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Camerino - Wikipedia

Camerino

Da Wikipedia.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Camerino
Stato: Italia
Regione: Marche
Provincia: Macerata
Coordinate:
Latitudine: 43° 14′ 0′′ N
Longitudine: 13° 6′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 670 m s.l.m.
Superficie: 129 km²
Abitanti:
7.065 31-12-04
Densità: 52 ab./km²
Frazioni: Vedi elenco 
Comuni contigui: Caldarola, Castelraimondo, Fiastra, Muccia, Pievebovigliana, Pioraco, Sefro, Serrapetrona, Serravalle di Chienti
CAP: 62032
Pref. tel: 0737
Codice ISTAT: 043007
Codice catasto: B474 
Nome abitanti: camerinesi, camerti 
Santo patrono: San Venanzio 
Giorno festivo: 18 maggio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia


Camerino è un comune di 7.065 abitanti della provincia di Macerata, noto soprattutto per la presenza della famosa Università fondata nel 1336.

Indice

[modifica] Geografia

Panorama di Camerino coperto dalla coltre bianca
Panorama di Camerino coperto dalla coltre bianca

Distante 47 km da Macerata, la città di Camerino è situata tra le valli del Chienti e del Potenza, in una suggestiva posizione su di un colle al centro della zona montana della provincia di Macerata, chiusa a sud dal massiccio dei Monti Sibillini e a nord dal Monte San Vicino. Il territorio è caratterizzato per la maggior parte da un paesaggio collinare, con una gradevole alternanza di campi coltivati, piccoli boschi e querce secolari.

[modifica] Urbanistica

La vecchia città, il centro storico accresciuto nei borghi, vive di toni sommessi e caldi; la pietra si alterna al cotto all'intonaco rosato, ocra, arancio. La compattezza, il colore, la grana dell'arenaria variano: da Serrapetrona proveniva pietra rosa; da Morro pietra rossastra; da Massaprofoglio, Valcimarra, Campolarzo pietra biancastra; da San Luca, Mergano, Valeano, Paganico pietra calcarea argillosa. L'uso frequente dei laterizi risolve in gioco di equilibrio arenaria-mattone tutta l'edilizia camerte. Gli agenti atmosferici scavano in continuazione. Pertanto l'intonaco si impone come salvaguardia e decorazione; spessissimo gli edifici presentano portali, zoccolo, capitelli, cornici di porte del morto, mascheroni o solo brani intatti di muro. Così la città conserva toni medi che fondono in ogni stagione con equilibri diversi all'ambiente che la circonda. Architettura e natura prendono vita e fisionomia. Camerino trae dalla stretta interdipendenza tra la compattezza muraria tipico del suo nucleo urbano e l'aspra collina il senso di compiutezza tipico delle creature nate per un luogo, cresciute nella attività e nella cultura plurisecolare di abitanti attenti e misurati, radicati nella propria città vogliosi di difendere a sé i propri valori. Il volto di Camerino ha il sapore delle cose amorosamente vissute. A nord congiunge la città allo spalto e al declivio collinare una fascia di pini; nella circonvallazione di levante è stato disarmonizzato il rapporto natura-architettura, prima vissuto nelle piante dell'orto botanico, con un lungo filone di alte abitazioni moderne. A chi viene da Muccia, alta sulla rupe, la città si stringe a castello; a chi la segue a ovest e nord la linea curva si spezza, si allunga, sempre più placidamente avvinghiando i movimenti lenti della collina. Compatte le mura castellane nascono dal profondo; le abitazioni aprono poche file di finestre, rettangoli eguali d'ombra sul rosa del mattone, contro il verde dei pini e l'azzurro del cielo. Fino al monumento a Vitalini e a San Venanzetto ove le mura del castello si attenuano e nascono i borghi. A chi viene da San Luca, l'antica cinta, dalla Rocca Borgesca a San Venanzetto, appena deturpata da poche costruzioni interne eterogenee, si allunga nella luce smorzata fino a San Venanzio. I borghi si fanno veramente città a chi viene da Torre di Beregna, adagiati a conca, dall'alto vertice del duomo a Coldibove, dalle Mosse fino all'orto botanico. La cinta muraria abbracciò i borghi nel 1384: la via esterna per le Mosse, ripresa dall'ex ferrovia del tram, corre sui resti delle recinzioni; la porta Sancti Framus, ora chiamata arco di Vannucci, ne testimonia la potenza. Ma a chi viene da lontano appaiono solo le costruzioni rosa alte nel vertice e le case basse quasi cineree della conca.

[modifica] Storia

[modifica] La preistoria

Nei monti circostanti Camerino hanno lasciato tracce popolazioni dei tempi più remoti della preistoria. Difatti sono stati rinvenuti presso la zona di Torre Beregna e nelle grotte sotto la roccia di Monte Primo a Pioraco utensili di pietra, frammenti di terracotta, cocci di grossolane stoviglie fatte a mano.

[modifica] I Camerti ed i Romani

I Camerti erano una tribù umbra che valicò l'Appennino e nell'incontro con questa terra e con gli abitanti già esistenti, presero l'identità di un piccolo popolo (Umbri Camerti). Secondo una leggenda, i Camerti avevano abbandonato la loro città natia, Kamars, perché vinti in guerra dal popolo dei Pelasgi. Proprio per questo, onde ricordare la loro antica patria, diedero il nome di Cameria, o Camerta, alla nuova città da loro fondata, nome da cui poi sarebbe derivato il termine Camerino.

I Camerti ed i Romani strinsero un trattato di alleanza con eguali condizioni, l'Aequum Foedus (309 a.C.). Lo stesso privilegio della cittadinanza romana, confermata da Gaio Mario nel 101 a.C. e da Settimio Severo nel 210, garantisce ancora la grande importanza della città camerte nel III secolo. Alla fine del IV secolo i Camerti erano ritenuti forti guerrieri e cercati come alleati. Sappiamo con certezza che durante la seconda guerra punica i Camerti fornirono a Roma 600 combattenti. Durante l'Impero finalmente Camerino ebbe pace e benessere. Documenti numerosi del fitto rapporto con Roma si ritrovano nella letteratura repubblicana ed imperiale. Di recente sono stati rinvenuti nel centro cittadino pavimenti, epigrafi, lapidi e mosaici. Inoltre, sono venuti alla luce durante i lavori di restauro del teatro comunale i resti di quello che era un mercato romano.

[modifica] Il cristianesimo

Anche a Camerino il Cristianesimo si diffuse gradualmente. Sembra che i primi Apostoli penetrassero a Camerino dall'Umbria attraverso la Via Flaminia.

[modifica] Camerino ed i Barbari

Non sembra che Camerino abbia avuto a risentire direttamente i gravi effetti delle invasioni barbariche. La tradizione, però, ci parla di un assedio dei Goti contro Camerino. Sconfitti i Goti nel 533, la città appartenne ai Bizantini fino al 592.

[modifica] I Longobardi e Sant'Ansovino

Anche i Longobardi vennero dall'Umbria e Camerino fu sede di marchesato e di ducato talora incorporato, talora disgiunto da quello di Spoleto. Di origine longobarda doveva essere Sant'Ansovino, il più notevole vescovo dell'epoca.

Sant'Ansovino nacque a Camerino alla fine del 700. Gli storici affermano che il nome Ansovino è longobardo e deriva da ANS=Dio e WIN=Amico, perciò Ansovino significa "amico di Dio". Fu eletto vescovo di Camerino e morì nel 868, colto da malore mentre visitava la diocesi. In tutto il suo ministero pastorale egli si dimostrò vero padre dei poveri e degli afflitti ed è considerato un patrono della città.

[modifica] I monaci

Grande importanza religiosa ed economica determinò la penetrazione monastica. Forse lo stato di arretratezza culturale dei Longobardi ritardò il sorgere nella zona delle grandi abbadie rispetto alla vicina Umbria. Dopo una lunga stagione di eremitaggi, a cominciare dal IX secolo sorsero consistenti complessi monastici in diocesi come ad esempio San Lorenzo di Doliolo vicino all'antica Settempeda (attuale San Severino Marche) o Santa Maria di Rambona nei pressi di Pollenza. Di fatto la quasi totalità degli edifici sacri attestano ancora l'alto livello tecnico ed artistico cui si era pervenuti.

[modifica] Il feudalesimo

Fra il secolo X ed il secolo XI Camerino fu dominata dai conti Mainardi che disponevano di vasta proprietà e autorità nelle Marche e nell'Umbria. È probabile che verso il 1050 il marchese Bonifacio occupasse la città di Camerino per poi passarla alla figlia contessa Matilde la quale la donò alla Chiesa (1077).

[modifica] Il comune

Già nel 1000, Camerino fu un comune fiorente ed indipendente, si ebbero, infatti, monete raffiguranti San Venanzio e Sant'Ansovino. Inizialmente ghibellino, divenne in seguito roccaforte guelfa e sede della legislazione pontificia (1240) per cui nel 1256 subì la distruzione da parte delle truppe imperiali di Manfredi, condotte da Percivalle Doria. Gran parte della popolazione fu uccisa, eccezion fatta per alcune persone che si salvarono fuggendo da un buco nelle mura che conduceva fuori Camerino (oggi è Via Morrotto). Manfredi si portò via la cassettina d'argento contente le reliquie di San Venanzio che fu poi recuperata. Saranno i Da Varano a far rifiorire la città.

[modifica] La Signoria: i Da Varano e i Borgia

Attorno al 1262 i fuoriusciti rientrarono. A capo si posero alcuni signori tra cui Gentile Da Varano. A difesa del territorio di Camerino, fu costruita da Giovanni Da Varano, nel 1382, una barriera lunga dodici chilometri di torri, fossi e sbarramenti con grossi tronchi tagliati per cui la linea prese il nome di "Intagliata". La famiglia dei Da Varano con alterne vicende resse le sorti della città per circa tre secoli. Da ricordare la Rocca dei Da Varano, particolarmente adatta per esercitare un dominio molto proficuo per le tasse e le estorsioni che i signori potevano imporre ai mercanti viaggiatori (il dazio doganale). Giulio Cesare Da Varano fece edificare, attorno all'anno 1460, il Palazzo Ducale, che a quei tempi era reputato uno dei più sontuosi d'Italia. Fondò, inoltre, il Monastero di Santa Chiara, dove dimorò sua figlia Battista Camilla. L'antica Università di Camerino è stata costruita durante il periodo dei Da Varano, precisamente nel 1336.

Nel 1502 piombò su Camerino Cesare Borgia, detto Duca Valentino, che fece piazza pulita dei Da Varano sui quali riuscì, letteralmente, a mettere le mani e poi uccise il duca Giulio Cesare con tre dei suoi figli. I Borgia, nel 1503 costruirono la Rocca dei Borgia (i torrioni cilindrici ed il possente mastio furono esempi di architettura militare rinascimentale) per controllare la città sul versante sud ovest e i Da Varano la completarono, la misero in comunicazione con il Palazzo Ducale e la armarono con quarantadue bocche da fuoco. In seguito divenuta lazzaretto, poi parzialmente smantellata per usarne le pietre, infine di recente ristrutturata. Nel 1503, un superstite dei Da Varano, il duca Giovanni Maria (terzogenito di Giulio Cesare, scampato all'eccidio) ritornò in città e per alcuni mesi riuscì a sostenersi contro i nemici.

[modifica] Civitas Maior - Camerino nel massimo splendore

Durante la Signoria Camerino raggiunse una ragguardevole prosperità economica ed un notevole incremento demografico, congiunti ad una trasformazione urbanistica che in parte modificarono l'impianto medievale. La città era circondata da mura che sorgevano a picco sopra le rocce. Molto particolareggiate e rigorose erano le norme fissate dagli Statuti per la difesa, per l'igiene ed i servizi pubblici; le vie tutte mattonate, dovevano essere pulite ogni sabato dai cittadini nel tratto adiacente alla propria abitazione. La città era divisa in tre "Terzieri" come tuttora si vedono nello stemma, stilizzati nelle tre casette: Sossanta, Di Mezzo, Muralto. Il primo si estendeva dal Duomo al Borgo San Venanzio, il secondo abbracciava il centro, il terzo comprendeva la parte sud e l'estremità ovest. Ogni terziero e ogni villaggio dovevano provvedere alla manutenzione delle strade. Le vie interne non dovevano essere ingombre di banchi per la vendita, che era permessa solo entro i limiti della casa e dello spazio adiacente. I luoghi di vendita per la maggior parte delle merci erano le piazze di San Venanzio e Sant'Angelo. Il mercato del bestiame si svolgeva nel mercatale al di fuori della cerchia muraria. Particolarmente curata era l'erogazione dell'acqua: le fonti dovevano essere pulite, le condutture coperte, era severamente proibito deviare le acque. Densità di popolazione e benessere economico fecero qualificare Camerino insieme a Fermo, Ascoli Piceno, e Ancona, tra le Civitates Maiores delle Marche.

[modifica] I Francescani

Durante la Signoria nella città e nella diocesi si sviluppò notevolmente la spiritualità religiosa, espressa soprattutto nel movimento francescano: si moltiplicarono chiese, conventi nel territorio camerinese. Tale sviluppo favorì la nascita dei Cappuccini.

[modifica] Dopo la Signoria

Dal 1545 la città passò sotto il diretto dominio pontifico e divenne capoluogo di Delegazione Apostolica, iniziando così una lunga fase di stabilità politico-sociale, ma anche di silenzioso declino. I Vescovi, negli ultimi decenni del 1500 eressero il loro Palazzo, di fronte a quello ducale. Fino all'invasione francese la storia fu priva di avvenimenti di notevole riguardo. Per ordine del Pontefice la città fu spesso impegnata in dispendiosi ricevimenti per festeggiare personalità di passaggio. La storia del 1600 si articolò con la molteplicità di Statuti particolari. Lo stato fu suddiviso in più di 100 comunità, rette da 3 Vicariati. Nel 1700 la piccola capitale di una gloriosa Signoria fu ridotta ad un grosso borgo agricolo con economia limitata e qualche industria nel territorio che restava ampio. Una delle risorse maggiori era rappresentata dai buoni allevamenti di bestiame. Pertanto elevato era il numero delle fiere le quali, con le franchigie concesse, scuotevano i commerci.

[modifica] L'occupazione napoleonica

Durante l'occupazione Francese Camerino, quale Municipio, fu aggregata al dipartimento del Tronto. Nel 1799, alla reazione degli insorgenti, la città fu al centro di varie lotte con alterne vicende, finché il 28 luglio 1799 fu sconvolta da un grave terremoto che distrusse il Duomo, San Venanzio, varie case e provocò una sessantina di morti. Un secondo periodo francese si distinse per la razzia del danaro, la soppressione degli istituti religiosi, per la confisca dei beni, la rapina delle opere d'arte tra cui tre tavole che Carlo Crivelli aveva dipinto per la città. L'invasione Austriaca che seguì il governo napoleonico desolò ancor più il camerinese. Il Ritorno dello stato pontificio fu accolto, pertanto, con sincero entusiasmo. Si riebbe ordine, ma non prosperità. Seguì la carestia (1816-1817).

[modifica] Il Risorgimento

Il malcontento preparò il terreno alle associazioni segrete e a quei movimenti liberali che distinguerà Camerino durante le guerre d'indipendenza. Speranze, fervore, manifestazioni cittadine, partecipazione alle lotte nazionali distinsero la cittadinanza in tutto il risorgimento. Nel 1849 Camerino ebbe un governo provvisorio. Il vecchio mondo venne meno con l'annessione della città al Regno d'Italia espressa con un plebiscito del 4 e 5 novembre 1860. La gioia fu turbata dalla perdita della provincia. I camerinesi mostrarono di essere in pieno coscienti del loro massimo istituto culturale e si impegnarono a fondo e con intelligenza per la salvezza, l'istituzione, il potenziamento dell'Università, del liceo ginnasio, della scuola normale femminile (magistrali), istituto tecnico, scuole elementari. Camerino salvò il suo volto culturale. Il secolo fu contraddistinto da un gran numero di personalità, pittori, politici, giornalisti, musicisti di un buon livello. Si sviluppò la stampa periodica. Consistente attività ebbe il consorzio agrario. Assai notevoli le iniziative teatrali, musicali e di vario spettacolo. Nel 1844 fu fondata a Camerino la Cassa di Risparmio, la prima nella Provincia. Il primo acquedotto comunale risale al 1855 quando si portò a Camerino l'acqua dalla zona di Papacchio. Divenuto insicuro il teatro "La Fenice", fu ricostruito nel 1856 su disegno di Vincenzo Ghinelli. Nel 1881 fu dedicato a Filippo Marchetti.

[modifica] Il Novecento

Nella Prima Guerra Mondiale trovarono la morte ben 260 valorosi cittadini. Fatto di notevole rilievo fu la fondazione, l'11 aprile 1919, di uno dei primi fasci nazionali. Il "fascio di combattimento" di Camerino, per opera del tenente Pietro Gorgolini, che trovò, soprattutto nell'ambiente letterario e in particolar modo studentesco, i suoi aderenti. Il ventennio fascista non diede alcun sviluppo alla città, anzi, per le notevoli difficoltà economiche la libera Università perse, nel 1927, la facoltà di medicina. Durante la seconda guerra mondiale Camerino diede un nobile contributo alla lotta di liberazione con il sacrificio di 84 martiri. I momenti più drammatici si ebbero nella primavera del 1944 e culminarono con gli eccidi nelle località di Morro, Palentuccio, Letegge, Pozzuolo, Capolapiaggia, ove 81 furono le vittime.

Camerino è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stato insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Del 1900 è da ricordare la felice apertura del museo e pinacoteca civica (1903) dapprima con sede nella Chiesa dell'Annunziata, successivamente nella Chiesa di San Francesco e del museo diocesano (1968) nel piano dell'episcopio. Attualmente la pinacoteca ed il museo civico sono siti nell' ex convento di San Domenico. L'Università, statizzata nel 1959 prese vigore culturale e costruttivo. Il restauro al Palazzo Ducale ha dato splendore rinascimentale al quadri-portico e alla vicina sala dipinta. Alcune violente scosse sismiche (a partire dal 4 settembre 1997, raggiungendo il massimo apice il 26 settembre 1997) con epicentro localizzato nell'Appennino Umbro-Marchigiano hanno interrotto la vita tranquilla di vaste zone delle Marche e dell'Umbria, creando numerosi danni anche alla città di Camerino. Molte abitazioni e chiese, tra cui il Duomo e Santa Maria in Via, sono state danneggiate, tuttavia molte di esse sono già tornate alla normalità dopo i vari piani di ricostruzione.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Cultura

Oltre alla celebre Università, la città possiede altri centri di cultura come teatri e musei.

[modifica] Teatri

  • Cine Teatro Comunale "Ugo Betti"
  • Teatro "Filippo Marchetti"

[modifica] Musei

  • Museo di Scienze Naturali
  • Museo Diocesano "Giacomo Boccanera"
  • Museo Storico Cappuccino
  • Orto botanico
  • Pinacoteca e Museo Civici

[modifica] Corsa alla Spada e Palio

Il gruppo sbandieratori "Corsa alla Spada Camerino" in un esibizione in Piazza Cavour durante le feste di San Venanzio
Il gruppo sbandieratori "Corsa alla Spada Camerino" in un esibizione in Piazza Cavour durante le feste di San Venanzio

La Corsa alla Spada, un'antica competizione legata alla festa di San Venanzio Martire patrono di Camerino, è stata riproposta nel 1981, dopo un lungo intervallo come autentica gara e insieme rievocazione storica per dare rilievo esterno gioioso ad una ricorrenza da tempo vissuta solo nel raccoglimento delle celebrazioni liturgiche. La gara è strettamente legata all'antica divisione della città in tre Terzieri.

[modifica] Terziero di Muralto

Il nome Muralto, "muro alto" deriva dalla rupe fortificata sulla quale Cesare Borgia, nel 1500 durante il suo breve dominio sul ducato, fece erigere 'a offesa della città' una rocca poi conquistata dai signori di Camerino. Il territorio di questo Terziero comprende la parte sud-ovest della città con le contrade di Morrotto e Cisterna che si spingono fin nel cuore del centro storico. A queste ultime si è aggiunto successivamente il quartiere delle Conce - Vallicelle. Cinque spighe di grano su campo azzurro sono il suo stemma; lo stendardo è caratterizzato dai colori bianco e azzurro a fasce verticali, bordate di giallo, con lo stemma al centro.

[modifica] Terziero Di Mezzo

Come chiaramente lascia intender il nome, il territorio di questo Terziero occupa la parte centrale dell'antico tessuto urbano. Ospita alcuni dei più significativi monumenti della città: dal Palazzo Ducale, alla Cattedrale, al Palazzo Arcivescovile. Il suo stemma, precedentemente composto da un fuoco ardente in campo verde-nero, a seguito di più approfondite ricerche d'archivio è stato sostituito con quello di un ceppo legato in mezzo, in equilibrio su fondo chiaro con banda verde recante la scritta "Medium". Lo stendardo è un vessillo con i colori verde e nero disposti in fasce verticali, bordate di giallo, con stemma al centro.

[modifica] Terziero di Sossanta

Il territorio di questo Terziero si estende alla parte nord-est della città compresa fra la Cattedrale fino al Borgo San Venanzio, dove si trova la Basilica del Santo Patrono. In epoca moderna si sono aggiunti alcuni dei nuovi quartieri sorti al di fuori della cinta muraria ed ubicati nella stessa direzione. Il nome Sossanta, derivato dal termine sub sancta, al di sotto della Cattedrale, è indicativo di questa posizione. Stemma distintivo del Terziero è una colomba bianca sopra tre monticelli color ocra su fondo rosso. Lo stendardo è un vessillo con i colori bianco-rossi disposti in fasce verticali, con stemma al centro.


La sera della vigilia della festa del patrono (17 maggio), muovono dalla sede dei rispettivi Terzieri separati cortei che, in sfarzosi costumi d'epoca, al lume di torce, con vessilli, chiarine e tamburi, passano per le vie del centro medievale, interamente pavesate da drappi e stemmi, per confluire nella Basilica di San Venanzio ove ha luogo la cerimonia dell'offerta dei ceri. Seguono nella piazza antistante la Basilica: la lettura del proclama che bandisce la gara della Corsa alla Spada e Palio, l'accensione del grande falò propiziatorio (in dialetto locale detto lu focaracciu), tra squilli di trombe e rullo di tamburi. Nel pomeriggio della domenica successiva alla festa del Patrono, si snoda per le vie principali della città il fastoso corteo del Palio, composto da 300 figuranti tra dame, cavalieri, armigeri, musici e sbandieratori. Finalmente giunge il tanto atteso momento della Corsa alla Spada cui, dopo un allenamento durato mesi, partecipano trenta giovani in costume, dieci per ciascun Terziero, i quali si contendono la vittoria: il percorso è di circa 1300 metri, di cui buona parte in ripida salita. Il corridore che arriva per primo al traguardo e sfila la spada dal ceppo in cui è infissa, è il vincitore assoluto ed ha in premio la spada; al Terziero, vincitore per tempo di arrivo dei suoi corridori, spetta il Palio che custodirà fino al successivo anno. La manifestazione si conclude nella suggestiva cornice della Rocca del Borgia (da qualche anno questo momento avviene in Piazza Cavour), con la consegna del Palio da parte del Magnifico Messere, alla presenza del Duca e della sua corte, in un tripudio di colori e di suoni, tra lo sventolio dei vessilli e le figurazioni artistiche degli sbandieratori. Sono oltre otto giorni, nel mese di maggio, di grande animazione per la città di Camerino poiché la rievocazione storica è preceduta e seguita dalle manifestazioni e dalle iniziative dei Terzieri tra le quali l'apertura delle tipiche osterie (gastronomia su antiche ricette), le mostre di prodotti artigianali, gli spettacoli folkloristici e l'esibizione di bande musicali.

[modifica] Luoghi d'interesse

Un elenco di alcuni dei punti più suggestivi di Camerino.

[modifica] Le porte

Le porte permettevano l'ingresso e l'uscita dei cittadini perché la città era cinta di mura molto antiche, allargate nel 1380 da un grande costruttore, Giovanni Da Varano. Poiché nel corso del tempo le mura e le strade si sono trasformate non è facile individuare il numero di porte esistenti all'epoca. Cominciando da sud-ovest possiamo segnalare:

  • Porta Malatestiana, così chiamata dal duca Malatesta nel 1511 quando la madre, Giovanna Malatesta, morì.
  • Porta Caterina Cibo, in onore della duchessa di Camerino Caterina Cibo, moglie di Giovanni Maria.
  • Porta Boncompagni, è la più recente di tutte e dedicata al nipote di Gregorio XIII, castellano di Camerino.

[modifica] Piazza Cavour

La Cattedrale, il palazzo vescovile, un edificio privato e il Palazzo Ducale separati con discrezione da vie ed archi per comunicare con le adiacenze e la città formano Piazza Cavour. Una volta si chiamava Piazza Santa Maria Maggiore per distinguerla da Santa Maria in Via: il popolo continua a chiamarla Piazza del Duomo. Nata con le esigenze rinascimentali dei signori prima e dei vescovi poi, la piazza ha subito ritocchi agli inizi dell'800, con la nuova Cattedrale e la Statua di Sisto V al centro.

[modifica] Statua di Sisto V

Opera di Tiburzio Vergelli e collaboratori fu decretata dal consiglio comunale non appena Sisto V, che già era cittadino onorario e protettore di Camerino, fu eletto Papa nel 1585.

[modifica] Il Duomo

Il Duomo, opera di Andrea Vici e Clemente Folchi, è stato ricostruito nel primo 1800 sul luogo dove sorgeva la Cattedrale romanico-gotica distrutta dal terremoto del 1799. Nel grandioso interno e nelle sagrestie si possono ammirare pregevoli esemplari della scultura lignea policroma del 1200 (Crocefisso) e del 1400 (Madonna della Misericordia) oltre a interessanti tele di pittori di maniera del 1600. Nella cripta sono di notevole interesse due leoni in pietra di Armanno da Pioraco (fine 1200), i busti del cardinal Angelo Giori e fratello Prospero, dovuti alla bottega del Bernini (600) e soprattutto l'arca marmorea (1300 - 1400) di Sant'Ansovino (amato vescovo di Camerino in età carolingia), in stile gotico toscano, con bestiario, statue di virtù -in pietra-, sarcofago, angeli e, nell'ultimo piano, una statua in pietra della Madonna.

[modifica] Il Palazzo Arcivescovile

Il Palazzo Arcivescovile, a portici, di forme rinascimentali, è stato eretto nel secondo 1500. All'interno è ospitato il Museo Diocesano, comprende una notevole raccolta di dipinti, sculture, argenterie, ceramiche e arredi sacri, provenienti dalle chiese del territorio: vi si possono ammirare una preziosa, grande tela di Gianbattista Tiepolo (1740) raffigurante la Madonna in gloria col Bambino e San Filippo Neri; il Trittico, su tavola, di Girolamo di Giovanni: Crocifisso, Addolorata e San Giovanni Evangelista, ai lati, Arcangelo Michele e San Giovanni Battista; il San Sebastiano del Boccati (1446); l'Annunciazione del Signorelli.

[modifica] Il Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale (ora Università, Facoltà di Giurisprudenza) è stato completato nel secondo 1400 da Giulio Cesare Da Varano con il grande quadriportico in limpida architettura rinascimentale. Bellissimi e suggestivi anche l'ampio balcone panoramico (ora chiuso dopo il sisma del 1997), sovrastante l'orto botanico, che domina la conca camerte fino ai Sibillini, gli eleganti loggiati, le restaurate sale ricche di affreschi e i locali dei sotterranei, ora adibiti ad aula universitaria (Sala della Muta) e aule per mostre e convegni. Nel Palazzo era presente fino al 1997 la Biblioteca Comunale Valentiniana, fondata da Sebastiano Valentini nel 1802, importante per il numero e la rarità dei volumi e per la bellezza di alcune sale. In seguito al terremoto la nuova sede della Biblioteca Comunale è nei pressi del quartiere San Paolo. Dell'originaria chiesa romanico-gotica di San Francesco (XIII secolo), nonostante le mortificazioni dell'epoca barocco, si conserva l'alta abside poligonale con finestre tribolate, parti del portale e affreschi del primo 1400.

[modifica] Corso Vittorio Emanuele II

L'Arengo della toponomastica storica, divenuto poi corso Vittorio Emanuele II, attrae per la comoda passeggiata pomeridiana per i negozi che ininterrottamente a destra e a sinistra invitano ad osservare ed acquistare.

[modifica] Piazza Garibaldi

La Piazza Garibaldi, già dedicata ad Agnolo Camerte, ma ancora nel linguaggio comune Piazza Sant'Angelo per la chiesa e convento omonimo una volta benedettino e quindi francescano, trasformata negli anni trenta in cinema ora dedicato ad Ugo Betti con sotto mercato coperto e, a fianco, i locali per la casa del fascio durante il periodo fascista.

[modifica] La Giudecca

Il ghetto ebraico è tutt'ora visibile nelle case basse e povere, nelle stradine più anguste e tortuose di tutto il vecchio tessuto urbanistico. Il quartiere non ebbe bisogno di essere mai circoscritto da muro perché le case, ancora quasi tutte inalterate, serrate le une alle altre, non permettevano facili comunicazioni con il resto della città. Le porte e le finestre si aprivano solo all'interno del quartiere. Limiti precisi erano fissati ai commercianti ebrei di operare in altre zone. Per i Da Varano gli ebrei dovevano avere una grande importanza nella vita economica: per esempio i prestiti per le numerose campagne di guerra, le ingenti quantità di grano portate a Camerino, specie in tempo di carestia.

[modifica] La Chiesa di San Filippo

La chiesa di San Filippo, di recente restaurata, fu costruita ad opera dei oratoriani nel 1733. L'interno in stile barocco è tagliato da due cappelle laterali e si conclude con il solenne altare maggiore. Nella cappella adorna di stucchi è conservata la "Madonna e San Filippo del Tiepolo".

[modifica] La Chiesa di Santa Maria in Via

La Chiesa di Santa Maria in Via (XVII secolo), luogo di grande culto alla Madre Celeste ivi rappresentata da una interessante icona (Madonna col Bambino, attribuita al Maestro di Camerino), che la leggenda vuole portata da crociati camerinensi, di ritorno da Smirne. Gravemente lesionata dal sisma del 1997, la chiesa dopo una lunga restaurazione è stata riaperta al pubblico nel novembre del 2006.

[modifica] La Rocca Borgesca

La Rocca Borgesca, o Rocca dei Borgia, è un imponente costruzione fatta erigere da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono begli esempi di architettura militare del primo rinascimento. La Rocca era divisa dalla città da uno strapiombo che veniva superato con un ponte levatoio. L'avvallamento fu riempito nel 1600. Sulla spianata interna, sorge ancora parte della struttura del convento francescano di San Pietro in Muralto del 1300.

[modifica] La Chiesa di San Domenico

La Chiesa di San Domenico e annessi convento e chiostro, grande complesso completamente restaurato, che si è sviluppato tra il 1200 e 1500, ospita l'Aula Magna dell'Università nonché la Pinacoteca ed il Museo Civico, trasferiti dalla precedente sede dell'ex chiesa di San Francesco. Nella prima sono conservati numerosi affreschi e tavole dei più significativi esponenti dela Scuola Pittorica Camerte: il precursore Cola di Pietro (fine 1300), Arcangelo Di Cola, (primo 1400) e, soprattutto, Girolamo di Giovanni (meta 1400) e Giovanni Angelo d'Antonio i cui dipinti in affresco e tempera (Edicola Malvezzi), su tavola e su tela (Annunciazione, Madonna in Trono col Bambino) sono tra le se opere più elevate ed interessanti, anche per l'evoluzione stilistica, sempre più vicina al mondo di Piero della Francesca. Il Museo raccoglie frammenti archeologici di età greco-romana, collezioni numismatiche e reperti locali di ogni epoca.

[modifica] La Chiesa di San Venanzio

Di notevole rilievo artistico è anche la chiesa patronale di San Venanzio, pregevole testimonianza di architettura tardo-gotica di cui si fanno ammirare le parti preservate dal terremoto del 1799 e dal rifacimento ottocentesco, come la facciata e il campanile: soprattutto i particolari scultorei della prima (portale, rosone, lunetta - contenente "Madonna col Bambino"-, due leoni su mensola) sono squisiti esempi di gotico fiorito. Nella cripta l'arca di San Venanzio, gotica.

[modifica] Il Monastero delle Carmelitane

Il monastero delle Carmelitane, progettato da Alberto Liberti nel 1965, ha quattro piani compreso il seminterrato e, ad angolo, sul piano antistante, la piccola chiesa. Fondate nel 1650 da suor Eufemia Serarcangeli da Colle di Sentino.

[modifica] Il Monastero di Santa Chiara

Il Monastero di Santa Chiara fu acquistato nel 1483 da Giulio Cesare Da Varano e lo restaurò per la figlia Beata Camilla Battista.

[modifica] Altri monumenti

Altri monumenti o luoghi d'interesse sono:

  • Convento di Renacavata
  • Oratorio di San Giovanni Decollato
  • Palazzo comunale Bongiovanni
  • Tempio dell'Annunziata

[modifica] Ricorrenze e Manifestazioni

  • Maggio: Corsa alla Spada e Palio
  • Maggio/Settembre: Mostra dell'Artigianato Artistico Rocca Varano
  • Agosto: Camerino Festival - Rassegna Internazionale di Musica e Teatro da Camera
  • Ottobre/Maggio: Stagione Teatrale
  • 18 gennaio: Fiere di Sant'Antonio
  • 14 marzo: Fiera di San Ansovino
  • 19 maggio: Fiera di San Venanzo
  • Gennaio: Festa del torrone
  • Ogni quarta domenica del mese: Mercatino dell'antiquariato

[modifica] Economia

L'economia di Camerino è strettamente legata all'università che da direttamente lavoro, in sede, ad oltre 1000 persone tra docenti e personale tecnico-amministrativo. Importante è anche l'indotto grazie alla presenza di numerosi studenti, anche se a partire dal terremoto del 1997 si è accentuato il fenomeno del pendolarismo. Camerino è sede di un ospedale, della Comunità Montana dell'alto Maceratese, di una caserma della Guardia di Finanza, di una Casa circondariale e di un tribunale che contribuiscono a fornire occupazione. Il settore terziario costituisce, escludendo l'università, il principale settore economico della cittadina, con numerosi negozi nel centro storico; mancano tuttavia strutture commerciali di grandi dimensioni. L'agricoltura è sufficientemente sviluppata: coltivazione (girasole e frumento principalmente) e allevamento (bovini). Il turismo è un settore in sviluppo, anche a seguito del successo di alcune recenti mostre artistiche incentrate sulle figure di maestri attivi nel periodo rinascimentale. Il settore industriale, fatta eccezione poche piccole realtà, è pressoché assente. Anche per poter creare nuova occupazione è stata recentemente approvata la realizzazione di una discarica presso la località camerinese di Pianpalente. Questo progetto ha tuttavia suscitato numerosi dissensi da parte della popolazione, manifestati anche tramite la costituzione di un comitato contro la discarica, in quanto il sito scelto è di notevole bellezza paesaggistica ed a poca distanza da esso, oltre che a varie abitazioni, sorgono il nuovo ospedale, gli impianti sportivi universitari e varie attività di tipo agricolo.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Enzo Fanelli dal 13/06/2004
Centralino del comune: 0737 634711
Email del comune: comune@camerino.sinp.net

[modifica] Frazioni

Agnano, Arcofiato, Arnano, Campolarzo, Capolapiaggia, Caselle, Colle Altino, Letegge, Mecciano, Mergnano San Pietro, Mergnano San Savino, Mistrano, Morro, Paganico, Palentuccio, Perito, Pianpalente, Pian d'Aiello, Piegusciano, Polverina, Pontelatrave, Ponti, Pozzuolo, Rocca d'Aiello, Sabbieta Alta, San Luca, San Marcello, Santa Lucia, Sant'Erasmo, Sellano, Sentino, Selvazzano, Sfercia, Statte, Strada,Torrone, Tuseggia, Valle Vegenana, Varano.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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