Guerra civile (Italia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Guerra civile italiana | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Parte della seconda guerra mondiale | |||||||
|
|||||||
Schieramenti | |||||||
Germania Repubblica Sociale Italiana Ungheria (fino al 1944 Repubblica di Vichy (fino al 1944) |
Regno del Sud Gran Bretagna USA Polonia Commonwealth Francia Libera (Francia dal 1944) Jugoslavia Grecia Brasile Albania |
||||||
Comandanti | |||||||
Adolf Hitler Benito Mussolini |
Vittorio Emanuele III Umberto II Winston Churchill Dwight D. Eisenhower |
||||||
Effettivi | |||||||
88.000 (9/43)- 200.000 (8/44) | 400.000 | ||||||
Perdite | |||||||
25000 morti (15000 tedeschi), 10000 feriti | 80000 morti (la metà circa civili) |
Campagna d'Italia (1943-45) |
---|
Husky – Baytown – 8 settembre – Avalanche – Achse – Occupazione di Roma – Repubblica Sociale – Regno del Sud – Volturno – Montelungo – Shingle – Montecassino – Liberazione di Roma – Linea gotica – Insurrezione di Aprile – Liberazione |
Il termine guerra civile, con riferimento alla storia d'Italia, è utilizzato da una parte della pubblicistica storiografica e giornalistica italiana (in particolare Montanelli) per definire la lunga campagna di scontri tra italiani nata dopo l'Armistizio di Cassibile e che interessò, nel più vasto contesto della seconda guerra mondiale, gli italiani, militari e civili, che continuarono a riconoscersi nel Regno d'Italia (divenuto antifascista dopo la caduta del governo Mussolini, il 25 luglio 1943) e quelli che aderirono alla neonata Repubblica sociale italiana, fondata, con il decisivo appoggio della Germania nazista, da Mussolini, e basata su presupposti ideologici fascisti rivisti in senso repubblicano e socializzatore.
La maggioranza degli italiani rimase, quando non costretta dalle circostanze contingenti, estranea allo scontro civile.
Indice |
[modifica] Preludio
La Campagna del Nord Africa aveva posto gli Alleati in una situazione di chiaro vantaggio. L'Albania e la Grecia erano libere, mentre il "fronte interno" italiano mostrava inequivocabili segni di cedimento, con la popolarità di Mussolini in costante discesa (discesa della quale avrebbe riflesso il Gran Consiglio del fascismo che il 25 luglio 1943, approvando un ordine del giorno che chiedeva il ritorno alla lettera dell'articolo 5 dello Statuto del Regno, aveva sfiduciato di fatto il capo del governo) e l'incalzare delle forze avversarie.
L'invasione della Sicilia, iniziata nel giugno del 1943, non venne, di fatto, ostacolata se non blandamente e non soltanto a causa della grande disparità delle forze in campo.
L' arresto del fronte di guerra, in avanzata lungo la penisola dal sud d'Italia, ebbe luogo, quasi inaspettatamente, sulla Linea Gustav.
[modifica] Armistizio, inizio della guerra civile: lotta partigiana e "supporto" di Tito
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Resistenza italiana. |
[modifica] L'8 settembre
L'8 settembre 1943 l'Italia, con Badoglio capo del governo, è costretta a rendere pubblica la notizia dell'armistizio con gli angloamericani sottoscritto cinque giorni prima a Cassibile. Il giorno successivo il re abbandona la capitale per rifugiarsi presso gli alleati, le truppe italiane in Patria ed all' estero si ritrovano senza ordini operativi precisi su come comportarsi nella mutata condizione bellica. Il 12 ottobre, il governo badogliano dichiara guerra alla Germania, e l 'Italia viene associata all'Alleanza con il rango di cobelligerante.
Da qui prendono avvio gli eventi che faranno parlare di "guerra civile".
[modifica] Le formazioni partigiane si organizzano
I partigiani, ossia le formazioni paramilitari d'estrazione quasi sempre ideologica (socialcomunista, cattolico-democratica, azionista, liberale, nazionalista non fascista etc.), uniti ai militari del Regio Esercito scampati alla vendetta hitleriana, unirono le azioni di sabotaggio delle infrastrutture della Repubblica sociale agli atti di guerra o di guerriglia contro l'esercito nazista e le SS.
[modifica] La "punizione" hitleriana
La Germania, già penetrata nel Paese nel periodo dell'"ambiguità" badogliana (25 luglio-8 settembre) occupò l'Italia fino a Roma e si annesse d'imperio il Trentino-Alto Adige, una parte del Veneto ed il Friuli fino all'Istria.
Migliaia di soldati e civili vennero allora deportati nei lager.
[modifica] La flotta italiana messa al sicuro a Malta
Intanto, la Regia Marina concentrò le navi superstiti a Malta mentre repubbliche partigiane fiorirono clandestinamente, soprattutto in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.
[modifica] Interviene la Iugoslavia titina
![]() |
Per approfondire, vedi la voce foibe. |
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Trattato di Parigi (1947). |
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Territorio libero di Trieste. |
Le truppe di Tito invadono l'Istria, ma il comunismo iugoslavo, aiutato da alcune componenti comuniste italiane, non si mostrerà particolarmente solidale con la causa antifascista italiana preferendo agire per annettere di fatto alla Iugoslavia il maggior numero possibile di territori orientali, avviando in questi delle pesanti campagne di "pulizia" etnica ed etnico-politica contro gli italiani fascisti, contro gli italiani antifascisti ed anticomunisti, contro gli italiani comunisti contrari alla cessione di territori italiani.
[modifica] 1944: si arriva alla Linea Gotica
Il 1944 si apre con l'attacco alle basi tedesche presso Roma.
I partigiani concentrano la loro azione sugli Appennini e in Abruzzo. Questa sarà la fase più cruenta: solo a L'Aquila ci saranno in un anno cinquemila morti.
A giugno viene liberata Roma. Poco tempo dopo toccherà a Firenze, dove i tedeschi in ritirata demoliranno tutti i ponti della città, eccetto ponte vecchio.
[modifica] La liberazione di Milano
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Morte di Mussolini. |
La fine della partecipazione dell'Italia alla seconda guerra mondiale viene fatta risalire all'insurrezione del 25 aprile 1945, ordinata dal Comitato di Liberazione nazionale per l'Alta Italia e sostenuta dall'avanzare degli eserciti alleati, che provocherà la ritirata delle forze tedesche.
Il 28 aprile avverrà l'uccisione di Mussolini, il cui corpo verrà esposto, insieme a quelli dell'amante di lui Claretta Petacci, del tutto estranea alle responsabilità del fascismo, e di altri "gerarchi" dell'ultimo fascismo in piazzale Loreto a Milano.
Tali date non segnano però la fine della guerrà civile che, con minore intensità, continuerà di fatto per alcuni anni.