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Hughes AH-64 Apache - Wikipedia

Hughes AH-64 Apache

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Boeing (Hughes/McDD)
AH-64A Apache

Un AH-64A Apache in volo
Descrizione
Tipo elicottero medio pesante da attacco
Equipaggio 2
Primo volo 30 settembre 1975
Entrata in servizio gennaio 1984
Costruttore Boeing (Hughes/McDD)
Esemplari costruiti ca. 1.100
Dimensioni
Lunghezza 17,8 m
Diametro del rotore 14,6 m
Altezza 4,9 m
Superficie rotore 168.11
Pesi
A vuoto 5.165 kg
Carico 8.000 kg
Massimo al decollo 9.525 kg
Propulsione
Motore 2 General Electric T700-GE-701C
Potenza 2x 1.261 kw
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 197 nodi o 365 km/h
Fattore di carico
Velocità di crociera {{{velocità_crociera}}}
Autonomia 1.900 km
Raggio d'azione 407 km
Tangenza 6.400 m
Passeggeri
Capacità di carico
Armamento
Mitragliatrici
Cannoni 1 Chain Gun M230 da 30 mm montato sotto la fusoliera
Piloni 4
Bombe
Missili Mistral, Sidewinder, Starstreak, Stiger, Hellfire
Altro Lancia razzi da 75mm
Note
La lista degli elicotteri presenti su wiki
Progetto:Aviazione e Progetto Elicotteri

Essendo il successore dell'AH-1 Cobra, l'Hughes AH-64 Apache è il principale elicottero da attacco dell'US Army, nonché verosimilmente il più costoso della categoria, e certamente quello che gode di maggiore popolarità e bibliografia. Esso è in effetti nato come programma di sviluppo almeno 27 anni prima di Desert Storm, e la sua fama, assai insolita per un'elicottero ancora in fase di sviluppo, era dovuta prima alle capacità elevate richieste come progetto, poi ai costi considerevoli per il programma. Infine, esso ha avuto una definitiva consacrazione a livello internazionale per l'efficacia dimostrata durante la guerra del 1991 nel Golfo Persico, da cui partì il suo virtuale monopolio nel mercato del settore.

Attualmente il progetto viene seguito e supportato dalla Boeing, dopo l'acquisizione del settore elicotteri dalla MDD, che a loro volta lo ereditò dalla Hughes.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Il primo predecessore

Bell Model 207 Sioux Scout
Bell Model 207 Sioux Scout

Nel dicembre 1962, la Bell autofinanziò lo sviluppo di un elicottero da impiegare come "cannoniera volante" per le forze armate americane durante la guerra del Vietnam. Questo nuovo modello si prefiggeva di fornire supporto di fuoco alle truppe e venne sviluppato partendo dal Model 47. Il risultato fu il "Model 207 Sioux Scout" che effettuò il primo volo nel luglio del 1963.[1].

Il Sioux Scout aveva già in embrione tutte le caratteristiche che poi sarebbero diventate proprie degli elicotteri di attacco e cioè la disposizione di pilota e cannoniere in tandem, alette laterali per i carichi bellici e una torretta per cannone montata sul naso. L'U.S. Army valutò il Sioux Scout nel 1964 e malgrado fu colpita dal progetto, scartò la proposta perché ritenuta troppo sottodimensionata, non sufficientemente protetta e di poca utilità pratica.[1]

[modifica] AAFSS

Come conseguenza dello stimolo ricevuto, l'Esercito Americano emise la specifica per un "Advanced Aerial Fire Support System" (AAFSS) che avrebbe dovuto sopperire alle limitazioni del Sioux Scout[1]

Il requisito AAFSS portò allo sviluppo di un altro predecessore dell'Apache: il Lockheed AH-56 Cheyenne – un modello di elicottero d'attacco che si rivelò troppo complesso e ambizioso per l'epoca, comportando il superamento del budget a causa delle eccessive difficoltà tecniche e finendo per arrivare alla cancellazione definitiva del programma 10 anni più tardi, nel1972.[1]

[modifica] I concorrenti

Prototipo Bell 209 della serie AH-1 Cobra, con pattini ritratti.
Prototipo Bell 209 della serie AH-1 Cobra, con pattini ritratti.

Nello stesso tempo, malgrado l'insuccesso nella selezione per l'AAFSS, la Bell investì di propria iniziativa, a partire dal gennaio 1965, un milione di dollari per continuare lo sviluppo di un proprio elicottero d'attacco, continuando con la propria convinzione di utilizzare un elicottero leggero come base per la realizzazione di un mezzo da adibire al supporto di fuoco. [1] La sperimentazione Bell si basava sul rotore principale e sulla affidabile trasmissione del collaudato Bell UH-1 Iroquois più noto come "Huey", abbinata ad una fusoliera a bassa resistenza aerodinamica (larghezza circa 91 cm) per utilizzare al meglio la potenza disponibile dal motore a turbina T53, anch'esso largamente utilizzato e ritenuto affidabile. Il progetto risultante prese il nome di "Bell Model 209" . Veloce e maneggevole, ma non sufficientemente protetto, venne accolto freddamente in quanto considerato a torto con potenziale di crescita limitato.

Il 1965 fu l'anno designato per la fine del processo di aggiudicazione definitiva del contratto AAFSS e a causa delle difficoltà anche politiche in cui versava il Cheyenne, nacque nell'U.S.Army la decisione di adottare una soluzione "ad interim" da impiegare urgentemente in Vietnam. Venne chiesto a cinque aziende di presentare una proposta urgente e in risposta vennero presentate le versioni armate del Boeing-Vertol CH-47 Chinook, Kaman UH-2, Piasecki 16H Pathfinder, Sikorsky S-61, e il Bell 209.[1]

Nell'aprile del 1966, il "Model 209" risultò vincitore nei confronti degli altri avversari e l'U.S.Army aggiudicò un primo contratto di produzione per 110 esemplari denominati "AH-1G HueyCobra".[1]. La Bell costruì 1.116 AH-1G tra il 1967 e il 1973 e l'intera flotta sviluppò oltre un milione di ore di volo operativo durante la guerra del Vietnam.[1]

[modifica] Il post Vietnam

Con il crescente disimpegno americano nel Sud-Est asiatico (terminato poi effettivamente nel 1975) e i conseguenti tagli alle spese militari, l’US Army rielaborò i requisiti operativi, focalizzandosi sulle operazioni controcarro nel teatro europeo di operazioni, contro il Patto di Varsavia. La dottrina di impiego per questo teatro era completamente diversa da quella antiguerriglia del Vietnam e si basava prevalentemente su uno scenario di contrasto alle ondate di carri armati sovietici . Ma gli elicotteri con i missili dei primi modelli, gli SS-11 per esempio, non si dimostravano molto efficaci e a rischio di gravi perdite data la lentezza e le prestazioni in generale modeste di tali armi, indipendentemente dalla loro capacità teorica di colpire e distruggere agevolmente qualunque carro armato del loro tempo anche frontalmente e dalla massima distanza. Gli UH-1 per esempio, erano stati sperimentati con tali armi, gli Alette III francesi avevano già avuto il loro battesimo del fuoco nella tragica guerra in Algeria. Servivano armi migliori, però, se si volevano affrontare grandi unità meccanizzate armate con cannoni e missili antiaerei, inclusi quelli portatili della fanteria come gli SA-7 Grail.

La seconda generazione di missili, con guida semiautomatica (come gli ultimi esemplari della generazione precedente) e molto più veloci e compatti, grazie alle alette ripiegabili, consentivano migliori prestazioni e in special modo i potenti missili BGM-71 TOW. Questi ordigni potevano essere portati in 4 esemplari nel caso degli UH-1 ma in 8 con i Cobra, e addirittura 16 con lo sfortunato S-67. Essi erano dotati della stessa gittata e distruttività degli SS-11/AS-11 ma erano chiaramente, nei fatti, più efficaci e le capacità controcarro diventavano molto più concrete a quel punto dello sviluppo, ovvero gli anni ’70 inoltrati. Anche altri apparati diventavano più interessanti, come gli apparati di visione ottici, che oltre alla capacità diurna introducevano quella notturna con intensificatori di luce IL e poi sistemi a immagine termica, molto più costosi. I motori e la meccanica erano anch’essi in rapida evoluzione.

[modifica] La specifica AAH

Nel 1972 venne redatta la specifica AAH che riorientava in parte le caratteristiche della nuova macchina ,già attesa da 8 anni, e che significava adesso Advanced Attack Helicopter. In precedenza, erano apparsi per la specifica originaria dei sistemi come elicotteri ibridi con ali fisse (il Cheyenne) o addirittura dei mostri meccanici volanti ‘stile Mazinga’ (per citare un’articolo di Nico Sgarlato), ma adesso la struttura base era stata individuata in quella di una macchina convenzionale. L’AAH sarebbe stato affiancato all’UTTAS, ovvero Utilità, Tactical, Trasport … che sarebbe diventato l’UH-60 Balck Hawk della Sikorsky. La nuova gara vide almeno 5 competitori tra cui anche l’Agusta, che fuori concorso propose l’A.129. Questo fatto è adesso poco noto, anche perché all’epoca questo elicottero aveva ancora a concretizzarsi oltre 10 anni da aspettare.

Tra gli altri 5 contendenti invece il Bell 409, rielaborazione del Kingcobra e anticipatore del successivo Supercobra,e l’Hughes Modello 77 vennero dichiarati finalisti e alla fine del 1975, il 30 settembre quest’ultimo decollava la prima volta come YAH-64° (l’altro era invece l’YAH-63), dall’aeroporto di Palomar, San Diego, collaudatori Robert Ferry e Raylegh Fischer, restando in volo a punto fisso per 38 minuti. Il giorno dopo toccò al concorrente Bell, ma dopo circa 1 anno venne annunciato il nome del vincitore: il 10 dicembre 1976 ufficialmente il nuovo elicottero d’attacco per l’US Army era l’AH-64 Apache della Hughes, che così copriva tutte le esigenze del settore avendo in produzione anche le versioni militari del Model 500, nella categoria ‘ultra-leggeri’.

Pare che la scelta sia stata fatta per almeno 2 motivi, ovvero il fatto di avere un carrello più largo e stabile grazie anche alla larga fusoliera, e il rotore quadripala di nuova tecnologia invece del piuttosto superato bipala Bell.

Passate le consegne da Ford a Carter, i fondi per lo sviluppo dell’elicottero, in una fase di generale disimpegno militare come quello della fine anni ’70 non poté che incidere anche sulla storia dello sviluppo del costosissimo AH-64. Nel frattempo vennero realizzate 2 cellule per prove statiche e 8 prototipi, pesantemente modificati sia al pilone di coda che all’elica anticoppia in almeno 2 occasioni.

I motori dell’elicottero non presentavano grandi incertezze essendo quelli previsti, sempre in 2 esemplari anche per l’elicottero UH-60, il che confermava la tradizione che gli elicotteri da trasporto tattico e quelli di attacco tendono ad avere una comunanza di meccanica per contenere i costi. L’armamento di lancio, il cannone M230 era sviluppato dalla Hughes assieme al progetto dell’elicottero, ma l’avionica era un discorso più complesso e soggetto a rapidi sviluppi, che chiedevano costi elevati per essere affrontati. Per questa architettura avionica erano in competizione sia la Martin-Marietta che la Northrop, e come spesso accade, quest’ultima perse la competizione.

[modifica] La produzione

Nel febbraio 1981 finalmente la Hughes venne autorizzata a iniziare la produzione di serie, sebbene come al solito la cosa non fu immediatamente eseguita senza problemi. L’AH-64 condensava molte soluzioni eccessivamente costose per gli standard originali e complice anche l’inflazione il costo originale di 1,4 milioni di dollari era ampiamente superato dai fatti. Vennero riaperte le competizioni per analizzare se fossero disponibili soluzioni più economiche come i nuovi AH-1W con gli stessi motori dell’AH-64, ma alla fine non se ne fece nulla. Alle 2600 ore di voli sperimentali se ne aggiunsero altre 400 entro l’agosto 1981 e a quel punto il giudizio fu favorevole, anche se non ci aspettava che entro il 1989 i costi iniziali previsti sarebbero stati superati di 10 volte, raggiungendo valori comparabili con quelli di un’F-16 o metà di un’F-15 (come a dire che in Vietnam un AH-1 fosse costoso quanto un F-104). Alla fine del 1982 la tormentata vicenda di sviluppo ebbe finalmente un esito che salvò l’AH-64 dal finire come i suoi predecessori S-56 e 67, ovvero un gigante troppo costoso e complesso per essere adottato nella realtà. Il novembre di quell’anno vennero infatti posti ordini per 515 macchine .

A quel punto le cose andarono molto più spedite e il 25 marzo 1983 la matricola 82-23355 usciva di fabbrica come prima macchina di serie ,anche se bisognoso di alcune modifiche, tanto che volò nonostante il clima di guerra fredda dell’epoca, solo il 30 settembre successivo. Nel 1984 avvenne un fatto significativo allorché la divisione elicotteri Hughes venne comprata dalla Mc Donnell-Douglas. Era destino che non dovesse esserci mai un Hughes AH-64 Apache in servizio.

Il primo reparto a ricevere, dopo che alcune decine di elicotteri erano stati prodotti, la nuova macchina fu la 6 brigata aerea, ufficialmente il 26 febbraio 1986 (ma non è chiaro se si trattasse del primo elicottero fornito o di una capacità operativa iniziale con tali macchine), ponendo fine ad un’attesa di 23 anni dalla formulazione del requisito, nella quale aveva fatto in tempo ad iniziare e finire la più lunga e sanguinosa guerra americana dopo il 1945, ma vi era ancora tempo per vincere la parte finale della Guerra Fredda.


[modifica] Tecnica

Una immagine frontale dell'Apache.
Una immagine frontale dell'Apache.

Si tratta di un elicottero da combattimento specializzato nell’attacco contro i mezzi corazzati, bimotore, con elica quadripala e equipaggio di 2 uomini: originariamente si trattava di un pilota e operatore dei sistemi d’arma, poi peraltro si è riarrangiato l’allestimento per ospitare 2 piloti, ognuno comunque con compiti specifici.

La cellula base dell’elicottero, che ha acquisito un aspetto progressivamente più complesso e quasi ‘cattivo’ è costituita da una struttura in alluminio rinforzata da pannelli in kevlar e carburo di boro, il tutto è realizzato dalla Teledyne-Ryan. Essa ha una lunga coda assai aerodinamica con una costolatura pronunciata per ospitare senza essere troppo grande l’albero di trasmissione per il rotore di coda. L’abitacolo ha una ampissima metratura, ed è garantito per salvare l’equipaggio nel 90% dei casi con cadute verticali fino a 12,8m.secondi grazie anche alla presenza di un carrello fisso, ruotato, con ammortizzatori e ruotino di coda stile aerei della Seconda guerra mondiale. Ciò dà grande stabilità alla macchina e consente di rullare a terra a differenza delle macchine con i pattini.

Tutti gli elementi del carrello sono fissi e senza carenature di sorta. Molte delle componenti dell’elicottero, come la trasmissione sono in grado di funzionare anche se colpiti da armi pesanti, fino al 23mm. Le pale dell’elica, per esempio, sono 4, con longherone in acciaio e rivestimento misto in acciaio, fibra di vetro e compositi, e sono larghe abbastanza per sopportare i buchi da circa 20 cm che sono capaci di farle i proiettili da 23mm. HE. Tipica minaccia del Patto di Varsavia (Ma solo UNO per pala).

La struttura dei serbatoi è autostagnante non fino ai soliti calibri da 12,7mm ma anche contro i 14,5mm delle mitragliere KPV e la trasmissione può funzionare anche senza olio per 30 minuti se vi sono danni o guasti a bordo. Inoltre vi sono delle corazzature per gli schienali e altre parti dell’elicottero, ma va detto che i trasparenti in policarbonato, che con la loro struttura piana aiutano ad evitare fastidiosi fenomeni di riflesso , non sono corazzati in alcun modo e appaiono anzi assai sottili.

L’AH-64 ha un apparato motore costituito da 2 turbine G.E. T700-GE-701 che erogano 1996shp, in emergenza 1723, continuativi 1385. Esse sono molto spaziate per ridurre i rischi che entrambe siano distrutte da un unico colpo a segno. La capacità dei serbatoi, come detto sigillanti, è nondimeno di ben 1422 litri, come 2 P-51 Mustang, con la predisposizione per altri 2 da 1742 litri esterni se necessario, che consente di più che triplicare la dotazione carburante.

La potenza viene fornita ad un’elica quadripala con le estremità inclinate verso l’indietro , costruita dalla Tool Reserarch and Engeneering Corp., con braccia interamente articolate e di costruzione mista, come si è visto. Il piccolo rotore anticoppia sito alla sinistra dell’elica è invece con struttura ad X stretta, per ridurre il rumore irradiato. La curvatura delle pale di quello principale all’estremità serve a ridurre la resistenza all’aria e il rumore irradiato, mentre l’anticoppia ha una struttura a passo variabile da 2,79m di diametro.

[modifica] Armamento e avionica

Armi e dotazione elettronica vanno di pari passo, con una serie di sistemi avanzati e costosi.

Il principale posto in cui armi e sensori sono raggruppati è il muso, che dà il motivo per cui all’AH-64 non è un campione di eleganza. LE baie avioniche e la riserva di munizioni sono molto grandi per la fusoliera, pure tutt’altro che piccola ,della macchina.

I componenti principali della dotazione di sensori dell’AH-64 sono comunque i seguenti: il PNVS, della Martin-Marietta ha un sensore IR AN/AAQ-11 Mk III, che offre un’immagine non ingrandita, sovrapponibile pertanto a quella del mondo ‘reale’, e proiettata sul piccolo visore HDU, Helmet Display Unit, sul casco del pilota. Così questi ha la possibilità di avere ‘uno squarcio’ nell’oscurità perché il sistema sposta la torretta assieme ai movimenti del capo del pilota. Ecco perché si tratta di un sensore di ‘navigazione’. Esso è sistemato sopra il muso, quasi in maniera impercettibile, tanto è piccolo, e non è integrato fisicamente con la ‘palla’ del TADS vero e proprio.

Il TADS è sistemato sotto di questo, ha una serie di ben 4 sensori. VI è una telecamera ottica di puntamento con ingrandimento di 3,5 o 16x, e una telecamera con 2 focali e funzionamento nel ‘quasi infrarosso’ per migliorare la visione attraverso fumo e foschia.

Il sensore IR è lo stesso del PVNS ma ha 3 diverse focali e quindi altrettanti ingrandimenti, che serve per l’inseguimento di bersagli a distanza, infine vi è un sistema laser sia telemetrico che illuminatore della International Laser System.

Il principale sensore di bordo è il TADS/PVSN ovvero Target Aquisition and Designation Sight, abbinato al Pilot Night Vision System per la navigazione notturna. IL primo di questi sistemi permette di azionare le armi con puntamenti istintivi, infatti è rapportato al casco designatore del pilota del tipo IHADSS (Integrated Helmet and Display Sight System. In sostanza, il pilota cerca il suo bersaglio e con i movimenti del capo, segnalati dal casco designatore (come con i caccia sovietici e i loro missili AA-11), anche la torretta, con i suoi ‘occhi elettronici’ si sposta e cerca, sistemata come è in una sorta di ‘palla’ davanti al muso’. Essa contiene una serie di sensori: un apparato ad immagine termica, per l’acquisizione ognitempo o quantomeno notturna, un telemetro designatore laser e una camera diurna ma con lunghezza d’onda funzionante ai limiti dell’infrarosso, per diminuire l’influenza del fumo e della nebbia.

Vista in sezione 'dal vivo' di un missile Hellfire
Vista in sezione 'dal vivo' di un missile Hellfire

Se viene acquisito un bersaglio viene lanciato un missile Rockwell AGM-114 Hellfire, con guida a raggio laser semiattivo, capace di attaccare un bersaglio con velocità di punta anche supersonica e raggio di 8km. La testata da 178mm a carica cava perfora già nel primo modello circa 800-1000mm di acciaio e per giunta, attacca con una traiettoria parabolica, verso preferibilmente il tetto, almeno con lanci da lunga distanza , dei veicoli corazzati, superandone così le principali difese passive.

Il raggio minimo è però di ben 1,5km. Una delle differenze con i precedenti missili TOW con i quali si è conservata, pare una possibilità di impiego, e con i missili con guida laser su fascio, è che con le armi a guida laser semiattiva è possibile non solo attaccare dall’alto, ma anche passare da un sistema di lancio a uno di illuminazione diverso, per esempio, SE l’azione è ben coordinata, l’AH-64 lancia stando al coperto, data la sua mole, cosa assai necessaria, e un elicottero leggero o un operatore a terra illuminano il bersaglio su cui il missile si dirige.

In tal caso, peraltro, l’elicottero AH-64 non troverebbe certo giustificazione nel suo costo esorbitante, visto che anche un Hellfire lanciato da terra potrebbe ottenere gli stessi risultati, per cui non appare che questa modalità, che richiede grande coordinazione, sia molto in voga.

Altri sensori presenti sono difensivi e di comunicazione, e sono rappresentati da un sistema di allarme Aerospace Avionics AN/APR-39, con sensori sparsi sulla fusoliera, che danno il quadrante della direzione del segnale radar e la frequenza degli impulsi. Altro settore della macchina è il ricevitore laser Perkin-Elmer AN/AVR-2, che allerta della illuminazione da parte di apparati laser nemici, anche se non vi sono contromisure possibili in questo caso. Nelle altre situazioni di inganno dei sensori nemici, vi sono un disturbatore radar ITT AN/ALQ-126 in banda I e J, un disturbatore infrarosso Sanders ALQ-144 sistemato sulla ‘gobba’ tra i motori, e un lanciatore di chaff Tracor ALE-40 o altri modelli, visto che l’evoluzione della tecnologia ha comportato una serie di modifiche via via eseguite senza troppo clamore.

Tra i sistemi di navigazione la versione A possiede un radar Doppler Plessey AN/ASN-128, radar altimetro AN/APU-209 i cui dati combinati in schermi di presentazione dati permettono il volo a bassa quota quasi in ogni condizione di tempo. Per le comunicazioni vi sono una radio UHF AN/ARC-164, una VHF/UHF AN-ARC-186 e un sistema IFF APX-100, infine vi è un criptatore per le comunicazioni in voce KY-25 o 28.

In seguito ai progressi tecnologici i sistemi sono stati modificati, per esempio, l’istallazione di un GPS come sistemazione più ovvia ed efficiente per la navigazione di precisione, cosa che è stata dimostrata per la prima volta nel 1991. Altri tipi sono modem per il passaggi di dati, altri apparati di comunicazione speciali e altro ancora.

La versione Longbow ha una dotazione totalmente rinnovata in vari settori, specialmente ha acquisito un voluminoso radar di avvistamento e inseguimento Westinghhouse Longbow, il cui grosso ‘radome’ è posto nel punto migliore dal punto di vista del campo visivo, ma anche il più difficile dal punto di vista ingegneristico, ovvero sopra il mozzo del rotore (con le difficoltà in termini di vibrazioni e echi radar facilmente immaginabili), che ha avuto una notevole difficoltà di funzionamento ,ma alla fine è stato istallato. Esso opera nella frequenza d’onda di 50-100Ghz, praticamente in onde millimetriche, banda L e M. Esso consente una letalità molto superiore, almeno secondo quanto dimostrato da test e simulazioni, permettendo l’acquisizione e l’attacco ognitempo di bersagli, allerta verso elicotteri nemici e guida per i missili Hellfire con sistema di guida a radar millimetrico MMW. Le prestazioni della macchina di per sé sono leggermente ridotte.

L’avionica dell’AH-64 è dunque un sistema costosissimo e complesso. All’inizio degli anni ’90 vi erano articoli giornalistici che affermavano, almeno in Italia, che l’elicottero A.129 Mangusta aveva un miglioramento dell’avionica rispetto alla macchina USA. Se questo è vero per alcuni sottosistemi, visto che è un elicottero di alcuni anni successivi e si sa bene quanto veloci siano stati i progressi dell’elettronica, l’insieme è rimasto senza paragoni. Per esempio, l’A.129 base non ha un sistema di guida per i missili Hellfire. LA sistemazione elettronica di visione e allerta è sofisticata, ma non così sofisticata quanto quella della macchina americana. IL TADS da solo, dopotutto, costa 1 milione di dollari a valori 1990. La presenza di un casco designatore collegato ad un cannone da 30mm è un’altra cosa senza paragone per la macchina italiana, se non altro perché essa non ha un cannone. In ogni caso, i missili Hellfire da soli fanno una differenza notevole e fondamentale rispetto ai TOW, per non parlare della dotazione completa di sistemi di protezione.

La dotazione del radar Longbow e altri miglioramenti ha definitivamente dato all’Apache un vantaggio decisivo in termini di elettronica e efficacia operativa.

[modifica] Il cannone

Il cannone M230:peso 55kg, munizioni  da 30x113mm., motore da 6,5hp, cadenza di tiro 600-650c.min. e velocità iniziale 800m.s circa
Il cannone M230:peso 55kg, munizioni da 30x113mm., motore da 6,5hp, cadenza di tiro 600-650c.min. e velocità iniziale 800m.s circa

Un’altra arma che si può impiegare è il cannone Hughes M230 Chain gun, nel senso che ha un dispositivo di funzionamento elettrico motorizzato che lo aziona e che consente di disincepparlo, almeno in teoria, anche se il proiettile fallisce lo sparo (a differenza delle armi a recupero di gas). Esso è montato su di una torretta Lear-Sieger, senza protezione di sorta e con un ampio campo di tiro, asservito anch’esso al casco di puntamento del pilota.

Il motore elettrico, esterno, consente una cadenza di tiro non entusiasmante, talvolta definita ‘da catapulta romana’, e questo nonostante la potenza di 6,5hp. Il peso totale è di 55kg, la velocità iniziale di circa 800 m/s con cartucce da 30x113mm. La sua dotazione di proiettili è di ben 1200 colpi.

Originariamente si trattava per lo più di proiettili HE, esplosivi. Ma vi era un problema, ovvero che queste munizioni non sono molto potenti, balisticamente parlando. Esse sono infatti comparabili ai cannoni DEFA, ma senza la stessa lunghezza della canna. Questa ha un vistoso freno di bocca e normalmente è ripiegata verso l’alto, sotto la fusoliera. I maglioni di alimentazione sono laterali e ben visibili. La sua potenza, con proiettili di questo tipo, ridotta lunghezza del bossolo e ridotta larghezza dello stesso, quindi poca polvere da sparo, è ridotta e questo comporta una scarsa capacità perforante con munizioni AP, molto inferiore rispetto a quella dei cannoni come quello dell’A-10 ,30x173mm, o i cannoni sovietici 30x165mm. Il peso della munizione, circa 270gr., moltiplicato per la velocità dà un’energia cinetica inferiore di circa una volta e mezza a quanto riesce a fare il cannone sovietico GSH-301, con granata da 360gr. e velocità di 860ms. Oltretutto la cadenza di tiro è di 1500 colpi al minuto, e tutto questo in un peso di appena 43kg, 12 in meno rispetto all’M230, per un’energia erogabile (colpi, peso, velocità, carica esplosiva) che arriva forse a 4 volte tanto (cadenza di tiro, 2,5 volte tanto, energia cinetica, 1,5 volte, carica esplosiva interna forse 1,4 volte maggiore). Come unico svantaggio il GSH-301 non ha motorizzazione esterna, oltre a sparare un proiettile forse troppo potente per un elicottero. La granata sovietica da 30x165mm sugli elicotteri russi è in genere usata su armi a canna lunga, in torretta mobile, monocanna, da 500 colpi al minuto ma con velocità iniziale di 960ms. ,oppure in cannoni binati da 30mm da 2500 colpi/min sistemati sul fianco.

La dotazione di munizioni e i requisiti di leggerezza sono risultati molto più importanti che la potenza, evidentemente, e l’arma ,originariamente asserita come capace di 800 colpi al minuto, ma in realtà circa 620-650, ha oltre 1 minuto di autonomia di fuoco, fatto straordinario per un cannone aeronautico. Ma per incrementarne l’efficacia contro bersagli corazzati è stato necessario ricorrere a proiettili multiuso, come le granate per i cannoni da 120mm dei carri Leopard 2 e M1 , con una comunanza concettuale e tecnologica con le granate da 40mm. HEDP dei lanciagranate Mk 19. Questa munizione, progettata in un programma assai rapido, il suo nome è M789. Essa è costituita da una carica cava e un’ involucro a frammentazione. Il ridotto calibro non dà una grande capacità di penetrazione, ma nondimeno, nei limiti delle sue non eccelse doti balistiche, può offrire molto, ovvero capacità di perforazione paragonabili, su distanze massime di tiro simili, ai colpi perforanti dei cannoni da 30mm ad alta velocità, ovvero circa 50-80mm. di acciaio. Le granate HEAT/HE hanno una potenza indipendente dalla gittata e dalla velocità ma se questa è scarsa allora la gittata pratica in termini di precisione risulterà comunque bassa. Non vi è quindi molta differenza tra un M230 con proiettili HEDP e un GAU-8 con proiettili AP, la distanza di tiro a cui la precisione del primo e la potenza del secondo hanno efficacia contro un bersaglio di un certo tipo è simile : 500-1000m oltre la quale è difficile ottenere un centro o una penetrazione a seconda dei tipi di proiettili impiegati e la loro velocità.

In ogni caso, il proiettile da 30mm di questo tipo può perforare i corazzati leggeri e alcune parti meno protette di carri armati, per cui è un grande progresso in letalità, anche se meno efficace di una munizione HE nel caso di bersagli non protetti. Un mix di entrambi è in genere portato a bordo, ma il tipo multiuso, che ha anche capacità di perforazione di edifici e strutture rinforzate appare preferito al tipo esplosivo standard. Una differenza notevole è invece nel caso di bersagli con corazze distanziate; dal momento che il tipo HEDP esplode al contatto con il primo strato la sua efficacia nel perforare il resto ne risulterà sminuita. Sebbene le granate HEAT moderne hanno una progettazione tale da richiedere una certa distanza dal bersaglio per esprimere la loro efficacia appieno, per cui una certa distanza potrebbe aiutare, paradossalmente, nel caso delle tipiche skirts da carro armato la spaziatura è di almeno 60cm, circa 20 volte il calibro, ovvero almeno 4-5 volte l’’effetto stand-off’ eventualmente necessario per migliorare l’efficienza delle munizioni. Un proiettile perforante non ha quasi nessuna perdita di capacità perforanti in caso di contatto con lamiere esterne alla corazza principale, dovesse anche percorrere centinaia di metri successivamente, con la sola eccezione della possibilità, con impatti angolati, di destabilizzazioni o rimbalzi.

E’ un fatto che i carri armati M1 Abrams sono usualmente in grado di sostenere i colpi, sui lati, delle granate RPG-7, vecchie ma ben più potenti di qualunque cannone da 30mm con proiettili HEAT (circa 300mm.,, di perforazione in acciaio contro, forse, non più di 60-70), ma sono stati riportati casi di carri M1 nonché irakeni colpiti e perforati sui fianchi dai cannoni da 25mm degli M2 Bradley, nonostante il ridotto calibro, ma con una granata perforante decalibrata con nucleo in uranio DU. Eppure, le stime su di essa parlano di circa 70mm perforabili a 1000m.( ovvero la valutazione è di circa il 10% superiore a quanto è ufficialmente noto che possano fare i cannoni da 25mm con munizioni al tungsteno, in quanto il dato con i proiettili DU è in genere riservato), quanto riesce a fare, forse, la granata dell’M230, e circa un quarto dell’RPG-7 standard.

La dotazione di colpi, sotto l’abitacolo, arriva a 1200, ma il peso è tale che spesso se ne portano 1100, 953 o addirittura solo 320. Bisogna poi stare attenti a quanto sparare queste munizioni: in genere mai raffiche di oltre 50 colpi per evitare il surriscaldamento, e se si sparano in poco tempo 300 proiettili bisogna attendere ben 10 minuti che la canna si raffreddi, nonostante sia montata all’aria aperta su di un velivolo.

[modifica] Altri sistemi d'armi

Per il resto l’elicottero ha 2 alette portarmi con 4 piloni per un totale nominale (ma solo nominale, come dimostrano i 3400l. di carburante portabile sui 2 interni) di 770kg, che consente di portare molti tipi di armamenti, limitati in pratica a 4 grappoli di missili Hellfire da 46kg l’uno, 4 lanciarazzi da 19 colpi da 70mm con testate di vario tipo (HE, HEAT, ICM, fumogeno/incendiario e altri tipi ancora, inclusi quelli di addestramento), molto più efficacemente impiegabili che nel passato grazie al telemetro laser e al computer balistico. Spesso vengono portati 2 carichi per tipo. Teoricamente sono disponibili anche missili AIM-9 Sidewinder, massimo 1 per aletta, oppure 4 missili FIM-92 Stinger, 1 coppia all’estremità di ciascuna aletta.

In teoria, un AH-64 può portare quindi fino a 20 missili Hellfire-Stinger, con una potenza di fuoco formidabile e tale da distruggere un gran numero di bersagli in una sola missione. A meno, beninteso, di non trovare il terribile vecchietto armato di fucile che si dice abbia abbattuto un AH-64 nel 2003.

In effetti, gli Apache hanno incontrato dei problemi notevoli in termini tattici; contro bersagli non ben definiti, la loro tecnica di restare in hovering mirando e cercando di stare a distanza non ha funzionato e loro di per sé sono macchine molto grosse contro cui mirare. Questo per non parlare del fatto che i moderni carri armati hanno sistemi di tiro sufficienti per sparare addosso agli elicotteri anche da km di distanza, sia pure usando proiettili perforanti non particolarmente efficaci nel distruggere gli elicotteri (gli passano attraverso lasciando un foro,sostanzialmente).

In esercitazioni pratiche, i carri armati come gli M1 Abrams e altri tipi si sono dimostrati in grado di ‘abbattere’ gli Apache. Scott Cunninghan, istruttore alla NTC dell’US Army ha raccontato in merito che in una di queste azioni i mezzi corazzi dell’US Army, ben mimetizzati e non visibili da distanze tali da permettere di sparare con gli Hellfire appieno (8km sono almeno il doppio del raggio pratico dei cannoni di carro), hanno abbattuto un paio di dozzine di elicotteri contro 5 o 6 perdite proprie. La cosa non è difficile da spiegare, perché un carro armato che stà in agguato a terra è alto circa 2,5m. e magari ha il motore spento. Un elicottero che si muova in aria, per quanto anch’esso dotato di sensori termici, emette 3000hp di potenza e è alto sull’orizzonte almeno 15m. o di più se cerca di lanciare da maggiori distanze di tiro, che però difficilmente sono di oltre 4km in ogni caso.

[modifica] Sviluppi

Due principali modelli dell'Apache AH-64 sono in servizio presso l' US Army; AH-64A e AH-64D. Varianti B e c furono fabbricate ma non entrarono mai in servizio. Un certo numero di modelli furono derivati sia dall'AH-64A che dall'AH-64D per l'esportazione. Il Westland WAH-64 costruito in Inghilterra, è basato sul AH-64D con numerosi miglioramenti.

Costruito per resistere all'ambiente del fronte, può operare durante il giorno o la notte, e in condizioni climatiche avverse, usando il casco integrato e il sistema di vista su display. L'Apache è anche equipaggiato con alcuni degli ultimi elementi di elettronica ed avionica, come il Target Acquisition Designation Sight, Pilot Night Vision System (TADS/PNVS), ovvero sistemi per l'acquisizione di obiettivi e guida notturna tramite casco integrato, contromisure passive ad infrarosso (Black Hole passive infrared countermeasures), il sistema per la navigazione "a bassissima quota", e il GPS.

Il 15X/15Y (Apache armament elecrical systems repairer) e il 15R (AH-64 Attack Helicopter Repairer) del MOS sono facilmente la chiave di ogni operazione d'attacco dell' AH-64.

Da sinistra a destra: lanciarazzi Hydra 70, 4 missili AGM-114 Hellfire
Da sinistra a destra: lanciarazzi Hydra 70, 4 missili AGM-114 Hellfire

[modifica] AH-64D

Il modello avanzato, il AH-64D Apache Longbow, è equipaggiato con una suite di sensori avanzati e sistemi d'arma. Il miglioramento chiave rispetto alla variante A è la cupola del Longbow Fire Control Radar, installata sopra il rotore principale, che ospita un Fire Control Radar (FCR) a onde millimetriche usato come sistema di acquisizione di bersaglio. La posizione sopraelevata di tale cupola-radar permette il rilevamento e l'ingaggio di obiettivi con missili, anche quando l'elicottero è nascosto da un ostacolo (Es. terreno, alberi o edifici). Inoltre, un modem radio integrato con la suite di sensori permette alla variante D dell'Apache di condividere gli obiettivi con altri AH-64D e AH-64As che non hanno l'obiettivo nel proprio campo visuale. In questo modo un gruppo di Apache può ingaggiare obbiettivi multipli, portando allo scoperto solo il radar di uno dei componenti del gruppo in variante D.

Il Longbow fu migliorato con dei motori T700-GE-701C, ed una cabina di pilotaggio completamente integrata. Ricevette migliorie alle sue caratteristiche di survivability (sopravvivenza), comunicazioni e navigazione. La maggior parte delle caratteristiche dell'AH-64A Apache furono mantenute.

[modifica] Operazioni di Combattimento

[modifica] Stati Uniti

L'Apache fu usato in combattimento per la prima volta durante l'invasione di Panama nel 1989, nell'operazione chiamata Operation Just Cause (Operazione giusta causa). Alcuni elicotteri vennero schierati per colpire obiettivi specifici con i missili Hellfire e sorvegliare gli obiettivi con i sensori TV e infrarossi. Almeno 167 elicotteri dell'US Army vennero impiegati, con 4 perdite in azione e diversi danneggiati, tra cui alcuni degli 11 Apache, che però riuscirono in tutti i casi a sopravvivere ai danni. L'operazione portò in fretta 22500 soldati all'occupazione del piccolo Stato e alla defenestrazione di Noriega. 23 morti e 330 feriti il prezzo pagato dagli statunitensi, mentre le modeste forze armate locali non poterono che cedere la mano, con almeno 297 morti e centinaia di feriti solo considerando i militari, e durò almeno 40 giorni, a partire dal 20 dicembre 1989.

Un battesimo del fuoco ben più impegnativo attendeva l'Apache durante Desert Storm, con uno schieramento di centinaia di macchine nei battaglioni d'attacco dell'US Army. La prima azione di queste macchine, molto richieste per le loro capacità controcarro, non ebbe nulla a che vedere direttamente con le forze corazzate irakene. Si trattava di neutralizzare 2 radar importanti, che potevano dare agli irakeni abbastanza tempo per reagire al primo, devastante attacco della notte del 17 gennaio 1991. 8 elicotteri partirono per l'azione, di notte, 8 missili Hellfire per elicottero portati assieme a 1100 colpi da 30mm, 19 razzi da 70mm e 1 serbatoio ausiliario. L'attacco venne portato con pieno successo, nonostante la difficoltà di un lungo volo notturno sotto la quota di avvistamento dei radar. Gli elicotteri volarono a circa 5-10m. di quota, spararono da 5km di distanza e colpirono gli obiettivi iniziando dai generatori di corrente. Le necessità di successo della missione richiedevano la neutralizzazione di queste stazioni, ma di fatto vennero praticamente distrutte nell'arco di qualche minuto. La bassissima quota e al tempo stesso, la notevole distanza di tiro consentì agli Apache di stare fuori tiro delle difese, oppure sotto la quota minima di ingaggio per quelle a più lunga gittata. Anche la coordinazione degli attacchi risultò, malgrado la lentezza rispetto agli aerei d'attacco, ottimale. Gli AH-64 non subirono perdite ma uno dei 2 elicotteri CH-47 che li supportava ebbe un missile SA-7 a segno e perse un carrello, anche se evitò peggior sorte.

Per il resto della guerra gli Hellfire vennero sparati in quantità dell'ordine delle migliaia, con un singolo caso in cui ne vennero tirati circa 100, e sebbene ebbero molto successo nel colpire gli obiettivi da distanze di sicurezza, il loro consumo suscitò critiche da parte degli alti comandi, che raccomandarono maggior discernimento ai piloti.

In un caso, gli AH-64 colpirono 4 T-72 durante un'attacco notturno, mentre simultaneamente 4 carri M1 Abrams vennero colpiti da armi pesanti e distrutti.

Ancora non si è capito, dentro la 'fog of war', cosa colpì nella parte posteriore, quei carri armati: cannoni di altri M1? Missili Hellire, oppure come descritto dal libro 'a certain victory' da T-72 e BMP-1? Nemmeno i veterani della guerra, nel sito Tanknet.org si sono saputi mettere d'accordo su questo fatto d'arme, che resta importante perché eventualmente potrebbe essere l'unico caso di carri armati Abrams distrutti da mezzi nemici. Per certo, invece, gli AH-64 Apache attaccarono per errore una pattuglia di blindati americani, tra il 17 e il 18 febbraio 1991. IN una tempesta di sabbia i reparti di terra dell'US Army videro infatti 2 veicoli che 'non avrebbero dovuto essere là' ma riconoscerli durante una tempesta notturna era impresa ardua, e l'avanzata della forza corazzata americana non doveva essere scoperta dal nemico. Il comandante Weisman chiamò gli elicotteri pronti al supporto aereo, e 30 minuti dopo apparvero 3 AH-64 del comandante Hayles, 42 anni, che tuttavia non ebbe modo di riconoscere positivamente i veicoli. Allora, su insistenza di Weisman, che stava aspettando nella tempesta, con la sua colonna ferma, Hayles diede ordine di sparare i missili contro i blindati. Poi simulò un malfunzionamento del cannone che avrebbe dovuto spazzare via anche i superstiti dei veicoli. In effetti si trattava di un M2 Bradley e un M113. Morirono 2 soldati, mentre miracolosamente gli altri si salvarono dalle esplosioni dei loro veicoli.



I reparti sull'Apache AH-64A, nonostante questi 'inconvenienti' giocarono un ruolo importante nella prima guerra del golfo. Impiegati fin dall'agosto del 1990 nell'operazione Desert Shield, e del gennaio 1991 furono massicciamente impiegati nell'operazione Desert Storm. I 300 elicotteri impiegati dall'US Army distrussero più di 500 carri, 120 APC (veicoli corazzati per il trasporto delle truppe), 30 postazioni AAA (Anti Aircraft Artillery) e una ventina di aerei al suolo iracheni.


24 gli elicotteri schierati contro la Serbia nel 1999. Nel corso di addestramenti notturni, questi elicotteri si preparavano a supportare le truppe in caso di eventuali avanzate nel territorio nemico, ma la ex-Yugoslavia non è la tavola piatta del deserto irakeno e la questione era molto delicata da risolvere e così vennero usati solo mezzi aerei e missilistici. Paradossalmente, nel tentativo di combattere la guerra 'a zero morti' gli Alleati persero i soli 2 caduti della loro forza, con 2 elicotteri perduti in incidenti di volo notturni. In uno dei casi, l'equipaggio morì nell'incidente.

Gli Apache furono utilizzati anche nell'operazione Enduring Freedom in Afghanistan, e nel 2003 l'operazione Iraqi Freedom in Iraq. Gli elicotteri Apache provarono di essere eccellenti nel colpire i carri armati e inoltre distrussero centinaia di veicoli (principalmente dell'esercito iracheno).

Un AH-64 Apache statunitense effettua supporto aereo durante un raid a Remagen, Iraq, il 24 febbraio 2006.
Un AH-64 Apache statunitense effettua supporto aereo durante un raid a Remagen, Iraq, il 24 febbraio 2006.

Recenti rapporti indicano che l'elicottero è vulnerabile a forze terrestri in alcuni ambienti. L'operazione Enduring Freedom testimoniò che più dell'80% degli Apaches furono seriamente danneggiati da fuoco terrestre in regioni montagnose con forze nemiche sparse. Similmente, gli Apache mostrarono di essere vulnerabili alla fanteria quando operavano in ambienti urbani. Durante la seconda guerra del golfo, le truppe di terra irachene furono capaci di danneggiare i sistemi propulsivi e di controllo di volo con fuoco terrestre, a volte obbligando ad atterraggi d'emergenza immediati. Durante l'operazione Iraqui Freedom, molti Apache furono danneggiati in aree di combattimento urbane, incluso uno catturato dalle truppe irachene e mostrato sulle televisioni internazionali.

Ci sono vari fattori che contribuiscono a questi fatti. Per primo il fatto che L'Apache fu disegnato per ingaggiare e distruggere mezzi corazzati a distanza di sicurezza, da cui non potessero essere colpiti. Secondariamente la fanteria è individuabile meno facilmente rispetto a mezzi corazzati. In Iraq l'ampia copertura permessa dall'ambiente urbano resero semplice alle forze terrestri gli attacchi ravvicinati (50 - 850 m). Questo ambiente rivelò la vulnerabilità degli Apache rispetto agli attacchi da corta distanza da parte di mitragliatrici a calibro pesante (0,5 pollici). Inoltre, poiché l'Apache è capace di di sparare ad un solo bersaglio alla volta, è vulnerabile quando attaccato da numerose posizioni sparse. Elicotteri multiruolo da combattimento come il UH-60 Black Hawk potrebbero non soffrire di questi svantaggi, giacché sono equipaggiati con sistemi di armamento multipli, che forniscono protezione aggiuntiva in certe situazioni tattiche. Comunque, la relativa efficacia degli elicotteri multiruolo è discutibile quando si tiene conto di altri fattori come la superiore manovrabilità dell'Apache, del suo superiore armamento e velocità. In altri casi l'uso dell'Apache sia per l'attacco, sia per il ruolo di supporto in ambienti urbani ha provata efficacia. L'Apache ha lavorato con successo in ruolo di supporto con truppe terrestri, e come piattaforma d'osservazione per l'artiglieria diretta. A dispetto della vulnerabilità dell'Apache in operazione urbane, è correntemente ritenuto l'elicottero con maggior capacità di sopravvivenza tra tutti gli elicotteri militari. La stragrande maggioranza di elicotteri Apache che hanno subito pesanti danni in combattimento sono stati capaci di continuare la missione assegnata e di tornare alla loro base salvi.

[modifica] Israele

Le forze aeree israeliane (IAF) utilizzano gli Apache come piattaforme ad alta tecnologia per lanciare attacchi contro bersagli multipli ricorrendo ai missili guidati. L'AH-64A attaccò e distrusse dozzine di postazioni Hezbollah in Libano nel corso degli anni 90, in condizioni "ognitempo " notturne e diurne. Durante l'Intifada al-Aqsa, la IAF ricorse agli Apache per colpire i gerarchi di Hamas, come Ahmed Yasin (ucciso assieme ad altri 9 con il lancio di 3 Hellfire) e Adnan al-Ghoul. Gli 'omicidi mirati', prima di essere affidati a velivoli teleguidati, sono stati prerogativa degli elicotteri Cobra e poi sopratutto Apache, con i loro missili precisi e letali, nel corso della tragica e ininterrotta catena di sangue del conflitto contro i palestinesi. Nell'ultima, violentissima guerra con il Libano 2 elicotteri almeno sono andati distrutti in una collisione in volo.

[modifica] Costi

Originariamente il costo di un esemplare di AH-64A era di circa 14.5 milioni di dollari statunitensi. Nel settembre 2003, la Grecia ordinò 12 AH-64D per un costo totale di 675 milioni di dollari (presumibilmente includendo armi e supporti di manutenzione), indicando un costo lordo per unità di 56,25 milioni di dollari.

[modifica] Operatori militari

12 AH-64D
67 WAH-64, costruiti su licenza dalla AgustaWestland ed impiegati con le forze anfibie
20 AH-64D Longbow Apache acquisiti in due lotti tra il 1999 ed il 2001


In valutazione
In valutazione

[modifica] Bibliografia

  • Aeronautica& Difesa, monografia di Nico Sgarlato n. Maggio 1991 (storia generale, tecnica, operazioni iniziali)
  • Aerei N.5/92 (N.Sgarlato, articolo 'Friendly fire' sull'incidente dei mezzi blindati distrutti per errore)
  • Aereonautica& Difesa N. 3/90 (N.Sgarlato, Panama)
  • Aerei N. 1/93 (N.Sgarlato, elettronica)


[modifica] Altri progetti


Aeromobili della Boeing Helicopters
 107-II  ·  CH-46 Sea Knight  ·  CH-113 Labrador  ·  CH-47 Chinook  ·  Model 234  ·  Model 360  ·  V-22 Osprey  ·  AH-64 Apache  ·  RAH-66 Comanche  · YUH-61  ·  XCH-62

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