Maria di Modena
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Maria Beatrice d'Este, figlia Alfonso IV, duca di Modena, e di Laura Martinozzi, nacque nel 1658. Molto pia, fin da bambina aveva espresso il desiderio di entrare in convento, ma la politica e la ragion di Stato non le permisero di realizzare questo proposito.
Luigi XIV, il Re Sole, appoggiato da papa Clemente X, per ragioni politiche voleva favorire il ritorno del Cattolicesimo in Inghilterra e pensò quindi di ottenere ciò anche facendo sposare al principe di York, Giacomo II Stuart, che era cattolico, una principessa cattolica. All'epoca in Inghilterra regnava Carlo II, ormai vecchio e senza figli, alla cui morte il trono sarebbe dovuto passare al fratello Giacomo II, quarantenne, vedovo e senza figli.
Luigi XIV voleva una donna di nobile e antico casato, cattolica, devota ed osservante, che risultasse gradita al duca di York e gli assicurasse una discendenza. La scelta cadde su Maria Beatrice che, già votata a farsi suora, non ne voleva però sapere. La madre inizialmente l'appoggiò, ma ormai tutto era deciso e a risolvere la questione fu l'intervento del papa, che fece sapere a Maria Beatrice che sarebbe stato più meritorio e utile per la Chiesa cattolica sposare il futuro re d'Inghilterra piuttosto che entrare in convento. Maria Beatrice acconsentì al volere del papa.
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[modifica] Le nozze
Il 30 settembre 1673, a Modena, il quarantenne Giacomo II sposò per procura la quindicenne principessa d'Este, senza sfarzo e festeggiamenti, quasi in segreto. Qualche giorno dopo la madre, che era reggente del ducato per il figlio tredicenne, Francesco II, partì con la figlia per Londra, accompagnata dal cognato, il cardinale Rinaldo, e dagli ambasciatori, facendo tappa a Parigi.
La sosta a Parigi doveva essere breve ma si prolungò per diverso tempo in attesa del permesso di entrare in Inghilterra, che il Parlamento inglese non voleva concedere temendo il pericolo di un ritorno al cattolicesimo favorito da quel matrimonio. Dopo lunghe polemiche e diatribe finalmente il Parlamento concesse il permesso e il 1 novembre 1673 Maria Beatrice ed il suo seguito poterono sbarcare a Dover diretti a Londra, dove avvenne l'incontro dei due sposi che non si erano mai visti e conosciuti prima.
[modifica] La vita a corte
Fino alla morte di Carlo II nel 1685 la vita a corte per Maria Beatrice fu durissima per il disprezzo dei cortigiani che la chiamavano "la papista", e la calunniarono anche, le infedeltà del marito che continuò la sua vita libertina, e la morte di quattro dei sei figli avuti dal matrimonio (un settimo si aggiungerà più tardi).
Alla morte di Carlo II e all'ascesa al trono di Giacomo II, il comportamento del marito cambiò e fra i due si stabilì un rapporto più affettuoso, grazie soprattutto al carattere mite della nuova regina. Non cambiò invece il rapporto coi protestanti che non potevano accettare un re e una regina cattolici.
[modifica] Dopo la gloriosa rivoluzione
Ne scaturì la gloriosa rivoluzione, la cacciata degli Stuart. Maria Beatrice e Giacomo II furono costretti all'esilio e si stabilirono a St. Germain en Laye, presso Parigi. Maria Beatrice anche nell'esilio tenne un comportamento regale e nelle lettere ai parenti e governanti si firmò semore secondo l'uso, ancora oggi praticato dalla regina Elisabetta di far seguire al nome la R maiuscola iniziale del termine latino regina.
Incoraggiò e appoggiò l'assurdo proposito del marito di ritornare sul trono, instaurare il cattolicesimo e stabilire l'assolutismo monarchico. Alla morte di Giacomo II nel 1701 assunse la reggenza per il figlio Giacomo III di cui difese strenuamente i diritti e lo spronò a continuare l'azione anacronistica del padre volta a riportare uno Stuart sul trono d'Inghilterra, convinta di essere portatrice di una missione divina.
A Giacomo III fu offerto il trono a condizione che, anche solo formalmente, si convertisse al protestantesimo, ma egli rifiuto con sdegno la proposta e nel 1717 rinunciò ad ogni diritto e pretesa di diventare re d'Inghilterra. Maria Beatrice, ultima regina cattolica d'Inghilterra, chiamata dagli inglesi "Mary of Modena" morì un anno dopo e fu sepolta accanto al marito, alcuni fanatici dispersero i resti di entrambi durante la rivoluzione francese del 1793.
[modifica] Testimonianze contemporanee
I contemporanei dicono di lei che fu di bel aspetto, gentile e regale nel portamento, affabile, sempre di buon umore e religiosissima per cui anche sotto gli abiti eleganti indossati portava un cilicio e prima di coricarsi pregava lungamente e devotamente in ginocchio sul pavimento freddo. Come tutti gli Estensi era colta e amante delle arti e della letteratura per cui si circondò di artisti, letterati, fece affrescare Hampton Court da Benedetto Gennari, pittore di corte e ridestò interesse peer la pittura, alla musica, al canto, all'opera lirica e teatrale.
C'è chi afferma che questo contribuì allo sviluppo dell'arte inglese del tempo. Lo storico inglese Martin Haile che per primo l'ha studiata e descritta nell'opera "Queen Mary of Modena. Her life and letters" pubblicata nel 1905, afferma che "leggendo le sue lettere e conosciamo il suo carattere sempre più cresce in noi la stima e l'ammirazione per lei".
[modifica] Bibliografia
- V. Mazza Monti. Le duchesse di Modena. Reggio Emilia, Tecnograf, 1977.
- B. Rossi. Gli Estensi. Milano, Mondadori, 1972.
- L. Amorth. Modena capitale. Modena, Poligrafico Artioli, 1977.
- G. Silingrdi-A. Barbieri. "Enciclopedia Modenese. S. Pietro in Cariano, Il Segno, 1996.
- R. Severi. Il matrimonio reale di Maria di Modena. Modena, Il Fiorino, 1933.
- G. Panini. La famiglia estense da Ferrara a Modena. Modena, Edizioni Armo, 1996.
[modifica] Voci correlate
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