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Storia di Pescara - Wikipedia

Storia di Pescara

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La storia di Pescara è poco conosciuta ed alcuni momenti del passato sono ancora avvolti nell'oscurità. Non di meno, le origini della città sono antiche e legate alla posizione geograficamente favorevole come raccordo delle vie di comunicazione tra l'antica Roma e l'area dell'Adriatico. Nei secoli successivi, l'importanza della posizione strategica di Pescara ha sempre connotato lo sviluppo della sua vita economica e sociale, prima limitata alla funzione di baluardo di difesa militare e poi, dalla seconda metà del XIX secolo, connotata da una fiorente attitudine al commercio e di località di villeggiatura.

Indice

[modifica] Il primo insediamento

Probabilmente il primo insediamento avvenne nella zona collinare: dei recenti scavi sul Colle del Telegrafo nell'area a nord della città, sono stati riportati alla luce reperti risalenti a circa seimila anni fa. Risalgono invece a circa cinquemila anni fa i resti di un villaggio di agricoltori ritrovati in Fontanelle Alta, nella parte a sud del fiume Pescara.

Trabocchi, Porto di Pescara
Trabocchi, Porto di Pescara

[modifica] Pescara in epoca romana

Secondo alcuni studiosi, i primi abitanti di Pescara fondarono un villaggio sulle rive del fiume che in epoca romana fu chiamato Vicus Aterni e, successivamente gli fu attribuito il nome del fiume Aternum; nell'epoca romana si usava indicare Pescara anche con il nome di Ostia Aterni proprio per via del ruolo di centro nevralgico delle vie di comunicazione. Infatti, con il nome Ostia Aterni si indicava lo sbocco della strada Consolare n.5, Tiburtina Valeria, che collegava Aternum a Roma. Altri ritengono che il nome di Ostia Aterni si riferisse, invece, ad un piccolo insediamento situato su un'isoletta alla foce del fiume, che si presume fosse a delta. Nella città furono costruiti alcuni importanti edifici pubblici e privati. Si sa che nel centro abitato erano stati edificati diversi templi tra cui quello dedicato a Giove Aternio. Alcune testimonianze, ci informano poi dell'esistenza, in Aternum, del culto della dea Iside. Nel libro di Giuseppe Quieti "Pescara antica città", si da conto della esistenza di un ponte monumentale costruito per volontà dell'imperatore Tiberio che volle anche rimodernare l'importante porto, per gli scambi commerciali con l'oriente e, probabilmente, per scopi militari.

[modifica] Dalla caduta dell'Impero Romano all'anno 1000

Con la caduta dell'Impero Romano e l'avvento dei barbari, anche la storia di Aternum diventa oscura, come quella di gran parte delle città minori. All'epoca dell' invasione dei Longobardi, tuttavia, si sa che Aternum aveva un vescovo è ciò a dimostrazione della sua sufficiente importanza. Infatti, si sa della storia del vescovo Cetteo attuale patrono della città che, accusato dai Longobardi di essere complice dei Greci cristiani, fu fatto precipitare dal ponte marmoreo con una pietra legata al collo (13 giugno 597). Si hanno scarsissime notizie dei secoli successivi.

[modifica] 1001-1100: origini del nome

Intorno all'anno 1000, Aternum cambia il suo nome e diviene Piscaria con riferimento, sembra, alla pescosità della zona ed il fiume viene chiamato Piscarius; il villaggio finiva tra le pertinenze dell'Abbazia di Montecassino. L'insediamento pur distrutto e ricostruito più volte,riveste sempre grande rilievo per la sua posizione strategica e per le sue robuste difese militari. Nel 1095 Piscaria era ricca di monumenti e chiese, tra le quali le Chiese di San Salvatore, Santi Legunziano e Domiziano, San Tommaso Apostolo, San Nicola e di Santa Gerusalemme, i cui basamenti sono stati recentemente riportati alla luce di fronte all'attuale Cattedrale di San Cetteo.

Secondo un'altra teoria, la città avrebbe preso il nome dal fiume Pescara, il quale, sgorgando dal cuore della montagna in corrispondenza delle Gole di Popoli, trarrebbe la sua denominazione dall'antico termine osco-umbro "pesco", il cui significato è quello di "roccia".

Porto di Pescara
Porto di Pescara
Il Gran Sasso dal porto turistico
Il Gran Sasso dal porto turistico

[modifica] 1101-1400

Nell'anno 1140 Pescara fu conquistata da Ruggiero, re normanno di Napoli, che fece eseguire diverse opere, tra le quali il restauro del porto. Gli anni successivi furono caratterizzati da molteplici devastazioni della città: sia per eventi naturali e sia perché Piscaria era sempre preda di attacchi da parte degli eserciti dei signorotti locali e potentati del tempo- come nel 1290 da Ottone IV. Si tratta di un periodo molto difficile nel quale le sorti della cittadina sono legate al continuo succedersi di nuovi padroni del territorio. Il Quieti riferisce di diversi signori, tra cui Rainaldo Orsini, Luigi di Savoia e quel Francesco del Borgo, detto Cecco del Cozzo, vicario di Ladislao di Napoli, che nel 1409 fece ricostruire la cittadella e la torre in mezzo alla piazza e che fu ricordato come uomo saggio e virtuoso.

[modifica] 1401-1500

Il XV secolo è caratterizzato dal dominio del territorio dei D'Avalos d'Aquino che terranno quello che poi divenne il marchesato di Pescara per diversi decenni, pur se con diverse interruzioni. Nel 1435 e nel 1439 la città fu conquistata dal capitano di ventura napoletano Giacomo Caldora. Nel 1447 e poi nel 1482, subì gli attacchi e le razzie dei Veneziani. Nel 1509, Vittoria Colonna acquisisce il titolo di marchesa di Pescara, sposando Fernando Francesco d'Avalos. Nel 1528 Pescara fu espugnata da Odet de Foix, visconte di Lautrec e maresciallo di Francia. Ma la reazione dell'imperatore spagnolo Carlo V non tardò ad arrivare e i D'Avalos si riappropriarono del marchesato di Pescara.

[modifica] 1501-1700

Con la stabilizzazione del potere politico, comincia un nuovo e fiorente periodo della storia della città, soprattutto per la sua posizione strategica. Il duca d'Alba Ferdinando Alvarez di Toledo, viceré di Filippo II di Napoli, decise di accrescere le difese marittime e terrestri della cittadina attraverso la realizzazione della grande fortezza, di una torre e di un castello. Oggi, di questa imponente struttura, resta in piedi solamente la caserma borbonica col Bagno Penale- attualmente sede del Museo delle Genti d'Abruzzo dedicato alle testimonianze storiche della presenza dell'uomo nella regione a partire dal Paleolitico. Nel 1566, la fortezza fu oggetto di un terribile assalto portato dalle 105 galee dell'ammiraglio ottomano Pialy Pascia'. Ma la fortezza non fu presa, anche per il decisivo contributo del valoroso condottiero, Giovan Girolamo II Acquaviva d'Aragona, duca di Atri, il quale organizzò la resistenza del bastione e respinse gli attacchi costringendo gli aggressori alla fuga. Questi si accanirono, allora, contro Francavilla, Ortona e Vasto che subirono distruzioni e saccheggi.

[modifica] 1701-1800

Agli inizi del Settecento Pescara contava circa tremila abitanti. Era stata istituita la Università di Pescara che comprendeva anche "Villa del Fuoco", una frazione dell'attuale terriotorio comunale. L'Università era governata da un Camerlengo: tale assetto amministrativo durò per tutto il Settecento.

La fortezza fu ancora oggetto di tentativi di conquista. Nel 1707 fu attaccata dagli austriaci del conte Wallis e, a difenderla, c'era un altro Acquaviva duca di Atri, Giovanni Girolamo II, che resistette eroicamente per due mesi prima di capitolare. Il Regno di Napoli e la cittadina di Pescara passano agli austriaci, ma già nel 1734, la fortezza viene nuovamente assediata dagli spagnoli di Carlo di Borbone e, dopo una cruenta battaglia, cede alle truppe comandate dal duca di Castropignano.

[modifica] 1798-1807

Con l'avvento della Repubblica francese, la fortezza di Pescara è conquistata, nel dicembre del 1798, senza spargimento di sangue, dal Generale Duhesme ed inizia così la breve stagione della Repubblica Napoletana (1798-1799). Al suo arrivo a Pescara, il generale Duhesme aveva organizzato la sua legione nominandone a capo il cittadino Ettore Caraffa conte di Ruvo, protagonista della Repubblica Napoletana assieme al pescarese Gabriele Manthoné, il quale seppe organizzare una valorosa resistenza alla reazione borbonica del 1799. L'ennesimo assedio alla fortezza fu vittoriosamente portato a termine da Giuseppe Pronio detto il Fra Diavolo abruzzese, agli ordini del cardinale Fabrizio Ruffo fedele ai Borboni. Nei primi anni del 1800 Pescara venne occupata nuovamente dai francesi e costituì un importante bastione militare del regno di Giuseppe Bonaparte.

[modifica] 1807: la divisione del borgo

Intanto, nel 1807 Castellammare Adriatico, sulla sponda nord del fiume (che allora contava circa 1500 abitanti), diventa comune autonomo aggregato al circondario di Città Sant'Angelo. La scelta della separazione fu conseguenza di una discordia storica tra le due sponde del fiume e rispondeva alla riforma amministrativa del Regno voluta da Giuseppe Bonaparte, che dopo la legge 132 dell'8 agosto 1806 "sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno", con la successiva legge 211 del 18 ottobre 1806 ordinava la formazione dei decurionati e consigli provinciali e distrettuali e la sostituzione della figura del Camerlengo con quella del Sindaco. La divisione fu problematica, sopratutto perché il nuovo comune di Castellammare Adriatico (sponda settentrionale del fioume) non intendeva farsi carico di nessuno dei debiti della vecchia amministrazione dell'Università di Pescara; inoltre, si creò un problema di immagine per il comune di Pescara (sponda meridionale del fiume), che ospitava una intera guarnigione dell'esercito e che, allo stesso tempo, si vedeva comprimere il proprio ruolo a livello locale: per questi motivi il comune di Pescara spingeva per la riunificazione dei due comuni. Una comunicazione del Ministero dell'Interno del Regno del 17 gennaio 1810, negò tale possibilità e ciò costrinse i due comuni a trovare un accordo sulla ripartizione dei debiti (1811). Ma la rivalità rimase molto accesa, tanto che ci sono testimonianze di interventi della guarnigione militare per evitare la degenerazione delle scaramucce in vere e proprie battaglie.

Piazza Unione:l'imbocco del centro storico
Piazza Unione:l'imbocco del centro storico

[modifica] 1811-1899

Nel 1814 Pescara fu tra le città protagoniste dei moti carbonari contro Gioacchino Murat, re di Napoli. La scelta di dare luogo all'insurrezione proprio a Pescara era dovuta all'intenzione dei rivoltosi sia di conquistare la fortezza, che aveva una grande importanza strategica, sia di conquistare il bagno penale per poter liberare i tanti patrioti ivi rinchiusi. Il Quieti, nel suo "Pescara antica città", afferma che fu a Pescara e non a Rimini che Murat firmò, il 12 maggio del 1815, la prima delle costituzioni italiane del Risorgimento.

A questi eventi seguì la durissima repressione borbonica: infatti, l'esercito borbonico intervenne con un imponente schieramento di forze contro cui i carbonari abruzzesi nulla poterono. Da allora, la repressione fu simboleggiata dal bagno penale di Pescara. Si trattava di un carcere tristemente famoso per le condizioni disumane con cui venivano trattati i detenuti, in buona parte patrioti abruzzesi: drammatica fu l'alluvione dell'ottobre del 1853 che investì il carcere causando la morte per annegamento degli internati del bagno penale. Tra coloro che furono rinchiusi in quello che veniva chiamato il "sepolcro dei vivi" fu anche e Clemente De Caesaris, una figura centrale del risorgimento meridionale, che, liberato per ordine di Giuseppe Garibaldi, prese possesso,nel 1860,della città e della fortezza. Nello stesso anno, Vittorio Emanuele II, in viaggio per l'incontro di Teano con Giuseppe Garibaldi, giungendo sull'attuale Colle del Telegrafo, da cui si dominava il territorio dell'attuale città, fu sentito esclamare: "Oh che bel sito per una grande città...". il 12 marzo del 1863, nasceva a Pescara Gabriele D'Annunzio. Nello stesso anno, e precisamente il 16 maggio del 1863, alla presenza del re Vittorio Emanuele II, fu inaugurata la stazione ferroviaria di Castellammare, sulla linea adriatica e nel 1867 l'antica fortezza venne smantellata: si tratta di due eventi fondamentali per lo sviluppo della città, che abbandona il suo ruolo di bastione militare in favore di una definitiva vocazione per il commercio e le attività economiche in genere.

Castellammare e Pescara appartenevano, rispettivamente, alla provincia di Teramo e a quella di Chieti.

La fine del secolo fu fortemente caratterizzata dalla presenza politica e culturale di Leopoldo Muzii, personaggio controverso ma di grande carisma e peso decisionale, il quale, da sindaco della città di Castellammare Adriatico, fece approvare del 1882 il primo piano regolatore. Fu un momento molto importante per l'evoluzione urbanistica e culturale di Pescara, in quanto fu il primo forte tentativo di attenuare il disordine urbanistico e, sopratutto, di limitare le ambizioni dei privati rispetto agli interessi pubblici. Il risultato concreto della politica di Muzii fu la costruzione di un nuovo acquedotto, di strade nuove, la creazione delle prime linee di illuminazione pubblica. Nello stesso periodo fu completato e potenziato il porto canale. In questa fase, la città cresce vivendo di commercio e di turismo, facilitati dalla presenza della stazione ferroviaria e dal ridente e scanzonato aspetto e tenore di vita della città, che era rinomata come una colonia balneare. Al di la di queste attività, erano poche le iniziative economiche di altro genere.

[modifica] I primi anni del '900

Agli albori del XX secolo,la popolazione dei due comuni che componevano l'attuale Pescara ammontava a circa 8.923 abitanti (censimento del 1903).La propensione al turismo balneare si consolidò e nel 1905 gli alberghi di Castellammare Adriatico ospitavano circa 4.000 turisti. Nella città iniziavano a trovare spazio diverse aree per mercati di tessuti e di generi alimentari. Inoltre il comune della sponda nord del fiume viveva un momento di grande trasformazione urbanistica sopratutto in seguito al graduale recupero ad uso civile dell'area dell'ex fortezza.

Inoltre, la rivalità tra le due sponde del fiume scemò, mentre autmentavano la concordia e la comunione di intenti per promuovere iniziative di sviluppo: sopratutto il potenziamento del porto canale fu motivo di collaborazione delle due amministrazioni. Quando l'On.Carlo Mezzanotte, deputato di Chieti, nell'estate del 1908 presentò alla camera una proposta di legge per la fusione dei due comuni di Pescara e Castellammare Adriatico, si levarono forti proteste: tali proteste, però, non furono sollevate per la contrarietà all'idea di fusione quanto perché la proposta prevedeva l'annessione di Castellammare Adriatico nella Provincia di Chieti. Già si pensava all'unificazione delle due cittadine ed alla elevazione a provincia.

Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, Castellammare Adriatico ha subito un bombardamento aereo da parte di aeroplani dell’aeronautica austriaci, che tentavano di colpire la linea ferroviaria. Le vittime di tale tragico evento sono ricordate ancora oggi da una lapide, apposta presso l’attuale numero civico 253 di Corso Vittorio Emanuele II, a Pescara. Nello steso anno, (1917) e nel pieno della guerra, il Ministero della Guerra autorizzò l’adibizione, in via provvisoria, di un campo di aviazione che fu approntato lungo la Via Tiburtina e provvisto di due aerei da combattimento, per fornire all’intera area una forza di reazione area a prevenzione di eventuali ulteriori attacchi. Tale atto costituisce l’atto di nascita dell’aeroporto di Pescara che allora era solamente una pista di atterraggio usata a scopi militare e denominata «Campo di Fortuna».

La nave di Cascella notturna
La nave di Cascella notturna
La nave di Cascella
La nave di Cascella

[modifica] 1918-1926: il primo dopoguerra

Subito dopo il primo conflitto mondiale si verificò un evento molto importante in favore della unificazione dei due comuni: il 30 novembre del 1918 i due consigli comunali si riunirono nello stesso momento e votarono lo stesso ordine del giorno e si impegnarono ad adoperarsi per chiedere al Governo di decretare la fusione dei comuni e di adoperarsi affinché la nuova città fosse chiamata "Aterno". Negli anni seguenti le due amministrazioni collaborarono per perorare la causa della fusione: ma decisivo fu l'impegno di Gabriele d'Annunzio che il 16 maggio del 1924 scrisse a Mussolini una lettera nella quale chiedeva la fusione delle due città e la elevazione a capoluogo di provincia. Con lo stesso intento operava l'allora ministro abruzzese Giacomo Acerbo.

Dal punto di vista economico la città presentava delle nuove linee di sviluppo. Infatti, il turismo continua a fiorire e i bagni di Castellammare Adriatico diventano meta turistica famigerata in tutta Italia. Ma nell'area dell'attuale città, si iniziavano a vedere i primi opifici e le prime attvità di tipo industriale. Inoltre, il porto stava incominciando ad acqusire maggiore importanza ed i volumi di traffico commerciale si facevano sempre più ingenti. Nel 1923 venne completato l'acquedotto per portare l'acqua potabile in tutte le aree della dell'attuale città.

[modifica] 1927: Pescara riunificata e capoluogo di provincia

Dopo 110 anni di divisione, il 2 Gennaio del 1927, venne finalmente firmato il decreto di unificazione e di costituzione di Pescara e la sua elevazione a Provincia. A favore del provvedimento sono state decisive la forte spinta popolare e, soprattutto, l'autorità politica del ministro abruzzese Giacomo Acerbo e il prestigio morale di Gabriele D'Annunzio.

Nello stesso anno, venne fondato ufficialmente l'aeroporto di Pescara, allora prevalentemente usato dalla regia areonautica, che fu denominato il «Campo di Fortuna di Pescara, in Provincia di Chieti».

Porto di Pescara
Porto di Pescara

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[modifica] 1928-1940: il periodo fascista

Dopo la unificazione e l’elevazione a capoluogo di Provincia, la città è protagonista di un forte sviluppo edilizio con la costruzione delle nuove sedi di tutte le pubbliche amministrazioni, di scuole e mercati. A tutt'oggi, diversi sono i palazzi ad uso pubblico costruiti in quel periodo (tra i quali il Palazzo del Comune, il Palazzo della Provincia, l'allora Palazzo della Prefettura e diverse scuole della città).

L'allora aeroporto della città, il «Campo di Fortuna di Pescara, in Provincia di Chieti cambiò nome con decreto ministeriale 25 giugno 1928 e venne denominato, per volontà del d’Annunzio, «Pasquale Liberi», un aviatore abruzzese.

[modifica] 1940-1945: la Seconda Guerra Mondiale

Per approfondire, vedi la voce Bombardamento di Pescara.

Il 31 agosto ed il 14, 17 e 20 settembre del 1943 nel pieno della seconda guerra mondiale, Pescara è stata oggetto di pesanti bombardamenti da parte delle forze alleate che hanno causato la morte di almeno 3000 persone (varie fonti indicano anche un numero di 6000 caduti) e tutta la parte della città a nord del fiume fu rasa al suolo quasi totalmente. Inoltre, Pescara dovette subire le razzie e la distruzione delle strutture portuali, fabbricati, strade, ponti e uffici pubblici da parte dell'esercito tedesco in ritirata. Per questi motivi l'8 febbraio del 2001, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha conferito alla città la medaglia d'oro al merito civile.

Il 10 giugno 1944, gli Alleati e le forze del CIL liberarono Pescara, coadiuvate dalla divisione Nembo del Battaglione S. Marco e da truppe indiane.

La stazione di Pescara Centrale
La stazione di Pescara Centrale

[modifica] 1946-2000

Nel dopo guerra, Pescara ha conosciuto un notevole sviluppo. Già nel 1951 la città ha raggiunto il numero di 65 mila abitanti, dilatando l'area urbanizzata ed occupando massicciamente lo spazio tra la ferrovia e la linea del mare. Nel dopoguerra, la città è cresciuta, mostrando una straordinaria vitalità nel campo dei commerci ed anche dell'industria. In meno di vent'anni, dal '51 al '71, Pescara ha raddoppiato il numero degli abitanti - contrariamente alle altre città abruzzesi - ed ha conosciuto un boom edilizio di grandi proporzioni.

Importante evento per lo sviluppo della città è stata la realizzazione della nuova Stazione di Pescara Centrale inaugurata nel 1988. L’apertura della nuova stazione ha significato molto dal punto di vista urbanistico poiché l’intera linea ferroviaria è stata trasferita su una sede sopraelevata e priva di intersezioni con le strade della città, così liberandola dai passaggi a livello.

Dal punto di vista politico, dopo una prima fase di amministrazioni di sinistra, governate da Italo Giovannucci e Vincenzo Chiola (espressioni di maggioranze Pci-Psi), a partire dal 1956 la città è stata governata ininterrottamente dalla Democrazia cristiana e dai suoi alleati fino al 1992, quando la coalizione dei Progressisti, guidata dall'indipendente di sinistra Mario Collevecchio, batté una lista civica di ispirazione Dc-Psi. Ma dopo una esperienza di governo di appena otto mesi, le elezioni furono annullate e nella tornata elettorale successiva ha vinto la coalizione di centro-destra, capeggiata dal sindaco Carlo Pace che ha governato la città per due mandati e fino al 2003.

Veduta notturna
Veduta notturna

[modifica] dal 2001 in poi

Attualmente, l'amministrazione di centro-sinistra, eletta nelle elezioni del 2003, sta cercando di modificare in modo molto deciso l'impianto urbanistico della città. Oggi Pescara è al centro di un'area metropolitana. Le amministrazioni degli ultimi anni hanno cercato di assecondare questo ruolo, sia dal punto di vista urbanistico, cercando di costruire le infrastrutture di mobilità opportune- per lo più ancora in corso di realizzazione-, sia dal punto di vista della pianificazione dei servizi, che vengono offerti a ridosso dei confini della città- come centri commerciali, cinema, palestre, la motorizzazione civile-, ma al centro dell'area metropolitana. Infatti, vista dall'alto offre l'immagine di una T o, si dice, anche della fusoliera di un aereo. Dalle foce del fiume, dalla vallata che parte ai piedi di Chieti, punta sul mare, si allarga con le ali sulla riviera, a nord verso Montesilvano, a sud verso Francavilla al Mare. Pescara si trova al centro di un'area metropolitana che comprende anche i comuni di Chieti, Montesilvano, Francavilla al Mare, Silvi, Spoltore, e di San Giovanni Teatino e conta circa 300.000 abitanti.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Bibliografia essenziale sulla città di Pescara (ordine cronologico)

  • Luigi Battaglini, La provincia dannunziana, la provincia, il comune e la città di Pescara, i comuni minori, Milano, Arti grafiche Alfieri & Lacroix, stampa 1936;
  • Paolo Avarello, Aldo Cuzzer, Francesco Strobbe, Pescara, contributo per un'analisi urbana, Roma, Bulzoni, 1976;
  • Raffaele Colapietra, Pescara, 1860-1927, Pescara, Costantini, 1980, e successiva edizione in due voll.;
  • La citta, le idee : Pescara nelle interviste a cinque architetti, a cura di A. Carnemolla e C. Pozzi, L'Aquila, M. Ferri, 1981;
  • Luigi Lopez, Pescara: dalla Vestina Aterno al 1815, L'Aquila, Deputazione Abruzzese di Storia Patria, 1985
  • Luigi Lopez, Pescara, dalla restaurazione al 1860, L'Aquila, Deputazione Abruzzese di Storia Patria, 1990;
  • Soprintendenza archivistica per l'Abruzzo, Era Pescara, immagini di storia della città, Pescara, 1993;
  • Orlando Serra, Storia di Pescara e cultura universale, dal 1500 a.C. al 1995 d.C., Pescara : Landoor Harres, 1995;
  • Soprintendenza archivistica per l'Abruzzo e il Molise, Pescara: città, provincia, documenti e curiosità d'archivio sulle origini di una nuova istituzione, 1901-1927, Pescara : Sovrintendenza archivistica per l'Abruzzo, 1997;
  • Federico Valeriani, Racconti della memoria di una Pescara dannunziana, Pescara, F. Valeriani, 1997

[modifica] Voci correlate

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