Nicolas Charles Victor Oudinot
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Nicolas Charles Victor Oudinot (Bar-le-Duc 3 novembre 1791 – 7 luglio 1863), secondo duca di Reggio, generale francese, fu, nel 1849, a capo del corpo di spedizione francese, inviato da Napoleone III, non ancora Imperatore, a reprimere la Repubblica Romana guidata dal Mazzini.
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[modifica] Origini
Nacque nel 1791 a Bar-le-Duc, cittadina del dipartimento della Mosa, in Lorena, figlio di Nicolas Charles, allora modesto ex-sergente dell’esercito reale. Appena un anno più tardi, nel 1792, con la generale cacciata degli ufficiali , in quanto in gran parte nobili o monarchici, Nicolas Charles ebbe la sua grande occasione: divenne tenente colonnello del terzo battaglione dei volontari del Meuse e difese con accanimento il piccolo forte di Bitsch, nei Vosgi. Da lì cominciò una travolgente carriera che lo fece maresciallo di Francia dopo Wagram, "Pari di Francia" con Luigi XVIII, comandante del corpo di spedizione francese in Spagna nel 1823 e, infine, nel 1847, governatore dell’Hôtel des Invalides.
[modifica] L'impero napoleonico
[modifica] Esordi
Nel 1805, Napoleone lo nominò suo primo paggio al Congresso di Erfurt. Mantenne l’incarico nel corso della campagna della quinta coalizione, quando seguì l’Imperatore nella campagna e questi gli affidò, per tre volte, l’incarico di tornare a Parigi per riferire le novità al (meramente rappresentativo) Senato dell’Impero.
Venne poi nominato luogotenente del 5° reggimento Ussari e aiutante di campo del maresciallo di Francia Masséna nel corso della campagna di Portogallo. Rientrato in Francia nel 1811 venne ammesso nel corpo della Guardia Imperiale, che seguì alla terribile Campagna di Russia, eppoi contro la sesta coalizione in Sassonia ed in Francia.
[modifica] I cento giorni
Nel 1814, Napoleone, al momento di lasciare Fontainebleau per l’Isola d’Elba, concesse al maresciallo Nicolas Charles, per il di lui figlio, il brevetto di colonnello. Luigi XVIII confermò tale nomina il 27 aprile ed incaricò il giovane ufficiale della organizzazione del regimento ussari del re. Nel corso dei cento giorni, in linea con le scelte del padre, rifiutò ogni comando.
La battaglia di Waterloo, il 18 giugno 1815, diede ragione ai due Oudinot e il giovane Victor, nel settembre 1815, ebbe incarico di formare, a Lilla, il reggimento ussari del Nord, che comandò sino al 1822. Quell’anno gli fu affidato il 1° reggimento granatieri a cavallo della Guardia Reale.
[modifica] La restaurazione borbonica
Nel 1824 venne nominato maresciallo di campo, ed assunse il comando di una brigata alle manovre Lunéville. A quel punto il nuovo re Carlo X lo incaricò di riorganizzare la scuola di cavalleria di Saumur, ove seppe farsi apprezzare anche da osservatori esteri.
Scoppiata la rivoluzione di Luglio (27-29 luglio 1830) diede le proprie dimissioni da Saumur, citando la propria conservata fedeltà al deposto monarca.
[modifica] La monarchia di luglio
[modifica] Campagna d’Algeria
Nel 1835, suo fratello, colonnello del 2° reggimento dei Cacciatori a cavallo d’Africa, fu ferito a morte mentre caricava i ribelli del Muley-Ismaël. Alcuni mesi più tardi, Oudinot stesso ricevette l’ordine di partire per Orano ove assunse il comando della 1^ brigata del corpo di spedizione rivolto alla città di Mascara, agli ordini del maresciallo Clauzel. Nel corso della spedizione venne gravemente ferito e venne rimpatriato in Francia per la convalescenza. In premio, il 31 dicembre 1815, fu promosso luogotenente-generale.
[modifica] Deputato
Nel 1842 venne eletto deputato nel ristretto parlamento della Monarchia di Luglio, ove, criosamente, sedette a sinistra. Ma si occupò soprattutto delle leggi concernenti l’esercito, l’Algeria o il Codice Penale militare.
[modifica] Napoleone III
[modifica] La repressione della Repubblica Romana
Caduta la Monarchia di luglio, nel 1849 Oudinot venne incaricato dal nuovo presidente della Repubblica, Luigi Napoleone, di una assai munita spedizione volta a reprimere la neonata Repubblica Romana, guidata dal Mazzini. La spedizione partì da Marsiglia il 18 aprile 1849, sbarcò il 25 a Civitavecchia, occupando la città.
Il 30 i 6'000 soldati francesi si presentarono di fronte alle mura aureliane ed incontrarono una imprevista resistenza. 200 fanti caddero prigionieri a Porta San Pancrazio. Giunse da Parigi come plenipotenziario il Lesseps che pattuì una tregua d’armi. Ciò consentì all’Oudinot di mettere insieme 30'000 uomini ed un possente parco d’assedio.
Il successivo 3 giugno Oudinot comandò un secondo attacco, che permise di aprire una breccia solo il 29 ed indusse il governo della Repubblica Romana a proporre la capitolazione, la sera del 30, i cui termini vennero discussi nei due giorni successivi. Oudinot entrò in città il giorno 3 e, il 5, prese possesso di Castel Sant’Angelo.
[modifica] Governatore militare di Roma
[modifica] Oblio
Dopodichè, rientrò in Francia, ove potè solo riprendere il proprio posto nella Assemblea Legislativa, peraltro rappresentativa e priva di potere dopo il colpo di stato del 2 dicembre 1851. Oudinot era divenuto assai popolare fra i conservatori francesi, ma detestabile ai democratici ed ai patrioti italiani. Ciò che impedì ogni suo coinvolgimento nella successiva campagna di Napoleone III alla seconda guerra di indipendenza.