La tempesta (Shakespeare)
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La tempesta | |
di William Shakespeare
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![]() Prospero e Ariel |
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Titolo originale | The Tempest |
Lingua originale | inglese |
Prima assoluta | 1611 |
Teatro: | Whitehall Palace di Londra |
Personaggi:
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La tempesta (The Tempest) è tradizionalmente ritenuta la penultima opera di William Shakespeare (l'ultima sarebbe l'Enrico VIII) e dovrebbe essere quella che segnò l'addio alle scene del celebre drammaturgo (almeno come attore). Fu rappresentata per la prima volta il 1° novembre 1611 al Whitehall Palace di Londra; probabilmente, in seguito fu messa in scena anche al Globe Theatre e al Blackfriars Theatre.
Indice |
[modifica] Introduzione
La tempesta appartiene all'ultima fase della produzione di Shakespeare, quella dei romances: opere in cui rielabora tematiche già trattate (nelle grandi tragedie o nelle commedie) ponendole in una dimensione mitica e sacrale. Nei romances ricorrono spesso temi come la morte e la rinascita, l'espiazione seguita dal perdono e le colpe dei padri riscattate dai figli..
Questa è l'unica opera di Shakespeare in cui sono (quasi) rispettate le unità (di tempo, di luogo e d'azione) del dramma classico. L'unità di luogo è conseguita ambientando le vicende su un'isola remota. L'unità di tempo è ottenuta facendo svolgere tutte le azioni nello spazio di poche e ben precise ore (dalle 2 alle 6 di pomeriggio). L'unità d'azione, in effetti, non è propriamente conseguita. Il motivo per cui Shakespeare rispettò le unità ne La tempesta non è noto. Nella maggior parte delle sue opere, gli eventi accadono in diversi giorni ed i personaggi si muovono in vari luoghi.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che, dato il contenuto fantastico de La tempesta, Shakespeare possa aver voluto rispettare le unità per aiutare il pubblico a superare la sua incredulità. Altri hanno evidenziato le critiche che Shakespeare ricevette perché non rispettava le unità: essi affermano che questi possa aver voluto dimostrare una volta per tutte di essere in grado di rispettare queste regole, se lo avesse voluto.
Un'opinione diffusa tra i critici italiani è che il rispetto delle unità sia stato voluto dall'autore per sottolineare maggiormente il tema del meta-teatro (sotteso a tutta la sua opera). Infatti, all'inizio della commedia viene sottolineato che sull'isola sono le 2 di pomeriggio: è la stessa ora a cui si tengono le rappresentazioni teatrali in quell'epoca. È come se si volesse far assistere il pubblico a delle vicende in tempo reale. Qualche critico è arrivato ad affermare che il soggetto de La tempesta è la messa in scena di una commedia intitolata La tempesta, enfatizzando l'aspetto del teatro sul teatro che è certamente presente in quest'opera.
[modifica] Trama
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Il racconto della commedia inizia quando gran parte degli eventi sono già accaduti. Il mago Prospero, legittimo Duca di Milano, e sua figlia Miranda, sono stati esiliati per circa dodici anni in un'isola (forse dell'Adriatico, o in Francia), dopo che il geloso fratello di Prospero, Antonio — aiutato dal re di Napoli — lo aveva deposto e fatto allontanare con la figlia di tre anni. In possesso di arti magiche dovute alla sua grande conoscenza e alla sua prodigiosa biblioteca, Prospero è servito controvoglia da uno spirito, Ariel, che egli ha liberato dall'albero dentro il quale era intrappolato. Ariel vi era stato imprigionato dalla strega africana Sycorax, esiliata nell'isola anni prima e morta prima dell'arrivo di Prospero. Il figlio della strega, Calibano, un mostro deforme, è l' unico abitante mortale dell'isola all'arrivo di Prospero. Provocato dalla avvenenza di Miranda, le propone di unirsi con lui per creare una nuova razza che popoli l'isola.
A questo punto inizia la commedia. Prospero, avendo previsto che il fratello Antonio sarebbe passato nei pressi dell'isola con una nave (di ritorno dalle nozze della figlia di Alonso, Clarabella, con un re cartaginese), scatena una tempesta che causa il naufragio della nave.
Sulla nave c'è anche il re Alonso, amico di Antonio e compagno nella cospirazione, e il figlio di Alonso, Ferdinando. Prospero, con i suoi incantesimi, riesce a separare tutti i superstiti del naufragio cosicché Alonso e Ferdinando credono ognuno che l’altro sia morto.
La narrazione è tutta incentrata sulla figura di Prospero, il quale, con la sua arte, tesse delle trame in cui costringe gli altri personaggi a muoversi. La commedia ha quindi una struttura divergente e, poi, convergente, in quanto i percorsi dei vari naufraghi si ricongiungono alla grotta di Prospero. Calibano incappa in Stefano e Trinculo, due ubriaconi della ciurma, che crede esseri divini discesi dalla luna, e cerca di mettere insieme una ribellione contro Prospero, che però fallisce. Nel frattempo, Prospero provoca una relazione romantica tra Ferdinando e Miranda. I due si innamorano immediatamente, ma Prospero costringe Ferdinando a diventare suo servitore per confermare l'affetto di lui per Miranda. Intanto, in un altro luogo dell'isola, Antonio cospira per uccidere il Re di Napoli e il suo segretario Gonzalo, ma viene distratto da un folletto cantante. Tutto finisce per il meglio: Prospero perdona i suoi nemici e, con la sua magia, evoca una cerimonia per celebrare l'unione di Miranda e Ferdinando.
[modifica] Le fonti di Shakespeare
La tempesta è una delle poche opere di Shakespeare per le quali non si conosce nessuna fonte per il complesso della narrazione. Alcune parole e immagini nella commedia sembrano derivare da un vero rapporto di William Strachey su un reale naufragio nel 1609 sulle isole Bermuda di marinai che stavano viaggiando verso la Virginia. Il rapporto di Strachey fu scritto nel 1610; anche se non venne stampato prima del 1625, circolò ampiamente in forma manoscritta e Shakespeare potrebbe aver attinto da lì l’idea del naufragio e alcune immagini. In aggiunta, uno dei discorsi di Gonzalo deriva da Sui cannibali, un saggio di Montaigne che elogia la società degli abitanti nativi dei Caraibi; e gran parte del discorso rinunciativi di Prospero è presa parola per parola da un discorso di Medea nelle Metamorfosi di Ovidio.
[modifica] Luoghi e temi
[modifica] La temperanza
Il dramma esalta ripetutamente la virtù della temperanza. Prospero esorta molte volte Ferdinando e Miranda a non concedersi alla lussuria, ma ad essere temperanti nel loro amore, avvertendo Ferdinando che

If thou dost break her virgin knot before
All sanctimonious ceremonies may
With full and holy rite be minister'd...
Sour-ey'd disdain, and discord, shall bestrew
The union of your bed
(Se tu rompi il suo nodo virginale prima
che tutte le rituali cerimonie possano
essere celebrate con rito pieno e sacro
Amaro sdegno e discordia devasteranno
l'unione del tuo letto)
Similmente, la festa con cui Prospero intrattiene la coppia è incentrata su Giunone, la dea del matrimonio casto, ed esclude esplicitamente Venere ed Eros, divinità della lussuria. La festa si conclude con delle naiadi delle acque che si uniscono con dei falciatori cotti dal sole, in un'allegoria dell'idea che gli umori - associati con gli elementi - devono essere bilanciati per creare un temperamento virtuoso, nell'individuo o nella coppia: l'acqua ed il fuoco si bilanciano l'un l'altro.
Il dramma mette ugualmente in guardia contro l'intemperanza: soprattutto con l'episodio di Stefano e Trinculo ubriachi assicurati alla giustizia, ma anche attraverso la punizione che Prospero infligge a Calibano quando questi cerca di stuprare Miranda. Prospero stesso - la cui magia è ripetutamente collegata con l'alcol - è definito essere con la rabbia così intemperante ed impara, durante il dramma, il bisogno di controllare il suo temperamento violento, facendo rasserenare, infine, il cielo della tempesta, che era stata la principale manifestazione di esso.
[modifica] Il teatro
La tempesta è apertamente interessata con la sua stessa natura di dramma: frequenti paralleli sono tracciati tra l'arte di Prospero e l'illusione teatrale. Il naufragio è stato uno spettacolo eseguito da Ariel; Antonio e Sebastiano sono personaggi in una compagnia per recitare; le palpebre di Miranda sono sipari ornati. Si è voluto vedere anche un riferimento di Prospero al Globe Theatre quando questi dichiara che il mondo intero è un illusione: the great globe (...) shall dissolve (...) like this insubstantial pageant (il grande globo si dissolverà come questa cerimonia inconsistente). Ariel camuffa frequentemente sé stesso come una figura della Mitologia classica (ad esempio: una ninfa, un'arpia e Cerere) e recita in questi ruoli nella cerimonia evocata da Prospero.
Molti critici hanno visto questa costante allusione al teatro come un'indicazione che Prospero dovesse rappresentare Shakespeare stesso: la rinuncia alla magia del personaggio, quindi, simboleggerebbe l'addio alle scene di Shakespeare. In quest'ottica, Prospero è visto come una reincarnazione (l'ultima e più grande) della maschera di Amleto: colui che mette in scena la sua vendetta anziché eseguirla.
In tempi recenti, alcuni critici hanno messo in discussione questa teoria, riconoscendo, comunque, come La tempesta sia interessata al modo in cui il teatro (come l'arte di Prospero) possa essere un'occupazione insieme poco morale e, tuttavia, moralmente edificante per il suo pubblico.
[modifica] Il regno
Il tema dell'usurpazione di un regno ritorna frequentemente nel dramma: Antonio usurpò il trono di Prospero; Calibano accusa Prospero di averlo usurpato con il suo arrivo sull'isola; Sebastiano progetta di deporre ed uccidere suo fratello, re di Napoli; Stefano ha un suo disegno per rovesciare Prospero ed insediarsi come re dell'isola. Allo stesso tempo, il dramma è interessato a cosa contraddistingue una monarchia virtuosa, presentando al pubblico varie possibilità. Nel ventesimo secolo, i critici letterari post-colonialisti furono molto interessati a questo aspetto, vedendo in Calibano un rappresentante dei nativi sottomessi ed oppressi dall'imperialismo.
[modifica] La magia
La magia è un tema assolutamente centrale ne La tempesta, visto che è il meccanismo più usato di tutti per comporre insieme la trama. Prospero è così potente grazie alla sua capacità di usare la magia e di controllare lo spirito Ariel. Con la magia, questi crea la stessa tempesta, come pure è in grado di controllare tutti gli avvenimenti sull'isola, attirando a sé tutti i suoi vecchi nemici per potersi, infine, riconciliare. La magia è usata anche per creare molto del linguaggio simbolico del dramma: ad esempio, in scene come la cerimonia, la scena di apertura e la musica incantevole di Ariel. Di fatto, sono presenti due tipi di magia: quella buona, simboleggiata da Prospero, e quella cattiva, rappresentata invece dalla strega Sycorax.
[modifica] Il colonialismo
- Oh brave new world, which has such people in it
- (Oh, coraggioso nuovo mondo, che ha in sé simili persone!)
Ai tempi di Shakespeare, buona parte del mondo era stata già scoperta e si narravano delle storie provenienti da isole lontane, come i miti dei Cannibali dei Caraibi e di remote città ideali. Con il personaggio di Calibano, Shakespeare presenta una profonda riflessione a proposito della moralità del colonialismo. Sono proposti diversi punti di vista, con esempi come l'Utopia di Gonzalo, lo schiavismo di Prospero a danno di Calibano ed il rancore di quest'ultimo a causa di ciò. Calibano è mostrato anche come uno dei personaggi più naturali nell'opera: egli vive a stretto contatto con il mondo naturale (ed è molto più nobile dei suoi due amici del Vecchio Mondo, Stefano e Trinculo).
- ... the isle is full of noises,
- Sounds and sweet airs, that give delight and hurt not.
- Sometimes a thousand twangling instruments
- will hum about mine ears
- (... l'isola è piena di rumori,
- suoni e dolci brezze, che danno diletto e non fanno male.
- A volte un migliaio di strumenti
- han voglia di canticchiare vicino alle mie orecchie)
Si pensa che l'atteggiamento di Shakespeare riguardo a questo tema possa essere stato influenzato dal saggio di Montaigne Dei Cannibali, pubblicato nel 1603, in cui si discutono i valori delle società che non erano state toccate dalla civilizzazione europea.
[modifica] Personaggi
- Alonso (Alonso), re di Napoli
- Sebastiano (Sebastian), suo fratello
- Prospero, il vero duca di Milano (il protagonista della storia)
- Antonio, suo fratello, l'usurpatore del titolo di duca di Milano
- Ferdinando (Ferdinand), figlio del re di Napoli
- Gonzalo, un onesto consigliere anziano
- Adriano (Adrian) e Francesco (Francisco), due lord
- Calibano (Caliban), uno schiavo selvaggio e deforme
- Il nome ricorda la parola inglese "Carib(be)an" ("caraibico"), e - dato il meno rigido spelling del diciassettesimo secolo - un anagramma di cannibal (cannibale), termini entrambi provenienti dalla stessa parola. Tutt'e due le implicazioni suggeriscono che è il rappresentante dei nativi del Nuovo Mondo, e un riferimento ad una delle fonti di Shakespeare, Des Cannibales (Sui cannbali) di Montaigne.
- Trinculo, un buffone
- Il nome è collegato al verbo italiano trincare, che ancora ogni tanto si sente; appropriato, dato che è uno dei due ubriaconi della commedia.
- Stefano (Stephano, alle volte Stefano), un cantiniere ubriaco
- Stefano significa re in greco: un nome appropriato, dato che l'opera è incentrata sulla nozione di regalità, e che questo personaggio è usato per parodiarla. Shakespeare potrebbe anche averlo chiamato Stefano per suggerire una filastrocca popolare - cui allude Trinculo ed è cantata nell'Othello - che comincia così: King Stephen was an a worthy peer/ His breeches cost him but a crown (Re Stefano era un degno lord / le sue natiche gli costarono solo la corona). Il parallelo è ironico poiché l'ambizione di Stefano di comandare sull'isola è fermata quando questi comincia a rubare vestiti (le sue natiche gli costano la sua corona). Allo stesso modo, Prospero perse la sua corona quando volse la sua attenzione verso la sua arte, simboleggiata da un mantello.
- Capitano (Master) di una nave
- Boatswain
- Marinai
- Miranda, figlia di Prospero, spesso chiamata "una meraviglia" ("a wonder").
- Il nome viene dalla radice latina mira-, meravigliarsi. Tradotto significa "cosa da ammirare, che destano ammirazione".Tutte le altre parole nell'opera con la stessa radice (admired, miracle, ecc.) possono essere riferite a Miranda.
- Ariel, uno spirito dell'aria
- Il nome ricorda certamente l'elemento dell'aria, opponendo direttamente il personaggio a Calibano, chiamato tu terra (thou earth) da Prospero. In ebraico il nome significa leone di Dio - è pertanto interessante che la voce di Ariel è scambiata una volta per il ruggito di leoni.
- Iris
- Cerere (Ceres)
- Giunone (Juno)
- Ninfe (Nymphs)
- Mietitori
- Spiriti
-
- menzionati ma mai visti:
- Sycorax, una strega, e madre di Caliban.
- Il nome include il greco corax (da cui corvus corax, una specie di corvo), animale con cui questa è frequentemente collegata nel dramma. Le due sillabe, prese separatamente, suonano come sick (malato) e wracks (danni): in effetti, due degli effetti più pericolosi della magia di Prospero sono proprio il malessere ed il danneggiamento delle persone.
- Clarabella, figlia di Alonso
- Il suo nome deriva dal francese clair et belle: chiara e bella - parole che possono solo descrivere note musicali, l'atmosfera e masse d'acqua. Lei è, quindi, il simbolo opposto alla tempesta del titolo, che sconvolge l'atmosfera, disturba il mare e crea suoni dissonanti - e, perciò, scompare dall'azione del dramma dopo l'inizio della tempesta stessa.
[modifica] Adattamenti
Sir William Davenant e John Dryden adattarono una versione profondamente rimaneggiata de La tempesta, corretta per il pubblico della Restaurazione. Le osservazioni di Dryden, nella prefazione alla sua opera Albion and Albanius, danno un'indicazione del conflitto che i critici del tardo XVII secolo ebbero con il personaggio dalla maschera indefinibile di un dramma che non si adatta a classificazioni preconcette. Albion and Albinius fu inizialmente concepito come un prologo alla versione adattata di Shakespeare (nel 1680); in seguito, si sviluppò in un'opera a sé stante. Nella visione di Dryden, La tempesta:
- is a tragedy mixed with opera, or a drama, written in blank verse, adorned with scenes, machines, songs, and dances, so that the fable of it is all spoken and acted by the best of the comedians... It cannot properly be called a play, because the action of it is supposed to be conducted sometimes by supernatural means, or magic; nor an opera, because the story of it is not sung. (Dryden, Preface to Albion and Albinius).
- (è una tragedia mescolata con l'opera, o un dramma, scritto in versi giambici, adornato con scene, macchinari, canzoni e balli, cosicché la sua fiaba è tutta raccontata e recitata dai migliori attori... Non può essere propriamente detta un dramma, poiché la sua azione, talora, si presume che sia portata avanti per mezzo di poteri soprannaturali o magia; né è un'opera, perché la sua storia non è cantata.)
La tempesta ha ispirato numerosi lavori successivi, inclusi poemi brevi come quello di Robert Browning ed il poema lungo The Sea and the Mirror di W. H. Auden. John Dryden and William D'Avenant la adattarono per le scene della Restaurazione, aggiungendo personaggi e trame e rimuovendo buona parte della componente mitica del dramma. Il titolo originale del romanzo Il mondo nuovo (cioè Brave new world) di Aldous Huxley è preso esplicitamente da un dialogo di Miranda in quest'opera (Atto V, v.181 e segg.):
- O, wonder!
- How many goodly creatures are there here!
- How beauteous mankind is! O brave new world
- That has such people in't!
- (Che meraviglia!
- Quante creature buone ci sono qui!
- Com'è bella questa umanità! O coraggioso nuovo mondo
- che ha tali persone in sé!)
La tempesta è stata anche l'ossatura per molte opere teatrali di carattere sociale, tra cui Une Tempete di Aime Cesaire e This Island's Mine di Philip Osment.
[modifica] Adattamenti teatrali
The Tempest or, The Enchanted Island, di John Dryden e William Davenant, 1670.
- The Mock Tempest or the Enchanted Castle, di Thomas Duffet, 1675.
- The Tempest; An Opera, di David Garrick, 1756.
- The Shipwreck, anonimo, 1780.
- The Virgin Queen, di Francis Godolphin Waldron, 1797.
- The Enchanted Isle, di William and Robert Brough, 1848.
- Caliban, di Ernest Renan, 1877.
- L’Eau de Jouvence, di Ernest Renan, 1879.
- Une Tempête, Aimé Césaire, 1969.
- This Island’s Mine, Philip Osment, 1988
[modifica] Trasposizioni cinematografiche
Il film di fantascienza del 1956 Il pianeta proibito fu ispirato da quest'opera, specialmente per quanto riguarda le caratteristiche di molti dei personaggi (che presentano nomi diversi); la storia, però, rimpiazza Calibano con un Mostro dall'Id ed Ariel con Robby il robot.
Il film Serenity di Joss Whedon riprese molti dei temi, e qualche nome, sia da Il pianeta proibito che da La tempesta: in special modo, l'esplorazione dell'ambito giusto per il controllo delle altre persone.
Fu ispirato da quest'opera anche un episodio di Star Trek del 1968 intitolato Requiem per Matusalemme (Requiem for Methuselah). Un impertinente adattamento musicale del 1990, intitolato Il ritorno al pianeta proibito, mescolò con successo la trama del film con altri personaggi e dialoghi di Shakespeare.
Il film Tempest del 1982, diretto da Paul Mazursky, è una commedia liberamente ispirata a quest'opera (vi recitano John Cassavetes, Gena Rowlands, Raul Julia, Susan Sarandon e Molly Ringwald). Nel 1991, Peter Greenaway ha diretto L'ultima tempesta (Prospero's Books) , un adattamento cinematografico in cui Prospero recita tutte le battute.
[modifica] Filmografia
- Il pianeta proibito (Forbidden Planet)
- regia Fred McLeod Wilcox, da un soggetto di Irving Block liberamente ispirato alla Tempesta
- interpreti Walter Pidgeon, Anne Francis, Leslie Nielsen
- USA, 1956
- L’età del consenso (Age of Consent)
- Regia di M. Powell
- Interpreti: James Mason (Bradley Monahan), Helen Mirren (Cora Ryan), Jack McGowran (Nat Kelly)
- Australia, 1969
- La tempesta (The Tempest)
- regia e sceneggiatura Derek Jarman;
- interpreti Heathcote Williams, Kar Johnson, Toyah Willcox, Kate Temple
- Regno Unito, 1979, col., durata: 85'
- L'ultima tempesta (Prospero's Books)
- regia Peter Greenaway;
- interpreti John Gielgud (Prospero), Isabelle Pasco (Miranda)
- Olanda/Francia/Italia, 1991, col.; durata: 124';
[modifica] Bibliografia
- McCollum, John I. Jr., (1961). The Restoration Stage (in Houghton Mifflin Research Series, Cambridge, Mass: Riverside Press)
- W. Shakespeare, La tempesta, trad. di Alfredo Obertello, con un saggio introduttivo di Anna Luisa Zazo, ed. Mondadori (Oscar classici), ISBN 88-04-34076-2
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) The complete text at Wikisource
- La tempesta degli archivi del Piccolo Teatro di Milano
- (EN) The Tempest - plain vanilla text from Project Gutenberg
- (EN) The Tempest - HTML version of this title.
- (EN) Bermoothes in E. Cobham Brewer's Dictionary of Phrase and Fable (1898).
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