Nicola II di Russia
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Nicola II Romanov (Carskoe Selo 6 maggio 1868 - Ekaterinburg 1918) fu l'ultimo Zar di Russia.
Il suo nome completo era Nikolaj Aleksandrovič Romanov (in russo, Николай Александревич Романов), ed il suo titolo ufficiale era Imperatore ed Autocrate di tutte le Russie (Божию Милостию, Император и Самодержец Всероссийский), Re di Polonia e Granduca di Finlandia.
appartenente alla dinastia dei Romanov, sposò Alessandra d'Assia, figlia del granduca Ludwig IV d’Assia e del Reno e di Principessa Alice del Regno Unito, a sua volta figlia della Regina Vittoria.
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[modifica] I primi anni di regno
Nicola II nacque il 6 maggio 1868, figlio di Alessandro III e di Maria Fëdorovna, e divenne Zar di Russia nel 1894, alla morte del padre. Nel corso della cerimonia di incoronazione, 1400 persone morirono schiacciate dalla folla.
Dal carattere mite ed influenzabile, non fu in grado di attuare una politica repressiva come aveva fatto il padre: avrebbe probabilmente voluto diventare un vero "padre del popolo" (titolo che assumevano gli Zar), ma si dimostrò ben presto del tutto incapace al suo compito. Infatti, sotto l'impulso del conte Plehve, ministro dell'Interno, condannò gli Zemstvo, assemblee provinciali aperte al popolo, ed ordinò una "russificazione" delle province, in particolare della Polonia, della Finlandia e del Caucaso.
Nei primi anni del suo regno ci fu un discreto sviluppo economico della Russia, in particolare con l'espansione, seppure tardiva, dell'industria. Ma in seguito alla sconfitta nella guerra con il Giappone (1904-1905), la situazione peggiorò.
[modifica] La Domenica di sangue
Il 22 gennaio 1905 (detta in seguito “la domenica di sangue”) sfilò per le strade di Pietrogrado una manifestazione di protesta, formata in particolare da operai e contadini guidati dal Pope Gapon. Lo scopo era di marciare verso il Palazzo d'Inverno per chiedere allo zar riforme. La manifestazione fu repressa nel sangue dall'esercito dello zar : morirono oltre 100 persone e altre 1000 furono ferite. A questo episodio, che segnò la fine della popolarità dello zar, fece seguito un’ondata di rivolte, tra cui le sommosse a Varsavia e a Riga e l'ammutinamento de La corazzata Potëmkin.
[modifica] Le riforme
[modifica] La Legge fondamentale dello Stato
In seguito ad uno sciopero generale durato dieci giorni, lo Zar fu costretto a concedere alcune libertà, in particolare un parlamento, la Duma (Дума), concessa il 17 ottobre 1905 ed eletta a suffragio universale. Il 27 aprile 1906 emanò la Legge fondamentale dello Stato, sorta di costituzione che trasformava la Russia in una monarchia costituzionale: in particolare, veniva confermata la concessione della Duma eletta a suffragio universale e veniva istituita la figura del Primo Ministro. Ben presto però, essendo la Duma in completo disaccordo con lo Zar, questi cambiò la legge elettorale, concedendo il diritto di voto alle sole classi più abbienti.
[modifica] La Duma
La Duma non ebbe mai, dunque, un effettivo potere, anche per la possibilità che aveva lo Zar di porre il veto sulle leggi e di sciogliere la camera. Ci furono quattro Dume:
- la prima Duma (1905-1906), sciolta dopo pochi mesi perché in contrasto con lo Zar;
- la seconda Duma (1906-1907), formata da un numero maggiore di deputati, fu anch'essa sciolta dopo poco tempo perché in contrasto con il governo;
- la terza Duma (1907-1913), fu l'unica a non essere sciolta; fu in questa occasione che entrarono per la prima volta in parlamento i bolscevichi;
- la quarta duma (1913-1917), sciolta in seguito alla Rivoluzione di febbraio.
[modifica] Stolipyn
Nel 1906 lo zar nominò primo ministro Pëtr Stolipyn, che avviò una serie di riforme: in particolare, diede vita ad un’importante riforma agraria, che non riuscì però a portare gli effetti sperati. Egli inoltre ammodernò alcune leggi, tra cui l'abolizione dell'esilio, ma i suoi progetti furono stroncati dalla morte: fu infatti assassinato, al teatro di Kiev, il 18 settembre 1911 da Dmitryj Bogrov.
[modifica] La malattia dello zarevič Aleksej
Nicola II ebbe da Alessandra quattro figlie: le granduchesse Olga, Tatiana, Maria ed Anastasia. Solo nel 1904 nacque l'erede maschio, lo zarevič Aleksej (Alessio). Ma quest’ultimo era malato di emofilia, malattia probabilmente ereditata dalla bisnonna, la Regina Vittoria, che lo esponeva a pericolo di emorragia in seguito ad ogni minimo trauma. La malattia fu tenuta nascosta, e il principe costretto ad una continua sorveglianza.
La madre chiese allora aiuto ad un santone, Grigorij Rasputin, che sembrò riuscire a guarire lo zarevič: Alessandra fu da quel momento totalmente plagiata dal monaco, che influenzò non poco la politica dello zar. Rasputin fu assassinato da una congiura di nobili, formata tra gli altri dal granduca Dmitrij Pavlovič e dal principe Felix Jusupov, poco tempo prima della Rivoluzione di febbraio.
[modifica] L'abdicazione e la morte
La situazione precipitò infatti con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale: l'esercito russo, a causa di alcuni errori strategici, subì gravi sconfitte (Tannenberg, Laghi Masuri), in cui morirono quattro milioni di soldati. Il 23 febbraio 1917 a Pietrogrado il popolo insorse nuovamente, e la polizia zarista si schierò questa volta dalla sua parte: lo zar, che si trovava al fronte, fu informato dell'accaduto e spinto ad abdicare. Tornato a Pietrogrado, venne trattenuto nel palazzo di Carskoe Selo con il resto della famiglia. Ma in seguito alla Rivoluzione d’ottobre e alla salita al potere di Lenin, fu deciso il trasferimento della famiglia reale prima a Tobol'sk in Siberia, poi in una villa (la casa del mercante Ipat'ev) ad Ekaterinburg, sugli Urali. Qui, vista l'avanzata dell'Armata Bianca (l'esercito rimasto fedele allo zar) il soviet locale diede ordine di ucciderli, affidò il compito ad un commando guidato da Jakov Jurovskij, uomo appartenente alla Cheka.
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918 furono trucidati; Nicola, la moglie, la Zarina Alessandra d'Assia, i cinque figli, Olga, Tatiana, Maria, Anastasia, Alessio, e tre membri della servitù, la dama di compagnia Anna Demidova, il servo Trupp, il cuoco Kharitonov e al suo medico militare Dott. Botkin.
[modifica] Il ritrovamento dei corpi
Nel 1990 i corpi furono ritrovati, ed identificati con l'esame del DNA. Non furono però ritrovati i resti dello zarevič Aleksej e della Granduchessa Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione.
Il 16 luglio 1998 la famiglia reale fu inumata nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo in seguito ad un funerale di Stato. Nel 2000 furono canonizzati dalla Chiesa Ortodossa e dichiarati martiri.
[modifica] Bibliografia
- Henri Troyat, Nicola II. L'ultimo zar e la tragica fine dei Romanov, San Paolo Edizioni, 2001
- Elisabeth Hereshi, Nicola II. Vita e morte dell'ultimo imperatore di Russia, ECIG, 1994
- Edvard Radzinsky, L'ultimo zar. Vita e morte di Nicola II, Baldini Castoldi Dalai Edizioni, 2001
[modifica] Collegamenti esterni
- 1917.org Il sito della Rivoluzione d'Ottobre
- Sito dedicato ai sette martiri della famiglia Romanov
- Cronaca dell'omicidio della famiglia reale di Leon Trotsky
- Sito dedicato allo sterminio della famiglia reale (in inglese)
Predecessore: Alessandro III |
Imperatore e zar di Russia dal 1894 al 1917 |
Successore: abolizione della monarchia e proclamazione del Governo provvisorio guidato da Principe Lvov |
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