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Democrazia è Libertà - La Margherita - Wikipedia

Democrazia è Libertà - La Margherita

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Democrazia è Libertà - La Margherita
Partito politico italiano
Leader Francesco Rutelli
Fondazione 24 marzo 2002
Sede Via Sant'Andrea delle Fratte, 16
00187 Roma
Coalizione L'Unione
Ideologia Centrismo riformista:
In Parlamento deputati e senatori aderiscono al gruppo de L'Ulivo
Partito europeo Partito Democratico Europeo
Organo ufficiale Europa
Sito internet www.margheritaonline.it, www.ulivo.it

Democrazia è Libertà - La Margherita, meglio nota come La Margherita (DL) è un partito politico italiano nato dall'incontro in un unico soggetto centrista e riformista di forze politiche e culture legate al cristianesimo democratico e al liberalismo sociale, ma al suo interno c'è anche un'area che fa riferimento all'associazionismo ambientalista ed esiste qualche riferimento alla cultura socialdemocratica. Il partito afferma una convinta ispirazione europeista, tant'è che il suo quotidiano di riferimento si chiama Europa.

Il primo presidente nazionale è Francesco Rutelli, in carica fin dalla nascita del partito.

La Margherita è soggetto fondatore dell'Ulivo, la federazione che sta alla base della coalizione del centro-sinistra italiano, denominata L'Unione. Nell'ambito di tale progetto, il partito stringe un rapporto di collaborazione con i Democratici di Sinistra.

A livello internazionale, la Margherita aderisce al Partito Democratico Europeo, di cui è co-fondatrice, e all'Alleanza dei Democratici Americani ed Europei. I colori ufficiali del partito sono l'azzurro e il verde.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Il passato

In seguito alla crisi dei partiti tradizionali che pone fine all'esperienza della cosiddetta "Prima Repubblica", il sistema politico italiano si dirige verso un'ottica bipolare che, di fatto, dopo un'esperienza senza esiti positivi alle elezioni politiche del 1994, decreta la fine del centrismo in sé e spinge i partiti ad aggregarsi in coalizioni. Anche i soggetti che nascono dall'eredità della Democrazia Cristiana, dunque, si trovano a scegliere fra le nascenti alleanze di centrosinistra e di centrodestra.

Fra quelli che opzionano la prima ipotesi c'è il Partito Popolare Italiano (PPI), uno degli eredi della DC, che, nel 1995, dopo la scissione dei Cristiani Democratici Uniti, è soggetto fondatore della coalizione di centrosinistra che ruota attorno alla figura di Romano Prodi, L'Ulivo. Al PPI (dal '95 guidato da Gerardo Bianco) si aggiungono negli anni Rinnovamento Italiano, movimento fondato da Lamberto Dini, Presidente del Consiglio nel 1995-96, il partito ispirato dallo stesso Prodi, I Democratici, che reca il simbolo di un Asinello e si ispira al modello del Partito Democratico americano, e successivamente l'UDEUR di Clemente Mastella, nato da una precedente esperienza autonoma di centro ma poi confluito nel centrosinistra dopo aver dato la fiducia ai governi dell'Ulivo.

Nel quinquennio 1996-2001, infatti, l'Ulivo è al governo del Paese: il PPI e Rinnovamento Italiano fanno parte a pieno titolo della coalizione fin dall'inizio del Governo Prodi e del successivo Governo D'Alema. Nel 1999 subentrano, invece, i Democratici e l'UDEUR che entrano nel secondo Governo D'Alema e nel seguente Governo Amato. Sul finire della legislatura, tuttavia, viste le esigenze di semplificazione del quadro elettorale, le necessità dettate dalla legge elettorale e l'investitura di Francesco Rutelli, sindaco di Roma, come leader della coalizione, queste forze decidono di fondersi in un'unica lista, che porta il nome e il simbolo di un fiore: la Margherita.

[modifica] Il progetto elettorale

Si tratta soltanto di un'esperienza elettorale in vista delle elezioni politiche del 2001, che vede confluire - nella quota proporzionale per l'elezione della Camera dei deputati - nelle liste della Margherita i quattro simboli del PPI, guidato in questa fase da Pierluigi Castagnetti, della Lista Dini-Rinnovamento Italiano, dei Democratici dell'Asinello e dell'UDEUR. Il progetto si pone come lista di riferimento dello stesso candidato premier Rutelli, che viene preso a vessillo dell'intero centrosinistra senza essere espressione di un partito in particolare.

Questo progetto di Margherita nasce, dunque, il 14 ottobre 2000, quando le segreterie dei partiti danno il via libera alla costruzione di liste unitarie. L'episodio viene salutato con grande entusiasmo dagli ambienti del centrosinistra e la Margherita si candida a diventare il punto di riferimento per i riformisti moderati della coalizione. Il 28 gennaio 2001, Francesco Rutelli viene nominato presidente della Margherita.

Alle elezioni, tuttavia, la coalizione dell'Ulivo esce sconfitta. Il nuovo Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi, leader della Casa delle Libertà, forte di un consistente consenso popolare, ma la Margherita ottiene un risultato elettorale soddisfacente, il 14,5% dei consensi: Rutelli decide di perseguire il progetto di semplificazione del quadro politico, lanciando l'idea di un vero e proprio partito unitario della Margherita che superi la semplice esperienza elettorale, intesa finora come federazione di partiti. La decisione, che convince larga parte della Margherita, si concretizza soprattutto alla luce della condizione di opposizione, che spinge la Margherita, come gli altri soggetti principali della coalizione come i Democratici di Sinistra, a ricostruire un'alternativa di governo credibile per il centrosinistra.

[modifica] La Margherita, partito unico

Favorevoli a sciogliersi all'interno della Margherita sono il PPI, Rinnovamento e i Democratici. L'UDEUR, invece, preferisce proseguire la sua strada autonomamente collocandosi in una posizione più marcatamente di centro, sostenendo di non essere interessata al progetto unitario, che assumerà i caratteri complessivi di una formazione vera e propria di centrosinistra, con l'obiettivo di aprire un dialogo per allargare il proprio consenso e già con l'obiettivo di superarsi in vista della nascita di un unico grande partito del centrosinistra. Impresa che, del resto, Prodi aveva tentato nel 1999 con il suo partito dell'Asinello.

Così, il 10 e l'11 dicembre 2001, si avvia a Rocca di Papa il comitato costituente della Margherita che sfocia, dal 22 al 24 marzo 2002, nel vero e proprio congresso costituente del nuovo partito, che si svolge a Parma ed elegge Rutelli alla sua leadership. Nella Margherita si incontrano le correnti post-democristiane di centro-sinistra accanto a nuove istanze della socialdemocrazia e della cosiddetta liberaldemocrazia, come viene espressamente scritto nella Carta dei Valori redatta in questa circostanza.

La Margherita, dall'opposizione del governo di centrodestra, lavora per ricomporre l'unità del centrosinistra, evidenziando i "fallimenti" della politica berlusconiana e della CdL. Contemporaneamente, il partito lavora per la discesa in campo di una nuova leadership dell'Ulivo, incarico che viene affidato a Romano Prodi, nel frattempo presidente della Commissione Europea. Prodi aveva già battuto Berlusconi alle elezioni politiche del 1996 e viene individuato come un'adeguata alternativa da schierare per le future elezioni.

[modifica] Il progetto unitario dell'Ulivo

Stand elettorale della Margherita, a Milano, 2004
Stand elettorale della Margherita, a Milano, 2004

Prodi rompe gli indugi nell'estate del 2003, quando, in vista delle elezioni europee del 2004, propone a tutti i partiti della coalizione di presentarsi sotto un unico simbolo: il simbolo dell'Ulivo. La Margherita è disponibile ad aderire all'appello ma, nella coalizione, non la pensano tutti così: dicono sì i Democratici di Sinistra, lo SDI e il piccolo Movimento Repubblicani Europei, mentre gli altri preferiscono presentarsi con la propria identità individuale.

Nasce così la lista di "Uniti nell'Ulivo", che si presenta con l'obiettivo di "portare il riformismo in Europa". Svolte le elezioni, la lista conquista il 31% dei consensi e, tra gli eletti, gli eurodeputati della Margherita sono 7. In sede di Parlamento europeo, la Margherita - che si presenta per la prima volta come partito unitario ad una elezione di estensione nazionale - deve fare i conti con le rispettive famiglie di provenienza delle sue componenti.

Prima della nascita della Margherita, infatti, il PPI aderiva al Partito Popolare Europeo, la principale famiglia conservatrice, mentre i Democratici e Rinnovamento facevano parte dell'ELDR, ossia il partito liberaldemocratico. Dunque, con l'obiettivo di mantenere fede al progetto di creare una nuova famiglia europea, la Margherita decide di non aderire né all'una né all'altra formazione, ma di fondarne una nuova, già guardando con interesse al modello del Partito Democratico americano, giudicato come contenitore ideale per forze che si richiamano al centro e alla sinistra.

Così, insieme all'Unione per la Democrazia Francese (UDF), partito riformista di centro guidato da François Bayrou, i DL danno vita ad un nuovo partito europeo, il Partito Democratico Europeo, che, nell'ambito dei gruppi parlamentari, confluisce nel gruppo dei liberaldemocratici, l'ALDE.

Di fatto, però, si ripropongono divisioni rispetto all'altro soggetto principale della coalizione italiana, i DS, che, insieme allo SDI aderiscono al Partito del Socialismo Europeo (PSE). Al di là delle difformità in sede europea, i partiti della lista unitaria, in Italia, avviano una politica di convergenza, anche se, in taluni circostanze, non è semplice ricondurre alle posizioni unitarie l'area più a sinistra dei DS.

[modifica] La "Fed" e la vittoria delle Regionali

Dopo l'esperienza delle Europee, ritenuta positiva, tra i partiti nasce la prospettiva di costituire una vera e propria Federazione dell'Ulivo, brevemente denominata "Fed", proposta che viene approvata e sostenuta dalla Margherita, alla quale vengono delegate competenze specifiche di alcuni settori, tra i quali la politica estera. All'interno di essa la Margherita conta 4 (compreso il segretario nazionale) dei 12 componenti della presidenza. Del progetto fanno parte gli stessi soggetti che avevano aderito ad "Uniti nell'Ulivo".

La "Fed" subisce un primo stop al voto sul rifinanziamento della missione militare in Iraq (materia delegata alla Fed, trattandosi di politica estera), sulla quale alla posizione della Margherita, che preferisce un voto di astensione, si contrappone quella dei DS, prevalentemente schierati per il No.

Intanto la coalizione del centro-sinistra si allarga definitivamente, incorporando anche quei partiti (Rifondazione Comunista e Italia dei Valori) che ne erano rimasti fuori, ed acquisisce la nuova denominazione di L'Unione, dopo aver provvisoriamente adottato per circa un mese il nome di "Grande Alleanza Democratica" (Gad).

Alle elezioni regionali del 2005 che interessano 14 delle 20 regioni italiane, i partiti della Fed, seppur dopo alcune incertezze provenienti dalla Margherita stessa, decidono di presentarsi sotto il simbolo di "Uniti nell'Ulivo" in nove regioni, mentre concorrono autonomamente nelle altre 5. L'Unione si aggiudica una netta vittoria in 12 regioni su 14: solo Lombardia e Veneto riconfermano le proprie giunte regionali di centro-destra, mentre il centro-sinistra riconquista, tra gli altri, il Piemonte, il Lazio e soprattutto la Puglia, finora considerata una roccaforte della destra. La Fed raccoglie il 34,2% (sulla base delle 9 regioni nelle quali viene presentata la lista unitaria), mentre la Margherita è al 13% (sulla base delle altre 5).

[modifica] Un primo no alla lista dell'Ulivo

A maggio 2006, sulla Fed cala il gelo: le resistenze sulla costituzione di una formazione unitaria a livello europeo, il buon risultato ottenuto dalla Margherita alle elezioni regionali e la convinzione di poter sottrarre più voti al centro-destra, spingono il partito a rifiutare la proposta di Romano Prodi di presentarsi con la lista unitaria anche alle Politiche del 2006. Questa scelta provoca un acceso dibattito all'interno del partito: all'assemblea nazionale, tenuta all'indomani delle elezioni regionali, Rutelli propone di correre autonomamente col simbolo della Margherita e la sua mozione conquista l'80% dei voti dei delegati[citazione necessaria].

In questo quadro la Margherita si spacca in due componenti principali: i sostenitori di questa prima posizione (i centristi) e chi, invece, è favorevole ad un rafforzamento dell'Ulivo (i cosiddetti ulivisti guidati da Arturo Parisi). Questi ultimi minacciano in un primo momento di uscire dal partito, ma poi decidono di perseguire l'impegno per la nascita di un partito unitario di centrosinistra dall'interno della Margherita. Proprio per stemperare la tensione tra centristi ed ulivisti nasce, all'interno delle posizioni centriste, un terzo gruppo detto dei pontieri.

Intanto, però, il progetto della Fed si sfalda, anche in seguito ai referendum sulla procreazione medicalmente assistita che si svolgono a giugno 2005: i DS e lo SDI sono per il sì all'abrogazione della legge varata dal Governo Berlusconi; nella Margherita, pur lasciando libertà di coscienza ai propri elettori, prevale la posizione dell'astensione (annunciata, a livello personale, dallo stesso Rutelli) anche a seguito dell'appello lanciato ai cattolici in tal senso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Alla fine il referendum fallisce: il quorum non viene raggiunto, va al voto solo il 25,6% degli elettori.

La posizione della Margherita inasprisce i rapporti con lo SDI, che dà una sterzata nel verso della laicità. Il leader socialista Enrico Boselli accusa la Margherita di clericalismo e abbandona la Fed per dedicarsi ad un altro progetto, socialista e radicale, che poi si concretizzerà nella Rosa nel Pugno.

[modifica] Le primarie e la lista unitaria

La decisione di non presentare la lista unitaria alle elezioni politiche spinge Romano Prodi a rilanciare la proposta di organizzare elezioni primarie per scegliere "ufficialmente" il candidato premier dell'Unione e dare, così, allo stesso una maggiore autonomia rispetto ai partiti. Le primarie si svolgono il 16 ottobre 2005 con sette candidati: la Margherita, come gli altri partiti già coinvolti nella Fed, sostiene la candidatura di Prodi che si impone con il 74,1% dei voti, ricevendo l'investitura di candidato premier della coalizione.

Il presidente Rutelli, preso atto dell'elevato numero (4 milioni e 300 mila) di cittadini che hanno preso parte alle elezioni primarie e dell'ampio consenso ottenuto da Romano Prodi, rivede la decisione di non presentare la lista dell'Ulivo alle Politiche, proponendo, anzi, all'assemblea nazionale del partito il rilancio della lista unitaria, ponendo come vincolo l'inizio del processo di costituzione di un vero e proprio partito unico, il Partito Democratico.

L'accordo viene sancito il 27 e 28 ottobre 2005, quando l'assemblea federale del partito approva all'unanimità la relazione di Rutelli che sostiene:

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«L'Assemblea Federale impegna il partito a promuovere una lista unitaria alla Camera dei Deputati, basata innanzitutto su un'intesa tra DS e DL e guidata da Romano Prodi. L'Assemblea Federale impegna altresì il partito a presentare proprie liste al Senato, confermando così una presenza autonoma indispensabile nel corso della costruzione dell'ambizioso progetto unitario del Partito Democratico.»

L'intesa tra DS e DL, favorevole anche il MRE, dunque, si concretizza.

[modifica] Le elezioni del 2006 e il "Partito Democratico"

Si svolgono le elezioni. Il centrosinistra trionfa per poche decine di migliaia di voti alla Camera dei deputati, dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CdL. Al Senato, si rivela determinante il voto della circoscrizione Estero, che consente all'Unione - pur avendo conseguito meno voti della CdL - di ottenere due seggi in più.

Il risultato elettorale della Margherita è in lieve flessione: il partito ottiene al Senato 3,6 milioni di voti (10,7%) posizionandosi come il quarto partito italiano, alle spalle di Forza Italia, DS e AN. Ad influire sul risultato della Margherita hanno contribuito, tuttavia, anche le determinazioni di due governatori regionali, del Friuli Venezia Giulia e della Calabria, Riccardo Illy e Agazio Loiero e dell'ex sindaco Palermo Leoluca Orlando, che, in polemica con i vertici del partito, hanno supportato altre formazioni.

I risultati elettorali, e il fatto che il simbolo dell'Ulivo abbia raccolto più voti della sommatoria DS-DL, pone come tema centrale la costituzione del grande partito unitario, il "Partito Democratico", tant'è che a livello parlamentare viene già costituito un unico gruppo di deputati e senatori, il gruppo dell'Ulivo.

In questa fase Antonello Soro viene nominato coordinatore nazionale del partito.

[modifica] La Margherita al Governo

La rappresentanza della Margherita nel neo-costituito Governo Prodi II è formata da 8 ministri (tra cui un vicepresidente del Consiglio) più 3 viceministri e 16 sottosegretari.

I viceministri sono:

Il governo va incontro ad una crisi nel febbraio 2007, quando Prodi rassegna le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo che al Senato era stata bocciata la relazione sulla politica estera (con particolare riferimento alla presenza italiana nelle forze NATO operanti in Afghanistan). Tuttavia, dopo tre giorni e dopo le formali consultazioni politiche, il Capo dello Stato respinge le dimissioni del Governo e lo invita a presentarsi alle Camere che ri-confermano la fiducia chiudendo la crisi.

[modifica] Il II Congresso e la mozione unitaria

La costituzione del Partito Democratico è l'argomento centrale del II Congresso della Margherita, dal 20 al 22 aprile 2007 a Roma. Inizialmente Arturo Parisi e Willer Bordon presentano una mozione autonoma e fortemente ulivista, intitolata Ulivisti per il Partito Democratico, nella quale si auspica uno veloce scioglimento del partito, per prevenire la possibilità che il PD si identifichi con una federazione DS-DL, quando invece ritengono necessario un vero e proprio partito unico.

Di conseguenza, l'area centrista vicina al segretario Rutelli decide di presentare anch'essa una propria mozione: da un'analisi, tuttavi, i gruppi dirigenti della Margherita si rendono conto che non esistono differenze notevoli nell'impostazione se non sulla gradualità di avvicinamento al PD e sulla collocazione europea del nuovo soggetto, con i centristi contrari all'adesione al PSE e gli ulivisti possibilisti. Così si arriva a presentare una mozione unitaria che prevede la riconferma della leadership di Rutelli e chiede la nascita del nuovo soggetto politico entro il 2008, data sulla quale esiste anche la convergenza dei DS, nel frattempo impegnati in una parallela assise congressuale ma con divisioni interne più marcate, soprattutto da parte dell'area più a sinistra che si schiera contro la nascita del PD.

[modifica] I gruppi interni

Il partito non ha mai avuto vere e proprie correnti organizzate al suo interno, se non gruppi facenti capo ai suoi leaders più rappresentativi (rutelliani, mariniani, castagnettiani, parisiani, franceschiniani, demitiani ecc.)

All'indomani dell'Assemblea federale, tuttavia, in cui si doveva scegliere l'adesione o meno alla lista unitaria dell'Ulivo per le elezioni politiche, si delinearono tre tendenze:

In ogni caso, si tratta di divisioni che furono superate nei mesi successivi, quando si deliberò il sì alla lista unitaria, e successivamente ancora quando tutto il partito - alla luce dei risultati delle elezioni politiche del 2006 - si espresse favorevolmente alla nascita del "Partito Democratico".

[modifica] Divisioni correntizie

Attualmente, in occasione del II congresso federale, che deciderà il gruppo dirigente addetto a traghettare il partito nel nuovo Pd, questi sono i gruppi interni al partito che si sono delineati:

  • Gruppi principali: Popolari, Rutelliani e Prodiani.
  • Gruppi secondari: Diniani e Teodem.

[modifica] Area "Popolare"

E' la componente popolare e cattolica democratica di DL-La Margherita, riorganizzatasi nel settembre 2006, che s'incardina nell'Associazione "I Popolari" (vedi), erede del disciolto Ppi. I padri nobili sono Franco Marini (considerato il vero "nume tutelare" del gruppo), presidente del Senato, e Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera dei Deputati, entrambi già segretari popolari. I loro eredi sono stati indicati in Dario Franceschini, Giuseppe Fioroni ed Enrico Letta. Sono associati a tale tendenza pure Rosy Bindi, Lapo Pistelli, vicepresidente dell'ALDE. Ciriaco De Mita, ex presidente del consiglio, ne fa parte su posizioni critiche. I popolari credono nel progetto del Partito Democratico, purché rappresenti una vera novità nel panorama politico italiano e rispetti le grandi tradizioni politiche che ne faranno parte. Riguardo alla collocazione europea del Pdi, i popolari sono assolutamente contrari al suo eventuale ingresso nel Partito del Socialismo Europeo, come caldeggiato dai Democratici di Sinistra e dagli "ulivisti". Ampi settori della CISL, tra cui l'ex segretario Savino Pezzotta, afferiscono a questa tendenza interna. Secondo i dati diffusi sulla stampa nazionale, la componente popolare ha raccolto nei congressi provinciali tra il 60% ed il 65% degli iscritti[citazione necessaria].

All'interno della componente cattolico-popolare trovano spazio le seguenti tendenze:

[modifica] Area "Democratico-riformista" o "Neo-dem"

Sempre secondo i dati diffusi dalla stampa nazionale, negli ultimi congressi provinciali tale intendenza si è attestata intorno al 30% e ha espresso quattro coordinatori regionali[citazione necessaria].

Di essa, fanno parte:

  • Diniani: Tale corrente è la più a destra all'interno del partito (soprattutto perché molto diffidente nei confronti di PRC e PdCI), è guidata dall'ex-Presidente del Consiglio Lamberto Dini e raccoglie gli elementi di orientamento prevalentamente liberal-democratico provenienti da Rinnovamento Italiano. La sua rappresentanza nel governo è limitata ad un paio di sottosegretari (come per es. la sottosegretaria alla Giustizia Daniela Melchiorre). Tale tendenza si incardina all'interno dell'associazione politico-culturale del "Rinnovamento Italiano". I diniani sono attestati attorno al 3% degli iscritti[citazione necessaria].

[modifica] Area "Ulivista"

Il sito degli "Ulivisti" Tale componente -detta anche dei "Prodiani"- è quella più a sinistra all'interno del partito, nonché la vera e propria opposizione interna alla maggioranza, detta dei "centristi" (perché basata sull'asse rutelliani-popolari). Tra gli "Ulivisti-DL" si collocano esponenti vicini ai DS, nonché numerosi politici di matrice o di simpatie socialista. Alla corrente ulivista appartengono anche il presidente dell'Assemblea Federale Willer Bordon, l'ex ministri Enzo Bianco. In vista di un grande Ulivo europeo, i seguaci di Prodi mostrano però interesse nei confronti della proposta dei DS di collocare il futuro "Partito Democratico" nel Partito del Socialismo Europeo (la principale famiglia riformista europea), almeno in un primo tempo in vista della futura unificazione con gli altri movimenti progressisti d'Europa, magari in un futuro "Partito dei socialisti e dei democratici europei". Tale gruppo è molto radicato soprattutto nell'Italia centrale e settentrionale ed è organizzato sul territorio come una vera e propria "corrente". Sono in qualche modo legate a tale gruppo settori di CISL e di UIL. Nel corso dell'ultima stagione congressuale, si sono posizionati tra il 6% ed il 7% degli iscritti ed espresso due coordinatori regionali[citazione necessaria].

Gli "Ulivisti-DL", pur mantenendo il gruppo strutturato come una corrente unitaria si dividono in due tendenze:

[modifica] Area "Teo-dem"

Italia futura o Teo-dem: Si tratta di un gruppo di cattolici tra i quali Paola Binetti, ex presidente del Comitato "Scienza e Vita", Luigi Bobba, ex presidente delle ACLI, Emanuela Baio Dossi. Pur trattandosi sostanzialmente di ex-andreottiani ed ex-forlaniani (lo stesso capo-corrente Enzo Carra fu braccio destro di Arnaldo Forlani), i "teodem" -per la maggior parte- non sono immediatamente riconducibili alla tradizione degli ex-PPI (pur avendo militato nella DC). Pur essendo la corrente più a "destra" del partito e dei cosiddetti "integralisti cattolici", i "teodem" vengono identificati come vicini ai "rutelliani": effettivamente con il leader del partito vi sono ottimi ed intensi rapporti, anche se Rutelli non perde occasione di rimarcare il carattere laico-riformista del partito e della sua politica. La componente dispone solo di tre deputati (Enzo Carra, Dorina Bianchi e Marco Calgaro), quattro senatori (Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio Dossi e Luigi Lusi) e un europarlamentare (Patrizia Toia), ma non è radicata nè a livello locale, nè provinciale, nè regionale.

[modifica] Movimenti federati o associazioni culturali, confluite nei DL

Si riconoscono all'interno del gruppo centrista anche alcuni movimenti federati o associazioni culturali, apparentati con La Margherita. Pur essendo incentrata sull'incontro delle culture popolare, liberaldemocratica e socialdemocratica infatti, La Margherita è organizzata come un "partito a rete", aperto e federtativo. Importante è dire che però le associazioni sotto elencate non costituiscono altre "correnti" di partito, poiché esse -pur nelle differenze storico-culturali- tra di loro, a livello centrale confluiscono singolarmente nella corrente "centrista" o in quella "ulivista". Si tratta in pratica di semplici associazioni culturali che tendono a riunire per un puro aspetto storico-culturale trasversalmente per es. tutti gli iscritti di cultura liberale o di cultura socialdemocratica o di cultura cattolico-popolare siano essi "centristi" o "ulivisti" nelle scelte di politica interna al partito. Sono però presenti anche piccolissimi movimenti federati. Associazioni culturali e movimenti politici federati sono riconducibili a quelli sotto elencati:

[modifica] Associazione "i Popolari"

E' l'associazione politico-culturale sorta nel 2002 dallo scioglimento del Partito Popolare Italiano, con lo scopo di mantenere, preservare e aggiornare la tradizione popolare e cattolica democratica all'interno della Margherita e dell'Ulivo. Presidente dell'Associazione è Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario Ppi. L'associazione nell'autunno 2006 si è riunita a Chianciano Terme, dove Rosy Bindi, Ciriaco De Mita e Savino Pezzotta (ex segretario confederale della CISL) hanno ribadito che la nascita del PD è condizionata dall'essere una realtà politica realmente nuova, non aderente al PSE.

sito dell'associazione

[modifica] Associazione "Rinnovamento Italiano"

E' l'associazione politico-culturale sorta nel 2002 dallo scioglimento del movimento del Rinnovamento Italiano. Presidente della associazione è l'ex leader di RI Lamberto Dini.

[modifica] Associazione "Socialisti democratici per il Partito Democratico"

E'un gruppo di ex-Socialisti ed ex-Socialdemocratici piemontesi, che decise di confluire tra le fila de La Margherita. Nonostante il loro obiettivo unitario rispetto ai DS nel quadro del PSE, Rutelli ha favorito con forza l'entrata di questi socialisti guidati da Giusi La Ganga ed Enrico Manca.

sito dell'associazione

[modifica] Associazione "Per la democrazia liberale"

Associazione guidata da Valerio Zanone che riunisce culturalmente diversi DL di cultura liberale e riformatrice, che hanno trovato posto ne La Margherita.

[modifica] Associazione "LiberalItalia"

Associazione guidata da Willer Bordon.

[modifica] Movimento "Italia Popolare - Movimento per l'Europa"

E' un piccolissimo movimento politico federato, formato da esponenti del cristianesimo democratico provenienti dal Partito Popolare Italiano, che non hanno condiviso la scelta di scioglimento del PPI, pur accettando di entrare nel nuovo partito. Il movimento ha tra i suoi leader l'ex-senatore ed ex-presidente dell'Azione Cattolica Alberto Monticone, l'ex-segretario del PPI Gerardo Bianco, l'on.Lino Duilio, presidente della commissione Bilancio alla Camera.

sito dell'associazione

[modifica] Valori

Nella Carta dei valori della Margherita si legge:

"Democrazia e libertà" ...I DLM non nascondono l’ambizione di ideare e praticare un riformismo declinato al futuro, affidato al protagonismo di persone, famiglie, associazioni, imprese, cioè dei soggetti che abitano la società civile, al riparo da derive stataliste e dirigiste. ...In definitiva, una democrazia più ricca e un riformismo più moderno, perché affidati meno allo Stato e ai partiti e più agli attori sociali; o comunque affidati a partiti e istituzioni raccordati a una società civile fattasi adulta... Libertà chiama democrazia non solo nella sua accezione politica, ma anche in quella sociale. Essa prescrive concrete politiche mirate all'uguaglianza e all'estensione delle opportunità. Nel segno della solidarietà e, insieme, della responsabilità... La democrazia, infatti, non è un modello, un progetto definito di società, ma è il modo più umano fin qui prodotto dalla storia in cui il potere, necessario in tutte le società, può concorrere alla liberazione dell’uomo. Il contributo della politica alla liberazione è limitato, non esclusivo, né totalizzante; è altro e distinto da quello delle formazioni primarie come la famiglia e la comunità, dell’economia, della scienza, della religione ed in generale di ogni funzione o sfera sociale, ciascuna delle quali a sua volta può assumere assetti che più o meno concorrono (o non concorrono affatto) alla liberazione in una società avanzata. Concorrono alla liberazione il mercato concorrenziale invece del monopolio, la scienza fallibile invece della ideologia, il regime familiare di pari responsabilità e diritti invece delle gerarchie di sottomissione personale della donna, la religione come scelta di fede personale e libera anziché il fondamentalismo... Quello della =legalità= è un altro principio-valore cardine per “Democrazia è Libertà”... Tra i punti qualificanti dell'agenda politica di “Democrazia è Libertà” sta dunque un impegno fattivo e concorde per la giustizia, nel segno di una legalità forte, equilibrata, serena.

Laicità, fede religiosa e democrazia Una democrazia che si identifica con la libertà comporta la "riduzione della politica allo stato laicale". Le esperienze democratiche più avanzate si sono storicamente avvalse del contributo delle fedi religiose, quando si è creato un ambiente socio-culturale in cui è stato possibile effettivamente conciliare spirito religioso e spirito di libertà. Queste stesse esperienze mostrano come sia necessario annoverare, tra le fedi capaci di sostenere la dinamica democratica, tradizioni di pensiero laico e pragmatico che si sono sviluppate storicamente in rapporto con la tradizione culturale e spirituale giudeo-cristiana. Queste esperienze si oppongono sia alle degenerazioni ateo-assolutistiche che a quelle integristico-fondamentaliste. “Democrazia è Libertà” scommette sulla valorizzazione del rapporto fra credenti e non credenti nel solco del superamento degli "storici steccati". Tocca ai non credenti riconoscere che l'esperienza religiosa, lungi dall'essere un residuato storico destinato all'estinzione, può rappresentare un fermento che vivifica la vita democratica; tocca ai credenti riconoscere che le convinzioni religiose non possono essere imposte per legge a chi non le condivida e i valori che scaturiscono da una visione religiosa possono sì ispirare l'azione politica e legislativa, ma restano pur sempre distinti dall'ordinamento giuridico: la cornice delle norme deve rispettare il pluralismo delle convinzioni individuali.

La crisi degli attori e dell'assetto politico tradizionale non intacca l'attualità e il valore di idee, principi e culture che fanno della libertà e della democrazia la propria insegna. Su di esse, anzi, può far leva un'iniziativa forte, efficace, nella quale storie diverse convergano per cimentarsi con la nuova realtà. A partire dalla fedeltà ai principi ed ai valori richiamati nella Costituzione della Repubblica Italiana e nella Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione Europea ( dignità umana, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia), che di quelle culture sono figlie, “Democrazia è Libertà” aspira a raccogliere e ad attualizzare il meglio delle tradizioni e delle sensibilità democratiche e riformatrici che hanno plasmato la storia politica italiana ed europea. Esse si combinano tra loro nelle storie delle formazioni che concorrono a darle vita, nel segno di una fedeltà creativa ai loro principi ispiratori. Tra le nostre radici figurano: il popolarismo con la centralità che esso conferisce ai valori della persona, della famiglia e delle comunità originarie; la concezione liberal-democratica, che scommette sull'autonomia e sul protagonismo del soggetto; nonché la sensibilità socialdemocratica, che si fa carico dell'effettività e dell'universalità dei diritti di cittadinanza, e quella ambientalista, espressiva di un'attenzione sempre più matura alla sostenibilità e alla qualità dello sviluppo. Tale gene democratico e riformatore fa di “Democrazia è Libertà” un soggetto particolarmente sensibile, aperto e ricettivo verso ciò che di vitale scaturisce dai nuovi movimenti che sanno rivisitare i vecchi diritti e ne propugnano di nuovi, sfidando la politica a misurarsi con la vita quotidiana e con l'intero spettro dell'esperienza umana. La sintesi tra le culture riformatrici raccolte all’interno di “Democrazia è Libertà” si contraddistingue, nell'ambito dell'Ulivo, per una singolare sensibilità nell'interpretare nuove istanze ed attese: l'accento sulla responsabilità personale; la dimensione relazionale nella concezione stessa dei diritti individuali; la sensibilità al valore delle comunità e delle autonomie sociali; il riconoscimento del carattere originario delle autonomie locali e delle loro espressioni istituzionali, a cominciare dal Comune; la consapevolezza dei limiti allo sfruttamento delle risorse naturali.

[modifica] Risultati elettorali

Voti % Seggi Note
Politiche 2001 Proporz. Camera 5.391.827 14,5 27 (1)
Europee 2004 - - - (2)
Politiche 2006 Camera - - - (2)
Senato 3.664.622 10,7 39
  • (1) La Margherita - Federazione PPI-i Democratici-Rinnovamento Italiano-Udeur.
  • (2) La Margherita è presente nella lista unitaria dell'Ulivo.
  • (3) Si vota in 14 regioni. La lista della Margherita è presente in 5 regioni su 14, altrimenti compresa nella lista unitaria dell'Ulivo.

[modifica] Congressi

[modifica] Presidenti

[modifica] Simboli storici

[modifica] Voci correlate

Principali partiti politici italiani
L'Unione L'Ulivo (Democratici di Sinistra - La Margherita) - Rifondazione Comunista - Rosa nel Pugno (Socialisti Democratici Italiani - Radicali) - Comunisti Italiani - Italia dei Valori - Verdi - Popolari UDEUR
Altri: Consumatori - Südtiroler Volkspartei - Partito Democratico Meridionale
Casa delle Libertà Forza Italia - Alleanza Nazionale - Lega Nord
Altri: Democrazia Cristiana per le Autonomie - Movimento per l'Autonomia - Fiamma Tricolore - Azione Sociale - Partito Pensionati - Partito Repubblicano Italiano
Altri Unione dei Democratici Cristiani e di Centro - Nuovo Partito Socialista Italiano - Associazioni Italiane in Sud America - Italia di Mezzo - Italiani nel Mondo
Altri

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