Fiat 600
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Fiat 600 | |||||||||||||||||||
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Costruttore
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Altre caratteristiche
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La Fiat 600, autovettura costruita dal 1955 al 1969, viene considerata l'icona del boom economico italiano.
Contrariamente a quanto si sia talvolta ritenuto, la 600 non fu figlia di un intervento per ovviare ai ritardi del progetto della successiva la 500, ma un progetto ragionato, figlio di un lungo studio e di vari progetti alternativi, che partì ancora nel 1945 quando venne sottoposta alla FIAT (azionista della SIMCA) un progetto spinto dal governo francese di vettura con telaio in alluminio e trazione anteriore. Certamente certe ardite sperimentazioni a cavallo della guerra, furono lasciate da parte quando si delineò il progetto di questa straordinaria vettura.
Riprendendo degli studi d’anteguerra, Dante Giacosa aveva effettuato sin dal 1945 degli studi e delle prove su un progetto chiamato “102” o “400 sperimentale” in cui erano stati sperimentati anche la trazione anteriore e le leghe leggere. I pochi capitali a disposizione e la necessità di sostituire le più vetuste “1100” e “1500” d’anteguerra, avevano però rinviato i progetti.
Inoltre tali soluzioni presentavano rischi eccessivi per l’elevata innovazione che comportava e quindi si cercarono strade sì innovative, ma meno spinte soprattutto in funzione dei costi di produzione.
Dopo che nel 1949 e 1951 era stato completato il lancio della “1400” e della “103” poi presentata nel 1953 come “Fiat 1100”, alla Fiat cominciarono a lavorare sull’erede della 500C ossia dell’ultima versione della “Topolino”
Così nel 1951, dunque si ritornò ad analizzare l’ipotesi di una “tutto dietro” o di “una tutto avanti” soluzioni che offrivano risparmi di peso e di costi. La “Tutto avanti” venne scartata per l’opposizione del management FIAT e per problemi costruttivi. Inoltre Giacosa poteva sfruttare l’esperienza maturata con la “Cisitalia” per la quale aveva realizzato una piccola vettura da corsa con motore posteriore derivato dal “1100” d’anteguerra, in particolare per il cambio. Va detto anche che la VW con il Maggiolino e la Renault con la 4CV avevano intrapreso con successo la strada del “tutto dietro”
L'impostazione stilistico-dimensionale della vettura fu definita nel 1951, ma si pose il problema della Inizialmente venne studiato un motore a due cilindri a V di 150° abbinato ad un cambio semiautomatico, come quello della “Cisitalia”. La soluzione, interessante, venne scartata perché avrebbe richiesto tempi lunghissimi di sviluppo, mentre l’invecchiamento della 500C era ormai evidente.
Dal canto suo, la dirigenza Fiat premeva per l'immediata messa in produzione di un modello economico che potesse sostituire l'ormai obsoleta "Topolino". Fu richiesto Il massimo della sperimentazione con il minimo della spesa. Tanto più, che la clientela italiana dell'epoca era sufficientemente di "bocca buona" e affamata di un modello economico da lasciar correre eventuali difetti di gioventù.
La scelta di forme arrotondate fu fatta invece per risparmiare lamiera (e peso)
Fu così che “chiuso in una stanza con un pugno di disegnatori” come ebbe modo di raccontare Giacosa, in pochi mesi venne disegnato un gruppo motopropulsore completamente nuovo, a 4 cilindri verticali, relativamente convenzionale, raffredato ad acqua e a 4 marce. Era l’inizio del 1953 e poteva avviarsi la sperimentazione definitiva.
Il motore progetto “100” da 633 cc presentava grosse novità come il collettore di aspirazione integrato nella fusione della testa (grande vantaggio economico) e per la prima volta per FIAT il basamento monoblocco (e non in 4 pezzi saldati insieme come sulla Topolino) . Fu una tiplogia di motore con vita lunghissimo, basti dire che con cilindrate mano a mano cresciute rimarrà utilizzato sino al 1999, dopo che la produzione era stata spostata in Polonia. La versione da 747 cc sarà usata sulla “600D” e sulle 880 e 770 prodotte in Argentina, quella da 847cc a rotazione invertita sulle “[[|Fiat 850|850]], 133 e “Panda 34”, quella da 903cc sulla “850 Sport”, sul 850T , 900T/E e rivisto anche sulle “127”, “A112”, “Panda 45 ”, “Uno 45”, “Koral” e “Cinquecento” . Una versione da 965cc sarà usato negli anni 80 dalla Uno ES e dalla “A112 elegant” , mentre la versione più spinta da 1049 cc e 70Hp sarà caratteristico della A112 Abarth.
Un motore per tutte le stagioni, prodotto in Italia, Argentina, Brasile, Spagna, Polonia, Yugoslavia, adattato a vetture “tutto dietro” o “tutto avanti”, a veicoli commerciali e vetture sportive. Supererà varie normative antinquinamento, si adatterà alle iniezioni elettroniche e ai catalizzatori e avrà addirittura applicazione per gruppi elettrogeni di avanguardia a “biogas”. Calcherà la scena dei Rally delle gare turismo e in salita, come motorizzazione di approccio per generazioni di piloti, sino alla formula “Panda Monza” degli anni ’80.
Rispetto al motore della “Topolino” presentava le valvole in testa (peraltyro già introdotte sulla 500B del 1949, l’albero a camme laterale anziché nel basamento, la circolazione dell’acqua forzata mediante pompa, anziché per moto convettivo (a “termosifone”) e il collettore di aspirazione integrato nella fusione della testa, l’accensione a punterie e spinterogeno, anziché a magnete.
La sospensione a balestra trasversale, sarebbe stata utilizzata sul posteriore ancora dalla 127 e dalla 128, quasi trent’anni dopo con il vantaggio di avere l’elemento elastico facente funzione anche di barra antirollio.
Arrischiata ma efficace fu la soluzione del radiatore posto nel posteriore con il ventilatore calettato sulla pompa dell’acqua (un integrazione di funzione, evidentemente pensata per ridurre i costi)
Il ventilatore lavorava spingendo l’aria contro il senso di marcia (da dietro verso l’avanti), ma questo non creò problemi insormontabili. La progettazione terminò di fatto a metà 1954 e fu avviato l’attrezzamento delle officine di Mirafiori, dove la vettura sarà prodotta sino alla fine degli anni 60.
La piccola utilitaria Fiat, venne presentata il 9 marzo 1955, a Ginevra nel Palazzo delle Esposizioni. Dotata di 2 portiere (nelle prime versioni con apertura controvento) e con una abitabilità discreta per 4 persone, era equipaggiata con un motore] situato in posizione posteriore di 633 centimetri cubi erogante una potenza di circa 21 cv , in grado di spingere l'automobile fino a 95 km/h. Il prezzo di listino era di 590.000 Lire
La 600, nata come vettura popolare, ma non ancora del tutto “utilitaria” avrà uno strabiliante successo vendite e, dopo pochi mesi, il tempo di attesa per la consegna supererà l'anno.
Molti economisti concordano che, insieme agli altri simboli del benessere (televisore e frigorifero), la Fiat 600 è il principale volano del "miracolo economico" che investe l'Italia settentrionale dal 1958 al 1963. Forse è un'analisi riduttiva, ma sta di fatto che il parco circolante italiano, composto da 800.000 veicoli nel 1955, arriva a superare i 2.000.000 nel 1960. E' da ricordare che in occasione della presentazione della Fiat 600, la televisione in epoca in cui la Rai non faceva pubblicità televisiva, trasmise un cortometraggio sulla macchina nuova nata, tipico esempio di pubblicità redazionale.
Indice |
[modifica] Modelli derivati
Grande successo ottenne anche la successiva versione Multipla, in cui l'abitabilità venne notevolmente ampliata fino a raggiungere i 6 posti su 3 file di sedili. Gli schienali e le poltrone delle due file posteriori, mediante un ingegnoso gioco ad incastro, potevano essere facilmente abbattuti, formando una estesa e complanare superficie di carico. Quest'ultima versione, incontrò il favore degli artigiani, dei taxisti e delle le famiglie numerose, all'epoca ancora non estinte..
Destinata a sostituire la “500 C Giardiniera” fu figlia di una ardita idea di Giocosa, che decise di avanzare il posto guida a cavallo dell’asse anteriore (dotato della sospensione della 110) e di due porte posteriori.
Mancava il portellone posteriore ma questo non impedì di creare un grande vano di carico utilizzabile asportando le due file di sedili centrale e posteriore)
La carrozzeria “Coriasco” ne realizzerà un versione furgoncino, per le Poste Italiane, con diversa coda e uno sportellino con piccolo vano di carico sopra il motore, la cui impostazione sarà ripresa dalla casa madre e con un nuovo frontale squadrato e le porte anteriori con apertura convenzionale diventerà il Fiat 600T poi 850T quando la cilindrata vene portata a 903cc
Durante gli anni di produzione del modello originale, effettuata anche su licenza in varie nazioni europee come in Spagna dalla SEAT con il nome di SEAT 600 (800.000 unità), in Jugoslavia dalla Zastava con il nome di Zastava 600, Zastava 750 e Zastava 850 e in Unione Sovietica, ne vennero prodotti oltre 2,5 milioni di unità fino alla sostituzione nel listino (nel 1964) da parte della più moderna Fiat 850. Rimase in produzione in Italia fino al 1969.
La SEAT ne derivò anche un modello particolare con carrozzeria a 4 porte che venne commercializzato come SEAT 800.
Questo modello fu anche utilizzato da molti carrozzieri e preparatori per la presentazione di versioni rielaborate in campo estetico (ad esempio da Giannini) e soprattutto meccanico. Famosissimi i modelli della Abarth con motorizzazioni spinte fino ai 1.000 cc che spopolavano nelle varie gare automobilistiche del tempo nella loro classe di appartenenza.
Anche la “850” (progetto 100G) era in realtà un derivato della 600, da cui oltre la derivazione del motore, derivò il pianale e le sospensioni oltre altri particolari sottopelle.
[modifica] Galleria fotografica
Tra le versioni più rare di 600 modificate e personalizzate si può citare quella del carrozziere Caprera illustrate nelle immagini sotto
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bilbiografia
- (IT) Progetti alla Fiat prima del computer, di Dante Giacosa, ed. Automobilia ISBN 88-85880-00-2
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Club delle Fiat 600
- Galleria fotografica
- Interessante articolo sulla nascita della 600
- Altro articolo sulla nascita e storia della 600
Modelli Pre-bellici e fino al 1950 - 3/12hp · 1 Fiacre · 1 · 2 · 3 · 4 · 5 · 6 · Zero · 501 · 503 · 505/507 · 508 Balilla · 509 · 510/512 Il gruppo Fiat
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