Canna (CS)
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 20 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 35 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Montegiordano, Nocara, Nova Siri (MT), Oriolo, Rocca Imperiale | ||
CAP: | 87070 | ||
Pref. tel: | 0981 | ||
Codice ISTAT: | 078024 | ||
Codice catasto: | B607 | ||
Nome abitanti: | cannesi | ||
Santo patrono: | Madonna Immacolata | ||
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Canna è un comune di 724 abitanti della provincia di Cosenza.
Indice |
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Religiosità
Anche se la protezione del paese è affidata alla Madonna Immacolata, a Canna è molto viva la devozione per la madonna del Soccorso che si venerava, probabilmante, già nella seconda metà del XVII secolo. La statua santa viene portata in processione dai devoti l'ultima domenica d'agosto, il giorno dopo la processione di San Rocco. Canna è un paese molto legato al culto mariano ed era proprio dedicato alla madonna il convento dei frati minori osservanti che in Canna si insediarono nel '400. Di questo convento ormai non rimangono che pochi resti di mura.
[modifica] I parroci
- D. MICHELE DE RANU'
- D. GIOV. PIETRO LATIGANO 1620
- D. GIOV. FRANCESCO LATIGANO
- D. GIOV. ANDREA LATIGANO
- D. DOMENICO TARANTINO
- D. MARCO ANTONIO FERRARO
- D. FRANCESCO TARSIA
- D. GIUSEPPE DE LILLA 1752
- D. FILIPPO TOSCANO 1752 1757
- D. NICOLA PANNO 1757 1761
- D. DOMENICO PITRELLI 1761 1797
- D. ANTONIO MORANO 1797 1818
- D. LEONARDO CAPONEGRO 1819 1850
- D. NICOLA PITRELLI 1851 1871
- D. VINCENZO COSPITO 1872 1879
- D. GENNARO M. TUFARELLI 1880 1883
- DAL 1884 AL 1894 VACANZA SEDE
- D. DOMENICO MORANO 1895 1942
- D. GIUSEPPE ATTARDO 1942 1978
- D. NICOLA CATALDI 1980
[modifica] La chiesa
La chiesa di Canna fu costruita lungo la cinta muraria che circondava il paese. La facciata è settecentesca con un portale in pietra eseguito da abili artigiani locali. Al suo interno si possono osservare una fonte battesimale in pietra, un pupito rinascimentale e molte statue di santi tra cui Santa Lucia, San Francesco da Assisi, San Biagio, Ss. Madonna del Carmine, Ss. Madonna Immacolata, S.Pietro e S.Antonio. La chiesa di Canna fu restaurata a devozione del popolo nel 1864 e nel 1964. La facciata della chiesa è divisa in due sezioni: una parte inferiore rettangolare nella quale sono presenti le tre porte e in corrispondenza delle lesene (che sono quattro) più esterne, due pinnacoli in pietra; una parte superiore che occupa la sezione della navata centrale, nella quale sono presenti tre nicchie vuote, due pinnacoli in pietra e una vetrata policroma. La facciata è sovrastata dalla croce che di notte è illuminata. All'interno della chiesa troviamo le tre navate già distinguibili dall'esterno. La navata centrale è separata da ogni navata laterale da tre colonne con archi a tutto sesto che formano nella navate laterali volte a botte a volte decorate con affreschi. Anche la navata centrale presenta un'unica volta a botte, decorata con elementi floreali barocchi. In fondo alla navata, prima dell'abside, troviamo un'arco trionfale a tutto sesto che forma con due lesene una cupola, non visibile dall'esterno, decorata con una colomba in volo. Il transetto della chiesa, di lunghezza pari alla metà della navata centrale, è occupato da due nicchie: la nicchia dell'Immacolata Concezione e la nicchia di San Francesco. L'Abside è semi circolare, presenta una volta a botte che precede una semi cupola, e due finestre policrome. Dietro l'altare troviamo l'altare del pisside in marmo policromo con decorazioni geometriche. La sacrestia si trova a destra dell'abside. --Simonenomis 17:39, 15 feb 2007 (CET) Simone Gatti
[modifica] Storia del paese
Nel lontano 1400 sorgeva, in corrispondenza dell'attuale centro abitato un piccolo nucleo di case. I loro abitanti erano originari di Nocara, dalla quale dipendevano anche burocraticamente. Da quel piccolo gruppo di persone si sviluppò negli anni il paese di Canna il quale fu feudo della famiglia Sanseverino, conti di Lauria e, successivamente (1498), di quella dei Loffredo: duchi di Nocara e marchesi di Canna. Nei circa trecento anni successivi Nocara e Canna passarono di mano in mano dalla famiglia Merlini, ai Calà, ai Pignatelli, ai Villanova, ai Virgallito. Soltanto nel 1788 Canna ottenne l'autonomia amministrativa distaccandosi definitivamente da Nocara, pagando un tassa che di fatto era il valore dell'intero paese. La famiglia Melazzi abitò a Canna fino alla prima metà del 1800, quando l'ultimo erede dei Melazzi vendette i possedimenti e gli averi di famiglia ai Pitrelli ed ai Failla. Attualmente si presenta come un paese di origine medioevale, circondato da ulivi secolari e dal bosco Commaroso. Ha una struttura urbanistica tipicamente seicentesca, con elementi rinascimentali, barocchi e neoclassici, come i palazzi Toscani, Pitrelli, Ielpo, i cui portali in marmo testimoniano la grande maestria degli artigiani locali. Canna raggiunse il massimo della popolazione (circa 1800 abitanti) ed il maggiore sviluppo economico agli inizi del secolo scorso. Oggi, con una popolazione di circa 800 abitanti, ed una economia che si basa principalmente sull'agricoltura, è un grazioso ed ospitale paese che conserva intatti gli usi ed i costumi di un tempo.
[modifica] I sindaci
- 1860-TRUNCELLITI FRANCESCO
- 1881-MORANO FILIPPO
- 1883-TOSCANI GIUSEPPE
- 1886-PITRELLI ALESSANDRO
- 1895-TOSCANI GIUSEPPE
- 1898-MORANO FILIPPO
- 1900-COSENTINO ANGELO
- 1905-GIANNATTASIO LUIGI
- 1915-TARSIA NICOLA
- 1923-FAILLA FRANCESCO
- 1927-SANTORO FELICE (PODESTA')
- 1930-MICELI DOMENICO (PODESTA')
- 1931-STIGLIANO ANTONIO (PODESTA')
- 1939-CANDIO FRANCESCO (COMM.)
- 1942-GRADILONE ANTONIO (COMM.)
- 1943-COSENTINO MARIO (COMM.)
- 1946-MORRONE DOMENICO (COMM.)
- 1947-IELPO FILIPPO
- 1952-CAMPOLONGO ITALO
- 1956-CAMPOLONGO FRANCESCO
- 1960-TARSIA VINCENZO (COMM.)
- 1961-COSENTINO MARIO
- 1965-SILVESTRI VINCENZO
- 1975-CATAPANO DOMENICANTONIO
- 1977-LECCE BENITO
- 1980-CATAPANO DOMENICANTONIO
- 1994-BAFFA ANTONIO (COMM.)
- 1994-GROIA PIETRANTONIO
- 2003-COSENTINO ALBERTO
[modifica] Il dialetto
Il dialetto di Canna si presenta particolarmente interessante, perché questo centro della Calabria settentrionale, per quel che riguarda il vocalismo tonico, linguisticamente entra a far parte di quella zona detta "arcaica", tanto studiata dal Lausberg prima, dal Parlangeli poi e attualmente così discussa e contestata da dialettologi quali Caratù, Mancarella, Rensch, Falcone, ecc., nonché dal Melillo che, partendo dal Salento ha parlato, per quest'area, di regione dialettale "calabro-siculo-salentina". Canna fu fondata da Nocaresi. Essendo Nocara un ex colonia della magna Grecia, ritroviamo nel dialetto di Canna elementi che ci riportano al greco antico. Nel dialetto cannese confluiscono i sistemi vocalici di tipo "arcaico" e di tipo napoletano. Si ha pertanto:
- 1) confusione degli esiti di ed > i:u: wìv' "oliva", cìnn'r "cenere", frutt "frutto", inn "legno", vùkk "bocca", krùc "croce", ecc. (di tipo "arcaico");
- 2) passaggio di : a i:u: cìt' "l'aceto" , fìmm'n "femmina", sùw "sola", patrùn "padrone". (di tipo siciliano);
- 3) esito in e:o < , : , : stèss' "stessa", sèr, "sera", mès "mese", krèsc "crescere", sèmb "sempre", nòv "nuova", bbun "buona" (di tipo "arcaico");
- 4) chiusura di : in i:u in condizioni di metafonesi di tipo napoletano: ìnn "legno", sìcchj "secchio", jùrn "giorno", mùst "mosto", nùzzw "nocciolo".
- 5) l'esito in i:u metafonetico da : : martìll' "martello", kurtìll "coltello", fìrr "ferro" , fùss "fosso" , fùk "fuoco" , pùrc "porci".
- 2. A tonica: In ogni condizione si conserva schietta o tende alla palatilizzazione (tende alla vocale e). Da evidenziare è inoltre la presenza della velarizzazione(tende alla vocale o) di A tonica in sillaba aperta e negli infiniti da -ARE, limitatamente a due fonti su quattro che non solo sono quelle più anziane, ma che provengono dalla "zona del mercato", la parte più conservativa del paese;
- 3. Caduta della laterale.
- 1) In posizione iniziale: ìnn "legno", àzz "laccio", ùr "loro" , ùn "luna" , àur "lauro" , òng "lunga";
- 2) In posizione intervocalica: sòw "sole", mèw' "male" , skè "scala", paàng "palanco", kundè "quintali", skò "scuola", anmè "animali", fìsku "fiscolo" .
- 4. Caduta della occlusiva velare sonora.
- 1) In posizione
iniziale: òcc "goccia", allìn "gallina", àmm "gamba", ònn "gonna";
- 2) In posizione intervocalica: reolarmènd "regolarmente", rèuw "regola", aùst "agosto".
- 5. Esito della fricativa labiodentale sonora iniziale:
- 1) >g- guìj "voglia".
- 2) >b- bbìd's "vedi", bbìn'd' "viene.
- 6. Dissimilazioni del tipo strìnd "stretto", mìnz "mezzo".
- 7. Prostesi :
- 1) gg-: gghjùt "andato" , gawrèt "arato", gàwz "alzo", gungìs "ungevi".
- 8. Palatalizzazione del nesso -nc-: vìgn' "vinchio".
- 9. Aferesi di a- iniziale di tipo: ccètt' "accetta", cìt "aceto", rrùst "arrosto".
- 10. Conservazione delle desinenze latine:
- 1) II pers. sing. pres. ind.: skòrd's "dime-ntichi", fàjs "fai" , vìd's' "vedi";
- 2) III pers. sing. pres. ind.: fàjd "fa", azzìkk'd "comincia" akkumènz'd "comincia";
- 3) II pers. pl. pres. ind. : faìt's "fate", putàt's "potate";
- 4) II pers. sing. imperf. ind.: akkumnzàv's "cominciavi" , avìs "avevi";
- 5) III pers.sing. imperf. ind.: chjandàv'd "piantava", jèr'd "era".
II pers. pl. imperf. ind.: purtàbb "portavate", ibb "andavate".
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- 11. Forme particolari di congiuntivo esortativo del tipo jemùc' "andiamoci", jatìc "andateci" , differenti dalla forma imperativa jèmc e jàtc'.
- 12. Condizionale presente del tipo sapèr' "io saprei", d'cèr "io direi", avèr "io avrei"
- 13. Costrutti del tipo von fàtt "bisogna farli", vo ggjrèt "bisogna girarle".