Carlo III di Spagna
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Carlo di Borbone (Madrid, 20 gennaio 1716 - Madrid, 14 dicembre 1788), figlio di Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese duchessa di Parma e Piacenza.
Fu duca di Parma dal 1732 al 1735 con il nome di Carlo I di Parma, Re di Napoli e Sicilia dal 1735 al 1759 con il semplice nome di Carlo (era Carlo VII secondo l'investitura papale, ma volle, in opposizione a questa, proclamarsi Re "senza numerazione specifica" per marcare una discontinuità sia con il regno angioino che con il precedente Vicereame spagnolo), fu infine Re di Spagna dal 1759 al 1788 con il nome di Carlo III di Spagna. Viene talvolta anche designato erroneamente come Carlo III di Napoli, sebbene questo titolo spetti in realtà al molto precedente Carlo d'Angiò-Durazzo, Re d'Ungheria col nome di Carlo II e Re di Napoli dal 1382 al 1386 col titolo, appunto, di Carlo III di Napoli.
È ricordato principalmente per il suo periodo come Re di Napoli, in quanto fondatore della dinastia borbonica a Napoli e Sicilia e in quanto riuscì a "donare" al regno l'indipendenza dopo oltre due secoli di dominazione straniera, prima spagnola e poi austriaca.
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[modifica] Giovinezza e periodo napoletano
Carlo di Borbone, già con la nascita risultò essere pretendente da parte di madre (Elisabetta Farnese era nipote di una Medici) ad uno stato italiano che comprendesse il Ducato di Parma e Piacenza ed eventualmente anche i domini dei Medici, in caso di estinzione del ramo diretto.
Elisabetta riuscì a garantire al figlio il Ducato di Parma nel 1732, sotto la tutela della nonna; nel frattempo l'anno precedente Carlo si era dichiarato "gran Principe ereditario" del Granducato di Toscana, essendo ormai certa l'estinzione di Casa Medici, e Gian Gastone de' Medici, ultimo Granduca ancora vivente, ne fu nominato co-tutore.
La sua storia cambiò a causa dell'inizio della Guerra di successione polacca: infatti Elisabetta mise il figlio a capo di un esercito in Italia e lo inviò alla conquista del Regno di Napoli, dal 1707 in mano agli Asburgo.
Il 20 gennaio 1734 Carlo si dichiarò "maggiorenne" (cioè fuori tutela) iniziando così la sua marcia verso Napoli. Da Monterotondo lanciò un proclama di Filippo V ai napoletani e il 10 maggio fece il suo ingresso in città.
Alcuni giorni dopo giunse da Madrid l'atto con cui Filippo V cedeva al figlio tutti i diritti regali sul Regno conquistato. Napoli ebbe così di fatto, dopo oltre due secoli di dominazione straniera, nuovamente un "proprio" Re.
Successivamente, nel 1735, Carlo sconfisse definitivamente gli austriaci a Bitonto, conquistò poi la Sicilia e il 2 gennaio 1735 assunse il titolo di Re di Napoli "senza numerazione specifica"; in luglio venne incoronato a Palermo anche Re di Sicilia. Nel frattempo, con decreto dell'8 giugno 1735, provvide ad istituire un nuovo organo con funzioni consultive e giurisdizionali: la Real Camera di Santa Chiara.
La fine della Guerra di successione polacca nel 1738, se da un lato "formalizzò" la conquista dei regni di Napoli e Sicilia, d'altro canto comportò la conquista del Ducato di Parma e della Toscana da parte asburgica (la Toscana passò definitivamente agli Asburgo-Lorena, mentre il Ducato sarebbe stato affidato, con la Pace di Aquisgrana del 1748, al fratello minore di Carlo, Filippo che dava così inizio alla casata dei "Borbone di Parma").
Nel frattempo, a Napoli, Carlo governava mediante un Consiglio di Stato composto da ministri voluti dai genitori, e quindi influenzati da Madrid (tra questi il Conte di Santostefano, il Marchese di Montealegre, Bernardo Tanucci, il Brancaccio).
Durante la Guerra di successione austriaca, Carlo mandò nel 1742 un esercito in Lombardia in aiuto dei franco-spagnoli (dove regnavano gli altri "rami" della famiglia Borbone), ma quando una flotta inglese apparve nel golfo di Napoli minacciando di bombardare la città decise di ritirare il corpo, suscitando le ire di Parigi e Madrid. Poté riscattarsi nel 1744, quando sconfisse un esercito austriaco a Velletri, ponendo fine per sempre alle pretese austriache su Napoli. Con la fine di questa guerra il Regno iniziò realmente ad essere indipendente a tutti gli effetti. Ciò divenne ancor più chiaro nel 1746, con la morte di Filippo V di Spagna e con la messa in disparte dei ministri maggiormente legati a Madrid.
A questo punto le uniche minacce al Regno erano di carattere "dinastico". Infatti Carlo era destinato a succedere al fratellastro Ferdinando VI sul trono di Spagna, in quanto questi era senza eredi maschi e le grandi potenze, con la Lega di Aranjuez e il Trattato di Vienna, avevano stabilito che il Regno di Napoli passasse al Duca di Parma e Piacenza Filippo di Borbone, e i due Ducati venissero divisi rispettivamente tra l'Austria e i Savoia. In pratica, Carlo rischiava, per salire al trono di Madrid, di perdere il regno appena conquistato.
Carlo lavorò perché ciò non accadesse: e in effetti vi riuscì, favorito da situazioni internazionali. Dopo cinque figlie femmine, la moglie Maria Amalia di Sassonia gli diede il primo maschio, purtroppo incapace mentale; ma poi vennero altri quattro maschi (Carlo Antonio, Ferdinando, Gabriele e Francesco Saverio), e in tal maniera la successione fu assicurata.
Quando nel 1759 morì Ferdinando VI, Carlo gli successe sul trono di Madrid con il nome di Carlo III e, rinunciando alle corone di Napoli e Sicilia, le assegnò al terzogenito maschio Ferdinando, di soli otto anni (il secondogenito Carlo Antonio lo seguì infatti in Spagna come erede al trono). Ciò era già previsto dalle norme ereditarie borboniche; Carlo avvalorò tale divisione promulgando la prammatica sanzione del 6 ottobre 1759 con la quale egli, divenuto Re di Spagna, sanciva definitivamente la divisione delle due case reali.
La reggenza venne affidata a otto ministri, fra cui il Tanucci, primo ministro e ministro degli esteri, ma sempre sotto il controllo di Carlo dalla Spagna.
Gli ultimi anni della sua vita saranno amareggiati dalla discordia con il figlio a Napoli, ed in particolare con la nuora, Maria Carolina, figlia dell'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo, decisa a limitare l'influenza spagnola (e quindi di Carlo di Borbone) nella corte di Napoli.
[modifica] Il nuovo regno
Carlo di Borbone fu un re molto amato dai Napoletani, riuscendo ad entrare in sintonia con il popolo e i suoi bisogni. Con il passare degli anni sovrastò anche l'influenza dei suoi ministri, accentrando il potere nelle sue mani e apparendo quindi sempre più come il principale se non l'unico artefice di un periodo di grande risveglio per i regni di Napoli e Sicilia dopo secoli di dominazione straniera.
Il principale merito di Carlo resta, in effetti, quello di aver ricreato la "nazione napoletana", aver reso il Regno indipendente e sovrano. Fu, nondimeno, artefice di una politica di profonde riforme amministrative, sociali e religiose che da tempo attendevano realizzazione.
Il 2 giugno 1741 stipulò un concordato con la Santa Sede cominciando a tassare alcune proprietà del clero e aggiornò il sistema tributario (Catasto onciario); migliorò il caos legislativo varando un nuovo codice nel 1752 e si interessò anche del sistema giudiziario.
Fra le iniziative commerciali, per sollevare il Regno dalle difficili condizioni economiche, Carlo istituì la Giunta di Commercio, intavolò trattative con turchi, svedesi, francesi e olandesi, istituì una compagnia di assicurazioni e prese provvedimenti per la difesa del patrimonio forestale, cercò di cominciare a sfruttare le risorse minerarie, istituì consolati e monti frumentari.
Oggi sono per noi visibili soprattutto molte delle sue realizzazioni nel campo dell'edilizia pubblica, in particolare a Napoli, che tendevano a fare di questa città una capitale ai livelli europei. Tra queste sicuramente vanno annoverate il restauro del Palazzo Reale di Napoli e la costruzione della splendida Reggia di Caserta, la Reggia di Portici, il Teatro San Carlo (realizzato in 270 giorni), il Palazzo Reale e il bosco di Capodimonte, il restauro di numerosi porti. Sono da ricordare inoltre il Real Albergo dei Poveri a Napoli, con cui si voleva dare un tetto ed un'occupazione a tutti i poveri del Regno, la creazione della fabbrica di porcellane di Capodimonte, il forte militare del Granatello, la creazione, praticamente da zero, dell'esercito nazionale e della flotta.
Per l'edilizia culturale, sono da ricordare tra gli altri la nuova sede dell'Università, gli scavi di Ercolano e Pompei, l'Accademia Ercolanense, la Biblioteca Reale e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
[modifica] Periodo spagnolo
Carlo di Borbone salì al trono di Spagna il 10 agosto del 1759, alla morte del fratellastro Ferdinando VI.
A differenza del suo periodo precedente, la politica di Carlo come monarca di Spagna viene generalmente vista come un insieme di luci ed ombre. Mentre la sua politica interna fu certamente benefica per il Paese, continuando sulla falsariga delle riforme del periodo napoletano, la sua politica estera raccolse più che altro insuccessi.
![Statua equestre di Carlo III a Madrid.](../../../upload/shared/thumb/6/69/Monumento_a_Carlos_III_%28Madrid%29_01.jpg/200px-Monumento_a_Carlos_III_%28Madrid%29_01.jpg)
La tradizionale amicizia per la Francia lo condusse infatti a cercare di contrastare la potenza inglese in un momento certamente non favorevole. A causa del "patto di famiglia" con Luigi XV, la Spagna si trovò coinvolta nella fase finale della guerra dei sette anni, con gravi perdite.
Nel 1770 un'altra infruttuosa avventura lo vide nuovamente in guerra contro la Gran Bretagna per il possesso delle isole Falkland. Nel 1779, sebbene riluttante, appoggiò la Francia e i neonati Stati Uniti d'America nella guerra di indipendenza americana, pur consapevole che l'indipendenza delle colonie inglesi avrebbe, di li a poco, avuto un'influenza nefasta sulla tenuta delle colonie spagnole d'America. Fece inoltre molto poco per la marina e, in generale, per l'esercito spagnolo.
Sul fronte interno si adoperò molto per la modernizzazione del Paese.
Fu attivo in particolare nella lotta contro i privilegi ecclesiastici; fu ridotto il numero degli ordini monastici e fu limitata di molto l'influenza dell'inquisizione spagnola; si arrivò fino alla cacciata da tutto l'impero spagnolo dell'Ordine dei Gesuiti nel 1767. Furono inoltre eliminate gran parte delle più antiquate legislazioni che tendevano a limitare l'espansione del commercio e dell'industria, furono create scuole di formazione professionale e furono completamente riorganizzati i centri di potere locale, ponendoli al servizio della monarchia. Anche la sua politica di grandi opere edilizie trovò riscontri nel suo "periodo spagnolo": tra gli altri sono da ricordare il Museo del Prado , la Porta di Alcalà e il Real Giardino Botanico di Madrid.
Il suo regno può in definitiva essere a pieno titolo inserito nella corrente detta del dispotismo illuminato, rappresentando per la Spagna, tutto sommato un periodo di prosperità.
Morì il 14 dicembre del 1788, proprio a pochi mesi dallo scoppio della rivoluzione francese che avrebbe bruscamente chiuso la sua epoca.
[modifica] Matrimoni e discendenza
Carlo di Borbone sposò Maria Amalia di Sassonia (1724 - 1760), figlia di Augusto III di Polonia, da cui ebbe 13 figli, dei quali però solo sette raggiunsero l'età adulta:
- Maria Giuseppina (1744-1801)
- Maria Luisa (1745-1792). Sposò Leopoldo II d'Asburgo.
- Filippo (1747-1777). Escluso dalla successione in quanto incapace mentale.
- Carlo IV di Spagna (1748-1819), con il quale proseguì il ramo spagnolo della dinastia borbonica.
- Ferdinando IV di Napoli, in seguito I delle Due Sicilie (1751-1825), fondatore del ramo napoletano della dinastia.
- Gabriele (1752-1788). Sposò Maria del Portogallo (figlia di Maria I del Portogallo).
- Antonio (1755-1817). Sposò sua nipote Maria Amalia, figlia di Carlo IV.
[modifica] Voci correlate
- Catasto onciario
- Real Camera di Santa Chiara
- Regno di Napoli
- Regno di Sicilia
- Regno delle Due Sicilie
- Caserta
Predecessore: Antonio Farnese |
Ducato di Parma 1731–1735 |
Successore: Carlo VI d'Asburgo |
Predecessore: Carlo VI d'Asburgo |
Regni di Napoli e Sicilia 1735–1759 |
Successore: Ferdinando IV di Napoli, III di Sicilia |
Predecessore: | Re di Spagna | Successore: | ![]() |
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Ferdinando VI | 1759 - 1788 | Carlo IV |