Quarta battaglia dell'Isonzo
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Quarta battaglia dell'Isonzo | |||||||
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Parte della Prima guerra mondiale | |||||||
![]() Mappa degli avanzamenti italiani nelle battaglie dell'Isonzo |
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Schieramenti | |||||||
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Comandanti | |||||||
Luigi Cadorna, Emanuele Filiberto, Duca d'Aosta | Conrad von Hötzendorf, Svetozar Boroević von Bojna, arciduca Eugen von Habsburg-Lothringen | ||||||
Effettivi | |||||||
370 battaglioni, 1374 pezzi d'artiglieria | 155 battaglioni, 626 pezzi d'artiglieria | ||||||
Perdite | |||||||
49.500 (7.500 morti) | 32.100 (4.000 morti) |
Fronte Italiano Grande Guerra |
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1a-Isonzo – 2a-Isonzo – 3a-Isonzo – 4a-Isonzo – 5a-Isonzo – Altipiani – 6a-Isonzo – 7a-Isonzo – 8a-Isonzo – 9a-Isonzo – 10a-Isonzo – Ortigara – 11a Isonzo – Caporetto – Piave – Vittorio Veneto |
La Quarta battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra il 10 novembre e il 2 dicembre 1915 tra gli eserciti italiano e quello austro-ungarico.
A differenza delle tre battaglie precedenti (a giugno, luglio e ottobre) questa durò poco di più e può per molti versi considerarsi la continuazione dell'offensiva precedente.
La gran parte dei combattimenti si concentrò sulla direttrice per Gorizia e sul Carso, ma la spinta fu distribuita lungo tutta la linea del fiume Isonzo: la Seconda Armata italiana premette sul capoluogo e occupò Oslavia, mentre la Terza Armata, incaricata di coprire il fronte fino al mare, si lanciò in estesi e sanguinosi scontri che non fruttarono nulla, se non minimi avanzamenti del fronte.
Il Monte Sei Busi, già teatro di combattimenti asperrimi e disperati da parte italiana, fu assaltato per altre cinque volte dalle truppe di Cadorna.
I combattimenti subirono una vera e propria escalation fino alla fine di novembre, quando la testa di ponte di Tolmino fu scossa da pesanti bombardamenti da ambo le parti, e i combattimenti raggiunsero il massimo livello di perdite giornaliere. Nei quindici giorni seguenti, fino alla metà di dicembre, lungo tutta la linea gli eserciti si affrontarono in piccole schermaglie piuttosto che in massivi attacchi frontali come nelle precedenti fasi della battaglia.
La tregua si instaurò con l'arrivo del primo, pungentissimo freddo sulle montagne del Carso, spazzato dalla Bora, per il quale le operazioni militari si bloccarono del tutto per mancanza di equipaggiamenti e preparazione da ambo le parti – retaggio dell'idea che quella del 1915 sarebbe stata una Blitzkrieg e non una logorante guerra di posizione.
L'alto comando austro-ungarico, preoccupato delle perdite nonostante l'afflusso al fronte di 12 divisioni di rinforzo, chiese per la prima volta l'aiuto dell'Impero Germanico, il quale ancora non era formalmente in guerra con l'Italia. Motivo, questo, che portò i tedeschi a intervenire sul Carso molto tempo dopo, non prima dell'Undicesima battaglia dell'Isonzo.