Guerra delle Falkland
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Guerra delle Falkland | |||||||
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![]() Mappa delle isole Falkland |
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Schieramenti | |||||||
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Comandanti | |||||||
John "Sandy" Woodward John Fieldhouse Margaret Thatcher |
Leopoldo Galtieri Mario Menéndez Ernesto Crespo |
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Perdite | |||||||
258 morti 777 feriti 59 prigionieri |
649 morti 1.068 feriti 11.313 prigionieri |
La Guerra delle Falkland (in inglese: Falklands War, in spagnolo: Guerra de las Malvinas), fu un conflitto combattuto tra l'Argentina ed il Regno Unito per il possesso ed il controllo delle Isole Falkland (conosciute anche col nome spagnolo di Islas Malvinas da cui Isole Malvine) e della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali, tra il marzo ed il giugno del 1982. Le Falkland consistono di due isole maggiori e di molte minori nell'Oceano Atlantico meridionale ad est dell'Argentina, la cui sovranità è stata disputata a lungo. L'Argentina si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala contro la Giunta militare che governava il paese nel periodo precedente alla guerra. Il governo, retto dal Presidente Generale Leopoldo Galtieri, decise di giocare la carta del sentimento nazionalistico lanciando quella che considerava una guerra facile e veloce per reclamare le isole Falkland. Le tensioni crescenti tra i due paesi per le isole aumentarono il 19 marzo quando cinquanta argentini sbarcarono sulla dipendenza britannica della Georgia del Sud e piantarono la bandiera argentina, un atto che viene considerato la prima azione offensiva della guerra. Il 2 aprile, Galtieri ordinò l'invasione delle Falkland.
Nonostante fosse stata colta di sopresa dall'attacco argentino sulle isole dell'Atlantico meridionale, la Gran Bretagna lanciò una task force navale per contrastare la marina argentina e le forze aree del paese sudamericano, e riconquistò le isole con un assalto anfibio. Dopo pesanti combattimenti, gli inglesi prevalsero e le isole rimasero sotto controllo britannico. Tutt'oggi l'Argentina reclama la sovranità sulle isole Falkland.
Gli effetti politici della guerra furono forti in entrambi i paesi. L'Argentina vide l'aumentare delle proteste contro il governo militare, che stava per cadere, mentre un onda di patriottismo si diffuse per il Regno Unito, ridando forza al governo dell'allora primo ministro inglese Margaret Thatcher. La guerra ha giocato un ruolo importante in entrambi i paesi, ed è stata soggetto di svariati libri, film e canzoni; tuttavia, forse per il basso numero di perdite, non viene vista come un evento topico in nessuno dei due paesi.
Il conflitto rinverdì inoltre le speranze britanniche di mantenere le proprie ambizioni post imperiali (dopo le delusioni del dopoguerra come la perdita del canale di Suez) e dimostrò che il Regno Unito aveva ancora le capacità di condurre da solo una guerra molto lontano dalla madrepatria.
Indice |
[modifica] Verso la guerra
[modifica] Antefatti
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Galtieri, che al momento era il leader del governo militare dell'Argentina, mirava a controbilanciare la preoccupazione del popolo sulle questioni economiche e dei diritti umani con una vittoria veloce sulle isole Falkland. L'Argentina fece pressione sull'ONU alzando sottili cenni di una possibile invasione, ma gli inglesi non se ne accorsero e non reagirono. Gli argentini interpretarono la mancata reazione inglese come un disinteresse per le Falkland, e immaginarono che gli inglesi non avrebbero reagito con forza ad un'invasione delle isole. Questo punto di vista venne incoraggiato dalla ritirata dell'ultima unità della Royal Navy nel 1981, che era stata inclusa in un generale ridimensionamento della flotta nei territori britannici, e l'Atto Della Nazionalità Britannica del 1981 che levò agli abitanti delle Falkland i diritti della piena cittadinanza.
Il capo della Marina Argentina, l'ammiraglio Jorge Anaya, decisamente anti-britannico, sviluppò il piano per invadere le Falkland. In seguito al fallimento della via diplomatica nel gennaio 1982, i piani di invasioni vennerò completati per l'aprile dello stesso anno. L'invasione della zona popolata delle isole Falkland venne preceduta dall'invasione della Georgia del Sud, situata circa 1,390 kilometri ad est delle Falkland. L'invasione cominciò il 19 marzo 1982 da parte di un gruppo di civili argentini che finsero di essere commercianti di metalli da estrarre per stabilire un campo nella Georgia del Sud ed innalzarono la bandiera argentina. Al vascello HMS Endurance della Royal Navy venne inviato un dispaccio con l'ordine di rimuovere il campo il 25 marzo, ma gli venne impedito da tre navi da guerra argentine e venne costretto a ritirarsi. Ad ogni modo, nonostante fosse ulteriormente evidente che la Marina Argentina avesse cominciato ad accumulare truppe a Puerto Belgrano, il gruppo sudamericano del Comitato Congiunto d'Intelligence inglese riferì il 30 marzo che "l'invasione non era imminente".
[modifica] Fallimento della diplomazia
Dopo che le relazioni diplomatiche formali furono interrotte tra il Regno Unito e l'Argentina, altre nazioni rappresentarono gli interessi di ciascuna nazione. Il Perù divenne il rappresentante dell'Argentina nel Regno Unito, mentre la Svizzera rappresentò il Regno Unito in Argentina. In questo modo, i diplomatici argentini a Londra vennero indicati come diplomatici peruviani di nazionalità argentina, mentre i diplomatici inglesi a Buenos Aires vennero indicati come diplomatici svizzeri di nazionalità inglese. L'allora segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, annunciò che i suoi sforzi in favore della pace erano risultati vani. Nonostante il Perù e la Svizzera avessero fatto una grande pressione diplomatica per evitare la guerra, non furono capaci di impedire il conflitto, ed un piano di pace proposto dal presidente peruviano Fernando Belaunde Terry fu rigettato da entrambe le parti.
[modifica] Invasione
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Per approfondire, vedi la voce Invasione delle isole Falkland 1982. |
Il governo inglese avvisò Rex Masterman Hunt, l'allora Governatore delle Isole Falkland, di una possibile invasione da parte dell'Argentina il 31 marzo. Hunt organizzò quindi una difesa e diede il comando militare al Maggiore Mike Norman che riuscì a radunare una piccola forza di marines. Il luogotenente in carica per l'invasione Guillermo Sanchez-Sabarots, sbarcò con il suo squadrone di forze speciali a Mullet Creek. Proseguì attaccando la caserma di Moody Brook, il palazzo del governo, e Stanley fino alla resa del governo inglese delle Falkland il 4 aprile.
[modifica] La vita sotto l'occupazione
L'Argentina cominciò a fare alcuni cambiamenti indesiderati alla cultura delle isole Falkland, nonostante avesse in principio assicurato che il modo di vita e l'identità culturale degli isolani sarebbe stata rispettata. L'Argentina cambiò il nome di Stanley in Puerto Argentino, rese lo spagnolo la lingua ufficiale delle isole e comandò che si guidasse sul lato destro della strada, dipingendo frecce sulle strade indicanti la direzione del traffico e cambiando la posizione dei segnali stradali. Nonostante le frecce, gli isolani continuarono a guidare sulla sinistra, dimostrando la propria determinazione a rimanere inglesi.
[modifica] Task force
Gli inglesi furono veloci ad organizzare una pressione diplomatica contro l'Argentina ed a causa della grande distanza tra le Falkland ed il Regno Unito, gli inglesi si affidarono ad una task force navale, centrata sulle portaerei HMS Hermes e HMS Invincible comandate dall'ammiraglio John "Sandy" Woodward. Questa task force avrebbe dovuto essere autosufficiente e capace di proiettare la propria forza d'attacco lungo l'area litoranea delle isole. Un secondo componente fu la spedizione di assalto anfibio, comandata dal Commodoro M.C. Clapp RN. Contrariamente a ciò che si credeva, l'Ammiraglio Woodward non comandava la spedizione del Commodoro Clapp. Le forze imbarcate comprendevano la 3° Brigata Commando di Royal Marines (costituita dal 42° e 45° Commando e rinforzata da 2° e 3° Para) e la 5° Brigata di Fanteria (costituita da Welsh Guard, Scots Guard e Gurka). Sia Clapp sia Woodward riferivano direttamente al Comandante della Flotta in Capo, l'Ammiraglio Sir John Fieldhouse, in Gran Bretagna, che era soprattutto comandante dell'operazione. Per mantenere il naviglio neutrale al di fuori della zona durante la guerra, il Regno Unito dichiarò un'area di esclusione totale di un raggio di 200 miglia nautiche (370 km) intorno alle Falkland prima di dare inizio all'operazione.
Il Principe Andrew servì come pilota di elicottero nella portaerei HMS Invincible durante la guerra, nonostante non prese parte a nessuna azione di guerra diretta.
Gli inglesi chiamarono la contro-invasione Operation Corporate. Quando la task force lasciò la Gran Bretagna, il giornale americano Newsweek scrisse in copertina The Empire Strikes Back! (L'impero colpisce ancora!) utilizzando il titolo di un celebre film.
Nonostante l'opinione pubblica nel Regno Unito sostenesse il tentativo di riprendersi le isole, l'opinione internazionale era molto più divisa. Per alcuni, il Regno Unito era una ex potenza coloniale, che cercava di trattenere una colonia da un potere locale, e questo era il messaggio che gli argentini inizialmente rivendicavano. Altri sostenevano il Regno Unito come una democrazia stabile che era stata invasa da una dittatura militare. La diplomazia inglese focalizzava sul fatto che gli isolani delle Falkland avevano il diritto di usare il principio dell'ONU di autodeterminazione ed un'apparente buona volontà verso il compromesso. Il segretario generale delle Nazioni Unite si disse stupito del compromesso che il Regno Unito aveva offerto. L'Argentina però lo rifiutò, basando i propri argomenti sul diritto al territorio basato sulle azioni prima del 1945 e la creazione dell'ONU. Molti membri dell'ONU realizzarono che, se pretese territoriali così vecchie potevano risorgere, e delle invasioni di terre potevano essere permesse senza reagire, allora neanche i propri confini sarebbero stati al sicuro. Così il 3 aprile il Consiglio di Sicurezza dell'ONU passò la Risoluzione 502, chiedendo il ritiro delle truppe argentine dalle isole e la cessazione delle ostilità. Il 10 aprile la Comunità Economica Europea approvò delle sanzioni economiche contro l'Argentina. Il presidente Ronald Reagan e l'amministrazione degli Stati Uniti non emisero condanne diplomatiche, ma fornirono supporto di intelligence ai militari inglesi.
[modifica] Diplomazia e coinvolgimento degli Stati Uniti
A prima vista si notava che gli Stati Uniti avevano obblighi militari verso entrambe le parti in conflitto, legati al Regno Unito come membri della NATO e all'Argentina a causa del Trattato Inter-Americano di Reciproca Assistenza o "Patto di Rio"). Comunque il trattato atlantico obbliga i firmatari al supporto militare solamente se l'attacco avviene in Europa od in America settentrionale, e comunque a nord del Tropico del Cancro, ed il Patto di Rio obbliga gli USA ad intervenire solamente nel caso che uno degli stati aderenti sia attaccato; Il Regno Unito non ha mai attaccato direttamente l'Argentina ma solo le forze argentine sul territorio britannico. A marzo il segretario di stato americano Alexander Haig mandò l'ambasciatore degli Stati Uniti in Argentina per tentare di distogliere il governo argentino dall'idea di una possibile invasione. Il presidente Reagan richiese assicurazione da Galtieri contro un'invasione e offrì i servizi del suo vicepresidente George Bush come mediatore, ma venne rifiutato.
In effetti, l'amministrazione Reagan era seriamente divisa sulla questione. Incontrandosi il 5 aprile, Haig e il Segretario di Stato per gli Affari Politici Lawrence Eagleburger, ritennero un atteggiamento migliore appoggiare la Gran Bretagna, pensando che un eventuale equivoco avrebbe minato le basi dell'Alleanza Atlantica. Il Segretario di Stato per gli Affari Inter-Americani Thomas Enders, però, temeva che il supporto alla Gran Bretagna avrebbe invece minato gli sforzi statunitensi nell'America latina, ricevendo il fermo appoggio dell'Ambasciatore Statunitense alle Nazioni Unite Jeane Kirkpatrick, subordinato nominale di Haig e suo rivale politico. Kirkpatrick fu ospite d'onore ad una cena tenuta dall'ambasciatore argentino agli Stati Uniti, il giorno che le forze armate argentine sbarcarono sulle isole.
La Casa bianca continuò la sua politica di neutralità; Reagan dichiarò al tempo che non riusciva a capire perché due alleati si fronteggiassero su "quel grappolo di terra ghiacciata laggiù". Ma approvò la posizione di Caspar Weinberger e di Haig. Haig capeggiò brevemente (8 aprile–30 aprile) una "missione diplomatica di spola" tra Londra e Buenos Aires.
Alla fine del mese Reagan diede la colpa all'Argentina del fallimento della mediazione, dichiarando che gli USA avrebbero supportato la Gran Bretagna ed annunciò l'imposizione di sanzioni economiche contro l'Argentina.
In un noto episodio in giugno, l'ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Jeane Kirkpatrick mise un secondo veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza per un immediato cessate-il-fuoco, quindi annunciò alcuni minuti dopo che aveva ricevuto istruzioni di astenersi. Venne data la colpa ad un ritardo nelle comunicazioni, ma venne percepito da molti come uno scontro di potere in corso tra Haig e Kirkpatrick.
Galtieri, insieme a buona parte del suo governo, non pensava che il Regno Unito avrebbe reagito. Margaret Thatcher dichiarò che i diritti democratici degli isolani delle Falkland erano stati assaliti e che non avrebbe abbandonato le isole sotto la "tirannia" argentina. Questo atteggiamento venne aiutato, almeno internamente, dai media britannici.
La dittatura argentina pensava che gli Stati Uniti sarebbero rimasti completamente neutrali nel conflitto, anche nello scenario peggiore (convizione basata sul supporto che l'Argentina aveva dato all'amministrazione Reagan in America centrale. Questa convinzione dimostrava una chiara incapacità di notare la realtà dello speciale rapporto tra Regno Unito e Stati Uniti.
Fino ad un certo punto, la dittatura militare argentina si ingannò da se sulla sua stessa opinione che le democrazie fossero deboli, inefficienti centri di discussione, impaurite di affrontare dei rischi. Infatti, in Gran Bretagna ci fu un notevole dibattito sui pro ed i contro della guerra. Comunque, a dispetto delle proprie opinioni politiche, i partiti dell'opposizione appoggiarono fermamente il governo durante la crisi per presentarsi come un singolo fronte unito.
Una paura degli Stati Uniti di una minaccia da parte Unione Sovietica e della diffusione del comunismo, insieme con la certezza che la Gran Bretagna sarebbe riuscita ad affrontare la situazione da sé, può aver influenzato gli Stati Uniti a prendere una posizione di non-interferenza. Durante la guerra fredda, con la dimostrazione di forze sorvegliate strettamente dall'Unione Sovietica, si ritenne che fosse preferibile che l'Inghilterra affrontasse la situazione senza assistenza contando sulle proprie capacità.
La non-interferenza fu vitale per il rapporto anglo-americano. L'Isola di Ascensione, un possedimento britannico, fu vitale nel supporto a lungo termine della Task Force meridionale; comunque la base aerea posta su quest'isola venne comandata e resa operativa dagli Stati Uniti. Al comandante americano della base venne ordinato di assistere gli inglesi in ogni modo, e per un breve periodo la zona di atterraggio di Ascensione fu uno degli aereoporti più trafficati del mondo. I contributi più salienti della Nato furono fotografie satellitari, informazioni di intelligence e la fornitura dell'ultimo modello di missile aria-aria Sidewinder Lima, ad infrarossi con capacità di attacco frontale. Margaret Thatcher affermò che "senza i jet Harrier e la loro immensa manovrabilità, equipaggiati con l'ultima versione dei missili Sidewinder, fornitici dal Segretario della Difesa Statunitense Caspar Weinberger, non saremmo riusciti a riconquistare le Falkland".
All'inizio di maggio, Casper Weinberger offrì l'utilizzo di una portaerei americana.[1] Questa offerta apparentemente troppo generosa fu percepita da alcuni come vitale: Woodward notò che la perdita dell'Invincible sarebbe stato un severo ostacolo, ma la perdita della Hermes avrebbe significato la fine dell'intera operazione. Weinberger ammise[1] che ci sarebbero stati molti problemi se una simile richiesa fosse stata mai fatta; inoltre, avrebbe significato che del personale statunitense sarebbe stato coinvolto direttamente nel conflitto, ed educare del personale britannico a guidare il vascello avrebbe richiesto anni.
Sia ad Weinberger che a Reagan venne in seguito consegnata la medaglia come Cavaliere Comandante dell'Impero Britannico (KBE). I critici americani del ruolo degli Stati Uniti dichiararono che, evitando di aiutare l'Argentina, gli Stati Uniti avevano violato la propria Dottrina Monroe.
Nel settembre del 2001, il presidente del Messico Vicente Fox citò il conflitto come la prova del fallimento del Trattato Inter-Americano di Reciproca Assistenza, poiché il trattato prevedeva la reciproca difesa. Comunque in questo conflitto, l'Argentina era l'aggressore.
[modifica] Perdite e costi
[modifica] Regno Unito
- 255 morti, 777 feriti
- 2 cacciatorpediniere Type 42: HMS Sheffield, HMS Coventry
- 2 fregate Type 21: HMS Ardent, HMS Antelope
- 2 navi da sbarco logistiche: RFA Sir Galahad, RFASir Tristam
- 1 nave porta-containers: Atlantic Conveyor
- 4 aerei da combattimento Harrier
- 6 aerei da combattimento BAe Sea Harrier
- 24 elicotteri
- Costi: fino a 2,5 miliardi di sterline.
[modifica] Argentina
[[Immagine:AF1 da Marinha do persi in combattimento, o a terra, dalle Forze Aeree Argentine durante la guerra delle Falkland: Brasil 1.jpg|thumb|250px|A-4 Skyhawk]]
- 649 morti, più di 1068 feriti
- 1 incrociatore: ARA General Belgrano
- 1 sommergibile: ARA Santa Fe
- 2 motovedette: PNA Río Iguazú, PNA Islas Malvinas
- 3 trasportatruppe: Río Carcarañá, ARA Bahía Buen Suceso, ARA Isla de los Estados
- 1 traghetto: Narwal
Aerei ed elicotteri
- 61 aerei
- 22 caccia A-4 Skyhawk (b-c-q)
- 14 bimotori antiguerriglia FMA IA-58 Pucará
- 11 intercettori IAI Dagger
- 4 ricognitori ad elica T-34C Mentor
- 2 intercettori Mirage IIIEA
- 2 aerei da appoggio tattico Aermacchi MB-339A
- 2 bombardieri antisom Canberra B62
- 2 Skyvan da trasporto
- 1 Learjet 35A da trasporto
- 1 C-130E Hercules da trasporto
- (non sono conteggiati i velivoli lasciati sul campo dagli argentini dopo la resa, tra cui 11 Pucará, 3 MB-339A ed 15 elicotteri da ricognizione e trasporto)
- 25 elicotteri
- costi: sconosciuti
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