Democrazia Cristiana per le Autonomie
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Democrazia Cristiana per le Autonomie | |
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Partito politico italiano | |
Leader | Gianfranco Rotondi |
Fondazione | 25 giugno 2005 |
Sede | Piazza del Gesù, 46 00186 Roma |
Coalizione | Casa delle Libertà |
Ideologia | Cristianesimo democratico, centrismo |
In Parlamento | 4 deputati (gruppo DC-PSI) 2 senatori (gruppo DC-Ind-MPA) |
Partito europeo | nessuno |
Organo ufficiale | La Discussione |
Sito internet | www.lademocraziacristiana.it |
Democrazia Cristiana per le Autonomie (da non confondere con la Nuova Democrazia Cristiana) è un partito politico italiano appartenente all'area politica centrista, che si ispira apertamente all'ideologia del cristianesimo democratico. La DCA, viene alla luce il 25 giugno 2005, quando cioè Gianfranco Rotondi lo costituisce ufficialmente.
Il partito aderisce alla coalizione del centrodestra italiano, denominata Casa delle Libertà. La sua legittimazione sul piano politico nazionale è giunta in seguito alle elezioni politiche del 2006, quando è riuscita a portare la sua rappresentanza nel Parlamento italiano.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Il passato
In seguito allo scioglimento della Democrazia Cristiana, avvenuto nel gennaio 1994, con il conseguente cambiamento di denominazione in Partito Popolare Italiano e la successiva divisione (1995) operata dai Cristiani Democratici Uniti, si stabilì che al PPI, alleato della coalizione di centrosinistra, spettasse di mantenere la denominazione di Partito Popolare Italiano, al CDU, alleato della coalizione di centrodestra, spettasse di mantenere il simbolo dello scudo crociato con la scritta "Libertas".
I due partiti hanno continuato a svolgere la propria attività, con le proprie denominazioni e i propri simboli. In occasione di questa spartizione, considerato che nessuno dei due paritti era interessato alla storica denominazione di "Democrazia Cristiana", Gianfranco Rotondi (Tesoriere del Cdu) ha chiesto ed ottenuto che fosse attriubita a lui, ma recentemente ha dichiarato che il nome
Intanto, però, un gruppo di sostenitori della ex DC ha portato avanti l'attività di un partito della Democrazia Cristiana, continuando a celebrare congressi nell'ordine numerale della storica DC. Tale partito, fondato da Giuseppe Alessi e Giuseppe Pizza, aveva presentato liste alle elezioni dal 1998, senza mai citare per esteso la denominazione "Democrazia Cristiana" per problemi giudiziari di interdizione. Sono stati utilizzati acronimi del tipo "DC - Da sempre Ci siamo" oppure, come alle elezioni europee del 2004, la lista "Paese Nuovo" con uno scudo vuoto sul quale porre la croce.
Nel frattempo, l'Associazione Democrazia Cristiana manifesta l'intenzione di costituirsi in partito autonomo e chiede anch'essa di partecipare alla contesa di nome e simbolo. Questa situazione sfocia in una sentenza del Tribunale civile di Roma (2005), la quale stabilisce che nessun partito può usare contemporaneamente la denominazione "Democrazia Cristiana" e il simbolo dello scudo crociato (appartenenti alla storica DC della Prima Repubblica); e che il simbolo dello scudo crociato spetta ancora al CDU, e quindi ne può usufruire l'UDC), dove il CDU di Buttiglione è confluito. Quanto al nome Democrazia Cristiana esso spetta a Rotondi in virtù dell'accordo del 1995.
Il 29 dicembre 2004 Rotondi esce dall'Udc.
Il 25 marzo 2005, viene alla luce un'altra Democrazia Cristiana, quella di Angelo Sandri (diversa dalla DC-Paese Nuovo e staccatasene dopo l'insuccesso delle Europee), alla quale viene anche riconosciuto l'utilizzo del titolo "Democrazia Cristiana" in relazione all'attività politica dello stesso Sandri.
Anche per queste ragioni, in un primo momento, a Rotondi non viene consentito di usare in Parlamento la denominazione "Democrazia Cristiana": i suoi deputati alla Camera, infatti, costituiscono la componente "Ecologisti Democratici" all'interno del Gruppo misto. In seguito alle elezioni del 2006, tuttavia, costituiranno un gruppo autonomo con all'interno la denominazione "Democrazia Cristiana".
[modifica] La nascita
La DC Per le Autonomie nasce in origine come Associazione Democrazia Cristiana, fondata dal deputato Gianfranco Rotondi il 25 ottobre 2004 all'interno dell'UDC.
L'associazione decide di uscire fuori dal partito democratico-cristiano di centrodestra, costituendosi come formazione politica autonoma il 23 dicembre 2004. Una prima competizione ufficiale l'ha affrontata alle elezioni regionali del 2005, ancora in fase di costituzione e soltanto in alcune regioni.
Il suo primo congresso costitutivo si tiene a Roma il 25 giugno 2005. In quell'occasione viene deliberato di adottare l'attuale denominazione e Rotondi viene confermato segretario politico. Nominati anche Mauro Cutrufo vice segretario, Paolo Cirino Pomicino direttore politico de "La Discussione", Giampiero Catone segretario organizzativo, e Franco De Luca responsabile Enti locali.
[modifica] La prima assemblea nazionale
Il primo vertice nazionale della DC per le Autonomie, dopo la sua nascita, si tiene a Roma nel novembre 2005: all'ordine del giorno ci sono importanti scenari da definire, soprattutto per il progressivo avvicinarsi delle elezioni politiche. Il segretario Rotondi è favorevole all'adesione alla Casa delle Libertà, ma il vertice attende a determinarsi ufficialmente in attesa di futuri risvolti.
Intanto il partito accoglie l'adesione di nuovi affermati esponenti, tra cui il vicepresidente della Camera, Publio Fiori, che il 12 novembre viene eletto presidente del partito. Fiori era un esponente di primo piano di Alleanza Nazionale, in passato esponente della DC; ha lasciato il partito a luglio proprio in seguito alle svolte laiche del leader Gianfranco Fini (fra cui ebbe un peso determinante la decisione di quest'ultimo di votare 3 sì ai referendum sulla fecondazione assistita, mentre i cattolici erano per l'astensione).
[modifica] L'adesione alla CdL in alleanza coi socialisti
L'adesione ufficiale alla Casa delle Libertà arriva il 12 gennaio 2006, dopo che il partito aveva già avviato contatti per raggiungere un accordo elettorale con il Nuovo PSI di Gianni De Michelis e presentare una lista unitaria alle elezioni. I movimenti annunciano l'adesione al centrodestra in una conferenza stampa con il Presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, leader della CdL.
Il nuovo soggetto punta a rappresentare una "terza identità", un ritorno alle ideologie del passato ritenute ancora valide per la politica attuale. All'indomani delle elezioni, la lista comune DC-PSI ottiene una media di voti inferiore alle aspettiative: 285 mila alla Camera (0,7%) e 190 mila al Senato (0,6%). In ogni caso, grazie alle norme previste dalla legge elettorale appena introdotta, partecipa alla ripartizione dei seggi della Camera in qualità di "miglior perdente" della coalizione (è stata la lista più votata, al di sotto dello sbarramento del 2%).
La DC elegge quattro deputati: due con la lista DC-PSI, ossia Paolo Cirino Pomicino (che lascia l'incarico di parlamentare europeo) e Massimo Nardi; due ospitati nelle liste di Forza Italia, Francesco De Luca e Giampiero Catone. Al Senato vengono eletti, invece, il segretario Rotondi e Mauro Cutrufo. Bocciata la candidatura, in quota DC, del comico italiano Pippo Franco come capolista al Senato nel Lazio.
Il partito conquista le presidenze di due gruppi parlamentari: alla Camera, Cirino Pomicino guida il gruppo parlamentare Democrazia Cristiana-Partito Socialista; al Senato, Cutrufo presiede il gruppo DC - PRI - Ind - MPA.
[modifica] Fiori e la scissione
A luglio 2006 viene espulso da questo partito Publio Fiori accusato, dal segretario Gianfranco Rotondi, di aver convocato illecitamente un congresso nazionale del partito. Nel settembre 2006, Fiori ed altri ex della Dc per le Autonomie fondano Rifondazione Democristiana.
[modifica] Correnti
Non sono ravvisabili, all'interno del partito, delle particolari correnti formalmente costituite né tendenze interne di diverso orientamento.
[modifica] Valori
(da completare)
[modifica] Risultati elettorali
– DC per le Autonomie alle Elezioni Politiche | ||||
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Elezione | Parlamento | Voti | % | Seggi |
2006 (lista DC-PSI) | Camera Senato |
285.744 190.724 |
0,7 0,6 |
4 0 |