Polesella
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Immagine:Polesella-Stemma.png | |||
Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 16 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 247 ab./km² | ||
Frazioni: | Botta, Ca'Peppina, Ponzilovo, Raccano, Rocca, San Gaetano | ||
Comuni contigui: | Arquà Polesine, Bosaro, Canaro, Frassinelle Polesine, Guarda Veneta, Ro (FE) | ||
CAP: | 45038 | ||
Pref. tel: | 0425 | ||
Codice ISTAT: | 029037 | ||
Codice catasto: | G782 | ||
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Polesella (in veneto Polxeła) è un comune di 3.962 abitanti della provincia di Rovigo.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Storia antica
Esisteva sicuramente in zona un abitato in epoca romana, documentato dal ritrovamento di resti di tegole tombali. Si ritiene verosimile la presenza di frequentazioni precedenti in quanto le prime bonifiche in Polesine avvennero in epoca etrusca con lo scavo delle prime Fosse Filistine. Gli sforzi etruschi e romani per strappare la terra alle paludi furono vanificati dalla Rotta della Cucca del 589 che riportò allo stato paludoso tutto il Polesine e le valli della bassa veronese.
Il territorio del comune di Polesella cominciò a riemergere dai guasti causati dall'alluvione secolare dell'Adige intorno al X secolo. Fino a quel momento il territorio era stato soggetto al fenomeno dei polesini (una caratteristica che ha dato a tutta la zona il nome proprio di Polesine per antonomasia); vale a dire che occasionalmente alcuni isolotti di terra riuscivano ad emergere tra le paludi e permettevano degli insediamenti che però avevano un carattere di temporaneità, causato dalle continue piene del Po, del Canal Bianco e dell'Adige.
[modifica] Nascita e fioritura di Raccano sotto gli Estensi
Il riassesto idrico operato in quei tempi permise di limitare il fenomeno dei polesini e la nascita del primo nucleo abitato stabile, più o meno corrispondente all'attuale frazione di Raccano e all'epoca denominato Orcano. Da notare che, in quel periodo, il corso principale del Po era più a sud e attraversava Ferrara. Sempre in questo periodo fu data una qualche stabilità anche al corso della Fossa che per secoli avrebbe caratterizzato il centro di Polesella (ossia fino alla disastrosa alluvione del novembre 1951).
L'importanza della Fossa è attestata fin dai primi documenti, in quanto permetteva, risalendone il corso, di passare per nave dal Po al Canal Bianco, da dove tramite altri corsi d'acqua si poteva raggiungere anche l'Adige. Il territorio a destra della Fossa fu chiamato Lavigia o Litigia, mentre il territorio a sinistra fu chiamato Policella o Pelosella. È documentata l'esistenza di una parrocchia di Santa Maria di Litiga nel territorio della Litigia, nata contemporaneamente alla parrocchia di Santa Margherita di Orcano.
Con la rotta di Ficarolo del 1152 (che distrusse il centro abitato di Litiga) il corso principale del Po cominciò a passare nell'alveo ora più o meno corrispondente al Poazzo, leggermente più a nord del corso attuale; Raccano, che sorgeva lì, ne ebbe un grosso impulso allo sviluppo. Durante il XIII e XIV secolo Raccano fu Podesteria del ducato Estense (una sorta di importante capoluogo con giurisdizione sul territorio da Canaro a Guarda Veneta, da entrambi i lati del Po), importanza tuttora testimoniata dalla chiesa romanica, oggi intitolata alla Natività di Maria Santissima, fondata nel X secolo e in seguito ornata con opere di indubbio valore artistico. In questo periodo furono anche rifondati i centri di Litiga e Policella, sempre a cavallo della Fossa.
[modifica] Nascita e fioritura di Polesella sotto Venezia
Le successive alluvioni del XV secolo spostarono più a sud il corso principale del Po, dove si trova tutt'ora; Raccano cominciò a decadere e gli abitanti si trasferirono gradualmente sulle nuove rive del grande fiume, unificando i due piccoli borghi preesistenti ai lati della Fossa nell'unico abitato di Polesella. Il centro dell'abitato nacque e crebbe proprio sull'argine, che all'epoca aveva dimensioni molto più modeste rispetto a quelle attuali; ingegnose opere in muratura furono poste in modo da consentire la rapida costruzione di un sopralzo in legno e sacchi di sabbia per evitare l'esondazione del Po nella piazza sottostante nei periodi di piena. Tali opere riuscirono a contenere le piene del Po per diversi secoli, fino al loro smantellamento nel 1957.
Durante il XV secolo, il Polesine fu terra contesa tra la Repubblica di Venezia e il Ducato Estense, che si alternarono più volte nel governo del territorio. Nel 1482, durante la guerra del sale, Polesella fu teatro di una battaglia che ebbe luogo sul Po, proprio davanti alla Fossa; la vittoria dei veneziani fu determinante per la guerra, e così Polesella nel 1484 passò definitivamente sotto il dominio della Serenissima insieme con tutto il territorio di Rovigo, che all'epoca non comprendeva tutto il Polesine. Polesella divenne così un importante centro strategico, in quanto il Po segnava il confine con gli Estensi solamente nel tratto tra il borgo e Guarda Veneta, ed era dunque l'unico sbocco della Serenissima sul grande fiume.
Il tratto di Po in corrispondenza di Polesella fu il luogo di un'altra e molto più celebre battaglia fra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Ferrara che si svolse il 22 dicembre 1509 nel corso dei fatti della Lega di Cambrai. La flotta veneziana aveva risalito il Po per mettere pressione alla città di Ferrara, ormai rimasta da sola a fronteggiare le armate della Serenissima; le truppe del duca Alfonso I d'Este agli ordini del fratello di questi, il cardinale Ippolito I d'Este, disposero le loro artiglierie sul bordo del fiume, aspettando la piena del Po che si sapeva essere imminente. Quando l'aumento del livello del fiume portò le chiglie delle navi veneziane al tiro dell'artiglieria ferrarese il cardinale ordinò il fuoco, facendo grande strage sia di soldati veneziani che di imbarcazioni.
La battaglia è raccontata anche da Ludovico Ariosto nel suo Orlando Furioso:
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«Ebbe lungo spettacolo il fedele
vostro popul la notte e 'l dì che stette, come in teatro, l'inimiche vele mirando in Po tra ferro e fuoco astrette.» |
(canto 40, 2, vv. 1-4)
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L'importante vittoria degli Estensi ebbe l'unico effetto di fermare l'avanzata veneziana, Polesella tornò a far parte della Serenissima e ne condivise le sorti fino alla sua fine, avvenuta nel 1796 ad opera di Napoleone I di Francia. Durante i tre secoli di dominazione Veneziana Polesella crebbe grazie all'importantissima posizione strategica; durante il XVI secolo fu costruito il Sostegno, una sorta di ponte con un'ampia chiusa che serviva ad evitare che le acque del Po, nei periodi di piena, rigurgitassero nella Fossa. Alcune importanti famiglie Veneziane costruirono una villa o una loro abitazione a Polesella: tra questi i Grimani, i Donà, i Foscari e i Morosini.
Durante la guerra di Castro, che in Polesine vide contrapposte la Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio, nel 1644 furono costruite a Polesella importanti opere militari, che con la loro imponenza riuscirono nel loro scopo di tenere le (fortunatamente poche) battaglie lontano dal centro.
Raccano negli anni fu progressivamente abbandonata; ciononostante la chiesa continuò a servire anche i fedeli di Polesella. La basilica parrocchiale fu posta nella sua sede attuale e dedicata alla Beata Vergine del Rosario solamente nel 1730.
[modifica] La storia moderna
Nel 1796 la Serenissima cadde e Polesella seguì le vicissitudini del Veneto sotto la dominazione francese; in particolare, entrò a far parte insieme con tutto il Polesine e il territorio di Ferrara nel dipartimento del Basso Po.
Chiusa la parentesi della dominazione francese, nel 1815 l'importanza strategica di Polesella restò immutata: il confine tra il Regno Lombardo Veneto e lo Stato Pontificio fu spostato fino a comprendere tutti i territori del Polesine a nord del Po, dando alla provincia di Rovigo l'aspetto che ha tutt'oggi. Il Po, navigabile, restava un'importantissima via di comunicazione, e i battelli che ne salivano e scendevano il corso fermavano anche a Polesella, favorendo l'economia.
Durante il Risorgimento furono molti i patrioti che attraversarono il Po a Polesella, dove il grande fiume restringe temporaneamente il suo corso, soprattutto dopo che Ferrara passò sotto il Regno di Sardegna (in seguito Regno d'Italia) nel 1859. Infine, dopo la terza guerra di indipendenza anche Polesella passò sotto il Regno d'Italia nel 1866.
In questo modo venne a cessare l'importanza strategica di Polesella, che non fu più territorio di confine. La costruzione della linea ferroviaria e della strada carrabile che unirono Ferrara con Rovigo nei primi anni del dominio Savoia, ebbe a Polesella il solo effetto di limitare la crisi economica che si abbatteva in quegli anni su tutto il resto del Polesine. Così anche i contadini di Polesella si unirono alle rivolte de "La boje!" degli anni 1880, alle quali non fu data una reale soluzione politica. Cominciò dunque l'esodo degli abitanti verso il Messico e il Sud America, insieme a tanti altri veneti che vedevano nelle terre del nuovo continente l'unica reale speranza di continuare a vivere dignitosamente.
La crisi economica e culturale è dimostrata anche dalla mancata ricostruzione del teatro, dopo che il 19 luglio 1892 una improvvisa tromba d'aria, conosciuta nelle cronache dell'epoca come "il ciclone di Polesella", distrusse buona parte dell'abitato causando morti e feriti. Il ciclone distrusse anche il palazzo Grimani in piazza, allora sede del comune; la sede fu ricostituita nell'ex palazzo delle poste austriache mentre i resti del palazzo furono inglobati in costruzioni successive.
A risollevare le sorti economiche di Polesella fu la costruzione, nel 1899, del caratteristico ponte galleggiante; notevole come l'opera fu finanziata dal comune di Canaro. Il ponte consisteva in una serie di chiatte legate una all'altra che attraversavano per 400 metri il corso del fiume e collegavano Polesella con Ro Ferrarese; la parte centrale del ponte poteva essere slegata per permettere il passaggio delle imbarcazioni, mentre un ingegnoso sistema di rampe ad altezze diverse permetteva di accedere al ponte qualunque fosse il livello del fiume.
La storia di Polesella si confonde con quella del Polesine per tutto l'inizio del XX secolo: la prima guerra mondiale tocca la città nel suo tributo di vite umane ma non per fatti bellici diretti, e durante il ventennio del regime Fascista si registrano solo fatti di cronaca come la piena del 1926, anche questa volta contenuta dai sopralzi subito approntati sull'argine, o la gelata dell'inverno 1929, quando si poté addirittura attraversare il Po a piedi o su rudimentali slitte. Durante la seconda guerra mondiale Polesella fu bombardata più volte dagli alleati, tra il 1944 e il 1945, proprio per la presenza del ponte galleggiante sul Po.
[modifica] L'alluvione del 1951 e la storia contemporanea
Nell'immaginario contemporaneo Polesella è indissolubilmente legata alla tragica alluvione del 1951. Nel novembre di quell'anno il Po ruppe gli argini a Occhiobello e l'acqua cominciò a invadere la campagna; la presenza della Fossa in città indusse i tecnici dell'epoca a pensare che l'alluvione si potesse limitare al catino compreso tra Occhiobello e Polesella, ma la portata della piena fu purtroppo sottovalutata. L'acqua dell'alluvione superò gli argini e iniziò a riversarsi nella Fossa e nel Canal Bianco, che tracimò ad Arquà; solo a quel punto si decise di tagliare gli argini della Fossa e permettere il deflusso delle acque verso il mare attraverso le campagne del basso Polesine. La particolare conformazione del territorio bassopolesano, di recente bonifica e per buona parte sotto il livello del mare, non permise però un passaggio sufficientemente rapido delle acque, che rimbalzarono indietro in direzione di Rovigo, dove si fermarono alla prima periferia. Due terzi del territorio del Polesine furono allagati, e si disperò addirittura di poterli recuperare all'agricoltura.
Da questo evento ha avuto origine la Polesella odierna. La carestia che si abbatté sul Polesine provocò una enorme ondata migratoria, in particolare verso il triangolo industriale di Torino, Milano e Genova, che non risparmiò Polesella. La Fossa, giudicata ormai un'impedimento, non fu prosciugata ma ne fu deciso il tombamento; lo storico Sostegno fatto costruire dai veneziani fu abbattuto. Si decise infine di rialzare notevolmente gli argini del Po lungo tutto il territorio polesano; il centro vitale di Polesella, che si era formato proprio sul vecchio argine, fu così abbattuto nel 1957 e ricostruito sul tratto tombato della Fossa.
Chi rimase non si perse d'animo e recuperò rapidamente la terra dai disastri dell'alluvione. Nel 1980 anche il ponte galleggiante fu smantellato e sostituito dal moderno ponte in cemento armato. Recentemente Polesella è tornata ad essere una città dotata di una certa attrattiva e ha incrementato notevolmente il numero dei propri abitanti.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Ornella Astolfi dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0425 447111
Email del comune: polesella@polesineinnovazione.it
[modifica] Bibliografia
Rubis Zemella: La mia Polesella perduta, stampato in proprio nel 1992 e ristampato dall'A.V.I.S. di Polesella nel 1998.