Fiat 124
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Fiat 124 | |||||||||||||
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Premio Auto dell'anno nel |
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Costruttore
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La Fiat 124 è una delle autovetture di produzione FIAT degli anni '60.
Quando venne presentata, nel 1966, la "124" aveva l'ambizione di proporsi come modello per la piccola borghesia italiana che, provenendo principalmente dalla "1100 D" e dalla "Fiat 1300", cercava un'auto più moderna, ma ugualmente solida, affidabile e rassicurante. Disponibile all'inizio con la sola carrozzeria berlina a 4 porte, la "124", benché integralmente nuova, proponeva soluzioni meccaniche classiche (trazione posteriore, retrotreno ad assale rigido, ma con molle e ammortizzatori coassiali, anziché balestre a foglia) ed una linea a tre volumi molto squadrata (e, quindi, secondo canoni dell'epoca, modernissima). Il motore, un nuovo 4 cilindri monoalbero di 1197cc da 60cv, abbinato ad un cambio manuale 4 marce, consentiva buone prestazioni (145 km/h) e consumi accettabili. Pochi mesi dopo il lancio della berlina vennero presentate la "Familiare" (meccanicamente identica alla berlina, salvo un rapporto al ponte più corto che favoriva la ripresa a pieno carico, ma penalizzava la velocità massima di 5 km/h, la "Sport Coupé" (cioè la versione coupé disegnata dal centro stile Fiat) e la "Sport Spider" (con la splendida carrozzeria di Pininfarina).
Sia la "Sport Coupé" che la "Sport Spider", realizzate sul telaio accorciato della berlina, erano equipaggiate con un nuovo 4 cilindri bialbero di 1438 cc, in grado di erogare 90cv.
Il successo di pubblico e critica fu immediato, tanto che la 124 si vide assegnare il premio Auto dell'anno l'anno successivo alla sua presentazione.
Nel 1968 è la volta della "124 Special" (solo berlina). Oltre a finiture interne più ricche e ad alcune varianti estetiche (nuovo frontale con 4 fari, nuova griglia sul montante posteriore, maniglie porta incassate e altri dettagli minori), la "Special" proponeva un motore di 1438 cc (derivato da quello delle Sport"), ma in versione monoalbero da 70 cv. Nel 1969 la cilindrata del bialbero della "Sport Coupé" (ristilizzata nel frontale, ora simile a quello della "Dino Coupé", e nella coda, dove spiccano i gruppi ottici di dimensione raddoppiata) e della "Sport Spider" (che presenta una nuova mascherina a nido d'ape e due piccole gobbe sul cofano motore, necessarie per l'ingombro del motore maggiorato) venne incrementata da 1438cc a 1608cc. La potenza raggiunse i 110 cv. Nel 1970, in occasione di un lieve restyling delle berlina standard e della "Familiare" (miglioramenti agli interni, nuova mascherina anteriore, nuovi paraurti con rostri e, solo per la berlina, nuova griglia nera sul montante posteriore e, in coda, gruppi ottici ridisegnati) venne lanciata anche la versione "Special T". Disponibile solo in versione berlina, si distingueva dalla "Special" per un nuovo frontale (con mascherina nera e indicatori di direzione spostati a lato dei quattro fari), per i profili cromati in coda e, soprattutto per l'adozione della versione bialbero da 80 cv del 4 cilindri di 1438 cc. L'ultimo restyling del modello avvenne nel 1972.
Le modifiche estetiche furono lievi (nuova mascherina anteriore e maniglie incassate come sulla "Special") e interessarono solo la berlina base e la "Familiare". Più sostanziose le modifiche agli interni (nuovi rivestimenti), ai motori (migliorati nel rendimento e nella potenza, che cresce di circa 5cv su tutte le versioni) e alla composizione della gamma. Alle note berlina, "Familiare" con motore di 1197cc (ora con 65 cv) e "Special T 1400" (1438 cc, 85cv), si affiancò la "Special T 1600", col bialbero di 1592cc (95cv) della "132 1600".
Anche la "Sport" coupé fu oggetto, nel '72, di un sostanzioso maquillage esterno (frontale e coda ridisegnati, paraurti più spessi e altri particolari in plastica nera) e interno. Il risultato non fu eccezionale e la linea, ormai datata, uscì oltremodo appesantita dai ritocchi. Sotto il profilo tecnico si registrarono importanti novità, sia per la "Sport" coupé che per la "Sport Spider" (la cui linea, invece, rimase invariata): il bialbero di 1608cc, venne rimpiazzato da due nuovi motori (sempre a 4 cilindri con due alberi a camme in testa) di 1592 (108 cv) e 1756 cc (118cv). Le versioni "1800" potevano, inoltre, contare su una nuova trasmissione a 5 rapporti. Nel '74 tutte le "124" berlina, "Familiare" e "Sport" coupé uscirono di listino, rimpiazzate dalla "131".
La "Sport Spider" proseguì, invece, la sua carriera "europea" fino al '75. Tra il 1975 ed il 1982, infatti la versione aperta della "124" continuò ad essere prodotta, col nome di "Spideramerica", per il mercato USA. Rispetto alla versione europea (uscita di listino, come detto, nel '75) la "America" adottava, per uniformarsi alle leggi statunitensi, massicci paraurti ad assorbimento, gruppi ottici posteriori più ampi e un motore più "pulito" (ovvero un bialbero di 1995cc, alimentato ad iniezione elettronica Bosch, in grado di erogare, a causa della necessità di rispettare le norme antinquinamento, solo 105 cv)
Nel 1982 la "spider" tornò anche in Europa, con nome di "Spidereuropa", assemblata e commercializzata da Pininfarina. Era identica alla versione USA, salvo alcune lievi differenze ai paraurti, che non erano ammortizzati , alle luci laterali supplementari su muso e coda come sulle sorelle "Spideramerica" destinate appunto al mercato statunitense e gli interni rivisitati: vuovo cruscotto centrale ed assenza del sedile posteriore, che avevavo tutte le altre 124 spider fino ad allora. Nel 1983 venne presentata la "Spidereuropa Volumex" che si distingueva dalla versione standard per l'adozione di un compressore volumetrico (che elevava la potenza a 136 cv), e la presenza del carburatore al posto dell' iniezione elettronica e di cerchi in lega leggera da 15 pollici con pneumatici di misura 195/50. Tutte le spider uscirono di listino nel 1987.
[modifica] Le 124 estere
La 124 fu anche una delle prime vetture del gruppo torinese prodotte in altre nazioni, grazie ad accordi di collaborazione che la Fiat strinse
La versione "124D" con frontale ristilizziato fu importata brevemente in Italia alla fine degli anni 70. Vi fu anche la "1430", versione derivata simile alla "Special" Italiana.
- importantissimo accordo fu quello siglato con la sovietica Lada che produsse questo modello per decenni come Lada 2101 (chiamata Zigulì), anche ben oltre il ritiro dello stesso da parte della Fiat. Ne sono già state prodotte 15.000.000 e rimane tuttora in fabbricazione.
Altri esemplari della Fiat 124 uscirono anche da stabilimenti situati in Bulgaria e Turchia presso la TOFAS, la 124 Murat, e addirittura 20 anni dopo la sua prima presentazione, nel 1986, ne venne iniziata una produzione anche in India dove, la PREMIER (oggi Fiat India) al di sotto di una carrozzeria quasi identica a quella della nostra 124 di 20 anni prima, venne inserito un motore di derivazione Nissan Motor Co.
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