Basilica di San Giovanni in Laterano
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La Basilica di San Giovanni in Laterano è la cattedrale della diocesi di Roma e la sede ecclesiastica ufficiale del Papa, quella dove il papa esercita la funzione di vescovo di Roma.
È la chiesa più antica della terra, in quanto primo luogo di culto cristiano riconosciuto ufficialmente[citazione necessaria].
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[modifica] Storia
Il nome ufficiale del Laterano è Archibasilica Sanctissimi Salvatoris ed in italiano Santissimo Salvatore e Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano[1].
È la più antica e di rango più alto tra le quattro basiliche maggiori ed ha il titolo onorifico di "Omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput" (Madre e capo di tutte le chiese della città [di Roma] e di tutta la terra).
Detto per memoria, le altre tre basiliche maggiori, tutte caratterizzate da una Porta Santa ed un Altare Papale, sono:
- la Basilica Vaticana che manifesta la chiesa apostolica fondata sull’apostolo Pietro;
- la Basilica Ostiense che manifesta la chiesa cattolica, fondata sulla missione itinerante di Paolo;
- la Basilica Liberiana che manifesta la chiesa santa generata con Cristo da Maria.
La basilica sorse nel IV secolo sulle terre dei Laterani, nobile famiglia romana caduta in disgrazia sotto Nerone, le cui proprietà erano quindi passate nel demanio imperiale. Il palazzo pervenne a Costantino I quando sposò la sua seconda moglie Fausta, sorella di Massenzio, ed era noto col nome di "Domus Faustae". Per questa via Costantino ne disponeva quando vinse la battaglia di Ponte Milvio, nel 312.
La tradizione cristiana aulica vuole che i terreni e la residenza dei Laterani siano stati donati al vescovo di Roma (la data della donazione non è certa ma dovrebbe esser avvenuta durante il papato di Papa Milziade), in segno di gratitudine dell'imperatore al Cristo che gli aveva fatto vincere la battaglia preannunciandosi in sogno.
[modifica] La leggenda di papa Silvestro e Costantino
Ma la trecentesca Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, più popolare, racconta la storia in un altro modo, intitolando la donazione a papa Silvestro I.
Pare che Costantino fosse stato colpito da lebbra, nel 313. Rifiutatosi di sacrificare bambini il cui sangue lo avrebbe guarito, Costantino avrebbe sognato due sconosciuti di nome Pietro e Paolo, che gli dicevano di mandare a cercare un eremita Silvestro, che con i suoi compagni si era sottratto alle persecuzioni anticristiane in una grotta del monte Soratte e avrebbe saputo guarirlo.
Costantino li scambiò per dei e mandò a chiamare Silvestro, che, arrivato, gli mostrò due ritratti degli apostoli Pietro e Paolo, nei quali l'imperatore riconobbe i suoi "dei" del sogno. Allora Silvestro impose all'imperatore di liberare i cristiani carcerati e digiunare una settimana, poi lo immerse nel fonte battesimale e l'imperatore ne uscì guarito.
Costantino dedicò allora gli otto giorni successivi a fare leggi sulla cristianizzazione di Roma e sullo stabilimento della potestà dei vescovi e della chiesa.
L'ottavo giorno, dice la leggenda, l'imperatore andò alla chiesa di san Pietro, dove confessò piangendo le sue colpe. Prese poi il piccone e iniziò personalmente lo scavo per costruire la basilica e portò via sulle sue spalle dodici carichi di terra.
In San Giovanni esiste inoltre ancora, piuttosto nascosta, la tomba di un altro papa Silvestro, Silvestro II, che il Medioevo tenne in fama di mago; si dice che la tomba trasudi acqua quando un Papa viene a morte.
[modifica] La dedicazione
La prima e più antica dedicazione della Basilica lateranense risale all'anno 314, da parte di Papa Melchiade, che la consacrò dedicandola al Redentore. La dedicazione ufficiale della Basilica e del Palazzo del Laterano fu compiuta da Papa Silvestro I nel 324, che dichiarò entrambi Domus Dei. In conseguenza del primato della Basilica nel mondo sulla facciata sono incise le parole Sacrosancta Lateranensis ecclesia omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput.
La Basilica ed il Palazzo del Laterano sono stati dedicati altre due volte. Papa Sergio III li dedicò a San Giovanni Battista nel X secolo, consacrando il battistero. Nel XII secolo Papa Lucio II dedicò il Palazzo del Laterano e la Basilica anche a San Giovanni Evangelista. La chiesa divenne così la più importante in onore dei due santi, che non sono spesso venerati congiuntamente (ma vedi comunque la Cappella Peruzzi, nella chiesa di Santa Croce di Firenze). In seguito nel Palazzo del Laterano fu insediato un monastero di Benedettini.
[modifica] Il Laterano
Accanto alla Basilica è situato il Palazzo del Laterano, il cosiddetto Patriarchìo, cioè la residenza di un Patriarca, in questo caso il Patriarca di Roma. Fino al 1309 il Palazzo del Laterano era la residenza ufficiale dei Papi. Resti del vecchio Palazzo sono ancora visibili nella cappella detta Sancta Sanctorum che si trova in cima alla Scala Santa. Fino al XIX secolo tutti i Papi furono incoronati in Laterano.
La Basilica Laterana sorgeva originariamente al centro dei palazzi lateranensi, ed era l'unica delle tre grandi basiliche risalenti a Costantino che si trovava all'interno delle mura della città. Le basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le mura si trovavano sulle tombe degli Apostoli, fuori dalla mura aureliane. All'inizio era dedicata al Salvatore e solo più tardi fu dedicata a San Giovanni Battista. Un'iscrizione sulla facciata, Christo Salvatori, dedica la chiesa come Archibasilica di Cristo Salvatore, giacché tutte le Basiliche patriarcali sono dedicate a Cristo. In quanto cattedrale del Vescovo di Roma, contiene il trono papale (Cathedra Romana) ed è perciò di rango superiore a tutte le altre chiese nella Chiesa Cattolica, perfino alla Basilica di San Pietro in Vaticano. Perciò vi si fece battezzare, nel 774, Carlo Magno.
Dall'interno della basilica si accede anche al chiostro (opera dei più celebri Maestri Cosmateschi romani). Nel chiostro, oltre ad alcune testimonianze dell'antico Patriarchìo, sono visibili opere di Arnolfo di Cambio e di altri artisti.
[modifica] La decadenza e la ricostruzione
Ripetutamente distrutta e riedificata lungo il medioevo - da Alarico e dai Vandali nel V secolo, da un terremoto nell'896, da due incendi, nel 1307 e nel 1361, la decadenza del laterano cominciò con la Cattività avignonese: ci furono invii di somme di denaro da Avignone per il suo mantenimento, ma la chiesa non tornò più al suo splendore originario.
Al ritorno da Avignone i papi scelsero di spostare la loro residenza al Vaticano e il Laterano perse parte della sua importanza.
Alla fine del XVI secolo Papa Sisto V fece demolire sia il palazzo che la basilica e li fece costruire ex novo.
Tra i molti progetti di ricostruzione della basilica, Sisto V scelse quello del suo architetto preferito, Domenico Fontana.
Un'ulteriore risistemazione dell'interno ebbe luogo in seguito sotto la direzione di Francesco Borromini, incaricato da papa Innocenzo X.
La visione di papa Clemente XII per la ricostruzione fu ambiziosa: indisse una gara per progettare una nuova facciata. Il vincitore fu Alessandro Galilei. La facciata come appare oggi fu completata nel 1735. La facciata del Galilei ha tuttavia rimosso tutte le vestigia della architettura tradizionale dell'antica basilica.
[modifica] Storia Architettonica: il Medioevo
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Un'abside decorata con mosaici ed aperta all'aria, situata accanto a San Salvatore della Scala Santa, conserva ancora la memoria di una delle più grandi sale del palazzo antico, il Triclinium di papa Leone III, che era la sala per i banchetti di stato. La struttura attuale non è antica, ma è possibile che alcune parti dei mosaici originali siano state conservate in un mosaico in tre parti: nel centro Cristo affida agli Apostoli la loro missione, a sinistra consegna le chiavi a san Silvestro ed il Labaro a Costantino, mentre a destra san Pietro dà la stola a Leone III e le insegne a Carlomagno.
Poche tracce rimanenti degli edifici originali possono essere identificate nelle mura aureliane, fuori Porta San Giovanni ed una grande parete decorata con pitture fu trovata nel XVIII secolo all'interno della basilica stessa, dietro la cappella Lancellotti. Poche altre tracce dell'edificio più vecchio vennero alla luce durante i lavori di scavo effettuati nel 1880, quando erano in corso i lavori per allargare l'abside, ma non fu scoperto niente di importante o di valore.
Molte e importanti donazioni da parte dei papi e di altri benefattori alla basilica sono registrate nel Liber Pontificalis: Lo splendore dei primi periodi della Basilica era tale che era conosciuta come "Basilica Aurea". Questo splendore le indirizzò contro l'attacco dei Vandali, che la privarono di tutti i tesori. Papa Leone Magno la restaurò verso il 460 e di nuovo fu restaurata da papa Adriano I, ma nell'896 la basilica per un terremoto "sprofondò dall'altare alle porte" (ab altari usque ad portas cecidit). I danni furono così ampi che era difficile seguire le linee della vecchia costruzione, ma questi furono essenzialmente rispettati e la nuova costruzione era delle stesse dimensioni di quella vecchia.
Questa seconda chiesa durò quattrocento anni ed andò distrutta in un incendio nel 1308. Fu ricostruita da papa Clemente V e da papa Giovanni XXII, solo per essere bruciata una volta di più nel 1360, e ricostruita di nuovo da papa Urbano V.
Nonostante queste varie vicissitudini la basilica mantenne la sua forma antica, essendo divisa da file delle colonne in navate e presentando nella parte anteriore un peristilio circondato da un colonnato con una fontana nel centro, la disposizione tardo-antica convenzionale che era seguita anche dalla vecchia Basilica di San Pietro. La facciata aveva tre finestre ed era abbellita con un mosaico che rappresentava il Cristo Salvatore. I portici erano affrescati, probabilmente non precedenti al XII secolo, commemoravano la Flotta romana sotto Vespasiano, la presa di Gerusalemme, il battesimo dell'imperatore Costantino e la sua "donazione" alla Chiesa. All'interno della basilica le colonne correvano senza dubbio, come in tutte le altre basiliche dello stesso periodo, per tutta la lunghezza della chiesa da est ad ovest, ma durante una delle ricostruzioni, probabilmente quella effettuata da Papa Clemente V, fu introdotta una navata trasversale, imitata senza dubbio da quella aggiunta molto prima alla Basilica di San Paolo fuori le mura. La chiesa fu ingrandita probabilmente in questo momento.
Alcune parti delle costruzioni più vecchie ancora sopravvivono. Fra esse la pavimentazione cosmatesca medioevale e le statue di San Pietro e di San Paolo, ora nel chiostro. Il grazioso baldacchino sopra l'altare maggiore, che sembra così fuori posto nell'ambiente attuale, data dal 1369. La "stercoraria", o trono di marmo rosso su cui sedevano i papi, è ora ai Musei Vaticani. Deve il suo nome disgustoso all'antifona cantata durante l'incoronazione papale "De stercore erigens pauperem" ("Sollevando il povero dal letamaio", dal Salmo 112). Dal quinto secolo c'erano sette oratori che circondano il basilica, in seguito parzialmente incorporati nella chiesa. Da questo nacque la tradizione di dotare le chiese di sette altari.
[modifica] Storia Architettonica: dal Quattrocento al Novecento
Nella storia degli interventi alla basilica si segnalano in baldacchino gotico (seconda metà del XIV secolo), tuttora conservato, e un ciclo di affreschi, a suo tempo ammiratissimo seppure incompleto, ma cancellato dal restauro di Borromini, di Gentile da Fabriano e Pisanello, commissionato da Martino V.
Sul finire del XVI secolo, Sisto V fece distruggere quasi completamente il Patriarchio medievale, ormai pericolante, per sostituirlo con il nuovo Palazzo Lateranense. In quest'occasione fu ricostruita la facciata del transetto, fondale prospettico dell'antica via Triumphalis rivolta verso la città, con una nuova loggia delle Benedizioni. Architetto del complesso fu il ticinese Domenico Fontana, che innalzò anche, di fronte alla nuova loggia, l'antico Obelisco Lateranense.
Una ulteriore campagna decorativa fu portata avanti da Clemente VIII negli anni dell'ultimo Manierismo, che fece affrescare il transetto da un gruppo di pittori (tra cui il giovanissimo Morazzone) capeggiati dal Cavalier d'Arpino.
Come s'è detto, Innocenzo X fece ricostruire la basilica da Francesco Borromini, che, pur vincolato dalle preesistenze (il soffitto, opera del Manierismo attribuita a Daniele da Volterra o Francois Boulanger, e il pavimento cosmatesco) da lui restaurato e integrato, creò qui uno dei suoi più alti capolavori, specie nella fuga di spazi delle navate minori, caratterizzate da un uso estroso ed intellettuale delle fonti luminose, dette camere di luce, espediente che permette l'illuminazione diffusa degli spazi architettonici e dallo stucco bianco. Francesco Borromini racchiuse le colonne dell'antica navata centrale in nuovi pilastri, alternati ad archi e caratterizzati da un ordine colossale di paraste. Sui pilastri colloco delle nicchie dalla forma di tabernacolo, riutilizzando parte delle splendide colonne in marmo verde antico che sostenevano le volte delle navate laterali. Nel secondo ordine fece in modo di alternare ai finestroni delle cornici ovali adornate dei motivi vegetali della palma, dell'alloro, della quercia e di essenze floreali, al cui interno lasciò visibili, quali reliquie, lacerti dell'antica muratura costantiniana. La ricostruzione dell'interno ebbe fine al principio del XVIII secolo, ad opera di Clemente XI, che dotò le nicchie borrominiane delle monumentali statue degli Apostoli, commissionate agli scultori più in voga del momento (tra cui Pierre Le Gros e Camillo Rusconi su disegni di Carlo Maratta) e fece eseguire una serie di ovali con Profeti a un gruppo di pittori scelti (tra cui Francesco Trevisani, Giovanni Odazzi, Sebastiano Conca, Giuseppe Chiari, Benedetto Luti).
La facciata fu invece costruita da Alessandro Galilei (1735), dopo un concorso che lo vide primeggiare, per essere conterraneo del papa fiorentino Clemente XII Corsini su architetti ben più celebri di lui (come Luigi Vanvitelli, Nicola Salvi, autore della Fontana di Trevi, Ferdinando Fuga, e Ludovico Rusconi Sassi, e dopo che Filippo Juvarra fu invitato a partecipare al confronto solo come giudice). Tuttavia l'opera del Galilei ha il merito di allontanarsi da un repertorio barocco ormai esaurito e di avvicinarsi ai nuovi dettami dell'architettura classica. La facciata, tra le più suggestive di Roma, si presenta come uno schermo davanti all'originaria basilica, generando così un nartece o vestibolo che, rapportato alla navata centrale e alle due navate laterali, ha richiesto una parte centrale più larga del resto. Galilei ha allargato la finestra centrale fiancheggiandola con due colonnine che sostengono l'arco, secondo lo schema della familiare finestra Palladiana. Portando la parte centrale un po' in avanti e ricoprendola con un frontone che si rompe nella balaustra del tetto, Galilei fornisce una porta d'entrata su una scala più che colossale, incorniciata da colossali pilastri di ordine composito accoppiati, che lega la facciata nel modo introdotto da Michelangelo nel Palazzo Senatorio.
Più avanti, sempre nel XVIII secolo, si segnalano i progetti monumentali (al limite dell'utopia) di Giovan Battista Piranesi per un nuovo, grandioso presbiterio, eseguiti per conto di Clemente XIII, mai posti in opera.
Nei primi del XX secolo dopo che un avveniristico progetto di traslazione non poté esser messo in opera in ragione dei costi elevati che avrebbe comportato, l'abside antica fu abbattuta per volontà di Leone XIII e ricostruita in posizione diversa per ospitare un nuovo coro, turbando così la spazialità della basilica.
[modifica] Chiostro Lateranense

Fra la basilica e le mura aureliane ci fu in periodi precedenti un grande monastero, in cui abitava la comunità dei monaci addetti ai servizi nella basilica. È il più grande di Roma, con i suoi 36 metri di lato. L'unica parte che ancora rimane è il chiostro, circondato da graziose colonne di marmo intarsiato. Sono di uno stile intermedio fra il Romanico vero e proprio e quello Gotico, opera di stile cosmatesco dei Vassalletto, famosa famiglia di marmorari romani, databile all'inizio del XIII secolo.
[modifica] Battistero Laterano
Il Battistero Laterano, con la sua pianta ottagonale, si leva separato dalla basilica. È stato fondato da papa Sisto III, forse su una struttura precedente, dato che una leggenda dice che Costantino I fosse stato battezzato là ed avesse arricchito la struttura. In realtà fu battezzato in oriente, da un vescovo ariano.) Questo Battistero è stato per molte generazioni l'unico Battistero a Roma e la sua struttura ottagonale, concentrata sul grande bacino per le immersioni complete, ha fornito un modello per altri battisteri per tutta l'Italia e perfino il motivo iconico per la cosiddetta "fontana di vita" dei manoscritti alluminati.
[modifica] Liturgie e tradizioni di san Giovanni in Laterano
Nel calendario liturgico della Chiesa Cattolica, la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano è il 9 novembre.
Come sede vescovile di Roma, san Giovanni ospita grandi liturgie, ed era anticamente meta delle principali processioni della Roma papalina. Proprio in funzione di tutto ciò papa Gregorio XIII aprì alla fine del '500 la via Merulana, poi prolungata da Sisto V per offrire un adeguato scenario a processioni e cortei pontifici tra Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, la Scala Santa e Santa Croce in Gerusalemme.
Di queste grandi e frequenti processioni sussiste ancora solo quella del Corpus Domini, ripristinata da papa Giovanni Paolo II. La festa popolare di san Giovanni, tuttavia, era quella del 24 giugno, solennità della Natività di S. Giovanni Battista, festa romana, carica di tutte le tradizioni popolari legate al solstizio d'estate: le streghe, che si raccoglievano di notte sui prati davanti alla basilica, lasciavano il posto di giorno a scampagnate, bancarelle, gran bevute e gran mangiate di lumache, stornelli, pacificazioni e risse d'osteria.
[modifica] Note
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti
È raggiungibile dalle stazioni: San Giovanni e Manzoni. |
[modifica] Altri progetti
Commons contiene file multimediali su Basilica di San Giovanni in Laterano
[modifica] Collegamenti esterni
- Foto aerea da Google Maps. Vedi QUI sulla Mappa di Google - QUI su Google Earth.
- Roma Segreta: Piazza San Giovanni
- La pianta della Basilica
- La basilica di San Giovanni
- Romeartlover - Mappa della piazza laterale ed incisioni di Giuseppe Vasi (EN)
- Interno con l'altare Papale
- La navata centrale
- Il chiostro in "Roma: Schede d'arte"
- Illustrated Guide of the Basilica di San Giovanni in Laterano (EN)
- Il Laterano da "Guide to the Churches of Rome" (EN)
- Catholic Encyclopedia: Basilica di San Giovanni in Laterano (EN)
- L'obelisco di Costantino (EN)