Partito Liberale Italiano (1943-1994)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Partito Liberale Italiano (PLI) era un partito politico italiano fondato nel 1943 a opera di Benedetto Croce (1866-1952), che ne fu anche primo segretario.
Il partito partecipò alla formazione di molti governi della Repubblica Italiana, soprattutto in alleanza con la Democrazia Cristiana e protagonista dell'esperienza politica del cosiddetto "Pentapartito". Si sciolse nel 1994, così come molti partiti della Prima Repubblica, travolto dalle inchieste di Mani Pulite sui finanziamenti illeciti ai partiti.
Indice |
[modifica] Storia
Sebbene fin dal 1861 (anno dell'unità d'Italia) fosse esistito un soggetto politico che si autodefiniva liberale, esso tuttavia non si era mai costituito come un partito vero e proprio.
[modifica] Il periodo fascista
Il "Partito Liberale" fu fondato nel 1921 dagli eredi della classe dirigente liberale di Camillo Cavour e Giovanni Giolitti che aveva fino a quel momento guidato la nazione. Durante il periodo fascista il Partito Liberale venne sciolto e un certo numero di liberali trovò un modus vivendi con il regime. Il più importante tra gli intellettuali liberali, Benedetto Croce, rappresentò per tutto il Ventennio una specie di opposizione morale e intellettuale accettata dal fascismo .
[modifica] La costituzione del PLI
Il Partito Liberale Italiano, ricostituitosi nel 1943 grazie a Benedetto Croce, partecipò, seppur in maniera debole, sia alla Resistenza partigiana, che ai governi di unità nazionale guidati da Ivanoe Bonomi e Ferruccio Parri. In questo periodo due liberali divennero presidenti della Repubblica: prima Enrico De Nicola (1946-1948) e poi Luigi Einaudi (1948-1955).
Nel referendum per la scelta tra repubblica e monarchia, il PLI si schierò per la monarchia.
Il PLI non svolse mai una funzione di grande rilevanza nel panorama politico italiano, non raggiungendo mai un ragguardevole consenso di voti, ma ebbe sempre grande prestigio intellettuale, svolgendo il ruolo di pungolo liberale verso tutti i partiti democratici, specialmente sui temi dell'economia. Faceva parte della cultura liberale, sia pure quella più laica ed europea, il settimanale, Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio (1910-1968), che a partire dal 1949 rappresentò un punto di riferimento per il laicismo e liberalismo italiani.
[modifica] L'ostilità al centrosinistra e la scissione radicale
Sotto la segreteria di Giovanni Malagodi il partito si orientò su posizioni più coerentemente liberiste, più vicine agli insegnamenti di Einaudi e di Croce, con una durissima e storica opposizione alla nazionalizzazione dell'energia elettrica e in generale alla formula del Centrosinistra che condusse il Partito ad un periodo felice che vide molto salire i consensi. Questa nuova strategia politica non fu apprezzata da alcuni giovani liberali (fra cui Eugenio Scalfari e Marco Pannella), ispirati soprattutto dalla redazione del Mondo di Mario Pannunzio. Essi si staccarono dal PLI e fondarono il Partito Radicale nel 1955, su posizioni più laiciste.
Rimasto all'opposizione per tutti gli anni sessanta, il PLI subì poi una crisi elettorale che lo portò a diventare un partito marginale nello scacchiere politico italiano. Nel 1972 Malagodi si dimise dall'incarico di segretario, e dopo il crollo del 1976 (quando il PLI ottenne solo l'1,6% dei voti alle elezioni politiche) fu scelto come segretario Valerio Zanone.
[modifica] L'adesione al Pentapartito
Negli anni ottanta il PLI fu parte del Pentapartito, una coalizione di partiti di governo. La regione con i migliori risultati per il PLI fu il Piemonte, e in particolare la provincia di Cuneo, storico feudo elettorale di Giovanni Giolitti, Luigi Einaudi e Raffaele Costa.
Neanche sotto la segreteria di Zanone il PLI aumentò i suoi consensi, e nel 1985, dopo un ennesimo insuccesso elettorale, il vertice nazionale cambiò ancora: si successero alla segreteria Alfredo Biondi, Renato Altissimo (che portò il partito al 2,8% dei voti durante le elezioni politiche del 1992) e Raffaele Costa.
[modifica] Lo scioglimento dopo Tangentopoli
Travolto da Tangentopoli con le inchieste giudiziarie di Mani Pulite, il PLI vide diminuire drasticamente il numero dei suoi simpatizzanti. Renato Altissimo fu costretto a dimettersi e al suo posto divenne segretario Raffaele Costa. La situazione era ormai difficile ed un congresso furente sancì lo scioglimento del partito il 6 febbraio 1994.
In realtà si trattava di riconoscere la fine di un partito ormai ridotto al minimo. Già nel corso del 1993 alcuni esponenti liberali avevano tentato, pur mantenendo l'appartenenza al partito, di ricostituire una presenza liberale sotto nuovi simboli e nuove formule.
Nel giugno 1993, il presidente dimissionario Valerio Zanone aveva dato vita all'Unione Liberaldemocratica, un movimento di ispirazione liberal-democratica, di stampo non conservatore. Analogamente il segretario in carica Raffaele Costa, sempre nel giugno 1993, aveva fondato l'Unione di Centro inteso a raggruppare attorno a sé l'elettorato moderato di centrodestra, alternativo alla sinistra. Alcuni esponenti del PLI inoltre, come Paolo Battistuzzi, aderirono sempre nel corso del 1993 al progetto di Alleanza Democratica, con una collocazione più decisamente di centrosinistra.
Il giorno dopo lo scioglimento, alcuni esponenti dell'ex-PLI scelsero di dare vita a un coordinamento dei liberali ormai sparsi in diversi movimenti nella prospettiva di riunificare in futuro le diverse esperienze dei liberali: Raffaello Morelli (su posizioni più progressiste) con l'appoggio di Alfredo Biondi (su posizioni più moderate-conservatrici) fondò così la Federazione dei Liberali Italiani.
In occasione delle elezioni politiche del 1994 la Federazione dei Liberali Italiani non si presentò unitariamente ma si limitò a stendere un documento di indirizzi politico-programmatici cui si invitavano ad aderire i diversi esponenti liberali candidati nei vari schieramenti: Costa e Biondi traghettarono la loro Unione di Centro (UdC), fondata l'anno prima - e da molti giudicata causa della presentazione da parte di Costa della mozione di scioglimento - verso il centrodestra, divenendo una forza del primo governo Berlusconi. Altri liberali come Zanone aderirono invece alla coalizione centrista del Patto per l'Italia e al progetto di Mario Segni, altri ancora scelsero di candidarsi autonomamente sotto le bandiere dei radicali (Lista Pannella e Riformatori).
Con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, molti ex esponenti del PLI migrarono verso Forza Italia (come il prof. Antonio Martino e il prof. Carlo Scognamiglio) o verso Alleanza Nazionale come Gabriele Pagliuzzi, Giuseppe Basini e Luciano Magnalbò.
Pochi mesi dopo alle elezioni europee del 1994 la Federazione dei Liberali Italiani di Morelli spinse affinché fosse possibile, dato anche il sistema elettorale proporzionale, ripresentare una lista che unisse tutti i liberali al di là degli schieramenti e in nome dell'appartenenza al Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (ELDR). Tuttavia ciò non fu possibile: i liberali erano ormai dispersi per strade diverse e si rivelò impossibile una lista unitaria. La FdL si presentò comunque in 2 circoscrizioni ma non raccolse risultati significativi (0,16%).
Nel 1996, dopo le elezioni politiche, terminò la breve esperienza dell'UdC dell'ultimo segretario Costa, che confluì definitivamente in Forza Italia.
[modifica] La diaspora liberale
Ecco un piccolo atlante delle formazioni liberali successive allo scioglimento del PLI:
- Dal 1995 esiste la Federazione dei Liberali Italiani di Raffaello Morelli, su posizioni "liberal" ed alternative al centrodestra di Silvio Berlusconi;
- Nel 2004 è stato rifondato un nuovo Partito Liberale Italiano sotto la guida di Stefano De Luca (ex-Forza Italia), con vari esponenti ex-PLI come Giuseppe Basini (ex-AN), Renato Altissimo, Gian Nicola Amoretti (Presidente Unione Monarchica Italiana) Attilio Bastianini, Salvatore Grillo, Savino Melillo, Carla Martino e Arturo Diaconale (il quale, assieme a Pietro Milio, sostiene anche una pattuglia di ex-liberali nei Riformatori Liberali);
- Sempre nel 2004 si è costituita l'Associazione Liberali per l'Italia di Gabriele Pagliuzzi, sorta al fianco di Destra Liberale Italiana (precedentemente corrente di Alleanza Nazionale, poi divenuta movimento a sé e infine confluita nel PLI ricostituito), che rappresenta il suo braccio elettorale;
- Una piccola pattuglia di liberali (fra cui Enzo Savarese e Luciano Magnalbò) è presente, in posizione minoritaria, in Alleanza Nazionale;
- L'associazione Liberalismo Popolare di Raffaele Costa e Alfredo Biondi è attualmente compresa in Forza Italia, anch'essa in posizione assolutamente minoritaria;
Altri liberali hanno aderito ai Democratici di Sinistra: è il caso di Federico Orlando (recentemente passato alla Margherita) e Giovanni Marongiu (attualmente vicino al Movimento Repubblicani Europei). Nella Margherita, sono presenti anche Natale D'Amico e la Associazione per la Democrazia Liberale di Valerio Zanone.
[modifica] Segretari
dal 1944:
- Giovanni Cassandro (aprile-giugno 1944)
- Manlio Brosio (giugno-dicembre 1944)
- Leone Cattani (dicembre 1944 - dicembre 1945)
- Reggenza congiunta dei vice segretari Giovanni Cassandro, Anton Dante Coda e Francesco Libonati (dicembre 1945 - dicembre 1947)
- Roberto Lucifero (dicembre 1947 - ottobre 1948)
- Bruno Villabruna (ottobre 1948 - febbraio 1954)
- Alessandro Leone di Tavagnasco (febbraio-aprile 1954)
- Giovanni Malagodi (aprile 1954 - luglio 1972)
- Agostino Bignardi (luglio 1972 - febbraio 1976)
- Valerio Zanone (febbraio 1976 - luglio 1985)
- Alfredo Biondi (luglio 1985 - maggio 1986)
- Renato Altissimo (maggio 1986 - maggio 1993)
- Raffaele Costa (maggio 1993 - febbraio 1994).
[modifica] Congressi
- I Congresso - Bologna, 8-10 ottobre 1922
- II Congresso - Livorno, 4-7 ottobre 1924
- III Congresso - Roma, 29 aprile - 3 maggio 1946
- IV Congresso - Roma, 30 novembre - 3 dicembre 1947
- V Congresso - Roma, 9-11 luglio 1949
- VI Congresso - Firenze, 23-26 gennaio 1953
- VII Congresso - Roma, 13 dicembre 1955
- VIII Congresso - Roma, 29 novembre - 1 dicembre 1958
- IX Congresso - Roma, 5-8 aprile 1962
- X Congresso - Roma, 4-8 febbraio 1966
- XI Congresso - Roma, 7-12 gennaio 1969
- XII Congresso - Firenze, 9-15 gennaio 1971
- XIII Congresso - Roma, 7-11 febbraio 1973
- XIV Congresso - Roma, 18-23 aprile 1974
- XV Congresso - Napoli, 7-11 aprile 1976
- XVI Congresso - Roma, 24-28 gennaio 1979
- XVII Congresso - Firenze, 18-22 novembre 1981
- XVIII Congresso - Torino, 29 marzo - 1 aprile 1984
- XIX Congresso - Genova, 22-25 maggio 1986
- XX Congresso - Roma, dicembre 1988
- XXI Congresso - Roma, 9-12 maggio 1991
- XXII Congresso - Roma, 5-6 febbraio 1994