Savoia-Marchetti S.M.84
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Savoia-Marchetti S.M.84 | |
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![]() Un S.M.84 armato di siluro |
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Descrizione | |
Ruolo | Bombardiere/aerosilurante |
Equipaggio | 5 |
Primo volo | 5 giugno 1940 |
Entrata in servizio | febbraio 1941 |
Costruttore | Savoia-Marchetti |
Esemplari costruiti | 246 circa |
Dimensioni | |
Lunghezza | 17,93 m |
Apertura alare | 21,13 m |
Altezza | 4,59 m |
Superficie alare | m² |
Pesi | |
A vuoto | 8.847 kg |
Massimo al decollo | 13.288 kg |
Propulsione | |
Motore | Tre Piaggio P.IX RC40 radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria |
Potenza | 1.000 CV ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità massima | 432 km/h a 4.600 m. |
Autonomia | 1.830 km |
Tangenza | 7.900 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 4 mitragliatrici Scotti/Isotta Fraschini da 12,7 mm |
Bombe | fino a 1.600 kg o 1 siluro da 450 mm |
Altro | 4 razzi trasportati esternamente |
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Progetto:Aviazione |
Il Savoia-Marchetti S.M.84 era un bombardiere/aerosilurante trimotore italiano, che venne impiegato nella Seconda guerra mondiale dalla Regia Aeronautica. Progettato come sostituto dell'ormai superato S.M.79 Sparviero, si rivelò deludente sotto molti aspetti.
Originariamente la designazione S.84 era stata data ad un bimotore da trasporto passeggeri che volò nell’ottobre 1935. A questo prototipo fu preferito il Fiat G.18.
Indice |
[modifica] Il Progetto
Progettato dall’Ing. Marchetti, manteneva l’impostazione generale del suo predecessore, con fusoliera di sezione rettangolare e configurazione trimotore, ma in comune con il S.M.79 aveva le sole semiali e il carrello principale. Presentava impennaggio bideriva, per permettere una maggiore stabilità e un miglior campo di tiro alla mitragliatrice dorsale, sistemata in una torretta Caproni-Lanciani Delta E girevole a 360°, che sostituiva la caratteristica gobba dorsale.
Inoltre disponeva di un vano bombe più grande, che consentiva di alloggiare gli ordigni orizzontalmente, al contrario dei precedenti modelli Savoia-Marchetti, dove le bombe erano stivate verticalmente, soluzione che dava grave pregiudizio per la precisione del lancio. Altra particolarità era la gondola retrattile per il puntatore, montata poco dietro il motore centrale, soluzione già adottata sui S.M.82 Marsupiale
Nonostante le notevoli migliorie rispetto allo Sparviero, che lo rendevano un apparecchio decisamente più moderno, ed i più potenti Piaggio P.XI RC40 da 1.000 CV, il nuovo aereo si rivelò poco più che mediocre, con manovrabilità nettamente inferiore al suo predecessore, e velocità di poco superiore.
La manovrabilità era un requisito fondamentale per un aerosilurante, indispensabile nelle brusche manovre di evasione dopo il lancio del siluro.
In generale gli equipaggi non si trovarono a loro agio. Le mitragliatrici di bordo Scotti erano facilmente soggette all'inceppamento, a differenza delle robuste ed affidabili Breda-SAFAT. L'S.M.79 si rivelò quindi insostituibile, anche se gli S.M.84 prodotti prestarono onestamente il loro servizio a partire dal 1941.
[modifica] Impiego nella Regia Aeronautica
A partire dal secondo anno di guerra gli S.M.84 cominciarono ad affiancare nei reparti da bombardamento il CANT Z.1007bis, il Fiat B.R.20 e l'S.M.79, che nel contempo passava ai reparti siluranti. Il 41° Gruppo Bombardamento Terrestre fu il primo reparto ad utilizzarlo.
Il principale teatro operativo dell'S.M.84 fu il Mar Mediterraneo. Una squadriglia del XLI Gruppo da Bombardamento Terrestre colpì e immobilizzò nel mare Egeo il cacciatorpediniere britannico Imperial, affondato dagli stessi inglesi. L'unico successo come aerosilurante sembra essere quello vantato dal maggiore Arduino Buri, che il 27 settembre 1941, riuscì a silurare la corazzata HMS Nelson, danneggiandola gravemente e mettendola fuori uso per parecchi mesi. Nel corso della stessa azione il 36° Stormo Aerosiluranti subì gravi perdite, tra cui quella del comandante colonnello Elmo Seidl.
I pochi esemplari ancora efficienti nel 1943 vennero relegati ad impieghi secondari.
[modifica] Altri operatori
- Slovacchia: Un lotto di 6 esemplari tra S.M.84 e S.M.84bis vennero forniti all'aeronautica solvacca, in un periodo successivo al 1942. Dei 246 esemplari riportati in tabella, di un lotto originale di 309, sono quelli effettivamente consegnati alla Regia Aeronautica.
[modifica] Varianti
Alcuni degli esemplari di serie montavano motori Alfa Romeo 128 RC.18 da 860 CV ciascuno.
- S.M.84ter: versione con ala maggiorata e motori Piaggio P.XII da 1500 CV ciascuno.
[modifica] S.M.89
L’S.M.89 era sostanzialmente la versione bimotore del S.M.84. Il prototipo, che effettuò il suo primo volo nell’autunno 1941, era stato concepito come aereo da attacco. Nel muso montava 2 cannoncini da 37 mm e 3 mitragliatrici da 12,7 mm, un’altra mitragliatrice da 12,7 mm era montata in postazione ventrale e manteneva la torretta dorsale con una mitragliatrice da 12,7 mm. Il prototipo venne consegnato alla 173a Squadriglia nell’aprile 1943, ma lo sviluppo dell’S.M.89 venne arrestato poco dopo, per l’armistizio. L’S.M.89 montava due motori Piaggio P.XII RC.35 da 1.500 CV.
[modifica] Voci correlate
- Savoia-Marchetti S.M.81, S.M.82 , S.M.83, S.M.84, S.M.85, S.M.86, S.M.87, S.M.88, S.M.89, S.M.90, S.M.91, S.M.92
- Aeronautica Umbra S.A.
[modifica] Collegamenti esterni
- http://www.finn.it/regia/index.htm I trimotori della Regia, raccolta fotografica
- http://digilander.libero.it/lealidellaregia/indice.htm Profilo
- www.aerei-italiani.net Savoia-Marchetti S.M.84