Polissena
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Le informazioni su Polissena provengono dall’Etiopide, poema del ciclo trioiano attribuito ad Arctino di Mileto e composto probabilmente intorno al IX secolo a.C. Ella era la più giovane delle figlie di Priamo. Si trovava presso una fonte insieme a suo fratello Troilio che abbeverava il cavallo quando li sorprese Achille, che uccise Troilio. Mentre Polissena fuggiva, Achille la vide, se ne innamorò e la chiese in moglie a Priamo. Il re e l’eroe si incontrarono al tempio di Apollo per fissare le nozze, ma Paride, in agguato, puntò una freccia contro il tallone di Achille e lo uccise. Allora l’ombra di Achille apparve a suo figlio Neottolemo: voleva Polissena insieme a lui negli Inferi. Polissena fu sacrificata sulla tomba di Achille: per esaudire il desiderio di questo, oppure, in simmetria con Ifigenia, il suo sacrificio aveva reso possibile la partenza per propiziare il ritorno della flotta achea, come scrissero i poeti tragici. Polissena viene indirettamente chiamata in causa da Dante nella Divina Commedia, (Inferno, V, vv.65-66)
vedi 'l grande Achille, che con amore al fine combatteo.
Tra i “peccator carnali” appare anche Achille che, dopo aver combattuto una vita intera contro gli uomini, si strugge, allorché viene ucciso da Paride, per aver perso la sua amata Polissena.
Bibliografia:
- Ida Biondi, Storia e Antologia della Letteratura Greca, D'Anna(2004)
- Gaetana Miglioli, Il romanzo della mitologia dalla A alla Z, D'Anna(2001)
[modifica] Polissena nell'arte
La figura di Polissena ha un ruolo di spicco nella tragedia per musica in tre atti di Nicola Manfroce (1791 - 1813) musicata su libretto di Jean-Baptiste-Gabriel-Marie Milcent e messa in scena per la prima volta al teatro San Carlo di Napoli il 13 dicembre 1812.