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Umberto II di Savoia - Wikipedia

Umberto II di Savoia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Umberto II
Bandiera italiana

IV Re d'Italia

Stemma Savoia

Regno: dal 9 maggio 1946 al 2 giugno 1946
Predecessore: Vittorio Emanuele III (padre)
Successore: Alcide De Gasperi Capo provvisorio dello Stato, Presidente del Consiglio dei Ministri dal 18 giugno 1946 al 28 giugno 1946 poi, dallo stesso giorno, Enrico De Nicola Capo Provvisorio dello Stato
Data di Nascita: 15 settembre 1904
Luogo di Nascita: Racconigi
Data di Morte: 18 marzo 1983
Luogo di Morte: Ginevra
Moglie: Maria José del Belgio
Matrimonio: Roma, 8 gennaio 1930

Umberto II di Savoia (Racconigi, 15 settembre 1904 - Ginevra, 18 marzo 1983) è stato luogotenente del regno d'Italia dal 1944 al 1946 e Re d'Italia dal 9 maggio del 1946 al 2 giugno dello stesso anno (per questo breve periodo di regno fu detto Re di maggio). Il suo nome completo è Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria, Principe di Piemonte.

Indice

[modifica] Biografia

Umberto II di Savoia (circa 1920)
Umberto II di Savoia (circa 1920)
Umberto di Savoia e Maria José del Belgio il giorno delle nozze
Umberto di Savoia e Maria José del Belgio il giorno delle nozze

Nato nel 1904 da Vittorio Emanuele III di Savoia ed Elena del Montenegro, Umberto riceve il titolo di principe di Piemonte in qualità di erede al trono d'Italia. Educato secondo una rigida disciplina militare già nel corso della prima guerra mondiale, viene destinato al matrimonio con la principessa belga Maria José.

Durante gli anni del regime fascista segue una rapida carriera militare divenendo generale dell'esercito. Popolarissimo nel paese per il suo fisico avvenente e le innumerevoli avventure rosa che si ricamano sul suo conto, Umberto vive in una realtà sostanzialmente estraniata dalla politica attiva e relegata, per volontà dello stesso regime fascista, in una posizione marginale. Di formazione liberal-conservatrice e (contrariamente alla tradizione familiare) profondo credente, Umberto non suscita particolari simpatie in Benito Mussolini, che, anzi, nell'epoca della Repubblica Sociale Italiana, raccoglierà e diffonderà un dossier relativo al principe.

L'8 gennaio 1930, nella cappella Paolina del Quirinale, si sposa con Maria José, principessa del Belgio. Umberto veste l'uniforme di colonnello di cavalleria. Secondo la leggenda sarebbe un matrimonio d'amore, ma la storia sarà comunque contrastata, a causa dei diversi interessi culturali, politici e sociali. Dopo la funzione gli sposi sono ricevuti da papa Pio XI, segnale di un progressivo disgelo fra l'Italia e il Vaticano.

Personalmente contrario all'intervento dell'Italia in guerra al fianco della Germania, Umberto si impegna comunque sul fronte francese, nel 1940, e l'8 settembre del 1943, pur avendo espresso l'intenzione di rimanere a Roma per difendere la capitale dai tedeschi, segue nella precipitosa fuga da Roma il re suo padre e Pietro Badoglio, riparando a Brindisi.

Nel giugno del 1944, dopo la liberazione di Roma, assume il titolo di Luogotenente Generale del Regno in base agli accordi che intervengono tra le forze politiche che formano il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN); tali accordi prevedono di «congelare» la questione istituzionale fino al termine del conflitto. In questo ruolo Umberto esercita le sue limitate mansioni orientando la monarchia italiana su posizioni filoamericane.

Durante gli anni della Luogotenenza con il decreto legislativo luogotenenziale 151/1944 stabiliva che «dopo la liberazione del territorio nazionale le forme istituzionali» sarebbero state «scelte dal popolo italiano, che a tal fine» avrebbe eletto «a suffragio universale, diretto e segreto, un'Assemblea Costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato» dando per la prima volta il voto alle donne.

Forma quindi la Commissione per redigere lo Statuto della Sicilia in conformità con il suo intento di evitare la secessione dell'isola per opera dei movimenti indipendentisti.

Il 9 maggio 1946, ad appena un mese dallo svolgimento del referendum istituzionale che dovrà decidere tra monarchia e repubblica, Vittorio Emanuele III abdica. La speranza è che con il ritiro dalla scena di colui che ha facilitato l'ascesa del fascismo la monarchia possa recuperare consensi.

Il 15 maggio del 1946 promulga lo Statuto della Sicilia che rende la regione autonoma, fu la prima volta che in Italia si iniziò a parlare di autonomia regionale nell'ottica del rispetto delle particolarità locali. Lo Statuto è ancora quello su cui si fonda la Regione Sicilia.

Umberto II con Maria José e i figli.
Umberto II con Maria José e i figli.
Dinastia dal 1820
Casa Savoia

Vittorio Emanuele II
Figli
   Principessa Maria Clotilde
   Principe Umberto
   Principe Amedeo
   Principessa Maria Pia
Umberto I
Figli
   Principe Vittorio
Vittorio Emanuele III
Figli
   Principessa Iolanda
   Principessa Mafalda
   Principe Umberto
   Principessa Giovanna
   Principessa Maria
Umberto II
Figli
   Maria Pia
   Vittorio Emanuele
   Maria Gabriella
   Maria Beatrice
Vittorio Emanuele di Savoia
Figli
   Emanuele Filiberto
Emanuele Filiberto di Savoia
Figli
   Vittoria
   Luisa

Umberto lascia l'Italia dopo il referendum del 2 giugno che trasforma l'Italia in una Repubblica. La sera del 12 giugno, prima che la Corte di cassazione rendesse noti i risultati definitivi, il Consiglio dei ministri proclama di fatto la Repubblica, nominando De Gasperi capo provvisorio dello Stato. A questo punto, Umberto II non ha altra scelta che lasciare l'Italia. Il 13 giugno parte dunque in aeroplano da Ciampino, non senza aver prima diramato un polemico proclama dove si parla, tra l'altro, di un "gesto rivoluzionario" del Consiglio dei ministri.

Come sede del suo esilio sceglie Cascais in Portogallo, seguendo l'esempio di Carlo Alberto, che si era recato in esilio a Oporto; l'esilio dei Savoia in Potogallo non costituisce evento accidentale, giacché, il ricorrere dei frequenti matrimoni intercorsi, nei secoli, fra quest'ultimi e la Casa reale del Portogallo ha fatto sì che - sia pure se sotto un profilo meramente araldico e non dinastico - il Capo di Casa Savoia possa oggi considerarsi parimenti anche quale Capo della Real Casa di Braganza.

Con l'entrata in vigore della costituzione repubblicana l'esilio di Umberto di Savoia viene formalizzato da una norma della carta fondamentale, essendo previsto dal primo capoverso della XIII disposizione transitoria. Esso sarà abrogato solo nel 2002.

Caduta la monarchia, s'incrina anche il matrimonio con Maria José, che si trasferisce a Ginevra con Vittorio Emanuele. Con Umberto rimangono le figlie nate dal matrimonio con Maria José, che presto diventano, a causa della loro vita sentimentale a volte tumultuosa, oggetto di morbose attenzioni da parte della stampa popolare.

A partire dal 1960 Umberto II subisce una serie di interventi chirurgici devastanti, probabilmente a causa del tumore che dopo lunghe sofferenze sarà la causa della sua morte a Ginevra nel 1983.

Nel suo testamento Umberto lega al Papa la Sindone, che dal 1587 era conservata nel Duomo di Torino a titolo di deposito. Trattandosi di una delle tante proprietà pervenute ai Savoia prima della proclamazione del Regno d'Italia, essa è stata esclusa dall'avocazione a favore dello Stato sancita dalla XIII disposizione della Costituzione.

Le spoglie dell'ultimo Sovrano d'Italia riposano (per suo espresso volere, a fianco del Re Carlo Felice) nella Abbazia di Hautecombe ( o Altacomba), posta in Savoia, da dove la Casa di Savoia ha tratto le sue origini storiche.

L'ex Sovrano ha voluto che nella sua tomba fosse riposto il sigillo reale, che si trasmette, di generazione in generazione, quale simbolo della perpetuazione della legittimità nella linea dinastica regnante, nonché quello degli ordini cavallereschi di Casa Savoia. In tal modo, si ritiene comunemente che egli abbia inteso esplicitamente distinguere i suoi eredi dinastici da quelli civili, impedendo a questi ultimi d'entrare in possesso di simboli che avrebbero potuto ingenerare nella pubblica opinione la convinzione della loro qualità di successori dinastici. A divulgare questa tesi priva di fondamento sarebbero stati gli stessi eredi civili, in antitesi a quanto confermato da Falcone Lucifero in merito al presunto viaggio operato dal sovrano in Italia (famoso viaggio in 500)per consegnare personalmente il sigillo generale al nipote nato dal matrimonio di una delle figlie con un imperatore medioorientale. Tale sigillo, a tutt'oggi esistente, ed è stato da questi affidato in custodia a un monastero, dopo essere stato esposto per ben due anni.

[modifica] Bibliografia

  • Giovanni Artieri, Umberto II e la crisi della monarchia, Mondadori, Milano 1983
  • Silvio Bertoldi, Umberto II, Bompiani, Milano 1983
  • Gianni Oliva, Umberto II - L'Ultimo Re, Mondadori, Milano 2000, ISBN 8804476184

[modifica] Galleria d'immagini

[modifica] Tabelle

Italia

Predecessore: Re d'Italia Successore: Bandiera italiana
Vittorio Emanuele III 1946 -


Casa Savoia

separatore

Predecessore: Capo di Casa Savoia Successore:
Vittorio Emanuele III 1946 - 1983 Controversia in corso. Vedi le decisioni della Consulta dei Senatori del Regno

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