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Luna Rossa Challenge - Wikipedia

Luna Rossa Challenge

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Luna Rossa Challenge
Anno di fondazione 1997
Paese Italia
Yacht Club Yacht Club Italiano
Armatore Patrizio Bertelli
Imbarcazioni ITA74, ITA80
Sfide 2000, 2003, 2007
Sito ufficiale www.lunarossachallenge.com
Lo scafo di Luna Rossa ITA45
Lo scafo di Luna Rossa ITA45

Luna Rossa - numero velico ITA45 - è il nome della barca a vela dello Yacht Club Punta Ala condotta da Francesco de Angelis che si è aggiudicata l'edizione 1999-2000 della Louis Vuitton Cup e che ha così acquisito il diritto a sfidare Black Magic NZL60 del Royal New Zealand Yacht Squadron nella XXX edizione dell'America's Cup svoltasi a Auckland in Nuova Zelanda dal 19 febbraio al 2 marzo del 2000.

Luna Rossa è il nome che ha accomunato quattro barche di formula di stazza IACC (International America's Cup Class oggi semplicemente ACC) distinte dai numeri velici ITA45, ITA48 e ITA74, ITA80 costruite dal sindacato Prada Challenge for America's Cup 2000 (poi divenuto Prada Challenge for America's Cup 2003) creato e presieduto dall'imprenditore italiano Patrizio Bertelli.

Indice

[modifica] L'Italia nell'America's Cup

La prima partecipazione italiana alle selezioni per l'America's Cup avvenne nel 1983 alla vigilia della svolta epocale per il trofeo sportivo più antico del mondo. Gianni Agnelli e il principe Karim Aga Khan per lo Yacht Club Costa Smeralda furono i principali finanziatori di Azzurra, skipper Cino Ricci, timoniere Mauro Pelaschier. A Newport negli Usa, nelle selezioni che per la prima volta presero il nome di Louis Vuitton Cup, Azzurra si affermò fino a raggiungere le semifinali. In quella edizione la Coppa per la prima volta in 132 anni fu conquistata da uno sfidante, Australia II e portata agli antipodi. L'avventura di Azzurra continuò nel 1987 a Perth in Australia con minor fortuna assieme a Italia, barca dello Yacht Club Italiano di Genova, skipper Lorenzo Bortolotti, timoniere Flavio Scala. Nel 1992 dopo l'introduzione della nuova formula di stazza che determinò la nascita degli IACC fu la volta de Il Moro di Venezia di Raul Gardini, skipper Paul Cayard, per la Compagnia della Vela di Venezia. Il Moro di Venezia ITA25 fu la prima barca italiana a vincere la Louis Vuitton Cup ma non riuscì a conquistare l'America's Cup che restò a San Diego nelle mani del defender America³ USA23 di Bill Koch. Nella successiva edizione dell'America's Cup 1995, dove non ci furono sfidanti italiani, il trofeo fu strappato di nuovo agli americani dai neozelandesi di Black Magic NZL32.

[modifica] La prima sfida di Luna Rossa

Luna Rossa ITA45
Luna Rossa ITA45

L'idea di Patrizio Bertelli di lanciare una sfida in America's Cup nacque fra il 3 febbraio ed il 4 febbraio 1997 nello studio dell'architetto navale German Frérs a Milano. In breve tempo Bertelli assoldò gli altri uomini chiave del team: il progettista Doug Peterson, l'asso della vela Torben Grael, lo skipper napoletano Francesco de Angelis. Acquistò tre IACC: Kanza USA28, Might Mary USA43, e America³ USA23. Come base italiana del team fu scelta Punta Ala presso Castiglione della Pescaia, in Toscana, dove le condizioni del mare e del vento si avvicinavano di più a quelle del golfo di Hauraki in Nuova Zelanda teatro delle regate. Il 21 aprile 1997 il presidente dello Yacht Club Punta Ala, Bruno Calandriello, lanciò formalmente la sfida al Royal New Zealand Yacht Squadron detentore dell'America's Cup. Gli allenamenti iniziarono il 4 luglio 1997. Dal 7 gennaio 1998, e per tutte le successive estati australi, il team si trasferì ad allenarsi alla base di Auckland in Nuova Zelanda. Dopo due anni di progettazione nella primavera del 1999 in un cantiere di Grosseto venne costruito il primo nuovo scafo ITA45. Il varo avvenne a Punta Ala il 5 maggio 1999, madrina Miuccia Prada officiante il parroco di Punta Ala, Don Sandro Spinelli. Il nome scelto per ITA45 (e per tutte le successive) fu Luna Rossa. La storia ufficiale racconta come il nome sia nato nella mente di Partizio Bertelli dal sorgere di una grande luna piena e rossastra in una sera d'estate durante una cena trascorsa a parlare di barche sulle colline di Tirli vicino a Punta Ala. Miuccia Prada racconta come il nome Luna Rossa fosse perfetto da contrapporre a Black Magic, il defender. Solo dopo ci si è ricordati della canzone omonima napoletana che rielaborata in chiave moderna da Renzo Arbore seguì la barca nelle sue avventure australi. Il secondo scafo Luna Rossa ITA48 fu varato poco dopo il primo con caratteristiche più adatte a condizioni di vento leggero e onda meno pronunciata tipiche dell'estate piena nel golfo di Hauraki.

[modifica] Organigramma di Prada Challenge for America's Cup 2000

Presidente capo del sindacato – Presidente Comitato direttivo: Patrizio Bertelli; general manager: Aldo Tomasina; affari legali: Alessandra Pandarese; direzione amministrazione e finanza: Andrea Moiraghi; Comitato direttivo: vicepresidente Marco Piccinini, Bruno Calandriello, Antonio Bassani, Carlo Croce.

Progettisti dello scafo: Doug Peterson, German Frérs, German Frérs jr, David Edgan. Progettista vele: Guido Cavalazzi.

Team velico: Skipper e timoniere: Francesco de Angelis*, tattico: Torben Grael*, held coach: Rod Davis, stratega: Michele Ivaldi*, navigatori: Matteo Plazzi*, Dario Malgarise, randisti: Piero D'Alì*, Sandro Montefusco, grinder: Santino Brizzi, Massimo Galli*, Mauro Stanzani, Piero Romeo*, grinder e drizzisti: Vittore Vattuone*, Romolo Ranieri*, Carlo Bonetti, drizzisti: Cristian Griggio*, Sandro Spaziani, regolatore vele di prua e verricelli: Daniele Bresciano, regolatori vele di prua: Lars Borgstrom, Claudio Celon*, Lorenzo Mazza*, Stefano Rizzi*, aiuto prodiere: Simone De Mari*, Massimiliano Sirena*, prodieri: Paolo Bassani*, Paolo Bottari. *a bordo durante le regate dell'America's Cup 2000.

Barche: ITA45, ITA48. Nome: Luna Rossa. Stazza: IACC (Internatonal America's Cup Class). Lunghezza fuori tutto: m.23,80. Larghezza massima m.4,30. Pescaggio circa m.4,00. Dislocamento kg. 24000. Altezza albero in coperta m. 32,5. Superficie velica randa mq.225. Superficie velica genoa mq.110. Superficie velica gennaker/spinnaker mq.500. Materiali scafo e attrezzatura di coperta: fibra di carbonio, kevlar, fibra di vetro, titanio, acciaio, alluminio. Materiali vele: fibra di carbonio, kevlar, nylon, cuben fibre. Equipaggio 16 uomini più un ospite. Peso massimo equipaggio kg.1408.

Budget: 50 milioni di dollari.

[modifica] La Louis Vuitton Cup 1999/2000

[modifica] I Round Robin LVC 1999/2000

La partecipazione di Luna Rossa alle selezioni per l'America's Cup 2000 inizia nel migliore dei modi, il team si afferma immediatamente come uno dei più forti. ITA45 vince il primo round robin dal 18 ottobre al 28 ottobre 1999 a punteggio pieno dieci regate vinte contro gli altri dieci sfidanti. Il bilancio del secondo round robin dal 6 novembre al 20 novembre è altrettanto positivo, ITA45 conquista nove vittorie su dieci regate, primo posto in classifica. L'unica sconfitta con Stars & Stripes di Dennis Conner. Nel terzo round robin dal 2 dicembre al 15 dicembre vede il debutto Luna Rossa ITA48. Il risultato è sempre ottimo, prima posizione in classifica pur avendo subito due sconfitte, contro AmericaOne di Paul Cayard e Nippon Challenge.

[modifica] Semifinali LVC 1999/2000

Prada Challenge entra in semifinale con altri cinque team: America True, AmericaOne, Le Defì, Nippon Challenge, Stars & Stripes. Nel frattempo Luna Rossa si è già guadagnata un soprannome di tutto rispetto fra i neozelandesi: Silver Bullet il proiettile d'argento, è la barca più veloce. Gli uomini del team chiamano più familiarmente ITA45 il Peschereccio perché è sempre sporca e assorbe immani fatiche. Le regate della semifinale si disputano fra il 2 gennaio e il 14 gennaio 2000 e prevedono due gironi, il punteggio riparte da zero, i primi due classificati si confronteranno nella finale. Francesco de Angelis torna a Luna Rossa ITA45, scelta per disputare le gare. Luna Rossa perde la regata di andata contro Stars & Stripes ma vince quella di ritorno; vince entrambe le regate contro America True con grandi distacchi; vince entrambe le regate contro Nippon Challenge; vince Le Defì con due regate molto combattute, la barca francese è molto veloce in poppa e si dimostra pericolosa. Il concorrente più temibile si conferma Paul Cayard con la nuova AmericaOne USA61: il 5 gennaio 2000 Luna Rossa disalbera e si ritira per la rottura della giuntura fra sartie e terza crocetta destra. Perde anche nel girone di ritorno, la lotta è molto dura con scontri ravvicinati e penalità, Cayard taglia avanti 8". Luna Rossa chiude le semifinali seconda in classifica e accede alla finale con AmericaOne.

[modifica] La finale LVC 1999/2000

Il pozzetto di Luna Rossa ITA45
Il pozzetto di Luna Rossa ITA45

La finale della Louis Vuitton Cup si svolge al meglio di nove regate fra il 25 gennaio ed il 6 febbraio 2000. In Italia ormai l'euforia è alle stelle, milioni di persone hanno trascorso notti insonni per seguire le regate in diretta TV, i media offrono ampio spazio all'evento. Anche in Nuova Zelanda l'euforia per Silver Bullet supera ogni aspettativa, i padroni di casa tifano apertamente per Prada Challenge manifestando poca simpatia per gli americani, conseguenza di antiche ruggini veliche. Le barche scelte dai due team per il confronto restano ITA45 e USA61. Le prestazioni dei due scafi appaiono simili in bolina, ITA45 sembra leggermente più veloce in poppa. La prima regata è a vinta dal team italiano, nonostante una penalità ricevuta in prepartenza, Luna Rossa riesce ad accumulare un vantaggio tale da scontare la penalità nel secondo lato di bolina tagliando poi il traguardo con un distacco di 24". La seconda regata è caratterizzata da grossi salti di vento. Il vantaggio iniziale di Luna Rossa si rovescia, infatti AmericaOne lasciata senza copertura fugge via fino al traguardo avanti di 1' 33". La terza regata è dominata da un vento di 20 nodi che mette in seria difficoltà Cayard; dopo lo scoppio di uno spinnaker e altri problemi USA61 si ritira: punto per Luna Rossa. La quarta regata si gioca da distanze molto ravvicinate: USA 61 passa la prima boa con 8" di vantaggio, nella prima poppa ITA45, che si è tenuta vicina all'avversario, va all'attacco, esplode lo spinnaker di AmericaOne Prada è costretta a orzare perdendo il controllo. Nonostante lo svantaggio accumulato Luna Rossa, non coperta adeguatamente, nell'ultimo lato di poppa trova vento buono recupera, attacca Cayard e riesce a infliggergli una penalità; vince la regata del 3-1. La quinta regata è a favore degli americani che vincono la partenza e riescono a stare davanti fino alla fine inducendo Francesco de Angelis a un errore durante la seconda poppa, alla fine il distacco sarà di 34", il tabellone segna 2-3. La sesta regata è ancora negativa per gli italiani, nella prima poppa un intero spinnaker finisce in acqua, un pezzo resta impigliato nella chiglia e nel timone riducendo la velocità; dopo aver risolto il probema Luna Rossa recupera ma perde per 9", è il pareggio 3-3. La settima regata porta il vantaggio degli americani sul 4-3, Luna Rossa non marca l'avversario sceglie lati sbagliati perde con 1' e 6". L'ottava regata è la riscossa del team Prada che mostra una grande aggressività sia in prepartenza che nella regata infliggendo a USA61 una penalità alla fine della prima poppa, nuovo pareggio 4-4. La nona regata è quella decisiva: si svolge il 6 febbraio, Luna Rossa parte con un piccolo vantaggio che aumenta costantemente controllando in modo strettissimo l'avversario, la regata viene vinta con 49”. Per la seconda volta dopo il Moro di Venezia un team italiano vince la Louis Vuitton Cup e diviene lo sfidante ufficiale dell'America's Cup. Per la prima volta uno skipper non anglosassone, Francesco de Angelis, entra nell'Olimpo della vela mondiale.

[modifica] La XXX America's Cup

Le regate della XXX America's Cup si svolgono fra il 20 febbraio e il 2 marzo 2000. Il Team Prada, euforico per la grande affermazione d'esordio, affronta la prova con motivate speranze di successo. Il sindacato defender sotto la guida di Sir Peter Blake ha costruito due barche: Black Magic NZL57 e NZL60, al timone Russell Coutts. Tutta la Nuova Zelanda è raccolta intorno al suo team che rappresenta lo sport nazionale per antonomasia, la vela. Le barche prescelte per la sfida sono ITA45 e NZL60. Doug Peterson, progettista di Luna Rossa, si lascia scappare qualche considerazione sulla probabile lentezza di NZL60. I fatti lo smentiscono immediatamente. Nella prima regata la superiore velocità di Black Magic è subito evidente. Boa dopo boa il distacco con Luna Rossa aumenta mentre Russel Coutts amministra il suo vantaggio coprendo come da manuale di match race ogni mossa dell'avversario, alla fine il distacco è 1'17". La seconda prova viene funestata da un incidente: un oggetto misterioso si impiglia alla chiglia di Luna Rossa frenando la barca pochi minuti dopo la partenza, nelle concitate operazioni per liberare il bulbo l'aiuto prodiere Massimiliano Sirena si ferisce alla testa e deve essere sbarcato. Luna Rossa riparte ma chiude la regata dietro 2' 26". La terza regata conferma nuovamente la velocità di Black Magic che vince con 1' e 39" di vantaggio. Non c'è più storia: le due regate successive non lasciano alcuna speranza, Luna Rossa le perde entrambe terminando la sua sfida sul 5-0; nell'ultima regata Russell Coutts lascia il timone al giovane Dean Barker. L'America's Cup resta saldamente in Nuova Zelanda. Un attimo dopo il taglio del traguardo Bruno Calandriello, Presidente dello Yacht Club Punta Ala, consegna nelle mani del Commodoro Peter Kingston, del Royal New Zealand Yacht Squadron, la nuova sfida di Luna Rossa per il 2003.

[modifica] La seconda sfida di Luna Rossa

ITA45 e Young America, Punta Ala, maggio 2001
ITA45 e Young America, Punta Ala, maggio 2001

Nonostante la bruciante sconfitta 5-0 contro i neozelandesi, il bilancio d'esordio del team italiano è stato superiore a ogni aspettativa. I cordiali rapporti stabiliti con il defender consentono già prima della fine dell'evento del 2000 di siglare un accordo che dà la possibilità a Prada – nello stesso attimo della sconfitta - di lanciare la nuova sfida per primo e divenire Challenger of Record, ossia il rappresentante di tutti gli sfidanti, che stabilisce assieme con il defender modalità e date di svolgimento della successiva Louis Vuitton Cup. L'attenzione nazionale e internazionale suscitata da Luna Rossa e dal marchio Prada determinano una notevole ricaduta economica per la griffe di lusso italiana tanto da ripagare ampiamente – cosa assai rara per l'America's Cup – l'ingente investimento iniziale, assicurando la copertura economica della nuova sfida. Nella primavera 2000 Patrizio Bertelli acquista le due barche del New York Yacht Club - Young America USA53 e USA58 che, pur non raggiungendo le semifinali nel 1999, hanno colpito per il loro progetto particolare. Gli allenamenti del team riprendono a maggio 2000 e proseguono con il consueto passaggio dall'estate boreale a Punta Ala a quella Australe nella base di Auckland. Il team velico cresce e si internazionalizza maggiormente. Il team progettuale guidato da Doug Peterson, composto da venti persone, ha il compito più delicato: costruire due nuove barche veloci che consentano al team di imporsi sugli altri sfidanti e poi sul defender. In ambito internazionale gli eventi mutano velocemente, cresce l'interesse per l'America's Cup e vengono coinvolti nuovi importanti protagonisti. L'imprenditore italo-svizzero Ernesto Bertarelli ingaggia Russel Coutts e alcuni degli uomini più importanti del Team New Zealand vincitori dell'America's Cup 2000, nasce il team Alinghi mentre in Nuova Zelanda si grida al tradimento. In Italia si organizza un secondo sindacato sfidante: Mascalzone latino di Vincenzo Onorato. La nuova Luna Rossa ITA74, costruita nei cantieri di Grosseto viene varata a Punta Ala il 20 maggio 2002, madrina Miuccia Prada, celebrante don Sandro Spinelli. ITA74 si caratterizza per le proporzioni molto allungate. Il 28 agosto 2002 a Auckland viene varata la seconda barca ITA80, madrina sempre Miuccia Prada, officiante Padre Bernard Kiely, parroco della St Patrick's Cathedral di Auckland.

[modifica] Organigramma di Prada Challenge for America's Cup 2003

Il varo di Luna Rossa ITA74 a Punta Ala
Il varo di Luna Rossa ITA74 a Punta Ala

Presidente, capo del sindacato: Patrizio Bertelli, Presidente Yacht Club Punta Ala: Bruno Calandriello, General manager: Giacomo Ovidi. Direttore amministrativo e finanziario: Andrea Moiraghi, Comunication manager: Paolo Martinoni, Affari legali: Alessandra Pandarese. Segreterio generale: Tatiana Del Giovane. Design team director: Doug Peterson, Operation director: Laurent Esquier.

Team velico: Skipper /timoniere/direttore del team velico: Francesco de Angelis, timonieri/afterguard: Gavin Brady, Rod Davis, tattico: Torben Grael, navigatori: Dario Malgarise, Matteo Plazzi, prodieri/aiuto prodiere: Alberto Barovier, David Blanchfiled, Massimiliano Sirena, prodiere: Paolo Bassani, trimmer: Lars Borgstrom, Andrew Hemmings, Lorenzo Mazza, Carter Perrin, Nicolas Texier, grinder: Daniele Bresciano, Massimo Galli, Federico Giovannelli, Emanuele Marino, Gilberto Nobili, Romolo Ranieri, Piero Romeo, stratega/afterguard: Francesco Bruni, Michele Ivaldi, drizzista/volantista: Thomas Burnham; drizzisti: Cristian Griggio, Albert Jacobsoone, randisti: Sean Clarkson, Pietro D'Alì, randista/trimmer: Hartwell Jordan, albero: Simone de Mari, Massimo Gherarducci, afterguard/volantista: Steve Erickson.

Yacht Club Punta Ala

Barche: ITA74, ITA80 nome: Luna Rossa Stazza: ACC (America's Cup Class). Lunghezza fuori tutto m.25,15. Larghezza massima m.4,30. Pescaggio circa m.4,00. Dislocamento kg. 25000. Altezza albero in coperta m. 32,5. Superficie velica randa mq.225. Superficie velica genoa mq.139. Superficie velica gennaker/spinnaker mq.495. Materiali scafo e attrezzatura di coperta: fibra di carbonio, kevlar, fibra di vetro, titanio, acciaio, alluminio. Materiali vele: fibradi carbonio, kevlar, nylon, cuben fibre. Equipaggio 16 uomini più un ospite. Peso massimo equipaggio kg.1408.

Budget: 60 milioni di dollari.

[modifica] La Louis Vuitton Cup 2002

[modifica] I Round Robin LVC 2002

Le regate del primo Round Robin dal 1° ottobre all'11 ottobre 2002 mostrano immediatamente i limiti di velocità di ITA74; mentre i team più importanti hanno scelto di seguire le linee progettuali introdotte nell'edizione precedete dai neozelandesi sugli scafi delle due Black Magic caratterizzate dalla prua tozza a doppia inclinazione, il progettista Doug Peterson ha preferito sviluppare un progetto con caratteristiche più conservatrici. All'indomani della prima sconfitta Doug Peterson viene sollevato dal suo incarico. Intanto Luna Rossa si confronta con gli altri otto sfidanti vincendo solo quattro regate. Nella settimana di pausa con il secondo Round Robin ITA74 torna in cantiere e subisce la drastica sostituzione della prua tradizionale con quella a doppia inclinazione oltre alle appendici. Il 20 ottobre ITA74 è di nuovo in acqua e accoglie l'arrivo a Auckland dell'Amerigo Vespucci della Marina Militare Italiana. Anche ITA80 viene sottoposta a importanti modifiche e resta in cantiere per circa un mese.Il secondo Round Robin si svolge dal 23 ottobre al 3 novembre, ITA74 mostra subito un decisivo miglioramento nelle prestazione e vince sette regate, perde una sola regata contro OneWord e si classifica quarta.

[modifica] I quarti di finale LVC 2002

Luna Rossa ITA74 a Auckland nel dicembre 2002
Luna Rossa ITA74 a Auckland nel dicembre 2002

Luna Rossa, secondo il nuovo formato della Louis Vuitton Cup, è nel gruppo delle prime quattro classificate e viene scelta da Alinghi, prima classificata, per disputare i quarti di finale programmati dal 12 novembre al 19 novembre al meglio di sette regate. Dopo aver perso le prime tre regate contro il team svizzero con prestazioni onorevoli, il 16 novembre team Prada decide di ritirarsi per risparmiare tempo, compiere nuovi lavori a ITA74 e accedere direttamente ai ripescaggi dei quarti di finale dal 23 novembre al 30 novembre. Luna Rossa vince quattro regate consecutive al meglio di sette contro la svedese Victory Challenge e accede alle semifinali.

[modifica] Le semifinali LVC 2002

Durante le semifinali programmate dal 9 dicembre al 16 dicembre 2002 ITA74 gareggia al meglio di sette regate contro OneWorld USA67 che parte con un punto di penalità per spionaggio progettuale nei confronti del Team New Zealand. Gli americani vincono il primo incontro riscattando il punto di penalità, perdono il secondo, vincono di nuovo nel terzo portandosi sull'1-1. Dal 13 dicembre le regate vengono sospese per vento troppo forte, riprendono il 16 dicembre con due match a favore di USA67; siamo al 3-1. Secondo il regolamento il 17 dicembre è l'ultimo giorno disponibile per regatare, un'ulteriore proroga è prevista solo in caso di pareggio fra i due team, la scarsità di vento permette lo svolgimento di una sola regata che Luna Rossa vince, portandosi a 3-2 ma ormai è fuori dalla Louis Vuitton Cup.

[modifica] La terza sfida

La XXXI edizione dell'America's Cup è vinta da Alinghi SUI 64 condotta da Russell Coutts per l'imprenditore italo-svizzero Ernesto Bertarelli della Societe Nautique de Geneve. L'America's Cup arriva in Europa dopo 152 anni creando nuove prospettive per la manifestazione. Patrizio Bertelli nei primi mesi del 2003 assolda in segreto il giovane skipper australiano James Spithill già al timone di OneWorld ma annuncia l'intenzione di lanciare una nuova sfida solo il 27 novembre successivo. Nel dicembre 2003 Luna Rossa ITA48 viene venduta al capitano Salvatore Sarno, general manager della Mediterranean Shipping Company S.A. che organizza il sindacato sudafricano Team Shosholoza. Nell'aprile 2004 Francesco de Angelis con il team riprende gli allenamenti a Valencia, sede scelta per la XXXII America's Cup. La nuova sfida di Luna Rossa parte dallo Yacht Club Italiano di Genova presieduto da Carlo Croce e viene formalizzata e accettata il 19 agosto 2004. Accanto a Prada entra un secondo socio finanziario: il gruppo Telecom Italia guidato da Marco Tronchetti Provera. Il sindacato prende nome Luna Rossa Challenge for America's Cup 2007.

La base di Luna Rossa a Valencia, chiamata "Luna Rossa Container" è stata progettata da Renzo Piano, che ha sfruttato vecchie vele per ricoprire tutta la parete esterna dell'edificio. All'interno del container è presente anche un negozio del Team, dove è possibile comprare il merchandising della squadra.

[modifica] Bibliografia

  • Luca Bontempelli, Luna Rossa, fotografie di Carlo Borlenghi, Prada Challenge for America's Cup 2000, Milano, 2000. ISBN 88-900521-0-4
  • Enzo Catania, L'avventura di Luna Rossa una sfida ai confini del mondo, Limina, Arezzo, 2000.
  • Fabio Colivicchi - Paolo Venanzangeli, I giorni della Luna Rossa, Mursia, Milano, 2000.
  • Gabriella Cottignoli, Luna Rossa sfida agli antipodi, Pontegobbo, Castelsangiovanni, 2000.
  • Stefano Vegliani, La sfida infinita, Sperling & Kupfer, Milano, 2000.
  • AA.VV.,Coppa America la grande sfida di Luna Rossa, a cura di Paolo Cavaglione, Yachting library, Bergamo, 2000.
  • Renzo Guidi, Il vento fin qua - il mare raccontato dal 17° uomo di Luna Rossa, a cura di Michele Tognozzi, Interlinea Editrice, 2002.
  • Luca Bontempelli - Carlo Borlenghi, America's Cup 2003 - Lo sai che la Svizzera..., Stefanoni - Sea&See, 2003.

[modifica] Videografia

  • Il sogno di Luna Rossa tutti i momenti magici della sfida italiana alla Coppa America, a cura di Manfredi Renda e Claudi Callini, Rai Trade - Elle U multimedia, 2000.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

Partecipanti alla Coppa America 2007
Alinghi | BMW Oracle Racing | +39 Challenge | Team Shosholoza | Emirates Team New Zealand | Luna Rossa Challenge | K-Challenge | Victory Challenge | Desafío Español 2007 | Mascalzone Latino - Capitalia Team | United Internet Team Germany | China Team
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