Undicesima battaglia dell'Isonzo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Undicesima battaglia dell'Isonzo | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Parte della Prima guerra mondiale | |||||||
![]() L'undicesima battaglia dell'Isonzo |
|||||||
|
|||||||
Schieramenti | |||||||
![]() |
![]() |
||||||
Comandanti | |||||||
Luigi Cadorna Luigi Capello |
Svetozar Boroevic von Bojna | ||||||
Effettivi | |||||||
600 battaglioni 5.200 pezzi d'artiglieria |
250 battaglioni 2.200 pezzi d'artiglieria |
||||||
Perdite | |||||||
160.000 (30.000 morti 110.000 feriti 20.000 dispersi o prigionieri) |
120.000 (20.000 morti 50.000 feriti 30.000 dispersi 20.000 prigionieri) |
Fronte Italiano Grande Guerra |
---|
1a-Isonzo – 2a-Isonzo – 3a-Isonzo – 4a-Isonzo – 5a-Isonzo – Altipiani – 6a-Isonzo – 7a-Isonzo – 8a-Isonzo – 9a-Isonzo – 10a-Isonzo – Ortigara – 11a Isonzo – Caporetto – Piave – Vittorio Veneto |
L'Undicesima battaglia dell'Isonzo fu combattuta durante la Prima Guerra Mondiale (18 agosto – 12 settembre 1917) sul fronte delle operazioni italiano, fra l'esercito italiano e l'esercito austro-ungarico.
Luigi Cadorna, il capo di stato maggiore italiano, aveva concentrato tre quarti delle sue truppe presso il fiume Isonzo: 600 battaglioni (52 divisioni) con 5.200 pezzi d'artiglieria. L'attacco venne sferrato su un fronte che si estendeva da Tolmino (nella valle superiore dell'Isonzo) fino al mar Adriatico. Gli italiani attraversarono il fiume in più punti su ponti di fortuna, ma lo sforzo maggiore venne fatto sull'altopiano della Bainsizza, la cui conquista aveva lo scopo di far proseguire l'avanzata e di rompere le linee austro-ungariche in due, isolando le roccheforti del Monte San Gabriele ed Hermada.
Dopo un combattimento aspro e sanguinoso, la Seconda Armata italiana (comandata dal generale Capello), fece indietreggiare gli austro-ungarici, conquistando la Bainsizza e il Monte Santo. Altre postazioni furono occupate dalla Terza Armata del Duca d'Aosta.
Comunque, il Monte San Gabriele ed il Monte Hermada si rivelarono inespugnabili, e l'offensiva si arrestò.
Dopo la battaglia, le forze austro-ungariche erano sull'orlo del collasso, e non avrebbero potuto sostenere un altro attacco. Fortunatamente per loro (e sfortunatamente per i loro nemici) gli italiani si trovavano nelle medesime condizioni, e non avrebbero potuto trovare le risorse per un'altra offensiva. La battaglia finì così in un bagno di sangue sostanzialmente inconclusivo.