Teresa di Lisieux (il dibattito)
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Il dibattito su Teresa di Lisieux o anche Teresa di Lisieux dopo la morte tratta appunto di come sia potuta accadere la trasformazione di Thérèse Martin in Teresa di Lisieux e poi ancora in Santa Teresa di Lisieux giungendo infine al Dottore della Chiesa Santa Teresa di Lisieux. Ma non solo, verrà anche trattato tutto il dibattito culturale in genere anche quello extra-religioso che l'hanno riguardata nel bene come nel male, quindi beninteso anche le critiche, compreso quelle che ad alcuni dal loro punto di vista possono sembrare blasfemie poichè in questo dibattito sono intervenuti anche atei, materialisti, anticlericali più o meno radicali e insomma il mondo non è un monolite quindi non a tutti "la santa delle rose" sta simpatica tanto che a taluni addirittura fa rivoltare lo stomaco come hanno scritto a torto o a ragione. E siccome la ragione non sta mai tutta da una parte sola ma è il prodotto della dialettica dell'esistente qualche cosa di vero seppur minima ci deve pur essere nelle loro critiche. Negarle semplicemente significherebbe trasformare il dibattito su un cadavere invece che su un vivente.
[modifica] Il dibattito su Thérèse Martin (1897 -2007)
Sommario: Simultaneamente alla diffusione di questo e altri scritti minori e al suo innalzamento in prestigio all'interno della chiesa cattolica: beata, santa ed infine dottore la sua figura è stata oggetto di dibattito nel mondo culturale in genere e non solo teologico.
Ne è una più che eloquente dimostrazione il fatto che a partire dalla stessa autorevole rivista Imago diretta da Sigmund Freud, la psicoanalisi se ne è occupata, anche se tale interessamento è passato inosservato rispetto al clamore che si faceva sulla sua figura soprattutto in quegli anni all'interno della chiesa.
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Per approfondire, vedi la voce Teresa di Lisieux e la psicoanalisi. |
Oltre alla psicoanalisi si sono occupati di lei anche esponenti del movimento femminista. Simone de Beauvoir stessa la cita, proprio in relazione al suo trasporto erotico per Gesù di Nazareth, in quel classico della cultura femminista che è Il secondo sesso (1948). A tutto questo va aggiunto che Thérèse stessa non ha mancato di manifestarsi in questi più di cento anni che ci separano dalla sua morte, in presunte apparizioni di ordine paranormale.
Recentemente uno dei più famosi storici del misticismo, Elémire Zolla, nella sua vasta Storia del misticismo non ha parlato di Thérèse. Alcuni cattolici, risentiti di ciò, si chiedono polemicamente se è per un "limite" di Thérèse, non in grado di figurare accanto a coloro che tradizionalmente vengono considerati grandi mistici, o se invece è solo una "svista" o, peggio ancora, un "limite di visione" dello storico.
A questo dibattito, che ha recentemente tagliato il traguardo di un secolo di durata, hanno partecipato, direttamente o indirettamente, suscitando interesse o semplice curiosità per la figura di Thérèse, non solo personalità del mondo della religione, ma anche artisti, intellettuali, politici e finanche criminali(la cosa non deve sorprendere, al proposito intendiamo riferirci in particolare alla clamorosa condanna a morte per ghigliottina eseguita nel 1957 di Jacques Fesch, ormai prossimo, anche lui, su richiesta di gran parte del popolo cattolico, alla gloria degli altari, quale grande amico (in senso spirituale) di Teresa di Lisieux. Egli infatti disse, poco prima della esecuzione: «Io tendo una mano alla Vergine, e l'altra alla piccola Teresa; in tal modo non corro alcun rischio, ed esse mi attireranno a sé per consegnarmi al piccolo Gesù per l'eternità»)
[modifica] Le disavventure dei suoi scritti autentici
[modifica] La mistificazione
Un necrologio. E' infatti con un necrologio che comincia questa seconda parte della vita di Teresa di Lisieux. Nel settembre 1898 primo anniversario della morte della giovane monaca questo necrologio fu dato alle stampe e distribuito soprattutto ai carmeli di Francia e pochi altri. Fu questo il vero atto d'inizio che innescò tutto quello che quì di seguito verrà documentato.
Tuttavia malgrado la grande popolarità che Thérèse Martin - ormai maggiormente conosciuta come Santa Teresa di Lisieux - ebbe già da subito dopo la sua morte (avvenuta nel 1897), fu soltanto a partire dal 1957 che si cominciò a lavorare alla pubblicazione critica dei suoi scritti, in parte precedentemente censurati, se non manomessi, da chi ne aveva curato le pubblicazioni. Manipolazioni che snaturavano la vera figura di Thérèse Martin accreditandone una falsa immagine. Tale lavoro di recupero e di demistificazione è stato portato a termine nel 1973 con la prima edizione critica del centenario.
A distanza di venti anni da quella prima edizione, nel 1992 esce la nuova edizione critica del centenario in otto volumi delle opere complete di Thérèse Martin.
[modifica] Le traduzioni in italiano
È negli anni 1904-1907 che "Storia di un'anima" viene per la prima volta tradotta in italiano e pubblicata a puntate in una rivista cattolica di Milano "Il Carmelo" ma già allora la priora di Lisieux in carica, Suor Maria Angela di Gesù Bambino, informerà con questa nota il Postulatore Generale dell'Ordine Carmelitano:
A distanza di 80 anni da quella prima segnalazione, nel 1984, la studiosa laica di Teresa di Lisieux Ida Magli (cattedra di Antropologia Culturale all'Università di Roma) tuttavia era costretta a mettere in guardia l'ignaro lettore degli scritti della mistica francese che:
[modifica] La demistificazione
Per una maggiore intelligibilità di quanto segue, premettiamo che Jean François Six è un padre carmelitano, noto per essere, oltre che un profondo conoscitore della vita e dell'opera di Thérèse, anche per essere una sorta di difensore a oltranza della memoria della vera e autentica Thérèse, senza nulla concedere a quelli che si accontentano delle mezze verità sulla mistica carmelitana. Taluni, di questo carmelitano-scrittore hanno scritto che "restaurare il vero volto di Thèrèse è una ossessione che l'ha condotto, nei suoi libri, a svolgere un'inchiesta quasi poliziesca".
Orbene, quando esce quindi questa nuova edizione delle opere complete, diversamente da molti estimatori della santa, Jean-François Six si dichiara non ancora soddisfatto e chiede il ripristino totale e chiaro della vera e autentica mistica carmelitana senza inquinamenti di sorta.
Sul giornale "Le monde" del 25 dicembre 1992 appare un suo articolo in proposito che riportiamo in sintesi perché fa il punto dellla situazione di tutta la questione.
Dopo aver brevenente accennato ai non meno dei 7000 ritocchi ai testi autentici della mistica e al fatto significativo che già nel 1948 un grande erudito come l'Abbé Combes veniva allontanato dal carmelo di Lisieux per le sue richieste di pubblicazione dei testi autentici a cui Madre Agnese continuò a opporsi fino all'ultimo, conclude che in questa maniera si è abusato e ingannato il popolo cristiano che in buona fede si avvicinava alla spiritualità rivoluzionaria di Thérèse. E porta esempi di taluni che si sono fin anche rivoltati di fronte alla "zuccherosità" di questa falsa Thérèse.
Ma veniamo ai giorni nostri:
- "Si sarebbe preferito che questa nuova edizione del centenario partecipasse radicalmente del coraggio che Thérèse ha manifestato nella vita e nei suoi scritti. Ma non è questo il caso" lamenta J.F. Six.
E dicendo questo si riferisce in particolare all'aggiunta come fossero scritti suoi, di testi tramandati oralmente, cioè ben tre degli otto volumi.
Ritiene che "diffondere testi spirituali falsi è un atto criminale".
Comunque sia bisogna stare attenti a non eccedere nell'altro senso e cioè demonizzare Pauline/madre Agnese che Thérèse definiva "doppiamente madre". Del resto lo stesso J.F. Six ha parole di comprensione per Madre Agnese in questi termini:
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«[Nel]dramma di Lisieux esiste un problema doloroso ma che non si può nè si deva nascondere, il problema di una famiglia, quello della famiglia Martin, molto provata prima dalla morte della madre poi da quello dell'infermità mentale del padre, la quale famiglia si costituisce altrove, al carmelo di Lisieux.
Madre Agnese si è assunta l'incarico di capo famiglia e in quanto tale ha voluto difendere e promuovere la sua famiglia e in particolare Thérèse che era la minore delle sorelle Martin. Ma madre Agnese era segnata da una propria spiritualità, mentre Thérèse ha vissuto tutta un'altra esperienza. Madre Agnese era segnata da una situazione storica: lo zio Guerin, sostituto del padre, era discepolo di Drumont, notorio antisemita, e madre Agnese nel 1937 insisterà molto, presso il cardinale Pacelli, futuro Pio XII, perché venisse ritirata la scomunica che aveva colpito l'Action Française. "C'è una lunga corrispondenza tra Charles Maurras e madre Agnese che bisognerà ben pubblicare un giorno". |
(Articolo di J.F.Six su Le monde" del 25 dicembre 1992)
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Conclude J.F. Six:
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«Questa nuova edizione del centenario dimostra che Thérèse non è stata ancora affrancata dalla sua famiglia e da questo clan che continua a volerci incitare a pensare a Thérèse secondo la vulgata riduttiva.
Si pensa di nominare Thérèse dottore della Chiesa (quando J.F. Six scrive Thérèse non era ancora stata riconosciuta dottore della chiesa), benissimo, ma che questo non sia un modo per, surrettiziamente, canonizzare invece che Thérèse, Lisieux e la famiglia Martin. Ciò che più conta, questa è l'opinione di J.F. Six, è di valorizzare la reale teologia di Thérèse, la sua esperienza, il suo itinerario spirituale straordinario, e che tutti e non solo i cristiani, ma tutti gli uomini e le donne di oggi, di tutte le convinzioni quali che siano, possano confrontarsi in verità, ai veri testi, alla vera Thérèse.» |
(Articolo di J.F.Six su Le monde" del 25 dicembre 1992)
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[modifica] La chiesa e Teresa
La sua chiesa (di Teresa di Lisieux), la chiesa cattolica, dapprima costretta dalle "voci dei popoli", per non essere sopravvanzata dalla base dei fedeli fa sua la devozione dei semplici cattolici ma in seguito alti esponenti del clero, gli stesi papi di questo secolo in prima fila, alcuni di più altri di meno o con accenti diversi, faranno propria la stessa devozione della gente semplice per la monaca di clausura di Lisieux.
Nel 1925 Teresa di Lisieux fu canonizzata da Papa Pio XI e due anni dopo dichiarata patrona dei missionari, anche se non si spostò mai dal suo convento.
Per rendere gli onori dovuti ad una combattente della causa, caduta nel fiore dei suoi anni, la Chiesa cattolica, erige una gigantesca basilica alla "piccola Thérèse" come lei amava essere chiamata.
In seguito, molti ma molti anni dopo, gli concederà anche la più alta onorificenza che questa sua chiesa può permettersi di concedere ad un essere umano: 32° dottore della chiesa.
Forse, data la grande stima che gli stessi papi nutrivano per la giovane carmelitana, questa onorificenza l'avrebbe potuta tranquillamente ottenere anche prima se non fosse stato per le pregiudiziali inerenti alle apparenze corporee di Thérèse: infatti era una donna.
[modifica] I coniugi Martin
Così come, nel trascorrere del tempo dalla morte di Thérèse è venuta aumentando la sua popolarità e la Chiesa l'ha insignita via via dei titoli di beata prima, poi santa, patrona delle missioni, patrona di Francia ed infine Dottore, così nel trascorrere del tempo da questa vicenda, la madre di Thérèse, Zelie Guerin (autrice di oltre 260 lettere scritte fra il 1860 e il 1874, molto interessanti per chi è interessato a capire la storia della famiglia di Thèrese) e suo padre Louis Martin hanno guadagnato sempre più in popolarità sino ad arrivare da poco ad essere riconosciuti Beati. Essi sono inoltre avviati verso il riconoscimento da parte del Vaticano della loro santità, malgrado un autorevole studioso di Thérèse - il carmelitano Jean François Six - abbia definito Louis Martin (non senza ragioni) un uomo "ozioso e padrone".
Louis Martin era di temperapento contemplativo, amava la solitudine, ed è indubbio che tra i due chi portasse veramente i pantaloni come si usa dire era Zelie ma a Louis gli stava bene e la lasciava fare poichè tanto Zelie faceva in modo che figurasse lui come il vero capo famiglia. Zelie infatti era una donna attiva, con spirito d'iniziativa molto socievole e in questo senso piena di vita.
Jean Francois Six studioso della vicenda non la pensa così su Zelie di cui dà un giudizio più severo e certamente Zelie probabilmente aveva un grande conflitto interiore in quanto doveva far collimare il suo vero essere con l'altrettanto suo vero anelito ad una dimensione religiosa della vita. E gli strumenti culturali-conoscitivi in loro possesso erano quelli che erano, anche se questo in un certo senso vale per tutti e non può essere una scusante ma certamente aiuta in qualche modo a spiegare la situazione esistenziale di questa famiglia in quel momento. Questo paesaggio interiore e interpersonale non la faceva essere così lineare ma conflittuata.
Non c'è da meravigliarsi comunque più di tanto di questi opposti giudizi se si pensa che in una intervista, uno dei padri che partecipava al processo per la canonizzazione di Thérèse, disse che non capiva tutto questo agitarsi per proclamare santa Thèrese quando, a suo parere, la sorella Pauline, divenuta priora del carmelo di Lisieux, aveva dimostrato di essere molto più santa di lei. Forse intendeva riferirsi alle sue capacità manageriali mentre Thérèse Martin in questa virtù certamente non eccelleva.
Alcuni studiosi di questa vicenda ritengono che dietro l'innalzamento dei coniugi Martin alla gloria degli altari vi sia una politica ben precisa da parte del Vaticano: il riproporre l'istituzione della famiglia quale valore indiscutibile e immodificabile.
[modifica] Le tesi/ipotesi di lettura più significative del percorso evolutivo della mistica di Lisieux
[modifica] Il superamento dei dualismi corpo-anima, spirito-materia
Questa è la lettura che fondamentalmente ne dà Jean Francois Six e che contrappone alla "lettura di Thérèse Martin secondo Madre Agnese" in cui accomuna tutte le interpretazioni dualiste, compresa la più moderna e aggiornata lettura elaborata dal vescovo di Lisieux, il carmelitano Guy Gaucher.
[modifica] Thérèse Martin femminista
In alcuni lavori di autori, si potrebbe portare come esempio "La piccola principessa di Dio" di Catherine Rihoit, si è voluto vedere in Thèrèse Martin una anticipatrice delle battaglie femministe di questo secolo, ma se è pur vero che negli scritti di Thèrèse Martin si possono trovare elementi rivendicativi in questo senso, tuttavia la dimensione in cui Thèrèse si muove e la prospettiva , se vogliamo usare questo termine "rivoluzionaria", verso la quale il pensiero e la pratica di Thèrèse Martin si dirige è molto più massimalista e radicale.
Di tutt'altro avviso è invece la nota antropologa Ida Magli che tratta Thérèse, almeno su questo argomento, alla stregua di una imboscata: di una che ha visto, che sa, ma che non agisce.
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«..è proprio nel viaggio a Roma che le sfugge un'unica osservazione sulla condizione delle donne, un vago accenno di 'femminismo', anche se soltanto perché le viene impedito di avvicinarsi concretamente, con quella partecipazione diretta che le è così abituale, ai luoghi mistici dove si recano i pellegrini. Si impazientisce, perciò, di fronte ai divieti claustrali.»
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(Ida Magli "Santa Teresa di Lisieux")
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«Mi è ancora impossibile capire perché le donne in Italia siano tanto facilmente scomunicate; ci dicevano ad ogni momento: "Non entrate qui...non entrate là, sareste scomunicate!...". Ah queste povere donne, in che poco conto non sono mai tenute!... Eppure sono più le donne che gli uomini ad amare il Buon Dio, e durante la Passione di Nostro Signore, furono le donne ad avere più coraggio degli apostoli, poiché sfidarono gli insulti dei soldati ed osarono tergere l'adorabile Volto di Gesù... È questa certamente la ragione per cui Egli permette che le accompagni su questa terra il disprezzo, visto che l'ha scelto per Sé stesso... Egli potrà dimostrare in Cielo, che i suoi pensieri non sono quelli degli uomini, poiché allora gli ultimi saranno i primi...Durante il viaggio, e non una volta sola, non ebbi la pazienza d'aspettare il Cielo per essere la prima...Un giorno, durante la visita a un convento di Carmelitane, non contenta di seguire i pellegrini nelle gallerie esterne, stavo camminando nel chiostro interno...quando all'improvviso vidi un anziano carmelitano che da lontano mi indicava di allontanarmi; ma io, invece di andarmene, mi avvicinai e, indicando i dipinti del chiostro, cercai di fargli capire con segni che erano belli. Certamente si rese conto, dai miei capelli sciolti sulle spalle e dal mio modo di fare, che ero ancora una bambina, allora mi sorrise con bontà e se ne andò vedendo che non si trovava davanti ad un nemico. Se avessi potuto parlargli in italiano, gli avrei detto che ero una carmelitana in erba, ma non mi fu possibile, a causa dei costruttori della torre di Babele.»
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(Manoscritto Autobiografico A - f.66 v°)
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Così commenta la Magli attivista femminista, le considerazioni, per lei, poco convincenti di Thérèse:
[modifica] Thérèse Martin anticlericale
![]() «Il faut que je m'arrete, si je continuais de parler sur ce sujet, je ne finirais pas!»
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![]() «Bisogna che mi fermi, perché se continuassi a parlare su questo argomento non la finirei più!»
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(Teresa di Lisieux, Manoscritto autobiografico A, f.56 v°)
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Può sembrare strano che si sia detto anche questo di Thèrèse Martin eppure in questi ultimi anni Claude Langlois, storico del cattolicesimo contemporaneo oltre che direttore dell'"Istituto Europeo in Scienze delle Religioni" presso l'università di Parigi, da studioso della mistica ha elaborato in un suo scritto, argomentandola, questa tesi che poi non è così sconvolgente come può sembrare a prima vista. Questa ipotesi di lettura vuole ancor più sottolineare uno degli elementi costituenti l'insieme degli scritti di Thèrèse là dove parla dei mediocri, o accenna al sale della terra divenuto insipido o ancora ai preti tiepidi.
Illuminante su questa accezione del termine usato dall'esegeta francese di Thèrèse è anche una intervista rilasciata al filosofo Jean Guitton dal cardinale Montini poi papa Paolo VI:
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«Nel corso del suo pellegrinaggio a Roma, Teresa aveva incontrato dei preti mediocri; invece di criticarli, aveva preso la decisione di situarsi non alla periferia, ma al centro, nel solo amore.»
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(Jean Guitton intervista papa Paolo VI)
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E il testo teresiano conferma pienamente la correttezza della suddetta interpretazione.
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«Compresi che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni, che era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi. Gridai: ho trovato il mio posto nella Chiesa, sarò l'Amore.»
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(Manoscritto B)
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Qualcuno ha voluto insinuare che nel gruppo di pellegrini c'era anche un giovane prete che travolto da una eccessiva simpatia per le due giovinette di cui forse lui stesso non ne era ben consapevole per tutto il corso del pellegrinaggio non aveva fatto altro che esagerare in premure e gentilezze verso le stesse mettendo talvolta in imbarazzo gli altri pellegrini per il suo fare così eccessivamente disinvolto e incontrollato ma il pensiero di Teresa va certamente al di là di questi semplici episodi contingenti e particolari poichè se il Dottore della Chiesa fosse stata avezza a dare peso a quello che altro non sono che semplici convenzioni oggi non sarebbe conosciuta per la sua profondità che invece l'ha sempre mossa a vedere oltre le mere convenzioni.
Comunque sia questo è il brano completo del "Manoscritto A" a cui nell'intervista ci si riferisce:
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«Nel corso del suo pellegrinaggio a Roma "La seconda esperienza che feci riguarda i preti. Non avendo mai vissuto da vicino con loro, non potevo comprendere lo scopo principale della riforma del Carmelo. Pregare per i peccatori mi affascinava, ma mi sembrava piuttosto strano pregare per le anime dei preti che pensavo più pure del cristallo!...
Certamente compresi la mia vocazione in Italia, ma non era il caso di cercare tanto lontano una così utile comprensione... Per un mese vissi accanto a molti santi preti e notai che sono pur sempre degli uomini deboli e fragili, anche se la loro dignità sublime li innalza al di sopra degli angeli...Se dei santi preti, definiti da Gesù nel suo Evangelo: 'il sale della terra', manifestano nel loro comportamento di avere un estremo bisogno di preghiere, che cosa bisognerebbe dire di quelli tiepidi? Gesù non ha forse ancora detto: 'Se il sale diventa insipido, con che cosa lo si salerà?' O Madre mia, che bella vocazione quella che mira a conservare il sale destinato alle anime! Tale è la vocazione del Carmelo, perché l'unica finalità delle nostre preghiere e dei nostri sacrifici è d'essere apostoli degli apostoli, pregando per loro mentre evangelizzano le anime con la parola e soprattutto con l'esempio...Ma debbo fermarmi qui; se dovessi continuare a parlare su questo argomento, non la finirei più!...» |
(Msc A f.56 r°)
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[modifica] Thérèse Martin antiautoritaria
Questa voce sul conto di Teresa di Lisieux fa la sua comparsa nel corso del processo per la sua beatificazione e santificazione e quindi contrariamente a quanto si potrebbe pensare non a suo favore tanto che gli poteva costare la successiva "gloria degli altari".
È infatti "l'avvocato del diavolo", un religioso preposto a questa funzione, ad accusare la giovane carmelitana di aver dimostrato con il suo comportamento di non tenere in gran conto il valore dell'autorità e con tale accusa riteneva di poter concludere che non era degna di figurare accanto alle altre figure che la chiesa nei secoli aveva onorato con tale titolo. Il succitato avvocato desumeva ciò dai documenti scritti in suo possesso e dalle testimonianze delle sue allieve novizie e delle altre religiose, quindi non solo ma in particolare soprattutto dal modo e dallo stile tutto personale con cui Thérèse ha esercitato la carica di maestra delle novizie allorché la priora gli affidò tale incarico di responsabilità che fu nei fatti suo appannaggio sino alla morte.
[modifica] La critica di Simone Weil a Teresa di Lisieux
La critica di Simone Weil filosofa e mistica a Teresa di Lisieux riguarda la concezione di Dio che è propria della carmelitana di Lisieux.
Simone Weil approda al cristianesimo a seguito di un’esperienza mistica incancellabile dopo un percorso di pensiero in un marxismo molto incline all’anarchismo e nell’impegno alla trasformazione rivoluzionaria della società come militante sindacale che sfoceranno nella partecipazione attiva alla guerra civile di Spagna in sostegno al governo anarco-comunista.
È evidente che ci troviamo di fronte a due donne completamente diverse come storia e anche per ciò che esse cercano nella dimensione religiosa della vita.
Teresa di Lisieux eredita la fede dai genitori, dalla famiglia e dal suo ambiente di nascita senza minimamente metterlo in discussione eccettuata la prova della fede che giunge negli ultimi diciotto mesi della sua esistenza. Nei confronti di questa eredità essa si limita a lavorarci sopra per trasformarla alla luce della sua sola viva ed intensa esperienza interiore molto meno solitaria di quanto forse sognava da bambina e le sue poesie scritte da adulta continuamente lo ribadiscono.
Dato questo background invece di Simone Weil, non sorprende se questa insiste maggiormente nel sottolineare una concezione dell’amore di Dio strettamente legato all’amore per il prossimo. Da questo punto di vista Simone Weil non poteva mostrarsi che molto critica nei confronti di questa giovane carmelitana in quanto a suo parere la piccola Teresa non riesce a concepire altro che un Dio personale che da Teresa viene compreso in una visione che a giudizio di Simone Weil si presenta troppo infantile. È proprio in questo che Simone Weil, la cui forte esigenza etica aveva sempre retto tutta la sua esistenza vede un limite di Teresa di Lisieux e della sua elaborazione di pensiero.
Benché la critica di Simone Weil a Teresa di Lisieux per alcuni autori sia imputabile ad una lettura non approfondita dei testi della "scienziata dell'amore" da parte della mistica cristiana proveniente dal mondo comunista, in un certo senso la critica di Simone Weil non fa altro che ribadire quanto anche esponenti autorevoli della chiesa cattolica pur riconoscendo i meriti di Teresa di Lisieux gli rimproverano:
- l'aver completamente ignorato i problemi di giustizia sociale proprio nel momento in cui la chiesa cominciava ad occuparsene sempre più.
- ma anche l'aver completamente eluso quelli inerenti al lavoro di riforma e rinnovamento della chiesa come istituzione.
Costoro danno per scontato che loro in quanto più moderni hanno una visione più ampia e quindi più realistica delle problematiche in gioco, viene tuttavia da chiedersi se denunciando questo aspetto di questa carmelitana di fine ottocento si evidenzia un suo limite, una ristrettezza della sua visione o forse senza volerlo si mette in luce una sua grandezza di visione così profonda e celata in parte a lei stessa da essere incomprensibile o "follia" come lei stessa diceva, non solo per il mondo secolare ma anche per il mondo della chiesa e dei suoi pesanti apparati burocratici e rituali che sebbene hanno una giustificazione storica come i genitori la possono avere per il loro bambino, perdono di senso quando il bambino diventa adulto e non ha più necessità di loro.
Teresa, non dimentichiamolo, si addormentava durante le preghiere in comune e alla fine della sua vita non gli riesce più di continuare a credere al "Buon Dio" mentre gli riesce ancora molto più facilmente di credere nei suoi amici "di carne ed ossa" ch'essa conosce bene: Gesù e i beati cittadini del Cielo. Vale a dire proprio quella comunità di Santi e Beati che hanno dato adito all'accusa rivolta alla chiesa cattolica da parte delle chiese cristiane protestanti in particolare, di aver abbandonato l'antica fede monoteistica di Abramo per un nuovo paganesimo di matrice cristiana.
Al di là di questo ormai secolare dibattito sulla teologia come scienza d'amore di cui la monaca carmelitana si è palesata maestra, resta comunque un dato certo, che questa simultaneamente piccola-grande mistica che non è riuscita (almeno in Terra) a far giungere a completa maturazione la sua ricerca spirituale ha lasciato comunque un segno indelebile che dà da pensare a quelli che hanno orecchi e cuore per indendere.
[modifica] Thérèse Martin e la tradizione filosofica orientale
Chi sostiene questa suggestione di lettura è John Wu intellettuale cinese convertitosi al cattolicesimo:
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«Che coraggiosa giovinetta, pensavo. [...] Domandai a Yuan se esisteva un libro più esplicito su santa Teresa. Mi diede la 'Storia di un'anima' che lessi avidamente e che mi fece un'impressione così forte [...] vi trovavo la sintesi vivente tra estremi opposti, come l'umiltà e l'audacia, la libertà e la disciplina, la gioia e la sofferenza, il dovere e l'amore, la forza e la tenerezza, la grazia e la natura, la saggezza e la follia, la ricchezza e la povertà, la comunità e l'individualismo. Questa santa sembrava riunire in sé il cuore di Budda, le virtù di Confucio e il distacco filosofico di Lao Tze. Ecco una giovane religiosa morta a ventiquattro anni e che è giunta a una tale perfezione! Quale era il suo segreto?»
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("La scienza d'amore" di John Wu-Ching-Hioung)
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[modifica] Dopo il mito della "santa delle rose" un nuovo mito?
Allineato a questo tipo di lettura è René Laurentin, mariologo, che ha al suo attivo il progetto di creazione del più grande archivio di tutte le apparizioni di Maria di Nazareth in questi duemila anni.
Orbene, René Laurentin si felicita che sia sorto, già a partire dal 1925 questa sorta di movimento di liberazione di Thérèse Martin dal mito che gli stava appiccicato di "Santa delle Rose" con tutti i fraintendimenti e le mistificazioni che ciò comportava nell'oscurare la vera fisionomia di questa donna reale in carne ed ossa con le sue luci e le sue ombre, ma ci mette in guardia che sta sorgendo una sorta di nuovo mito di Thérèse sostenuto da simpatizzanti che potremmo definire in certo qual modo "fanatici" di Thérèse, molto più colti e quindi spregiudicati, più moderni, aperti, che verso la borghesia di allora provano solo ripugnanza. In questi fautori di un nuovo mito di Thérèse, Laurentin cita come primo nome proprio il carmelitano Jean Francois Six che nella sua difesa intransigente e a oltranza della sua "sorella" carmelitana ha sparato con vemenza su tutti, senza guardare in faccia a nessuno, perfino contro il papà di Thérèse, Louis e la mamma Zelie, per non parlare poi delle sorelle di sangue di Thérèse e in particolare Pauline cioè madre Agnese. Basti dire che per J.F.Six l'ambiente di Thérèse era un "universo di morte" dove solo lei ha saputo portare la vita. E J.F.Six ha una formazione anche psicoanalitica. In parole povere la posizione di Laurentin è quella di chi mette in guardia dicendo pressapoco: - Sì, Thérèse non era la "Santa delle Rose" tutta buonina e zuccherosa che se attirava certi cristiani altri li faceva rivoltare e allontanare ma non è neanche quell'essere dalla statura così grande che da taluni viene presentata: un essere ancora inattuale. - Anche per Laurentin, Thérèse è un personaggio dalla statura eccezionale ma rimane comunque in grandissima parte figlia del suo tempo con tutti i limiti che ciò comporta. Ed elenca tutti i limiti di Thérèse che la rendono, almeno da questo punto di vista, per l'uomo di oggi, superata dal procedere storico delle cose.
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«Teresa, anche se le si tolgono tutti gli artifici che l'avevano costruita sul gusto dell'agiografia del tipo edulcorato «saint-Sulpice», appartiene certamente al suo secolo, condividendone il linguaggio, le immagini, l'eccessiva affettività.
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("Iniziazione alla vera Teresa di Lisieux" di René Laurentin.)
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[modifica] Una persona del tutto ordinaria
Inseriamo anche questa lettura della vicenda Térèse Martin, in quanto si è data di fatto nella realtà e va quindi annoverata tra le tante possibili letture che si possono dare di questa vicenda.
Come testimonia una delle sue compagne al carmelo, suor Anna del Sacro Cuore:
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«Non c'era nulla da dire su di lei; era molto gentile e molto umile, non la si notava; non avrei mai pensato alla sua santità.»
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Anche la sua stessa sorella di sangue, Leonie Martin, la pensa allo stesso modo:
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«Era molto gentile, Teresa, ma canonizzarla!»
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Infine, allorché, un prete scozzese entusiasta dalla lettura di "Storia di un'anima" andò in visità al carmelo di Lisieux per prospettare loro la possibile canonizzazione di Thérèse, così commentò la proposta l'allora priora Maria di Gonzaga:
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«In questo caso, quante monache carmelitane bisognerebbe canonizzare?»
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Tuttavia anche queste testimonianze non sono banali ma anch'esse significative perché depongono in favore dell'impegno antinarcisistico tipico della personalità di Thérèse Martin che ribadisce ancora una volta la sincerità del suo desiderio di vivere nascosta, cantato anche nelle sue poesie, per essere conosciuta solo dal "tu interiore" che la abitava e che le forniva, facendola esistere, sicurezza ontologica.
[modifica] Elenco dei più noti estimatori di Teresa di Lisieux
- Edit Piaf. Conosciuta come una delle principali protagoniste della storia della canzone francese questa teneva sin dall'infanzia una medaglia al collo con l'effigie dell'eroica carmelitana e sul comodino della sua camera da letto non mancava mai l'mmagine della piccola Teresa. È risaputo che perfino nel corso delle sue storie d'amore la cantante chiedeva aiuto alla monaca per tenere accanto a sè i suoi amori. Simone Berteaut, sorella della cantante, nella biografia di Edit non lesina particolari nel descrivere in quale circostanze colpita bambina da una malattia agli occhi fece il suo incontro con questa carmelitana sconosciuta: «Piccolissima, colpita da una cataratta, è stata guarita in seguito a novene fatte dalle prostitute di Bernay, fra un cliente e l'altro» e il racconto prosegue con la descrizione dei pellegrinaggi a Lisieux di queste signore. Divenuta adulta, prosegue il racconto, un giorno entrò in una chiesa per pregare e si accorse che c'era una statua della carmelitana. Vi fece accendere una quantità enorme di ceri che nemmeno in un anno intero sarebbero mai stati accesi.
- Louise Brooks: star del cinema holywoodiano e pittrice
- Alain Mimoun: campione olimpico di maratona. La sua stima per la monaca carmelitana era tale che benché non cattolico e nemmeno cristiano ma di religione musulmana, la considerava nondimeno sua patrona e giunse a far costruire nel giardino di casa sua una statua della giovane carmelitana tutta attorniata di rose bianche.
- Albino Luciani (papa Giovanni Paolo I): noto per aver condotto sia da cardinale di Venezia sia da Sommo Pontefice una politica di estrema trasparenza nei rapporti tra istituzione Chiesa e mondo della finanza, chiamava la piccola Teresa "sbarra d'acciaio" per la tempra che gli riconosceva tipica.
- Henri Bergson: filosofo evoluzionista anche se non-materialista e premio Nobel.
- Claudia Koll: attrice italiana di cinema e teatro.
- Don Luigi Orione: santo
- Francesco Forgione (Padre Pio da Pietrelcina) : santo
- Charles Maurras: fondatore e dirigente del partito fascista francese noto con il nome di "Action Francaise" e collaborazionista del governo filonazista di Vicki. Portava sempre con sè alcune reliquie della monaca carmelitana donatole dalla sorella della santa. Al concludersi della sua carriera di politico e statista venne condannato a morte poi mitigata nel carcere a vita allorché la resistenza francese riprese possesso del territorio francese restituendolo alla libertà e alla civiltà. Ancora adesso gli studiosi della vicenda di Thérèse Martin, che come si vede si presta anche a contraddittorie interpretazioni, sono in attesa della pubblicazione dell'epistolario intercorso tra il dirigente politico e la madre priora del carmelo di Lisieux che era anche sorella di Thèrèse. Tali lettere sono ancora custodite nell'archivio segreto del monastero di Lisieux. Questa inoltre, allorché il Papa emanò la scomunica dell'Action Francaise, intervenne presso il Santo Padre per revocarla, cosa che di lì a poco avvenne.
- Marcel Van: vietnamita. Religioso non venne tuttavia mai consacrato sacerdote. È soprannominato "il segretario di Teresa di Lisiex". Attualmente è in corso la causa di beatificazione.
- Lucie Delerue Mardrus: poetessa francese. Atea e militante femminista volle tuttavia onorare con alcuni scritti la donna Thérèse.
- Henry Charon (1867-1936): fu per ben due volte sindaco della città di Thérèse, Lisieux, dal 1894 al 1908 e dal 1932 al 1936. Deputato nel 1906 e senatore nel 1913. Durante la prima guerra mondiale ebbe la carica di sottosegretario di stato e durante il ministero Combes fu ministro delle finanze e ministro della giustizia. Anticlericale accusava la chiesa cattolica di oscurantismo. Malgrado ciò non si oppose mai e anzi si mostrò favorevole ad ogni iniziativa che prommuovesse il culto di Teresa di Lisieux ch'egli tra l'altro aveva conosciuto personalmente in gioventù quando lavorava come commesso nella farmacia di proprietà dello zio di Teresa, Isidoro Guerin.
- Jacques Fesch: rapinatore, nella fuga incidentalmente divenne anche assassino. Per questo fu condannato alla ghigliottina che venne eseguita senza possibilità di appello il 1 ottobre del 1957 proprio il giorno in cui ricorre la festa della monaca carmelitana ch'egli aveva appreso in carcere ad amare. Proprio in carcere scrisse un diario e molte lettere che hanno suscitato in un vasto settore dei fedeli l'ammirazione per il livello di misticismo raggiunto che è molto più del semplice pentimento. In questo processo di trasformazione radicale da rampollo viziato dell'alta borghesia della società francese del dopoguerra, Teresa di Lisieux occupa un posto particolare per cui attualmente è in corso la causa di beatificazione.
- Ada Negri: il giudizio di questa poetessa (1870-1945) si allontana molto dalla immagine stereotipata tramandata della mistica carmelitana tutta dolce, latte e miele: «[Teresa]...sfugge al controllo umano. È stata chiamata la piccola santa, ed è invece una formidabile tempra di spirito, con la quale si costruiscono i Confessori di Dio. È fatta d'infinito». (Oltre - Raccolta di novelle, 1946)
- Giovanni Papini: Aveva sei anni Papini quando incontrò Teresa a Firenze. Cosi ne riporta il ricordo: «I tre forestieri ebbero fiducia in me e mi vennero dietro. Eran vestiti di scuro, e mi parvero gente semplice, seria, molto diversa da quegli inglesi ricchi e sicuri, che a Firenze si sentivano a casa propria. Io sbirciai la giovinetta, che pareva la più impaziente dia arrivare alla chiesa. Poteva avere quattordici o quindici anni: il volto era pienotto,tondeggiante, illuminato da occhi dolci, ardenti profondi, che mi fecero tale impressione da abbassare i miei.»
- Cecilia Eusepi: Venerabile dal 1987, la sua lettura preferita era "Storia di un'anima" di Santa Teresa di Lisieux.
- Giuseppe Moscati: medico cattolico del napoletano canonizzato nel 1987.
- Padre Jacques Sevin: gesuita e pedagogo, fondatore nel 1920 degli Scouts di Francia, ha scritto articoli e poesie dedicate alla mistica e finanche ha fondato nel 1924 un "Reparto scout Teresa di Lisieux" tuttora esistente con i colori marrone e bianco del carmelo.
[modifica] Cronologia della vita postuma di Thérèse Martin
[modifica] (1897 - 1925) la "Santa delle Rose"
Le carmelitane di Lisieux (léggasi: le sorelle Martin e in particolare Pauline/Agnese di Gesù) custodi dell'unica e legittima lettura della vita, del pensiero e degli scritti della giovane mistica.
- 1897 - Il 29 ottobre ad appena quasi un mese dalla morte di Thérèse madre Maria di Gonzaga scrive al premostratense padre Madelaine: ""Gli ultimi avvenimenti mi lasciano quasi muta… La morte del nostro angelo mi lascia un gran vuoto… Lei ha lasciato delle pagine deliziose… e credo che potremmo farle conoscere. Questo è un segreto per voi. Voi dovreste correggere queste pagine. Non lo sa ancora nessuno, neppure in comunità…"
Tre mesi dopo il padre così le scrive: "La prima lettura della "Storia di un'anima" mi ha incantato, la seconda mi lascia in un entusiasmo inesprimibile. Ci sono in questo libro delle pagine così vive, calde, suggestive, che è quasi impossibile non esserne presi. Vi si trova una teologia che i più bei libri spirituali non raggiungono che raramente a un grado così elevato…Non è una meraviglia vedere come una giovane ragazza di poco più di 20 anni si muova a proprio agio nel vasto campo delle Scritture ispirate, per cogliervi con mano sicura i testi più diversi e meglio appropriati a quel che vuol dire?"
- 1898 - Padre Madelaine chiede l'imprimatur a mons. Hugonin e una sua prefazione. Il 7 marzo il vescovo di Bayeux da il permesso per la stampa di "Storia di un'anima" dopo aver consigliato all'entusiasta padre Madelaine di non farsi troppo suggestionare dalla immaginazione femminile, tuttavia rifiuta di fare una prefazione.
Anni dopo Teresa si è rivelata essere un autorevole maestro delle scritture: questa "immaginazione femminile" da considerare con sospetto verrà riconosciuta esplicitamente da Pio XI, "Parola di Dio".
"La piccola Teresa si è fatta essa stessa una Parola di Dio" (Pio XI - 11 febbraio 1923)
"In verità, il buon Dio ci dice molte cose attraverso di lei che fu come la sua parola vivente" (Pio XI - 30 aprile 1923)
Teresa "si è rivelata un maestro con questo libro meraviglioso della sua vita" (Pio XI - 14 maggio 1923)
- Il 30 settembre, primo anniversario della morte di Teresa viene stampata la prima edizione in 2000 esemplari nella forma di una circolare necrologica eccezionalmente lunga (476 pagine) che viene inviata a tutti i carmeli francesi. Le copie in sovrappiù sono vendute.
- 1899 - Già verso la fine del 1899, la zia Guerin diceva alle nipoti, sorelle della defunta, che la sua famiglia era costretta a lasciare Lisieux "a causa di Thérèse". La vita diventava loro insostenibile. A differenza delle sorelle Martin, protette dalla grata, folle innumerevoli volevano vedere ed interrogare i Gùerin. E bisognava difendere la tomba della "piccola suor Thérèse": pellegrini di tutta la Francia e di oltre confine, raccoglievano fiori, asportavano la terra del cimitero, d'ogni cosa facevano reliquie.
- 1899 - Ottobre: seconda edizione di "Histoire d'un ame" di 4000 copie
- 1901 - Traduzione di "Storia di un'anima" in inglese.
- 1902 - Agnese di Gesù (Pauline) è rieletta priora. Rimarrà in questa funzione fino alla sua morte (1951) per volontà di Pio XI (1923) con un'interruzione di 18 mesi (1908-1909).
- 1903 - Un giovane prete scozzese oedinato proprio nell'anno della morte di Thérèse, padre Thomas Nimmo Taylor, colpito dalla lettura di "The Little Flower of Jesus" che è la traduzione inglese di "Storia di un'anima", va sui luoghi della vicenda e in un incontro con madre Maria di Gonzaga e le sorelle Martin prospetta al Carmelo di Lisieux, la possibile canonizzazione di Thérèse Martin. La priora tuttavia gli risponde ridendo: "In questo caso quante carmelitane bisognerebbe canonizzare?".
Contrari a questa ipotesi sono anche la sorella Leonie e i Guérin.
- 1904 - Muore Madre Maria di Gonzaga priora del carmelo di Lisieux al tempo di Thérèse.
- Negli anni 1904-1907 "Storia di un'anima" per la prima volta viene tradotta in italiano e pubblicata a puntate in una rivista cattolica di Milano "Il Carmelo". Tuttavia la priora di Lisieux allora in carica, Suor Maria Angela di Gesù Bambino, informerà con questa nota il Postulatore Generale dell'Ordine Carmelitano: "L'edizione italiana, ci è stato detto, è molto, molto difettosa come sostanza e inoltre, come lo vedrete, come forma. Noi stiamo per farla ricominciare, e il lavoro, penso, sarà realizzato da una nostra sorella del monastero di S. Maria Maddalena de' Pazzi" (Arch.Gen. o.c.d., 398 d,5)
- A soli sette anni dalla sua morte, in Italia Don Luigi Orione (oggi San Orione) è già al corrente di tutto ed è da annoverarsi tra i primi grandi amici italiani di Thérèse. Un suo conoscente per fargli piacere in quello stesso anno commissiona ad un artista un ritratto della mistica e glie ne fa dono ma Don Orione insiste presso il pittore per l'aggiunta di un particolare: volle che nel quadro subito venisse aggiunto un tenue raggio di luce in fronte alla carmelitana. Don Orione in un certo senso fu un anticipatore della storia postuma di Thérèse nella chiesa quando ancora la prospettiva della sua canonizzazione, a detta dello stesso carmelo di Lisieux, era risibile. Il commento della priora madre Maria di Gonzaga, alla proposta di proporre la canonizzazione per Thérèse, fu che allora dovrebbero far sante tutte le monache.
L'interesse di don Orione per Thérèse non fu un fenomeno passeggero: ancora nel 1934, a pochi anni dalla sua morte, andò a Buenos Aires a visitare una sua fondazione di suore missionarie. Partì dall'Italia con una statua in legno di Teresa di Lisieux. Arrivato a Buenos Aires volle che Teresa di Lisieux diventasse la patrona del Noviziato dell'ordine da lui fondato e la nominò "maestra per sempre" delle sue novizie.
- 1905 - Muore di tubercolosi suor Maria dell'Eucaristia al secolo Marie Guerin, cugina e allieva di Thérèse al carmelo.
- 1906 - È solo a partire da questo anno che il Carmelo lavora per introdurre a Roma la "Causa" di Thèrèse.
- 1907 - Il 15 ottobre Mons. Lemonnier, nuovo vescovo di Bayeux invita le carmelitane a consegnare i loro ricordi su Thérèse.
- 15 novembre - Muore a Cracovia Padre Raffaele di San Giuseppe al secolo R. Kalinowski, primo traduttore in polacco di "Storia di un'anima" (1902), in seguiro canonizzato.
- 1910 - Inizio del processo di canonizzazione sotto la responsabilità di monsignor Lemonnier vescovo di Bayeux. Il 12 agosto alla prima sessione del processo nel carmelo depongono undici religiose, di cui nove hanno vissuto con Thérèse, più altri testimoni di cui sedici oculari.
- Luglio: in un anno il Carmelo di Lisieux ha ricevuto 9471 lettere dalla Francia e dall'estero.
- 1911 - Traduzione di "Storia di un'anima" in spagnolo e in giapponese.
- 1914 - Luglio: il Carmelo di Lisieux riceve una media di 200 lettere al giorno.
- 1913 - Primo pellegrinaggio organizzato in ferrovia a Lisieux.
- 1917 - Il 30 ottobre si chiude il processo apostolico nella cattedrale di Bayeux: 91 sessioni, 2500 pagine, di cui quasi 2000 sull'eroicità delle virtù.
- 1918 - Il 10 dicembre papa Benedetto XV, riconosciuta la validità degli scritti, esenta la causa dai 50 anni che dovrebbero intercorrere per la canonizzazione a norma di diritto canonico.
- 1919 - In ottobre il cardinale Vico, prefetto della Congregazione dei Riti afferma: "Bisogna che ci affrettiamo a glorificare la piccola santa se non vogliamo che la voce dei popoli ci preceda."
- 1920 - Viene recapitata a Lisieux la "Rosa d'Oro", l'omaggio tradizionale del Papa a re, regine e anche chiese locali. Un'usanza che risale almeno all'anno 1049.
- 1921 - Il pontefice Benedetto XV il 14 agosto in occasione della dichiarazione delle virtù eroiche di Teresa di Lisieux esclamava: "Sebbene alunna di un Ordine religioso in cui il serto dei dottori è vanto anche del sesso debole, non fu nutrita di forti studi; eppure ebbe tanta scienza che conobbe per sé e seppe additare anche ad altri la vera via della salute".
- 1923 - Il 29 aprile a Roma Pio XI proclama Thérèse Martin Beata.
- 1925 - Thérèse Martin, già suor Teresa del Bambin Gesù diventa Santa Teresa di Lisieux: morta nel 1897 è canonizzata ventotto anni dopo, la canonizzazione dai tempi più rapidi dal 1588. Alla canonizzazione officiata da Pio XI attorniato da 23 cardinali e 250 vescovi sono presenti 500 mila pellegrini.
- Vengono pubblicate le "Pluies de roses", sette volumi antologici, per un totale di 3200 pagine, che riportano le lettere ricevute dal carmelo di Lisieux dal 1911 al 1925.
[modifica] (1925 - 1951)
Le polemiche interne alla chiesa stessa, le letture alternative e quelle apertamente critiche sull'intera vicenda.
- 1925 - La psicoanalisi. Ernest Jones (1879-1958), divenuto il nuovo delfino di Sigmund Freud dopo la defezione di Carl Gustav Jung, e la sua allieva Iseult F. Grant Duff (1887-1957) prendono - per così dire - in analisi Thérèse Martin e ne pubblicano i risultati in "A Psychoanalitical study of a phantasy of St Thérèse de L'enfant Jesus". Lo studio viene letto da Jones stesso il 18 novembre 1925 al congresso di psicoanalisi della "Société Britannique de Psychanalyse" e pubblicato sul "The British journal of medical Psychology".
- Fondazione della rivista di documentazione e studi teresiani "Annales de Sainte Thérèse", recentemente rinominata "Thérèse de Lisieux".
- 1926 - Gennaio. Padre Ubaldo d'Alencon pubblica un articolo sulla carmelitana appena ufficializzata santa e pone fine alla lettura unica della sua vicenda inaugurando una lunga stagione di letture alternative e anche polemiche della storia di Teresa. "Thèrèse de l'Enfant Jesus comme je la connais" in <<Estudis Franciscans>> n°220 pp. 14-28. Nell'articolo, in particolare denuncerà il carmelo di Lisieux nella persona della madre priora Maria di Gonzaga per le condizioni di vita materiale che Thérèse Martin ha dovuto subire e le scarse cure alla sua salute e soprattutto, data la gravità del male, non sollecite.
- 1927 - Il 14 dicembre Pio XI proclama S. Teresa di Lisieux che paradossalmente non si è mai spostata da Lisieux o meglio ancora dalla sua cella monastica, Patrona principale sullo stesso piano di San Francesco Saverio di tutti gli uomini e le donne che missionari proclamano l'evangelo nel mondo intero. Questo atto sembra voler sintetizzare nella donna Teresa di Lisieux, la lunga querelle evangelica tra le figure di donna incarnate da Maria Maddalena, conosciuta come la preferita del Signore (simbolo della contemplazione) e Marta simbolo della donna attiva a cui comunque il Signore portava rispetto e riconoscenza. In questo senso l'azione e la contemplazione entrambe vengono impersonate da un'unica figura di donna.
- Gennaio: pubblicazione dei "Novissima Verba", versione incompleta di quelli che saranno i "Derniers Entretiens".
- 1928 - Nel 1928, a diciotto anni, la suora albanese Gonxha Agnes prende il nome di Maria Teresa, in onore a S. Teresa di Lisieux e così giustifica questa scelta: «Vi sono stati molti santi che ci hanno preceduto per mostrarci la strada, ma a me piacciono quelli semplici, come santa Teresa di Lisieux, il Piccolo Fiore di Gesù. Ho scelto di prendere il suo nome perché ha fatto cose ordinarie con straordinario amore». Oggi questa suora è più conosciuta come madre Teresa di Calcutta.
- 1929 - 30 settembre. Posa della prima pietra della basilica di Lisieux nell'anniversario della morte di Teresa.
- 1930 - La psicoanalista freudiana Iseult F. Grant Duff redige una nuova versione del lavoro precedente condotto su Thérèse Martin in un articolo pubblicato sulla rivista di Freud "Imago" (n°16 - anno 1930) dal titolo "Die Geschichte der phantasie einer heiligen"
- 1932 - Al primo Congresso Teresiano di Lisieux il gesuita Pére Desbuquois richiede il dottorato per la "piccola Teresa" ma il Papa Pio XI, che tuttavia aveva fatto di Teresa "la stella del suo pontificato", vi si oppone come si era opposto nel 1923 al dottorato per la "grande Teresa", Teresa D'avila, in quanto non era ammissibile che "un dottore della chiesa fosse di sesso femminile". E tuttavia questo stesso pontefice, constatando come la voce di questa carmelitana morta percorreva la Francia e il mondo, suscitando però anche emozioni e tenerezze popolari che non corrispondevano per niente alla realtà della vera Teresa, raccomandò al vescovo di Bayeux: "Dite e fate dire che si è resa un po' troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com'è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand'uomo."
- 1937 - Pierre Mabille (1904 - 1952), un medico psichiatra vicino al movimento dei surrealisti pubblica un opuscolo - "Thérèse de Lisieux" - in cui vede nell'"Uragano di gloria" teresiano (citazione di Pio XI), il segno infallibile dell'agonia della chiesa cattolica. A suo parere, infatti, l'esaltazione universale di una "nevrotica" insignificante era la dimostrazione del fallimento di una religione masochista.
- 11 luglio - Inaugurazione e benedizione della basilica di Lisieux. Radio-messaggio di Pio XI per l'inaugurazione della Basilica di Lisieux. Il cardinale legato che saà il futro Pio XII, presente a Lisieux definisce Thérèse "tempio della legge e della dottrina divina" e continua: "Una piccola carmelitana, appena giunta all'età adulta, ha conquistato in meno di mezzo secolo innumerevoli falangi di discepoli. I dottori della legge alla sua scuola son ritornati fanciulli; lo stesso Pastore supremo l'ha esaltata e la prega con umile e assidua supplica; e, in questo medesimo istante, da un capo all'altro del mondo esistono milioni di anime che hanno subito l'influsso benefico di questo piccolo libro: 'La storia di un'anima'...Voi siete grande, o piccola Santa, e innumerevole è la vostra famiglia spirituale!"
- Lucie-Delarue Mardrus, poetessa e femminista militante, non credente ma conterranea di Thérèse, in "Santa Teresa di Lisieux", riprende e amplifica le denunce di padre Ubaldo d'Alençon del 1926. L'autrice così spiega i motivi del perché un'atea come lei sente il bisogno di scrivere, nemmeno un semplice articolo ma addirittura un libro intero di ben 160 pagine, sulla monaca di Lisieux: " Questo libro è un omaggio. È l'omaggio appassionato d'una non-credente alla carmelitana miracolosamente apparsa, con le rose tra le mani, nel pieno di un'epoca che è desolante e terrificante per i poeti[...]. Teresa Martin è mia compaesana e quasi mia contemporanea. Non voglio lasciar passare la sua entrata luminosa nella santità senza onorarla alla mia maniera. E, del resto, ella è ormai di dominio pubblico. Noi ne vogliamo la nostra parte."
- 1939 - Esce la prima edizione di "La leggenda del santo bevitore" dello scrittore in esilio a Parigi dal 1933 Joseph Roth (1894-1939). In questo romanzo ambientato nella Parigi del 1934 occupa un posto di rilievo la figura di Teresa di Lisieux. Joseph Roth morirà in quello stesso anno consumato dall'alcool.
- 1940 - Muore Marie Martin, la maggiore delle sorelle Martin.
- 1941 - Fondazione della "Missione di Francia". Il suo seminario si installa a Lisieux.
- 1944 - Lisieux è parzialmente distrutta dai bombardamenti degli alleati. Il Carmelo risulta intatto.
- Muore l'allieva prediletta di Thérèse, suor Maria della Trinità al secolo Marie-Louise Castel.
- 1947 - Appoggiandosi su testi precedenti e controcorrente, quali quelli di padre Ubaldo d'Alençon e Lucie-Delarue Mardrus, lo scrittore Maxence Van Der Meersch pubblica una biografia romanzata di Teresa di Lisieux.
- Al 1947 la bibliografia teresiana conta già 865 opere recensite.
- 50° anniversario della morte di Teresa di Lisieux: la sua urna è portata in quasi tutte le diocesi di Francia.
- 1948 - Prima edizione delle "Lettere" di Teresa di Lisieux.
- Il Padre Martin dà origine alla congregazione maschile "Les missionaires de Sainte Thérèse".
- 1951 - Muore la sorella Pauline custode degli scritti di Thérèse. Pio XII allora ordina di ritornare alla versione originale degli scritti della mistica carmelitana.
[modifica] (1951 - 1992)
La restaurazione degli scritti autentici e del vero volto di Thérèse Martin.
- 1956 - Finalmente pronta, viene pubblicata l'edizione critica di "Storia di un'anima", curata da padre François de Sainte-Marie (+1961) e da un gruppo di carmelitane di Lisieux, con il titolo di "Manoscritti Autobiografici". La primitiva pubblicazione infatti rilevava numerose manipolazioni e travisamenti tesi a dare un'immagine pietistica e melensa della sua vicenda, dalle sue sorelle.
- 1959 - All'età di 90 anni muore l'ultima sopravvissuta delle sorelle Martin, Celine/suor Genoveffa del Volto Santo.
- 1961 - Pubblicazione di "Visage de Thérèse de Lisieux", 47 fotografie originali raffiguranti Thérèse.
- Nasce la rivista "Etudes et Documents" che in seguito verrà rinominata "Vie Thérèsienne".
- 1973 - Centenario della nascita di Santa Teresa di Lisieux. L'ordine religioso dei Carmelitani pubblica i due processi canonici che erano rimasti fino ad allora segreti.
- In uno scritto risalente al 1973, il cardinale di Venezia Albino Luciani che in seguito, nel 1978, con il nuovo nome di Giovanni Paolo I, diverrà per soli 30 giorni il nuovo Pietro, così si esprime sulla sua amica: "Cara piccola Teresa, avevo diciassette anni quando ho letto la tua autobiografia. Essa mi ha fatto l'effetto di un colpo di tuono. Tu l'avevi chiamata 'storia primaverile di un piccolo fiore bianco'; a me parve la storia di una sbarra d'acciaio per la forza di volontà, il coraggio e la decisione che rivelava. A partire dal momento in cui hai scelto la strada della consacrazione totale a Dio, niente ti ha più arrestata: né la malattia né le opposizioni esteriori né le nubi e le oscurità interiori". ("Illustrissimi" 1971-1975 di Albino Luciani)
- 1976 - Jacques Maitre, direttore del dipartimento di psicoanalisi socio-storica dell'università di Paris-V, pubblica nuovamente i testi psicoanalitici di Ernest Jones e Iseult F. Grant Duff in "Recherches psychanalytiques sur un cas de sainteté canonisée. Thérèse Martin (1873-1897)" (Archives de sciences sociales des religions - n° 41)
- 1978 - Viene aperto a Lisieux per i ricercatori un "Centro di documentazione teresiana".
- 1980 - 2 giugno: Giovanni Paolo II conclude il suo viaggio in Francia con un pellegrinaggio a Lisieux. Sul piazzale della basilica dedicata a Thérèse, davanti a centomila altrettanti pellegrini afferma: "I santi praticamente non invecchiano mai. Non diventano mai personaggi del passato, uomini e donne di ieri. Al contrario sono sempre uomini e donne del domani, uomini dell'avvenire evangelico dell'uomo e della Chiesa, i testimoni del mondo futuro."
- 1981 - Jacques Maitre sviluppa le ipotesi psicoanalitiche di Ernest Jones e Iseult F. Grant Duff in "Ideologie religieuse, conversion religieuse et symbiose mère-enfant. Le cas de Thérèse Martin (1873-1897)" (Archives de sciences sociales des religions - n° 51.1)
- 1987 - Il vescovo di Lisieux riprende la richiesta di dottorato per Teresa di Lisieux avanzata nel 1932.
- 1988 - Trasposizione cinematografica di "La leggenda del santo bevitore" di Joseph Roth, regia di Ermanno Olmi (Italia-Francia). La storia però diversamente dal romanzo è ambientata nella Parigi dei nostri giorni.
- 1991 - Pubblicazione di "Thérèse e Lisieux", album di 600 illustrazioni.
- 1992 - Edizione critica di riferimento delle opere complete di Teresa di Lisieux in otto volumi.
[modifica] (1992 e seguenti)
Situazione attuale degli studi sulla figura della mistica di Lisieux
- 1994 - I coniugi Martin, genitori di Thérèse, proclamati "Venerabili"
- 1995 - Jacques Maitre porta a termine i lavori su Teresa di Lisieux con "L'orpheline de la Bérésina. Thérèse de Lisieux (1873-1897). Essai de Psychanalyse socio-historique". Il referente teorico implicito per l'approccio sociologico è costituito da Bourdieu mentre invece per la prospettiva di psicoanalisi infantile e clinica, l'impostazione di Maitre rimanda esplicitamente a Winnicott e Ginette Raimbault.
- 1997 - Centenario della morte della mistica di Alencon.
- 20 Agosto: Teresa di Lisieux conquista la vetta del Monte Bianco. Per raccontare questo episodio bisogna risalire a 100 anni prima, vale a dire al 1890. In quell'anno mentre Teresa si preparava alla professione religiosa ( o come alcuni in seguito dissero "da alpinista spirituale si preparava all'ascensione del monte della perfezione"), un sacerdote italiano, tale Achille Ratti, esperto alpinista insieme ad altri tre alpinisti tentava la conquista del Monte Bianco dal versante italiano. La conquista della vetta da parte del futuro Papa Pio XI giunse a buon fine il 31 agosto 1890 e da allora la via da loro aperta viene chiamata via Ratti-Grasselli. Siccome il papa alpinista più di ogni altro non ha mai smesso di additare all'intera comunità cattolica mondiale l'alpinista Thérèse, di comune accordo l'Ordine dei Carmelitani e il Club Alpino Italiano in occasione del centenario della morte della mistica francese hanno ritentato l'impresa e il rifugio Gonella a 3071 metri di altezza gli è stato consacrato con la posa in esso dell'effige della grande alpinista dello Spirito. In esso vi si legge: "20 agosto 1997. La via italiana al Monte Bianco (via Ratti-Grasselli) è stata aperta e inaugurata da Achille Ratti e dal sac. Grasselli il 31 agosto 1890. L'alpinista Achille Ratti il 12 febbraio 1922 scalava il soglio pontificio di Roma e diveniva Papa con il nome di Pio XI. Tra le sue grandi imprese come Papa si deve annoverare la glorificazione di Teresa di Gesù Bambino di Lisieux, da lui proclamata beata (1923), santa (1925) e patrono universale delle missioni cattoliche (1927). Egli l'ha inoltre scelta come "Stella del suo pontificato."
- 19 ottobre: Teresa di Lisieux è nominata Dottore della Chiesa ufficialmente in San Pietro da Giovanni Paolo II. Per l'occasione emana una lettera apostolica riguardante il dottorato alla giovane carmelitana dal titolo eloquente: "Divini amoris scientia". Attualmente infatti, abbandonato ormai al passato il mito di Teresa come "la santa delle rose", si sta diffondendo sempre più il nuovo appellativo di "dottore dell'amore".
- 2005 - Ricorre l'ottantesimo anniversario della canonizzazione avvenuto appunto nel 1925.
- 2006 - Sette giorni di conferenze, teatro, concerti e spettacoli vari in tema per il rientro in Italia delle reliquie della mistica.
[modifica] Cronologia dei fenomeni non-ordinari o presunti tali
Qui di seguito sono elencate le più rilevanti o conosciute manifestazioni di Thérèse Martin nel mondo a partire dalla sua morte (30 settembre 1897) ad oggi (2006): miti, sogni, leggende, comunicazioni, apparizioni, profezie e miracoli.
(nota: per un dettaglio sulle parti con citazioni vedi Wikiquote)
- 1905 - Brano tratto dal racconto della apparizione di Thérèse Martin a Maria Josefa Alhama Valera, che anni più tardi sarebbe diventata Madre Speranza di Gesù (1893 -1983).
- 1908 - Una bambina di quattro anni di Lisieux, tale Reine Fauquet, che era cieca è guarita sulla tomba di Teresa di Lisieux.
- 1910 - Dopo la sua morte Teresa apparve alla madre priora delle Carmelitane Scalze del convento di Gallipoli, madre Carmela del Sacro Cuore di Gesù, per confermare la validità della sua dottrina spirituale: l'infanzia dello spirito.
- 1923 - Il 29 aprile, quando a Roma Pio XI proclama Thérèse Martin Beata, don Orione che era lì in quanto suo estimatore, afferma di aver visto nella Basilica di S.Pietro Padre Pio da Pietrelcina, ma Padre Pio non si è mai mosso da San Giovanni Rotondo dal 1918 sino alla sua morte, avvenuta nel 1968, pur non essendo alieno ai fenomeni di bilocazione.
- 1925 - Teresa Neumann (Germania 1898-1962) era particolarmente devota a Teresa di Lisieux e nel giorno della sua canonizzazione la santa le appare, la guarisce prodigiosamente e lei riprende a camminare. In seguito Teresa Neumann sarà la personalità mistica più studiata dalla scienza medica.
- 1926 - Marthe Robin (Francia 1902-1981) di cui è attualmente in corso il processo di beatificazione, dopo essere stata per tre settimane in coma si risveglia raccontando di aver ricevuto per tre volte la visita di Santa Teresa di Lisieux, che le aveva rivelato che avrebbe continuato a vivere per portare avanti una missione nel mondo.
- Marcel Van nato il 15 marzo 1928 a Ngam Giao, in Vietnam che è il paese dove trovò la morte cruenta Theofan Vénard (1829-1861) il più caro amico della mistica e dove lei sarebbe voluta andare a prendere il posto dell'amico, se la tubercolosi non glielo avesse impedito, ha avuto varie apparizioni della Santa di Lisieux e vari colloqui con la stessa. In uno di questi colloqui Teresa gli comunicò che non sarebbe mai diventato prete: questo lo rattristò molto e pertutta risposta le disse che se almeno avesse potuto divenire donna avrebbe potuto diventare almeno carmelitana. Al sentire questa sua reazione, Teresa, come lui stesso racconta, non poté trattenersi dalle risate.
Appartenente all'ordine dei redentoristi, dopo essere passato attraverso l'esperienza dei campi di concentramento comunisti morirà nel 1959. La sua causa di beatificazione è attualmente in corso dal 1997. Marcel Van che oltre a essere uno tra i più famosi tra i tanti discepoli della mistica carmelitana, viene anche designato con il soprannome di "il segretario di Santa Teresa di Lisieux".
Per approfondimenti su Marcel Van e Teresa di Lisieux: "Van - L'enfant aux mains vides" del Padre Marie-Michel
- 1968 - A Veronica Lueken, madre di cinque figli, veggente di Bayside, nello stato di New York, appare Santa Teresa di Lisieux con la seguente modalità: dapprima le appare una luce abbagliante e, nello stesso tempo, sentì come un leggero schiaffo sul viso e una voce che le sussurrava parole in onore di Maria di Nazareth. La voce si palesa come Santa Teresa di Lisieux e comincia a dettarle messaggi spirituali e a prepararla alla prima visita della Santa Vergine, che ebbe luogo il 18 giugno 1970. In queste apparizioni Teresa di Lisieux si presenta in compagnia della santa che è all'origine della medaglia miracolosa, la monaca di Parigi Caterina Labourè, e tra le altre cose, entrambe muovono critiche ai loro rispettivi ordini religiosi. Veronica continuò a scrivere per due anni sotto dettatura di Santa Teresa di Lisieux. Tutti questi scritti sono stati inviati per posta alle monache carmelitane di Lisieux. Queste hanno esaminato e commentato il manoscritto, dopodiché l'hanno custodito in luogo sicuro presso di loro per la posterità.
- 1994 - Christiana Agbo ragazza di dodici anni nel piccolo villaggio di Aokpe situato in una sperduta zona della Nigeria. La veggente, dopo aver avuto una visione di Santa Teresa di Lisieux, decise di diventare suora Carmelitana. La ragazza assume il nome di "Christiana di Maria Bambina", scelto in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino.
Teresa di Lisieux (1873-1897) | |
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Teresa di Lisieux (il dibattito 1897-2007) | |
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Documentazione | Teresa di Lisieux e la psicoanalisi |