Leggenda nera dell'Inquisizione
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Si definisce Leggenda nera dell’Inquisizione la teoria, sviluppata a partire dai lavori di due storici (E. Peters: 1988[1]; H. Kamen: 1997[2]) secondo la quale sarebbe stata operata una distorsione dei dati storici sull’Inquisizione, ad opera di ambienti protestanti e, a seguire, illuministi, a partire almeno dal XVI secolo, con l'obiettivo di screditare l’immagine sia della Chiesa cattolica che dell'impero spagnolo.
Tale questione è attualmente dibattuta dagli storici: c'è chi afferma, con Peters e Kamen, che la realtà dell'Inquisizione sia stata molto meno violenta e crudele di quanto generalmente si reputa, mentre altri affermano che, al contrario, i dati storici dimostrino l'opposto.
Una corrente storiografica che ancora oggi sostiene che la prima storia dell'Inquisizione sia stata scritta con imparzialità e senza alcuno scopo ideologico ("integristi"), accusa questi critici moderni (i cui studi possono oggi attingere ad una più ampia verifica delle fonti rispetto al passato) di fare del revisionismo storico, teso a capovolgere le vecchie posizioni della critica storica (ben consolidate nel pensiero comune) o a ridimensionare l'aspetto negativo che l'istituzione ha avuto (da cui l'etichetta di "revisionisti").
[modifica] La BBC
Il 6 novembre 1994, la BBC ha trasmesso un documentario dal titolo The Myth of the Spanish Inquisition (Il mito dell'Inquisizione spagnola). Il documentario si diceva basato su anni di studio degli archivi e rivelava che l'Inquisizione spagnola – fino a quel momento ritenuta la più crudele e violenta – doveva in realtà la sua immagine alla pubblicistica protestante, volta a denigrare l'immagine della maggiore potenza imperialistica del tempo, proprio mentre erano in ascesa potenze a forte vocazione coloniale come l'Olanda e l'Inghilterra.
Il video mostrava come ogni singolo processo inquisitoriale fosse stato meticolosamente registrato e come i tribunali avessero regole ben precise a livello procedurale (contrariamente all'idea ricorrente di Inquisizione come sinonimo di processi sommari e in assenza di garanzie per l'imputato).
Nel corso del programma, il professor Henry Kamen dichiarava come i registri dell'Inquisizione siano estremamente dettagliati e forniscano una visione affatto diversa da quella cristallizzata nella mente degli storici (lui compreso).
Nel 1999 il professor Kamen aveva già scritto il volume The Spanish Inquisition: A Historical Revision, (L'Inquisizione spagnola: Una revisione storica), una revisione dei suoi lavori condotti a partire dal 1966, alla luce delle nuove scoperte.
[modifica] Temi della "leggenda nera"
I temi sui quali si è appuntata la ricerca degli storici moderni possono essere così riassunti:
- Il significato comune del termine inquisizione
- L'inclusione, nella storia dell'Inquisizione tout court, di episodi particolarmente violenti come la caccia alle streghe.
- Il clamore suscitato da processi molto noti in superficie (Giordano Bruno e Galileo Galilei) ma poco studiati nel dettaglio
- La confusione dei dati a proposito della presunta violenza indiscrimanata usata dall'Inquisizione spagnola
[modifica] Significato comune del termine
I sostenitori dell'esistenza della leggenda nera (che oggi, tra gli storici moderni risulta condivisa, oltre che dai già citati E.Peters e Henry Kamen, da John Tedeschi, E. William Monter, Bartolomé Benassar, Gustav Henningsen, Jean-Pierre Dedieu e Franco Cardini) affermano che nel linguaggio comune nelle diverse lingue e nazioni il termine inquisizione e i suoi derivati stanno ad indicare procedure sommarie, disprezzo dei diritti dell'imputato, violenza arbitraria da parte dei giudici, uso indiscriminato delle tortura, facilità nelle condanne a morte.
Questi elementi, tuttavia, già a partire dall'Inquisizione medievale, andrebbero rivisti alla luce della documentazione storica, stando alla quale i tribunali inquisitoriali funzionavano né più né meno che come tutti i tribunali dell'epoca, anzi, con molte garanzie in più[3].
A tale proposito, questi studiosi, rilevano che fu proprio nei tribunali dell'Inquisizione che venne introdotto l'uso di trascrivere il processo per ragioni di trasparenza, che nell'Inquisizione fu introdotto l'uso delle giurie popolari a garanzia dell'imputato, che anche quando venne introdotto l'uso della tortura nell'Inquisizione lo si fece a condizioni che non erano previste a quel tempo in nessun tribunale (ossia senza mutilazioni permanenti né pericolo di vita) e che le condanne a morte comminate dai tribunali inquisitoriali, quando siamo in grado di verificare la documentazione, sono in percentuali minime. A Tolosa, ad esempio, durante i 50 anni di attività di Bernard Gui, non andarono di là del 4,6 % (pari a 42 su 900) sul totale delle condanne.
[modifica] La caccia alle streghe
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Per approfondire, vedi la voce Caccia alle streghe. |
I numeri relativi alle persone giustiziate a causa della caccia alle streghe, secondo le conclusioni del Simposio Internazionale sull'Inquisizione, tenutosi in Vaticano nell'ottobre 1998, sarebbero i seguenti:
- Germania: 25.000 (su 16 milioni di abitanti)
- Polonia - Lituania: 10.000 (su 3 milioni e 400.000 abitanti)
- Svizzera: 4.000 (su un milione di abitanti)
- Danimarca - Norvegia: 1.350 (su 970.000 abitanti)
- Regno Unito: 1.000
- Spagna: 49
- Italia: 36
- Portogallo: 4
Anche se i dati dovessero essere modificati al rialzo (rimanendo uguali le proporzioni tra le aree geografiche suddette) se ne dedurrebbe che il fenomeno della caccia alle streghe fu più marcato nei paesi di area protestante, risultando invece assai limitato proprio nei paesi dov'era presente l'Inquisizione cattolica.
I sostenitori delle teorie revisioniste sottolineano che la storiografia protestante per secoli ha parlato del fenomeno senza però mai evidenziare le aree geografiche e culturali in cui esso avvenne, adducendo quindi alla responsabilità della Chiesa cattolica anche i processi e le esecuzioni effettuate da tribunali statali e protestanti.
Inoltre nei paesi extraeuropei in cui l'Inquisizione fu presente (colonie spagnole in America centrale e meridionale e colonie portoghesi in Asia), non si hanno casi di caccia alle streghe, mentre negli Stati Uniti conquistati dagli anglosassoni protestanti, ancora nel 1692, si ebbe il rogo delle streghe di Salem.
Da qui la creazione, da parte di questi studiosi, della nozione di Inquisizione protestante a cui andrebbero ascritti tutti i processi (compresi quelli della caccia alle streghe) celebrati dai tribunali nati dalla riforma di Lutero, che dovrebbero dunque essere separati, nella ricerca storica, da quelli avvenuti all'interno dell'Inquisizione cattolica (la quale, in base alle cifre suddette, si sarebbe mostrata molto più tollerante)[4].
[modifica] Bruno e Galilei
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Per approfondire, vedi le voci Processo a Galileo Galilei e Giordano Bruno. |
Bruno e Galilei, dicono i sostenitori della leggenda, vengono citati come martiri del libero pensiero in un momento storico in cui la Chiesa cattolica, dipinta come bigotta e retriva, non accettando le conquiste della scienza per ragioni di inadeguatezza culturale non seppe fare di meglio che condannare gli innovatori.
La vicenda di Galileo, secondo i critici, sarebbe stata la prova della scarsa attenzione che la Chiesa riservava alla scienza e la sua condanna avrebbe causato un tracollo della ricerca scientifica in tutti i paesi cattolici, a vantaggio dei paesi protestanti.
Viceversa, secondo la teoria della "leggenda nera", contrariamente alla prevalente critica storica, proprio Galileo avrebbe ricevuto dal Sant'Uffizio un trattamento sconosciuto persino ai tribunali dei più moderni paesi civili, ed inoltre viene sottolineato come la teoria di Copernico (riproposta dallo scienziato pisano) fosse già stata prematuramente rifiutata nei paesi protestanti molto tempo prima di Galileo Galilei.
Sempre da parte dei sostenitori della "leggenda nera" si afferma che la Chiesa non contestò tanto a Galilei la possibilità della teoria copernicana (del resto, fu proprio la Compagnia di Gesù, in prima linea nel condannare Galilei, ad insegnare la teoria copernicana nei luoghi di missione in Asia, introducendola, ad es., in Cina), quanto piuttosto che in quel momento storico si potesse andare al di là della possibilità scientifica in quanto la verità del copernicanesimo sostenuta da Galilei non sarebbe stata dimostrabile: sotto il profilo strettamente scientifico, infatti, è stato Newton a dare un fondamento dimostrato alla teoria eliocentrica.
Resta sicuramente anomalo il processo a Giordano Bruno che, avvenuto in pieno periodo di repressione controriformista, fu consegnato dalla Repubblica di Venezia, dove si era rifugiato, in seguito alle richieste insistenti e a volte minacciose del Papato in quanto l'Inquisizione veneta non era così rigida e dura come quella di Roma e, quindi, il filosofo avrebbe potuto anche sfuggire alle punizioni e al giudizio che voleva applicargli la corrente intransigente e conservatrice della Chiesa.
Il processo a Galilei avvenne trent'anni dopo, in un clima più rilassato e meno influenzato da riforme e da guerre religiose.
Gli storici moderni affermano inoltre che la Chiesa del tempo non sarebbe stata affatto bigotta, basti pensare che fu proprio la Compagnia di Gesù (la stessa che condannò Galilei) a insegnare la teoria copernicana nei luoghi di missione in Asia, introducendola, ad es., in Cina.[citazione necessaria]
[modifica] Inquisizione spagnola
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Per approfondire, vedi le voci Inquisizione spagnola e Tomás de Torquemada. |
[fare un riassuntino npov qui riguardo alla situazione PRIMA dell'espulsione]
[modifica] L'espulsione degli Ebrei dalla Spagna
L'espulsione degli Ebrei dalla Spagna è stata descritta dalla storiografia tradizionale come un esempio dell'intolleranza religiosa degli Spagnoli accecati dal furore dell'Inquisizione o come un astuto provvedimento di natura economica supportato dai tribunali dell'Inquisizione.
I sostenitori della teoria revisionistica sostengono invece che, nel 1492 effettivamente furono espulsi dalla Spagna circa 200.000 ebrei (la cifra più alta nella storia), ma la Spagna contava la comunità ebraica più numerosa d'Europa e questo proprio perché era stato, fino a quel momento, un paese estremamente tollerante. Analoghi provvedimenti antigiudaici furono emanati (prima che in Spagna, in cui ripararono gli ebrei espulsi da altri paesi) sempre con lo scopo di appropriarsi dei beni degli espulsi anche da nazioni tradizionalmente viste come patria delle libertà civili e dello sviluppo democratico, cioè Francia e Inghilterra[5].
Nazione | Data di espulsione | Descrizione sintetica |
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Francia | 1182 | Espulsione e confisca dei beni ordinata dal re Filippo II di Francia |
Inghilterra | 1290 | Ordinata da Edoardo I d'Inghilterra, prima grande espulsione del Medioevo |
Francia | 1306, 1321/ 1322 e1394 | Filippo IV di Francia, ordina la seconda espulsione avvenuta in questo paese. |
Austria | 1421 | L'espulsione si accompagnò alla persecuzione (270 giudei bruciati al rogo), confisca dei beni e conversione forzata dei bambini. |
Castiglia e Aragona | 1492 | Ordinata dai Re Cattolici |
Sicilia | 1492 | Ordinata da Ferdinando II d'Aragona |
Lituania | 1495 | |
Portogallo | 1496/1497 | Ordinata dal re Manuel I sotto pressione della corona spagnola. |
Brandeburgo (Germania) | 1510 | |
Tunisi | 1535 | |
Regno di Napoli | 1541 | |
Genova | 1550 e 1567 | |
Baviera | 1554 | |
Stato Pontificio | 1569/1593 |
Inoltre, sempre secondo gli stessi storici "revisionisti", l'Inquisizione niente ebbe a che vedere con gli Ebrei, i quali erano formalmente esclusi dalla giurisdizione ecclesiastica che si limitava ai battezzati, ma solo con i conversos, cioè gli Ebrei che avevano deciso di convertirsi al cattolicesimo per rimanere in Spagna. Anche in questo caso gli storici protestanti avrebbero taciuto un particolare (l'ambito giurisdizionale dell'Inquisizione) che ha poi modificato il giudizio su di essa.
[modifica] Gli Auto da fé
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Per approfondire, vedi la voce Autodafé. |
Kamen sostiene che sebbene molte opere pittoriche rappresentino autodafé in cui il condannato subisca torture, in realtà ciò è dovuto alla volontà dei pittori di colpire l'emotività del pubblico. Secondo lo studioso inglese gli autodafé erano una sorta di processioni religiose in cui la tortura era espressamente vietata perché il processo era ormai concluso. Anche le esecuzioni capitali non erano eseguite durante la cerimonia ma dopo la sua conclusione e separatamente [6].
Peters, d'altro canto, sostiene come non spetti all'Inquisizione spagnola il primato e l'esclusività del controllo sui costumi. Ciò avveniva in tutte le corti d'Europa con metodi pressoché uguali quando non più violenti perché la religione, in tutta Europa, era considerata una struttura portante della società[7].
[modifica] Il genocidio degli amerindi e la distruzione delle culture indigene
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Per approfondire, vedi le voci Conquistadores e Colonizzazione europea delle Americhe. |
La storiografia tradizionale afferma che l'Inquisizione sarebbe stata (almeno culturalmente) corresponsabile nella distruzione delle culture amerinde e nel loro genocidio. Gli spagnoli, dipinti da essa come oscurantisti, non avrebbero considerato gli elementari diritti umani delle popolazioni conquistate. L'archetipo dell'indio, così come pervenutoci da Bartolomeo de Las Casas, era quello di una persona mite e pacifica, vittima dei colonizzatori europei.
Gli storici "revisionisti" sostengono invece che nel XVI secolo la nozione di diritti umani non esisteva in nessuna cultura del mondo e che se ne cominciasse a parlare all'Università di Salamanca (la più antica della Spagna), proprio a partire dal caso dei nativi, quindi tale nozione nacque proprio in ambito spagnolo. Sostengono inoltre che le truppe di Cortés, cui è stato attribuito lo sterminio degli Aztechi, sarebbero state costituite per più della metà da mercenari indigeni che combattevano contro i dominatori Aztechi.[citazione necessaria] Eventuali massacri verrebbero poi giustificati dal fatto che gli Aztechi in realtà erano popolazioni cruente dal momento che praticavano sacrifici umani e il cannibalismo rituale.[citazione necessaria]
Alcuni storici "revisionisti" sostengono inoltre che il presunto genocidio delle popolazioni indigene non ci sarebbe stato (o almeno non nelle dimensioni descritte dalla presunta leggenda) in quanto in molti i Paesi dell'America latina (compresi Messico e Perù) una parte rilevante della popolazione è di origine indigena, a differenza del Nord America dove la popolazione nativa è piuttosto esigua.
Gli storici "revisionisti" propongono poi di confrontare l'atteggiamento tenuto dai conquistadores spagnoli e portoghesi con quello di inglesi e francesi. Innanzi tutto fanno notare che nei paesi colonizzati da spagnoli e portoghesi, i conquistatori si sono fusi con le popolazioni locali dando vita a gruppi meticci, a differenza di quelli conquistati da altri stati colonizzatori (ad esempio Stati Uniti e Australia dove il numero di meticci è di entità molto meno rilevante in quanto difficilmente i conquistatori non si sono uniti coi conquistati. Inoltre nelle colonie spagnole indigeni e neri potevano avere un ruolo attivo nella Chiesa divenendo chierici. Per evangelizzare le popolazioni indios, in America latina, vennero utilizzate anche alcune lingue native. Sarebbe questo fatto, secondo i revisionisti, a salvarle dalla scomparsa, tanto che il quechua e l'aymara in Bolivia e in Perù (in quest'ultimo Paese solo localmente dove sono predominanti), così come il guaranì in Paraguay, sono oggi lingue ufficiali insieme alla lingua dei conquistatori; mentre nei Paesi colonizzati da inglesi e francesi le lingue native non sono divenute ufficiali. Unica eccezione è costituita dalla Nuova Zelanda con la lingua maori. In realtà nella maggior parte dei Paesi conquistati, anche dai colonizzatori spagnoli e portoghesi, l'unica lingua ufficiale è tutt'ora solo quella dei colonizzatori.
La Spagna, sostengono infine i teorici revisionisti, su indicazione della Chiesa di Roma[citazione necessaria], rimase sostanzialmente estranea alla tratta dei neri e fu la prima potenza coloniale europea ad emanare leggi a protezione dei nativi nelle colonie americane, nel 1542 con Leggi delle Indie (Leyes de Indias).
[modifica] Il Siglo de oro
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Per approfondire, vedi la voce Siglo de oro. |
La presenza dell'Inquisizione in Spagna non avrebbe poi affatto condizionato il progresso culturale della Spagna, basti pensare al fatto che il 1600 fu un secolo d'oro per la nazione iberica in tutte le espressioni umanistiche.
[modifica] La critica alla posizione revisionista della Leggenda
Fra gli storici "integristi" possiamo elencare I. Mereu, G. Pitré, Leonardo Sciascia, F. Von Spee, G. Bechtel, a cui alcuni aggiungono A.Prosperi.
Gli argomenti con cui viene avversata la teoria revisionista possono essere così riassunti:
- Anche se fosse provato, come sostengono gli storici revisionisti, che i processi inquisitoriali siano sempre avvenuti nel rispetto della legalità, il fatto che l'Inquisizione, ad es., abbia seguito una procedura legale con garanzie per l'imputato non giustifica il fatto che quella Chiesa che pretende di essere la prosecuzione storica di Gesù Cristo abbia legalmente torturato e condannato a morte.
- Esiste una tendenza della storiografia moderna chiamata storiografia quantitativa. Questa è oggi possibile grazie all'accesso diretto ad abbondanti fonti storiche che si suppongono ben documentate. In base ai suoi principi, per capire un determinato periodo storico è necessario (oltre ad una piena conoscenza della società del tempo) stilare delle statistiche con delle percentuali affidabili. Il problema è come si calcolano le statistiche. I fautori della teoria revisionista (secondo i loro critici) prenderebbero i periodi in cui è oggettivamente più basso il numero di processi inquisitoriali o quello dei condannati a morte o quello dei torturati[citazione necessaria]. Se, ad es., si prendesse come riferimento l'attività dell'Inquisizione spagnola fra il 1540 e il 1600 (periodo di decadenza) se ne avrebbe un'immagine certamente benigna, mentre se si guardano gli anni dal 1478 al 1530, allora l'immagine è diversa. Tuttavia l'argomento sulle percentuali non sarebbe per i critici molto significativo. Infatti dire che nel 1500 ci fu l'1% di condannati a morte non significa che in quell'unico anno non si sarebbero verificati episodi di crudeltà inaudita direttamente o indirettamente collegabili con l'Inquisizione. Lo stesso dicasi dell'Inquisizione medievale.
- Il paragone tra la colonizzazione spagnola e quella anglosassone non toglie il fatto che (anche) i Conquistadores si lasciarono andare a massacri indiscriminati (così dice la leggenda).
- Anche supponendo che nei paesi in cui era presente l'Inquisizione cattolica la caccia alle streghe abbia avuto dimensioni più contenute, ciò non significa che non possano esserci stata persecuzioni altrettanto crudeli. Nei Paesi Bassi (paese protestante) si perseguitavano le streghe ma non gli omosessuali, in Italia si sarebbero perseguitati gli omosessuali ma non gli ebrei, in Spagna si perseguitavano gli ebrei (quelli "falsamente" convertiti) ma non le streghe. Ogni paese avrebbe quindi avuto le sue vittime.
A loro beneficio, bisogna comunque dire che i sostenitori della teoria della "leggenda nera" non giustificano affatto le azioni compiute dagli inquisitori, pur redimensionandone spesso la misura e chiarendone il contesto storico generale.
In effetti, per quanto se ne dica, le condanne dell'Inquisizione spagnola (introdotta poi nel resto di Europa con la dicitura Inquisizione ad uso di Spagna) erano esemplari. Per i casi di eresia dopo una pubblica abiura e comunque l'umiliazione del processato, si procedeva alla condanna a morte in seconda istanza e alla confisca di tutti i beni. Inoltre il paragone con i processi moderni non regge in quanto l'accusato non aveva affatto diritto ad un proprio difensore legale e l'accuratezza con cui si procedeva alle registrazioni era dovuto più al fine di ricavare nomi e ulteriori capi di imputazione che ad offrire un processo equo.
[modifica] Note
- ↑ E. Peters. Inquisition. New York 1988
- ↑ H. Kamen. The Spanish Inquisition: A Historical Revision. London 1997
- ↑ Peters, op. cit, pp. 58-67
- ↑ E. Peters, op. cit., p. 111
- ↑ E. Peters, op. cit, p. 79
- ↑ H. Kamen, op. cit., pp. 192-213
- ↑ E. Peters, op. cit., p. 87
[modifica] Voci correlate
- Autodafé
- Caccia alle streghe
- Congregazione per la dottrina della fede
- Inquisizione
- Inquisizione medievale
- Inquisizione spagnola
- Inquisizione portoghese
- Indice dei libri proibiti
- Ordine domenicano
- Pietro d'Arbues
- Revisionismo storico
- Sant'Uffizio
- Tomás de Torquemada
[modifica] Bibliografia
Avvertenza: la presenza di un maggior numero di testi c.d. “revisionisti” rispetto ai c.d. “integristi” non è necessariamente indice che vi siano più fonti a sostegno delle tesi dei primi rispetto a quelle dei secondi.
[modifica] Testi generici
- AA.VV. L'inquisizione. Atti del Simposio Internazionale, Città del Vaticano, 29-31 ottobre 1998 / a cura di Agostino Borromeo. Biblioteca Apostolica Vaticana, 2003. ISBN 8821007618
- Annibale Fantoli, Il caso Galileo, BUR, 2003. ISBN 88-17-10706-9
[modifica] Testi che sostengono il concetto di Leggenda Nera (“Revisionisti”)
- (EN) Ignacio Barreiro. «Spain’s Black Legend», in The Latin Mass, Santa Paula, vol. 14, n° 3, estate 2005.
- Franco Cardini e Marina Montesano. La lunga storia dell’inquisizione. Luci e ombre della «leggenda nera». Città Nuova 2005.
- Jean-Baptiste Guiraud. Elogio dell’inquisizione. A cura di Rino Cammilleri, invito alla lettura di Vittorio Messori. Diffusione Libraria, Milano 1994 (scaricabile qui)
- (ES) Julián Juderias. La Leyenda Negra: Estudios acerca del concepto de España en el extranjero, Araluce, Barcelona 1943.
- Gustav Henningsen. L'avvocato delle streghe. Stregoneria basca e Inquisizione spagnola. Garzanti, Milano 1990 (una recensione)
- (EN) Fr. Brian Van Hove, S.J. «Beyond the Myth of The Inquisition: Ours is ‘The Golden Age’», in Faith and Reason, inverno 1992.
- (EN) Henry Kamen. The Spanish Inquisition: A Historical Revision. Weidenfeld & Nicolson, London 1997.
- (EN) Thomas F. Madden. «The Real Inquisition: Investigating the Popular Myth», in National Review Online, 18 giugno 2004.
- (ES) Vittorio Messori. Legendas Negras de la Iglesia. Planeta, Barcelona 2000.
- (EN) Marvin R. O’Connell. «The Spanish Inquisition: Fact Versus Fiction», in Catholic Dossier, vol. 2, n° 6 nov.-dic. 1996
- (EN) Douglas T. Peck. «Revival of the Spanish “Black Legend”: The American Repudiation of Their Spanish Heritage», in Revista de Historia de América. Instituto Panamericano de Geografica e Historia, Mexico, 1° gennaio 2001.
- (EN) Edward Peters. Inquisition. The Free Press, New York 1988.
- Adriano Prosperi. Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari. Einaudi, Torino 1996
- (EN) Ellen Rice. «The Myth of the Spanish Inquisition», in Catholic Dossier, vol. 2, n° 6 nov.-dic. 1996
[modifica] Testi che avversano il concetto di Leggenda Nera (“Integristi”)
- Guy Bechtel. Le quattro donne di Dio. La puttana, la strega, la santa, l’oca. Per una storia del sesso visto dalla Chiesa cattolica (Les quatre femmes de Dieu: La putain, la sorcière, la sainte & Bécassine, Paris 2000, trad. di Massimo Caviglione). Edizioni Pratiche (gruppo Il Saggiatore), Milano 2001. ISBN 8873807216 (sulla presenza di religiosi nei tribunali civili).
- Friedrich Spee von Langenfeld. Cautio Criminalis, ovvero dei processi alle streghe (Cautio criminalis, seu De processibus contra sagas liber, Frankfurt 1632, trad. di Mietta Timi). A cura di Anna Foa. 1ª ed. italiana 1986. Nuova ed. Salerno Editrice, Roma 2004. ISBN 8884024374 (testimonianza storica di F. von Spee, padre gesuita disgustato dai metodi dell’Inquisizione).
- Italo Mereu. Storia dell’intolleranza in Europa. Sorvegliare e punire: l’Inquisizione come modello di violenza legale. 1ª ed. 1979. Nuova edizione Bompiani, Milano 2000. ISBN 8845246965 (Recensione)
- Giuseppe Pitré, Giuseppe Quatriglio e Leonardo Sciascia. Urla senza suono. Graffiti e disegni dei prigionieri dell’Inquisizione. Sellerio, collana “La memoria”, n° 409, Palermo 1999. ISBN 8838914222
[modifica] Collegamenti esterni
- Articoli sull'Inquisizione tratti da StoriaLibera.it
- Contro la Leggenda Nera dal sito Kattoliko.it
- I volenterosi carnefici del papa, una critica ai sostenitori della Leggenda (di Valerio Evangelisti)
- La Chiesa dei peccati dal sito Btre.it