimasta più simile al tipo iniziale. Nei secoli l'allevamento allo stato brado ha prodotto un cavallo che non ha solo un carattere fiero, energico e generoso, ma è anche molto resistente dal punto di vista fisico. La razza viene utilizzata ancora oggi per rincorrere e marchiare il bestiame, come fanno i butteri. Eppure, senza rinnegare le sue origini rustiche, ultimamente il maremmano viene impiegato con buoni risultati anche nelle discipline sportive, dove compete alla pari con gli altri cavalli italiani.
- Come si riconosce: orecchie di media lunghezza, ben diritte e attente; occhi vivaci; testa lunga e abbastanza pesante; arti solidi e con buoni appiombi; piedi ben conformati e ben proporzionati, con unghia molto resistente; garrese robusto, asciutto e abbastanza rilevato. Il mantello può essere baio o baio scuro, morello. Rari il sauro bruciato e il grigio. L'altezza può variare da 1,60 m a 1,70 m.
- Il particolare: ancora oggi il maremmano nasce e vive allo stato brado: è incredibilmente resistente alla fame, alla sete e alle intemperie.
[modifica] Lipizzano
Nel 1580 si fecero arrivare a Lipizza alcuni stalloni andalusi- considerati campioni dell'alta scuola- vennero incrociati con giumente locali. Nei tre secoli successivi, altre razze vennero importate e incrociate con questa stirpe: il cavallo napoletano, il Kladruber e il Friedrichsborg.
- Carattere e attitudine: gli allevamenti di Lipizzae di Piber hanno sempre prestato la massima attnzione al temperamento del lipizzano: intelligente, dotato di memoria eccezionale, questo cavallo è focoso, ma docile e facile da addestrare. Ottimo cavallo da esibizione, capace di realizzare le figure più acrobatiche con grazia e leggerezza, viene impiegato anche negli attacchi. Non è precoce ma molto longevo, supera facilmente i 30 anni che equivalgono a 90 dei nostri.
[modifica] Murgese
Vasta distesa di colline aride e pietrose, le Murge sono fra i territori più affascinanti e selvaggi della Puglia. Qui, nel comprensorio dei trulli, a metà strada fra il mar Adriatico e lo Ionio, è nato il murgese, figlio di un territorio inospitale che ha trasmesso a quest arazza una grande rusticità. E non è tutto: l'abitudine a percorrere sentieri ripidi e rocciosi ha fatto si che nel tempo questo splendido animale abbia sviluppato arti robusti e zoccoli molto solidi, utili per muoversi veloce e in gran sicurezza nonostante la corporatura massiccia. Grazie alle attente slezioni e agli sforzi compiuti dagli allevatoriper mantenere pura la razza, con il passare degli anni questo cavallo ha dimostrato di avere delle ottime attitudini , tanto che oggi è in forte e meritata espansione. Del resto, gli esemplari di razza murgese sono cavalli docilissimi che si abituano facilmente a essere adoperati per la monta inglese. Proprio per questo sono molto adatti al turismo equestre e all'equitazione di campagna. Inoltre il loro portamento fiero ed esuberante, unito ad una capacità di apprendere in fretta lo rendono particolarmente spettacolare se utilizzati in caroselli e manifestazioni di arte equestre. Nonostante la sua nobiltà, (era la cavalcatura dei nobilotti pugliesi del 1500), è un cavallo di poche pretese, molto robusto e resistente, è un gran lavoratore per natura ed è ideale anche e per gli attacchi. La tranquillità unita alla fierezza e alla resistenza fisica sono alcune caratteristiche che contraddistinguono i cavalli di razza murgese, oltre al caratteristico mantello corvino che se espusto al sole appare lucido ed uniforme.
- Come riconoscerlo: testa di media lunghezza non leggera, ma assolutamente mai grossolana a profilo montonino (per le linee più tradizionali) o rettilineo, mai camuso; orecchie di media grandezza ma ben diritte; garrese largo e poco rilevato, con linea dorso-lombare quasi sempre corretta; arti con buona intelaiatura scheletrica e masse muscolari ben sviluppate; piedi molto resistenti e di colore nero, con unghia forte e compatta; occhi dolci e vivaci, con fronte larga e narici ampie. Il mantello è generalmente morello corvino, più raramente grigio-ferro con testa di moro.
La stella bianca sulla fronte non è assolutamente tollerata, come nessun altro segno bianco, poiché il mantello morello corvino zaino (cioè uniforme), non è frutto di un "capriccio cromatico" degli allevatori ma il risultato di secoli di selezione che hanno portato a constatare che gli zoccoli scurissimi e (dunque sovrastati da gambe prive di balzane) erano i più adatti a calpesatre il pietroso terreno delle murge. Non solo, ma il mantello morello era l'unico presente sino agli anni settanta quando uno stallone lipizzano (neapolitano steaka), utilizzato per rinsanguare una razza di cui il lipizzano stesso è parente, trasmise in linea femminile il mantello grigio con estremità ed arti scurissimi ( e per questo tollerato dagli allevatori) che non intaccava la funzionalità del cavallo ma che aggiungeva ulteriore fascino ad una razza pura e millenaria.
Alcune linee di sangue sono ideali per gli attacchi, altre risultano apprezzate nel dressage e nell'alta scuola (alcuni soggetti sono dei veri e propri fossili viventi, rispettano infatti appieno quelli che erano i canoni del cavallo barocco, esmpio possono esserne i meravigliosi stalloni di nome "Ferrari" , "Ninconanco" o "Qualimbò" visibili in Puglia), altri di aspetto più "moderno" conservano un carattere più caldo ma altrettanto propenso al lavoro ed all'apprendimento ed hanno un aspettto incredibilmente nobile e fiero (ad esempio gli stalloni Paisiello e Nesio o Toni).
Per ammirare i migliori soggetti murgesi bisogna recarsi i primi di dicembre di ogni anno alle rassegne di Martina Franca (TA) e di Noci (BA).
L'altezza può variare da 1,48 m ad 1,64 m.
[modifica] Salernitano
È un cavallo da sella. Il Salernitano è una razza molto antica migliorata nel corso degli anni da incroci con andalusi e cavalli orientali. Il mantello è in genere baio, è ammesso il sauro. L'altezza può variare da 1,50 m. a 1,58 m. Come riconoscerlo: testa espressiva, proporzionata, leggermente pesante e allungata con profilo rettilineo; occhi vivaci; orecchie medie e mobili;narci ampie. Collo muscoloso con criniera folta, garrese abbastanza pronunciato e muscoloso; llinea dorso-lombarelunga e diritta; arti robusti con articolazioni lunghe e spesse; andature eleganti. È coraggioso e nevrile, ma tranquillo, coraggioso e energico. È adatto per la sella, attacchi, ippoterapia. Si distingue nel salto e nel trekking.
[modifica] Avelignese o Haflinger
Tutti gli haflinger discendono da un famoso stallone arabo chiamato El Bedavi. Introdotto in Tirolo nel 1874 e incrociato con giumente locali, questo splendido cavallo orientale ha generato esemplari di qualità eccezionale che hanno finito per costituire una razza in sè. Dal loro avo arabo, questi pony hanno ereditato il portamento altero e un'innegabile eleganza. Invece le loro nonne, robuste montanare, hanno trasmesso loro la qualità della rusticità.
L'haflinger allevato in Tirolo trascorre la giovinezza libero, all'alpeggio. Dotato di forte istinto gregario, ha bisogno di restare in contatto con i suoi simili, senza mai perderli di vista. Tuttavia, dato che sui fianchi ripidi e boscosi delle montagneciò non è sempre possibile, hanno sviluppato una gamma di suoni che sembra sia più vasta di quella degli altri cavalli. L'addestramento dell'haflinger inizia a quattro anni e di solito non pone nessun problema. In seguito, questo cavallo viene utilizzato per quasi tutti gli impieghi.
- Il mantello: l'haflinger ha sempre un mantello palomino o sauro, con i crini della criniera e della coda biondi. Non supera 1,40 m. al garrese, ha una struttura compatta, arti ben formati, spalle oblique e piedi robusti.
La sua costituzione sanissima è adatta alla vita di montagna e quando affronta terreni accidentati e rocciosi da prova di una sicurezza da fare invidia ai muli! Ciò nonostante, conserva una grande scioltezza di movimenti ed è capace di muoversi con ampie falcate. Gli stalloni vengono marchiati con una stella alpina al cui centro si trova la lettera H.
- Carattere ed attitudine: calmo e gentile, equilibrato questo cavallo si lascia gidare docilmente. Tuttavia, bisogna che sia ben addestrato, perché la sua forza e la sua intelligenza lo rendono difficile da trattenere se disobbedisce. Impiegato in tutto il mondo per il lavoro nei campi o eni boschi, è anche un ottimo pony da sella e per gli attacchi.
Questo cavallo perde tutte le sue qualità in condizioni di caldo intenso essendo abituato a climi alpini.
[modifica] Anglo Arabo Sardo (AAS)
È il cavallo da sella più adatto alle discipline sportive, il risultato di millenni d'impegno degli abitanti della sardegna che sono stati capaci di dare vita a un cavallo davvero ottimo. Nei secoli i soggetti originari dell'isola sono stati incrociati con i cavalli greci, cartaginesi,arabi e andalusi. Il risultato di questi incroci furono soggetti forti, molto vivaci,selvaggi,sensibili e docili. Nel quindicesimo secolo, sotto il controllo degli Aragonesi, Ferdinando il cattolico, che era un grande intenditore di cavalli, aprì a Oristano il centro di allevamento reale e fece importare alcuni stalloni andalusi. Dall'incrocio fra le due razze se ne ottennero due tipi molto diversi: uno aveva caratteristiche fisiche molto più orientali, statura piuttosto bassa, testa ben proporzionata e quadrata e garrese prominente; l'altro era più tipicamente africano, caratterizzato da una statura maggiore. Le due varietà, però, avevano in comune un carattere vivace e focoso, oltre alla velocità e a una notevole resistenza fisica. Il cavallo anglo arabo sardo è usato soprattutto per le corse di velocità e salto ostacoli,ma anche per il cross country e trekking.
- Curiosità: il cavallo anglo arabo sardo ha "creato"tutte le altre razze italiane.
[modifica] Bardigiano
Le origini di provenienza di questa razza si collocano tra l'Emilia-Romagna e la Liguria, il nome bardigiano deriva dal nome del paese Bardi, che si trova nella provincia di Parma. Nel novecento veniva utilizzato per il lavoro nelle campagne, esso infatti era un cavallo per uso agricolo. Nacque come cavallo da tiro ma con il progresso agrario la sua funzione cambiò e questo causò la sua quasi estinzione; per questo l'associazione del cavallo Bardigiano ha voluto inserire dell'arabo in questa razza per migliorarne le caratteristiche e le capacità in ambito sportivo e agonistico. Questa nuova razza viene chiamata bardarabo.
[modifica] CAITPR: cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido
Il CAITPR, o semplicemente TPR, è l'unica razza italiana da tiro pesante esistente in Italia. Nato da una selezione effettuata durante il Ventennio con lo scopo di ottenere un cavallo in grado di spostare agevolmente i pezzi d'artiglieria dell'esercito, successivamente è stato usato in agricoltura fino agli anni '50-'60. Caduto in declino con la forte meccanizzazione che è seguita nelle aziende agricole, ha avuto una certa ripresa come animale da carne e, ultimamente, per gli attacchi sportivi.
[modifica] Ventasso
Taglia imponente, indole equilibrata... basterebbero poche parole per descrivere questa razza che ha avuto origine tra la Valle dei Cavalieri e il Monte Ventasso, da cui prende il nome, in provincia di Reggio Emilia. Nella zona la presenza di una popolazione di cavalli con caratteristiche molto simili a quella del Ventasso è documentata sin dall'anno Mille ma la razza ha continuato a vivere in semilibertà fino all'Unità d'Italia, quando si cominciò a utilizzare il cavallo per le battaglie. Pur vivendo ancora oggi in semilibertà, questi cavalli hanno un carattere molto socievole ed equilibrato: per il cavaliere è facile instaurare un rapporto di collaborazione. Sono molto usati nel turismo equestre e con loro vengono organizzate bellissime passeggiate proprio nelle zone di origine: un'area di ben 24 mila ettari che racchiude un susseguirsi di splendidi paesaggi rimasti incontaminati.
È utilizzato nelle discipline sportive. Tuttavia, il ventasso è anche un ottimo compagno per il trekking e le passeggiate all'aria aperta.
- Mantello: il mantello può essere baio, sauro, grigio e morello, mentre sono assolutamente scartati i pezzati e i maculati.
[modifica] Rapporti estetico-funzionali
Un cavallo lo si definisce "bello" quando ogni parte del corpo è in armonia con l'insieme. Da ciò si deduce che un cavallo bello è anche proporzionato e quindi funzionale. Vediamo per esempio come un difetto estetico vada quasi sempre ad incidere sulla struttura e nella dinamica di un cavallo.
- Testa grossa: già normalmente il peso del cavallo grava in maggior misura sul treno anteriore, quindi un aumento di peso non fa altro che provocare un ulteriore squilibrio in avanti con logorio degli anteriori.
- Narici piccole: il cavallo respira solo attraverso il naso, quindi maggior apertura significa respirazione migliore.
- Collo corto: ad esclusione del trotto in tutte le altre andature il cavallo fa un grande uso del suo bilanciere naturale che è il collo. In particolare nel galoppo e nel salto esso usa questo bilanciere per riequilibrare i rapidi spostamenti di peso. Quindi una buona incollatura è molto indicata nei cavalli da sella.
- Reni lunghe: è questo un difetto che diminuisce la capacità di sopportare carichi e non permette al cavallo di portare bene sotto di se i posteriori limitandone la capacità propulsiva.
- Petto stretto: anch'esso limita la capacità polmonare e normalmente data la vicinanza degli arti, provoca attinture.
[modifica] La testa
La testa del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze bianche che possono essere classificabili in:
- La stella è una piccola macchia bianca a forma di rombo e ben definita.
- Il fiore è una piccola macchia bianca non ben definita.
- La lista è una lunga striscia bianca e stretta che, solitamente, parte dal ciuffo e arriva al naso ma può essere anche interrotta e, in questo caso, prende il nome di lista interrotta, oppure larga che prende il nome di Stella prolungata
- Taglio, liscio o bevente è una macchia bianca sul naso chiamata anche infarinatura se comprende tutto il naso.
- La mascherina o bella faccia è una macchia bianca che comprende tutto il muso e, spesso, uno o entrambi gli occhi che diventano azzurri.
La testa e il corpo del cavallo possono presentare anche dei remolini ovvero dei punti in cui il pelo cambia direzione e possono essere classificabili in:
- Remolino semplice che si dirama intorno ad un punto centrale e sembra un piccolo vortice;
- Remolino spigato è una linea centrale che separa un tratto di peli indirizzato verso l'alto e un tratto verso il basso
- Remolino sinuoso è nu remolino la cui linea di separazione non è dritta ma a S mandando un ciuffo verso l'alto.
L'occhio, talvolta, può essere circondato da una chiazza bianca e viene chiemato, in questo caso, "occhio umano".
[modifica] I mantelli
Per il mantello si intende il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Esso è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti.
Possiamo suddividere i mantelli in:
- Semplici:
- bianco (albino)
- morello (nero)
- sauro (rosso)
Il vero mantello bianco è dei soggetti con cute rosea e peli bianchi in quanto l'allele W dominante determina l'assenza di pigmento in pelle e pelo; in questi soggetti gli occhi sono di colore azzurro oppure marroni. Interessante è sapere che nel cavallo non esiste l'albinismo vero e prorpio (alleli cc = albino: letale). Sarebbe meglio dire albino invece che bianco, perché un cavallo bianco é piuttosto grigio.
- Per il mantello morello esistono varie gradazioni:
- ordinario: privo di riflessi;
- gaietto: nero brillante;
- maltinto: con alcune zone che tendono al grigio-marrone,
- zaino: privo di peli bianchi.
- Anche per il sauro esistono varie gradazioni:
- Ordinario: color cannella;
- Dorato: con riflessi dorati;
- Isabella: con peli che tendono al giallo;
- Ciliegia: rosso intenso;
- Castagna: che tende al marrone;
- Bruciato: caffè tostato;
- Metallico: come il bronzo;
- Pel di vacca: sauro in tutte le sfumature,ma con coda e crini molto chiari.
- Sauro fegato: mischiato con il roano fragola e il sauro.
- Composti a due colori separati:
- Baio
- Isabella
- Falbo
- Sorcino
Il Baio è formato da peli marroni localizzati alla testa,al collo al torace e agli arti, in alcuni sogetti tendenti al rossiccio,mentre i peli sono neri nei crini e nella coda. Il mantello di fondo è sauro in tutte le sfumature, mentre la pelle, in alcuni soggetti, potrebbe tendere al grigio. Il mantello Sorcinoè dato da coloraioni diverse sullo stesso pelo,ma non da peli di diverso colore.
- Composti a due colori mescolati:
- Grigio
- Ubero
Il Grigiodetto anche Leardo è un mantello formato da peli bianchi e neri mescolati;questi si possono distinguere da altri tipi di grigi,in cui lo schiarimento del mantello,avviene progressivamente con l'avanzare dell'età dell'animale.Questi soggetti possono nascere bai sauri morelli,ma mai grigi;si schiariscono,man mano che invecchiano diventando sempre più bianchi.
- Composti a tre colori mescolati:
- Roano
Questo mantello presenta una mescolanza di peli bianchi,rossi e neri
- A due pelami:
- Pezzato
In generale un mantello viene definito zaino quando si presenta di colore uniforme senza macchie di alcun genere e senza peli bianchi.
Le macchie bianche sulla fronte sono chiamate marcature, secondo la posizione e l'estenzione che possono avere, prendono vari nomi: stella, lista, fiore, taglio, mascherina, ecc... (vista delle principali varianti)
Le balzane sono macchie bianche più o meno estese alle regioni inferiori degli arti.
Partendo dal basso si distinguono in:
- Traccia di balzana: limitata ad un solo lato della corona
- Piccola balzana: se estesa fino al nodello
- Balzana calzata: se arriva allo stinco
- Balzana alto calzata: se supera il ginocchio
- Grande balzana se invade interamente l'arto
(vista di alcune tipologie di balzane)
[modifica] Difetti di appiombo
I difetti di appiombo si stabiliscono tramite delle linee immaginarie dette appunto linee di appiombo,queste vengono tracciate con l'animale tenuto in stazione quadrupedale forzata e successivamente con l'animale a riposo.In base a queste linee è possibile stabilire eventuali difetti di appiombo.
I difetti di appiombo possono essere più o meno gravi ma tutti predispongono a malattie degli arti ed interferiscono nella dinamica del cavallo. Mediamente il peso di un cavallo si aggira sui 450 kg che vengono scaricati a terra tramite arti relativamente piccoli. Ecco quindi che ogni variazione delle linee di appiombo viene a procurare un sovraccarico di alcune parti rispetto ad altre con conseguente affaticamento e deterioramento.
Inoltre bisogna tenere presente che durante il movimento oltre all'aumento dei carichi dovuto alla velocità, si avranno problemi di traiettoria e difficoltà di passaggio con possibilità di attinture agli arti. Da quanto detto si deduce che tutta la morfologia esterna del cavallo è importante ma sono ancor più importanti gli arti e gli appiombi, specie per un cavallo da sella.
[modifica] La ferratura
Il cavallo selvaggio nel suo peregrinare da un pascolo all’altro non ha bisogno di ferrature giacché compensa il naturale consumo dell’unghia con una crescita continua della parete esterna dello zoccolo.
Invece quando viene utilizzato dall’uomo sia nello sport che nei lavori di campagna deve essere ferrato altrimenti il consumo dell’unghia diverrebbe eccessivo e dopo pochi giorni il cavallo sarebbe inutilizzabile. Ma vediamo innanzitutto come è strutturato il piede del nostro “amico” guardando la seguente tavola.
Si è sempre detto che la ferratura è un “male obbligatorio”, e questa è ancora l'opinione corrente e largamente condivisa; tuttavia al proposito i pareri non sono concordi, ed il Movimento per il cavallo scalzo (Barefoot movement) sostiene il contrario, sottolineando i vantaggi dell'uso del Cavallo scalzo. Ferrare un cavallo è un’operazione molto seria e delicata che va lasciata ad esperti maniscalchi evitando di ricorrere al “fai da te”. Mani inesperte possono causare danni irreversibili anche al miglior cavallo del mondo.
[modifica] L'alimentazione
Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore. Ciò ha influito nella sua evoluzione con un aspetto esteriore ed una conformazione interiore capace di sfruttare al meglio l'ambiente. Notiamo perciò che l'apparato digerente è strutturato per ricevere piccole ma continue quantità di cibo. Prendiamo in esame, brevemente, questi apparati:
[modifica] I denti
Il cavallo maschio adulto ne ha 40 mentre la femmina 36 (perché mancante degli scaglioni) cosi' distribuiti: 12 molari, 12 premolari, 4 scaglioni, 12 incisivi che a loro volta si distinguono in: 2 picozzi, 2 mediani e 2 cantoni (o laterali). Gli spazi tra gli incisivi e i premolari sono detti barre. Dopo la nascita si ha l'eruzione dei denti da latte che verranno via via sostituiti dai permanenti, ed al quinto anno di età si dice che il cavallo ha la "bocca fatta". Con la masticazione si ha un continuo consumo della tavola dentaria, che però viene compensato da una costante crescita del dente. Quindi è possibile stabilire con discreta esattezza l'età del cavallo in base alla forma della tavola dentaria degli incisivi inferiori.
[modifica] L'apparato digerente
Osservando una tavola di anatomia del cavallo ci salterà subito all'occhio la sproporzione tra lo stomaco e l'intestino. Lo stomaco ha una capacità relativamente piccola (15/18 litri) mentre l'intestino è enormemente più grosso. Tutto ciò porta ad una conclusione e cioè che il cavallo potrà assumere poco cibo per volta, ma in continuazione in modo da tenere sempre rifornito il grosso intestino. Quindi non potendo far pascolare liberamente il nostro cavallo, faremo in modo che la sua razione giornaliera venga suddivisa in più pasti con un minimo di tre.
[modifica] Gli alimenti
L'alimentazione di un cavallo viene stabilita in relazione al peso, all'età, alla razza, al sesso ed la lavoro svolto. Quindi distinguiamo principalmente tre tipi di razione:
- di mantenimento (cavallo a riposo);
- di lavoro semi leggero (mezz'ora al giorno o saltuariamente)
- di lavoro pesante (una o più ore al giorno)
Gli alimenti che concorrono alla nutrizione del cavallo sono:
Fieno: il migliore è quello maggengo o di primo taglio da prato polifita. Deve avere un colore giallo-verdognolo ed essere privo di muffe e polveri.
Avena: fra le granaglie è la più appetitosa con maggior potere energetico, pur risultante alquanto eccitante. Anch'essa deve essere asciutta e priva di muffe, polvere e semi estranei.
Orzo: è più nutriente dell'avena ma meno eccitante. È preferibile somministrarlo schiacciato.
Crusca: ha scarso potere nutritivo, ma in piccole quantità nei pastoni risulta rinfrescante.
Erba: per erba si intende quella fresca o al massimo quella appena appassita. Contiene un'elevata percentuale di acqua e quindi per raggiungere il corrispondente del fieno ne va somministrata una quantità maggiore, anche se con molta attenzione dato che può provocare fenomeni di fermentazione.
[modifica] Regole di alimentazione
- Abbeverare sempre prima dei pasti;
- Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
- Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
- Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
- Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
- Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
- I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;
- Nella stalla si puo`spargere un po`di sale oppure attaccare sul muro un blocco sembre di sale
[modifica] Le cause del dimagrimento
- Mancanza di cibo totale o parziale dovuta a problemi ai denti, alle zampe, cattiva qualità di cibo;
- Affaticamento nervoso o tic;
- Diminuzioni stagionali di elementi nutritivi nei foraggi;
- Convalescenze;
- Cattivo assorbimento, diarrea cronica;
- Carenze proteine;
- Parassitosi intestinali ed ectoparassiti (Pidocchi, zecche).
- Malattie croniche (enfisema).
- Malattie al fegato, pancreas, rene, cuore.
- Gravidanza, allattamento.
- Tumori.
- Vecchiaia.
[modifica] Punteggio alla condizione fisica
- Estremamente emaciato: totale assenza di grasso, colonna vertebrale visibile, pochissima muscolatura presente sulle ossa, anch'esse visibili.
- Emaciato: poco grasso, poca muscolatura, ossa prominenti
- Magro: costole visibili chiaramente, l'inizio della coda si vede ma non si vedono le vertebre, il grasso copre i processi traversi e parte di quelli spinosi delle vertebre.
- Moderatamente magro: costole appena visibili, linea dorsale visibile come una leggera cresta
- Moderato: le costole si sentono ma non si vedono, linea dorsale dritta
- Moderatamente carnoso: grasso presente sulle costole e attorno all'origine della coda, la linea dorsale è dritta o incavata
- Carnoso: piega dorsale definita, costole ricoperte da grasso ma ogniuna può essere palpata, grasso su collo e groppa.
- Grasso: linea dorsale incavata, collo spesso, grasso lungo il garrese, dietro le spalle e all'interno delle cosce.
- Troppo grasso: linea dorsale molto incavata, grasso sporgente su collo, groppa, cosce, spalle, intorno alla coda.
Il punteggio ideale, in riferimento alle razze da sella, è:
- 4: per un cavallo sportivo;
- 5: per un puledro in crescita;
- 6: per un soggetto in riproduzione.
[modifica] Scuderizzazione
I locali nei quali vengono ricoverati i cavalli devono essere ampi, non umidi, arieggiati. La temperatura ambiente non deve superare i 20 gradi d'estate e non scendere sotto i 5 gradi in inverno. Il cavallo può essere tenuto in scuderia nei seguenti modi:
- In posta:
Il cavallo viene tenuto sempre legato alla mangiatoia con una corda munita di contrappeso in modo da tenere la stessa sempre tesa onde evitare incidenti. I lati della "posta" sono delimitati dai "battifianchi" che possono essere in legno o in muratura o mobili. Le dimensioni di una posta fissa sono: largh. min.120 cm lungh.300 cm.
- In box:
È di gran lunga la sistemazione migliore. Esso è costituito da un locale a pareti lisce, di dimensioni variabili da un minimo di cm 250 X 300 ad un massimo di cm 400 X 400 con ai due angoli opposti la mangiatoia per i concentrati ed il beverino dell'acqua. Nel box il cavallo viene tenuto libero in modo da permettergli di coricarsi e muoversi con un certo agio.
Sia nel "box" che nella "posta", il pavimento deve essere di materiale poco assorbente e facilmente lavabile, con una leggera inclinazione verso il tombino di raccolta delle urine. Esso inoltre và ricoperto con un buon strato di paglia di frumento asciutta e non polverosa (che il cavallo userà anche come alimento complementare), oppure può essere utilizzata una "lettiera" di trucioli ben puliti da corpi estranei.
Per quanto riguarda l'alloggiamento del cavallo, il box è necessario: d'inverno e d'estate garantisce una temperatura moderata, anche se è responsabilità umana fare in modo che questa non crei problemi all'animale. Non è necessario però tenere il cavallo rinchiuso tutto il giorno: esiste infatti una terza sistemazione, e cioè lasciarlo libero al pascolo, o paddok. Questa è un'alrternativa comoda anche per quanto riguarda l'alimentazione, perché il cavallo sa perfettamente regolarsi sulle quantità e preferisce consumare più pasti al giorno, piccoli e continui. Inoltre ha la possibilità di fare più movimento e di stare con i suoi simili. Per contro, però, il cavallo è anche più soggetto a parassiti e malattie che in un box certamente non contrarrebbe. Va semplicemente seguito di più. Un altro svantaggio è che, spesso, ci si dimentica di farlo muovere proprio perché si pensa che da solo il cavallo si sfoghi abbastanza. In realtà non è propriamente così, e per quanto possa galoppare il lavoro con l'uomo è indispensabile e contribuisce alla formazione dell'esemplare. Inoltre bisognerebbe somministrargi l'acqua a mano, perché se dovesse ammalarsi con un abbeveratoio automatico non si capirebbe mai se il cavallo beve o meno, problema frequente anche nei box. Invece l'ideale sarebbe poter controllare, per assicurarsi che il cavallo non rischi la disidratazione (possibile anche in inverno)
[modifica] Finimenti
Nel corso del rapporto millenario fra uomo e cavallo, si è assistito ad una contemporanea evoluzione della bardatura del cavallo. L'ideazione dell'imboccatura, favorita dalla particolare anatomia della dentatura del cavallo, sembra essere contemporanea alla domesticazione. Molto posteriore la scoperta della sella, ulteriormente e drasticamente migliorata dalla scoperta della staffa; altrettanto importante, per l'uso del cavallo da traino, la scoperta del collare rigido. Ancora posteriore la scoperta della ferratura, attribuita a popolazioni nordeuropee in epoca medioevale.
[modifica] Addestramento
Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche ("monte da lavoro" maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi. La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha il suo culmine nell'"Alta scuola", di antica tradizione spagnola. In ambito sportivo, lo stile equestre più largamente praticato è il cosiddetta "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federigo Caprilli.
Le migliori tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni risalenti a Senofonte (storico), generale greco del IV A.C., di cui si è conservata buona parte di un trattato di equitazione (Sull'equitazione).
Molte delle pratiche addestrative attuali (Comunicazione naturale con il cavallo), molto spesso dette di "Approccio Etologico o Naturale", hanno preso le mosse da alcuni metodi empirici di estrema efficacia utilizzati da alcune tribù di nativi americani; molti di questi metodi, dimostratasi etologicamente (Etologia) validi, sono stati codificati e resi pubblici da reti editoriali commerciali.
[modifica] Spettacolo
Un uso marginale, ma ancora attuale, del cavallo è quello spettacolare, in particolare in ambito circense; la Spagna, patria dell'Alta Scuola, ospita inaspettatamente un uso spettacolare del cavallo estremamente cruento, in una delle fasi della corrida.
Altre nazioni come la Francia con il CADRE NOIR di Saumur e l'Austria con la SCUOLA SPAGNOLA di Vienna hanno una grande tradizione di "Alta Scuola".
[modifica] Cadute da cavallo
Occorre prestare attenzione alle cadute da cavallo. In commercio esistono alcuni strumenti per prevenire i danni da caduta.
[modifica] Cap
È di fatto il casco di ogni cavallerizzo e amazzone. È obbligatorio ed i maneggi più attrezzati dispongono all'occorenza di cap a noleggio. Attenzione alla possibile trasmissione di pidocchi.
[modifica] Guscio
Il guscio proteggie la schiena da danni che possono anche essere rilevanti (si rischia in alcuni casi anche la paralisi). Ci sono in commercio diversi tipi di gusci. In ogni caso il guscio è vivamente consigliato.
[modifica] Ippoterapia
Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o riabilitazione equestre, consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione umana.
[modifica] Lezioni dalla natura
Il cavallo appartiene agli animali domestici di domesticazione plurimillenaria, derivante da progenitori selvatici attualmente estinti. Come è avvenuto per altre specie di antica domesticazione, un'intensa attività di selezione ha permesso l'isolamento di tipi e di razze con ampia variabilità morfologica, temperamentale ed attitudinale. Tuttavia ogni tipo ed ogni razza mantiene intatta la propria capacità di sopravvivere e prosperare allo stato selvatico, mostrando fra l'altro una grande capacità di adattamento ad ambienti molto diversi, caratterizzati spesso da condizioni climatiche molto severe.
Il maggior numero di cavalli inselvatichiti è ospitato dalle aree semidesertiche del West americano, dove sono indicati come Mustang. A torto ritenuto una "razza", il Mustang americano, con le sue leggendarie doti di velocità, vigore, resistenza e grazia, rappresenta l'insieme dei tratti comuni ad ogni razza di cavallo esistente, pronti a manifestarsi di nuovo non appena le circostanze lo permettano. Lo studio scientifico dell'ecologia, dell'etologia e della fisiologia del Mustang e di altri cavalli inselvatichiti in varie località del mondo è iniziato molto recentemente, ed appare molto promettente per le possibili ricadute sul miglioramento delle tecniche di gestione dei cavalli domestici e per la revisione radicale di opinioni largamente condivise, ma fondate su tradizioni (alcune particolarmente radicate e diffuse) più che sull'evidenza scientifica. In particolare, da alcuni anni è stata rimessa in discussione l'effettiva necessità della ferratura ed è stato sottoposto ad analisi critica, su basi fisiopatologiche, l'uso del morso; anche il problema della conformazione e la rigidità delle selle è oggetto di ricerca e sperimentazione.
[modifica] Voci correlate
- Equitazione
- Ippica
- Tarpan
- Maniscalco
- Ferro di cavallo
- Paracolpi
- Cavallo scalzo
- Le razze equine
- Galleria di rappresentazioni storiche di cavalli
[modifica] Altri progetti
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Wikispecies contiene informazioni su Equus caballus
[modifica] Collegamenti esterni
- Evoluzione del cavallo
- (DE) Pferderassen Portale sulle razze equine
- (EN) Barefoot for Soundness Uno dei siti più visitati e tradotti nel mondo sul Barefoot horse (traduzione italiana qui)