Maremma
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Maremma è una vasta regione geografica compresa in Toscana e Lazio che si affaccia sul Mar Tirreno.
Dante ne individuava i confini tra Cecina e Tarquinia (VT) (già conosciuta come Corneto):
![]() |
«Non han sì aspri sterpi né sì folti
quelle fiere selvagge che 'n odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi colti.» |
Indice[nascondi] |
[modifica] Geografia
Convenzionalmente, il vasto territorio maremmano è suddiviso in tre zone:
- Maremma livornese e Maremma pisana, che interessano rispettivamente gran parte della provincia di Livorno e alcune aree pedecollinari della provincia di Pisa (Toscana), si estendono nella parte settentrionale lungo la costa e l'immediato entroterra tra Rosignano Marittimo e Piombino, comprendente le prime propaggini collinari della Val di Cecina, della Val di Cornia e del versante nord-occidentale delle Colline Metallifere. Tra le località principali della zona sono da ricordare Cecina, Bolgheri, Castagneto Carducci, Campiglia Marittima, Suvereto, Populonia e Piombino.
- Maremma grossetana, o Maremma propriamente detta: la parte centrale, nella provincia di Grosseto (Toscana), lungo la costa tra il golfo di Follonica e la foce del torrente Chiarone che si getta in mare a sud del promontorio dell'Argentario, comprende anche la bassa Valle dell'Ombrone e le Colline dell'Albegna e del Fiora. Tra le località principali Grosseto, Orbetello e Capalbio, sulla costa e Massa Marittima, Roccastrada, Montemassi, Vetulonia, Pitigliano, Sorano, Sovana e Saturnia che sorgono nell'area collinare interna. A sua volta la Maremma grossetana si divide in tre parti:
- a nord la piana del fiume Pecora, attorno al golfo di Follonica, comprendente gran parte del territorio comunale di Follonica e la fascia costiera del comune di Scarlino, limitata a sud dal promontorio di Punta Ala;
- al centro la piana dell'Ombrone che occupa i territori comunali di Castiglione della Pescaia, Grosseto e il tratto costiero del comune di Magliano in Toscana, tra Punta Ala e i Monti dell'Uccellina;
- a sud la piana del fiume Albegna che interessa i comuni di Orbetello e Monte Argentario, e la piana del Fiora, compresa nel comune di Capalbio, dove si trova il lago di Burano ed estesa nel territorio laziale, separate tra loro dal promontorio di Ansedonia; comprende anche il promontorio dell'Argentario e la laguna di Orbetello.
- Maremma laziale, la parte meridionale, si estende in nella parte occidentale provincia di Viterbo e all'estremità nord-occidentale della provincia di Roma (Lazio), lungo la costa dell'Alto Lazio e nell'immediato retroterra pianeggiante e collinare della Tuscia, tra la foce del torrente Chiarone e i Monti della Tolfa che la dividono dall'Agro Romano. Tra le località principali della zona spiccano Vulci, Montalto di Castro, Tarquinia, Tuscania e Civitavecchia.
[modifica] Clima
Il clima della Maremma presenta caratteristiche mediterranee lungo la costa, mentre assumi caratteri più continentali via via che si procede verso l'interno.
Le distanti montagne della Corsica ad ovest e i più vicini rilievi dell'Iisola d'Elba tendono a deviare o ad attenuare le perturbazioni atlantiche: le precipitazioni risultano piuttosto scarse e raramente di lunga durata lungo la costa grossetana e viterbese, toccando i minimi assoluti attorno ai 500 mm annui presso i Monti dell'Uccellina e l'Argentario, mentre nell'interno e lungo la costa livornese i valori sono generalmente compresi tra i 600 e i 700 mm annui, aumentando ancora sui rilievi collinari e montuosi esposti ai venti atlantici. La maggiore piovosità è attestata in autunno, mentre le altre stagioni presentano un regime pluviometrico piuttosto irregolare. Lungo la fascia costiera della Maremma centro-meridionale, l'eliofania (soleggiamento) raggiunge valori medi annui elevati: poco più di 7 ore di sole al giorno, col minimo in dicembre attorno alle 4 ore giornaliere ed i massimi in giugno e luglio con valori di oltre 11 ore di sole al giorno.
Le temperature medie annue si aggirano attorno ai 16°C lungo la costa e tendono a diminuire man mano che si procede verso l'interno. Sulla fascia costiera sono rare le temperature invernali sotto zero e le temperature estive oltre i 33°C; nelle vallate interne invece le minime dei mesi più freddi possono essere rigide, mentre le massime estive possono anche raggiungere i 40°C.
[modifica] Storia
Prima degli innumerevoli insediamenti medioevali, la Maremma ha conosciuto presenze preistoriche, etrusche e romane che hanno lasciato importanti testimonianze storico-artistiche sparse nell'intero territorio.
[modifica] Maremma amara
Come la cultura dotta di Dante, anche la cultura popolare, attraverso la canzone popolare, ha fatto un ritratto - ben diverso - della Maremma della malaria, del lavoro stagionale malpagato, degli stenti e delle sofferenze che caratterizzavano la vita in queste terre fino a non moltissimo tempo fa.
Ecco così le strofe di «Maremma amara», cantate lentamente, così come tutto era lento in Maremma: lenta o ferma l'acqua, con le sue zanzare anofele, il progresso sociale, la lotta contro il brigantaggio, quella contro l'analfabetismo.
ecco il testo della canzone: Maremma Amara
Tutti mi dicon Maremma, Maremma... Ma a me mi pare una Maremma amara L'uccello che ci va perde la penna Io c'ho perduto una persona cara.
Sia maledetta Maremma Maremma, sia maledetta Maremma e chi l'ama
Chi va in Maremma e lassa l'acqua bona Perde la dama e mai piú la ritrova, Chi va in Maremma e lassa la montagna Perde la dama ed altro non guadagna.
Sia maledetta Maremma Maremma, sia maledetta Maremma e chi l'ama.
Commento: Si rivela in queste semplici e disperate strofe l’immagine storica di questa terra; un groviglio di speranza e di mestizia, di temerarietà nella ricerca di una nuova terra e la sgomento per un destino forse avverso. Storia di migrazioni, ma storia recente, se si vuole.
La si può far risalire alla prime metà dell’Ottocento quando, iniziata l’opera di bonifica voluta dal Granduca Leopoldo II dei Lorena, molto terreno si doveva liberare dalla morsa della palude e dalla malaria rendendolo accessibile alla produzione agricola. Si stava compiendo il passaggio dalla pastorizia all’agricoltura, che è poi il passaggio chiave della modernitÃ
[modifica] La bonifica
Una delle principali cure di Ferdinando III di Toscana, granduca del regno di Toscana, era la bonifica idraulica e agraria della Maremma; spesso vi faceva delle gite per esaminare i lavori e sollecitarli. Ma il suo nobilissimo zelo e la sua lodevole preoccupazione gli dovevano riuscire fatali.
Nel mese di giugno del 1824, tornando appunto da una delle gite in Maremma, sentì i sintomi d'una febbre che da quel momento gli insidiò tenacemente la vita.
Ferdinando fu costretto a mettersi a letto; ed i principali medici furono subito intorno a lui per contenderlo alla morte, con ogni mezzo migliore che l'arte medica dell'epoca suggeriva. Furono però tutti sforzi inutili, perché il male vinse gli uomini della scienza.
A Ferdinando III successe il figlio Leopoldo II che si lasciò sedurre da questa impresa. Intendeva così emulare il grande avo Pietro Leopoldo e suo padre che avevano bonificato la Val di Chiana e che già avevano tentato di bonificare la Maremma.
La bonifica del comprensorio, data la grandissima estensione dell'area, era un'opera degna degli antichi romani e non di piccoli stati come era quello del granducato di Toscana.

Il tratto che si voleva bonificare era la parte che costeggiava il mare, dallo sbocco della Cecina fino al confine pontificio; i vantaggi di tale opera sarebbero stati incalcolabili trasformando tutta quella grossa estensione salmastra in terreni coltivabili.
Il conte Fossombroni, consigliere dei sovrani, aveva immaginato di bonificare la Maremma fino dal 1804 e aveva dichiarato apertamente questa sua intenzione con vari scritti. Immaginava di costruire canali, strade ed un porto facendosi aiutare dai cittadini "volenterosi" che volessero investire in questa impresa esentandoli dalle varie gabelle alle porte delle città , dei dazi doganali e dei pedaggi per far diventare in poco tempo tutta quella regione la ricchezza del regno.
Ad entusiasmare gli animi dei toscani ci fu nel 1780 la bonifica della tenuta di Bolgheri del conte Cammillo della Gherardesca. Tale tenuta era distante circa settanta chilometri da Pisa e sette dal mare, sulla sponda sinistra della Cecina. Per liberare quella vasta tenuta dalle acque stagnanti e limacciose che rendevano improduttivo il terreno e pestifera l'aria, il matematico Padre Ximenes suggerì al conte Della Gherardesca l'apertura di quella larga fossa che dal nome del proprietario fu perciò detta Cammilla, la quale procurò subito il prosciugamento dei terreni tra Bolgheri, Bibbona ed il mare.
Con tali precedenti, con l'esempio dell'avo, con gli incitamenti del Fossombroni e con le buone disposizioni del suo animo, Leopoldo II il 27 aprile 1828 emanò l'editto per la bonificazione della Maremma a spese dello Stato.
I lavori cominciarono sulla fine del 1829 e vi furono impiegati circa cinquemila operai arrivati da varie parti della Toscana, da altri stati italiani e dall'estero, sotto la direzione del cavalier Alessandro Manetti, che era alla immediate dipendenze del granduca.
Il figlio del conte Cammillo, Guido Della Gherardesca, volle con gli anni continuare la benefica opera del padre; ma il parere discorde di ingegneri, di periti e di idraulici, fece sì che egli fu costretto a sospendere l'esecuzione del suo progetto.
Quello che però riusciva impossibile a tanti uomini di scienza ed ingegneri dell'epoca, riuscì facile senza tanto strepito e senza tanta boria, ad un uomo oscuro e modesto che tutt'altro aveva studiato in vita sua che l'idraulica e l'ingegneria.
Quest'uomo era il "fattore di Bolgheri", Giuseppe Mazzanti, che sfornito di teorie ma ricco dei lumi dell'esperienza, con l'osservazione che egli aveva fatto del naturale movimento delle acque durante le piogge, chiuse il canale detto Seggio Vecchio e ne scavò un altro detto Seggio Nuovo, per la qual cosa gli estesissimi campi prima paludosi divennero fertilissimi.
Il 26 aprile 1830 fu il giorno fatidico; terminato il lavoro di costruzione del nuovo canale le acque dell'Ombrone arrivarono velocissime nella palude bonificando tutto il territorio circostante.
Il Mazzanti ebbe in riconoscenza dal granduca una medaglia d'oro e il conte Della Gherardesca fu remunerato adeguatamente del servizio.
[modifica] La Maremma oggi
Vinta la malaria, grazie alla bonifica; vinto il latifondo, con la riforma agraria e l'istituzione dell'Ente Maremma e l'assegnazione delle terre, la Maremma mostra oggi ancora quasi tutta la sua natura di terra aspra, dai forti contrasti, dai colori particolarmente affascinanti.
I butteri ora sono custodi della razza del cavallo maremmano che non serve quasi più a seguire le greggi durante la transumanza, ma viene impiegato per lo sport e per l'ippoterapia nei centri attrezzati e nelle molte strutture agrituristiche sorte nella zona.
Alcuni territori protetti, tra i quali i più importanti sono il Parco Naturale della Maremma e la zona archeologica di Vulci hanno permesso di mantenere pressoché intatto l'ambiente e quindi la flora e la fauna esistenti.
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
![]() |
Maremma su DMoz (Segnala su DMoz un link pertinente all'argomento Maremma) |