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Italia dei Valori - Wikipedia

Italia dei Valori

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Italia dei Valori
Partito politico italiano
Leader Antonio Di Pietro
Fondazione 21 marzo 1998
Sede Via Principe Eugenio, 31­
00185 Roma
Coalizione L'Unione
Ideologia Legalitarismo
In Parlamento 19 deputati, 4 senatori
0 deputati europei
Partito europeo Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori
Organo ufficiale Orizzonti Nuovi (quindicinale)
Sito internet www.italiadeivalori.it

Italia dei Valori è un movimento politico italiano fondato da Antonio Di Pietro, noto ex-magistrato fra i principali protagonisti della storica e popolare inchiesta di "Mani Pulite", volta a ricercare le tracce di un esteso insieme di reati commessi da politici e uomini d'affari. Il suo obiettivo principale, che ha provocato la nascita del movimento, avvenuta il 21 marzo 1998 (a Sansepolcro, Arezzo), è di cercare e raccogliere le istanze della società italiana riguardanti la questione morale, per una idea della politica e dell'amministrazione pubblica maggiormente ispirata alla trasparenza e all'onestà dei suoi componenti.

Dopo l'esperienza fra I Democratici, si ricostituisce come partito autonomo il 27 aprile 2000. Risanando la divisione che li ha portati a presentarsi senza accordi all'Elezioni politiche del 2001, torna nell'arco dell'alleanza di centro-sinistra di Romano Prodi, partecipando all'elezioni all'interno della coalizione dell'Unione nel 2005 e nel 2006.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] La nascita

Antonio Di Pietro era già entrato in politica nel 1996 in una breve apparizione come Ministro dei Lavori Pubblici nel Governo dell'Ulivo guidato da Romano Prodi e come senatore (dal 1997) eletto in un'elezione suppletiva.

Insieme ad altre formazioni politiche, Di Pietro promuoverà agli inizi del 1998 un referendum per l'abolizione del 25% della quota proporzionale per l'elezione della Camera dei Deputati, per conseguire una ulteriore affermazione del sistema maggioritario a cui si è arrivati nel 1993 dopo un altro referendum. L'esito non fu favorevole per il mancato raggiungimento del quorum per poche decine di migliaia di voti. Quindi Di Pietro decide di dare vita ad un suo movimento, denominato Italia dei Valori, che trova da subito l'adesione di alcuni parlamentari e costituisce una componente autonoma all'interno del gruppo misto. I colori ufficiali di IDV sono quelli dell'arcobaleno.

[modifica] L'adesione ai Democratici

Dopo un primo esordio elettorale alle amministrative del 1998, Italia dei Valori decide di raccogliere l'appello di Romano Prodi per la formazione dei Democratici, un movimento che ha per obiettivo la realizzazione di un unico Partito Democratico che raccolga in sé tutti i partiti che si riconoscano nell'area dell'Ulivo. La nuova formazione politica partecipa alle elezioni europee del 1999, ottenendo il 7,7% e 7 seggi, compresa l'elezione di Di Pietro. Dopo essere stato responsabile organizzativo del nuovo movimento, Di Pietro il 2 febbraio 2000 ne diviene capogruppo al Senato.

Con l'avvicinarsi dell'assemblea nazionale dei Democratici (gennaio 2000), Di Pietro presenta un proprio documento congressuale che, tuttavia, si rivela minoritario. In questa fase ci sono roventi scontri all'interno dell'Asinello, in parte suscitati dallo stesso Di Pietro che avanza accuse di "tatticismo".

La rottura definitiva si consuma in seguito alle elezioni regionali e alle dimissioni del Governo D'Alema, quando Di Pietro annuncia che non avrebbe sostenuto la candidatura di Giuliano Amato a Presidente del Consiglio, perché - sostiene Di Pietro - Amato, in passato, avrebbe partecipato ad una riunione con lo scopo di delegittimare l'operato del pool Mani pulite. Il 27 aprile 2000 Di Pietro lascia i Democratici, pronunciando questa frase: "Non perdano tempo né a minacciare né a procedere ad espulsioni perché me ne vado via da solo e invito a seguirmi tutti i democratici veri, quelli cioè che finora hanno fatto i veri asinelli, portatori di voti, consensi, lavoro e idee". Il partito, comunque, procede alla sua espulsione.

[modifica] La ricostituzione di Idv

Il tempo di lavorarci qualche mese, e il 3 giugno 2000 viene presentata la "Lista Di Pietro - Italia dei Valori", che nasce con l'obiettivo di una sua presentazione alle future elezioni politiche. Di Pietro presenta la sua "Carta dei Valori" e proclama il suo essere alternativo a Silvio Berlusconi ma puntando a raccogliere il consenso in ogni strato dell'elettorato.

Privo ancora di un'organizzazione stabile sul territorio nazionale, il movimento riesce a presentare candidati in quasi tutti i collegi uninominali per l'elezione di Camera e Senato, presentando la propria lista al di fuori di entrambi gli schieramenti della politica italiana. Il risultato elettorale è sconfortante, in quanto per pochissimi voti Idv non riesce a superare la quota di sbarramento del 4% per accedere al riparto dei seggi in sede proporzionale: i voti raccolti sono 1,5 milioni per una percentuale del 3,9. Viene eletto un solo senatore in un collegio della Lombardia (Valerio Carrara), che, immediatamente, però, lascia Idv per aderire al Gruppo Misto e poi a Forza Italia.

[modifica] Il radicamento e la svolta del Palavobis

Il dopo-elezioni costituisce la fase di radicamento sul territorio: Idv, priva di rappresentanze istituzionali e parlamentari ma con un discreto consenso elettorale, comincia ad organizzare i suoi coordinamenti politici nelle principali città e nelle province italiane. Tra l'altro, Idv (insieme a Rifondazione Comunista, che hanno deciso di competere solitariamente), viene accusata di essere tra le ragioni della sconfitta dell'Ulivo.

I movimenti e i partiti anti-berlusconiani si ricompattano: il gelo tra Idv e la coalizione di centrosinistra comincia a venir meno a partire dal 2002 e, intanto, il 23 febbraio, insieme ad altri movimenti e alla rivista "Micromega", nel decimo anniversario di "Mani Pulite", Idv organizza al Palavobis di Milano un incontro per criticare le prime leggi del governo di centrodestra. Antonio Di Pietro urla con un megafono: "Abbiamo formato una nuova casa dei diritti e della solidarietà. Chi ci sta alle nostre proposte può venire con noi". E lancia l'invito a "resistere, resistere, resistere", citando le parole di Francesco Saverio Borrelli.

Il 21 e 22 giugno 2002 si svolgono gli stati generali del partito e viene fondato il quotidiano ufficiale, dal titolo "Orizzonti Nuovi". La manifestazione si svolge a Bellaria (RN). Intanto il partito si impegna nella raccolta delle firme per il referendum sull'abolizione del "Lodo Schifani" (definita anche legge "blocca-processi"), criticata di voler impedire lo svolgimento dei processi in corso a carico di Silvio Berlusconi, da parte dei giudici della Procura di Milano. Il referendum, comunque, non si terrà perché giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale.

[modifica] I girotondi e la "nuova" lista unitaria

Il 10 e 11 gennaio 2003 si svolge l'assemblea generale dei "girotondi", la pratica lanciata dal regista Nanni Moretti per sollecitare la sinistra a tornare ad essere competitiva. Idv vi partecipa convintamente, facendosi spazio nella coalizione e cominciando a partecipare in via ufficiale agli incontri di schieramento.

Di Pietro è favorevole alla proposta di Prodi (simile a quanto accaduto nel '99) di presentare una lista unitaria nel segno dell'Ulivo per le elezioni europee del 2004. Idv è pronta per l'adesione alla lista "Uniti nell'Ulivo", ma al suo ingresso si oppongono i socialisti dello Sdi con il loro segretario Enrico Boselli, che non giudica Idv un soggetto riformista, tale da poter entrare nella federazione. Secondo Di Pietro, in realtà, alla base c'è ancora un risentimento per l'azione sgominatrice che ebbe, all'epoca, Mani pulite nei confronti dei socialisti.

Chiuso il capitolo unitario, Idv tiene aperto il dialogo con la società civile e raggiunge un'intesa con Achille Occhetto, dando vita alla lista "Società Civile, Di Pietro - Occhetto, Italia dei Valori" (che inizialmente conteneva anche l'iscrizione "per il nuovo Ulivo", bloccata in un secondo momento dai partiti della Fed). Occhetto, infatti, aveva abbandonato i Democratici di Sinistra non condividendo l'impostazione della lista unitaria e il progetto del grande partito riformista.

La lista raccoglie il 2,1% dei voti con l'elezione di 2 deputati europei, Di Pietro e Occhetto. Quest'ultimo, però, decide di lasciare il seggio in favore di Giulietto Chiesa, abbandonando definitivamente il progetto e sciogliendo, così, l'intesa. Occhetto torna però a sedere nell'europarlamento all'indomani delle elezioni politiche del 2006 in seguito alle quali Di Pietro entra nel Parlamento italiano e si dimette da Strasburgo. I due europarlamentari eletti (Chiesa e Occhetto) non appartengono a IdV e sono iscritti al gruppo socialista europeo.

[modifica] Le primarie del centrosinistra

Idv torna quella di sempre, con il suo unico leader storico, che, tuttavia, elimina dal simbolo la denominazione predominante di "Lista Di Pietro" e mette in risalto il titolo "Italia dei Valori", lasciando al nome del suo fondatore un riferimento meno marcato.

Alle elezioni regionali del 2005, parte integrante della nuova coalizione dell'Unione, Idv si aggira sulla media nazionale dell'1,4%, superando il 2% soltanto in Abruzzo e Basilicata. Fra tutte le 14 regioni chiamate al voto (in 12 delle quali l'Unione è risultata vittoriosa), le viene concesso soltanto un assessorato regionale, in Calabria, occupato da Beniamino Donnici, che presto fonderà una corrente interna in aperta polemica con Di Pietro e, più tardi, verrà espulso dal partito, dando vita ad un nuovo movimento denominato "Partecipazione".

Romano Prodi, leader della coalizione, rilancia, nel frattempo, l'organizzazione di elezioni primarie per scegliere il candidato premier dell'Unione. Di Pietro raccoglie la proposta e si presenta all'appuntamento del 16 ottobre 2005, nel quale deve confrontarsi con altri sei candidati: il risultato raggiunto è del 3,3%, alle spalle di Romano Prodi, Fausto Bertinotti e Clemente Mastella.

[modifica] Le elezioni politiche 2006

Negli ultimi tre anni vi è un intensificarsi dell'attività dei dipartimenti tematici di IdV, guidati da Giorgio Calò. In questa ottica emerge anche una "nuova" vocazione di IdV nel campo dell'energia e dell'ambiente, settore guidato da Giuseppe Vatinno.

In vista delle elezioni politiche del 2006 e in seguito all'approvazione della nuova legge elettorale proporzionale, Idv modifica il suo simbolo, ora composto dall'epigrafe "Di Pietro" in rilievo. Il partito si impegna a correre con il proprio simbolo sia alla Camera che al Senato, collegato all'alleanza di centrosinistra dell'Unione guidata da Romano Prodi. Con lo sbarramento al 2% alla Camera e al 3% al Senato Di Pietro cerca di stringere alleanze con piccoli movimenti, partiti e personalità presenti a livello locale ma capaci di raccogliere consensi utili.

  • In seguito a una rottura con La Margherita approda a IdV anche Leoluca Orlando ex-sindaco di Palermo e leader del movimento La Rete. Orlando porterà con sé altri esponenti siciliani a lui vicini e un buon pacchetto di voti in Sicilia.
  • Poco prima delle elezioni confluiscono nel movimento anche alcuni dissidenti dell'Udeur, come Tancredi Cimmino, Pino Pisicchio, Egidio Enrico Pedrini, Cristina Matranga e l'ex assessore regionale calabrese di centrodestra Aurelio Misiti.

Viene offerta anche la candidatura a Beppe Grillo, legato a Di Pietro da amicizia e da un comune sentire. Grillo però declina l'offerta. Durante la campagna elettorale Di Pietro partecipa e aderisce ad alcune iniziative come Parlamento pulito [2] e Le Primarie dei Cittadini [3], dove testimonia simpatia per lo strumento del Blog e della democrazia diretta. In seguito decide di aprire un suo blog dove esprimere le proprie idee e i valori che il partito intende trasmettere con la partecipazione del pubblico.

Si svolgono le elezioni. Il centrosinistra vince per poche decine di migliaia di voti alla Camera dei deputati, dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CdL. Al Senato, si rivela determinante il voto della circoscrizione Estero, che consente all'Unione - pur avendo conseguito meno voti della CdL - di ottenere due seggi in più.

La lista di Italia dei Valori raccoglie 877 mila voti (il 2,3%) alla Camera e un risultato ancora maggiore (986 mila voti - 2,9%) al Senato, eleggendo così 17 deputati (a cui se ne aggiungono 3 eletti per un accordo nelle liste dell'Ulivo) e 5 senatori.

Ad Aniello Formisano viene data la presidenza del Gruppo Misto, cui aderiscono i senatori di Idv, al Senato. Il capogruppo alla Camera, dove Idv possiede un gruppo autonomo, è invece Massimo Donadi.

Antonio Di Pietro è nominato ministro delle infrastrutture nel governo Prodi II. Luigi Li Gotti e Giorgio Calò entrano nella squadra di governo, in qualità di sottosegretari alla giustizia e alle comunicazioni. Leoluca Orlando diviene il nuovo portavoce del partito.

[modifica] Il dopo-elezioni: il caso De Gregorio e l'indulto

Dopo le elezioni IdV si trova al centro dell'attenzione.

  • Pochi giorni dopo l'insediamento del Senato, dove la maggioranza può contare su due seggi di vantaggio sul centrodestra, in occasione dell'elezione dei presidenti di commissione l'Unione va sotto nella commissione Difesa: al posto della candidata ufficiale Lidia Menapace del PRC viene eletto con il sostegno del centrodestra l'esponente del partito di Di Pietro Sergio De Gregorio (ex esponente campano di Forza Italia). Nasce una polemica dentro il centrosinistra. De Gregorio accetta l'incarico contro le indicazioni del suo stesso partito. In seguito a questo fatto De Gregorio viene sospeso dall'incarico di direttore del giornale di IdV "Italia Dei Valori".
  • A luglio del 2006 scoppia una polemica all'interno della coalizione di governo che vede protagonista l'Italia dei Valori e il suo leader Di Pietro, contrari all'approvazione di un provvedimento di indulto, sostenuto, invece, in maniera trasversale da esponenti e partiti di entrambi gli schieramenti. Tale indulto avrebbe effetti su circa 12 mila carcerati. Di Pietro manifesta davanti a Palazzo Madama prima dell'approvazione del provvedimento al Senato, insieme alla Lega Nord, anch'essa contraria. Di Pietro pubblica sul suo sito web personale i nomi dei deputati che hanno votato a favore dell'indulto.

Sostiene Di Pietro:

Collabora a Wikiquote
«È sconcertante, davvero sconcertante, vedere l'Unione rinnegare nei fatti, con questo indulto, il programma che ha presentato ai cittadini e per cui è stata eletta. Il cittadino conta meno di zero, non può scegliere i suoi rappresentanti (con riferimento alla legge elettorale senza preferenze, ndr) e neppure vedere rispettato il programma di governo. A cosa serve l'istituzione parlamentare oggi? Quanto è lontana dagli elettori? È una domanda che noi politici dobbiamo farci e alla quale è necessario dare presto delle risposte.»

La richiesta avanzata da Di Pietro, ma non accolta, era quella di escludere dall'indulto i reati finanziari, societari e di corruzione. Ha votato a favore dell'indulto, però, anche la deputata di Idv Federica Rossi Gasparrini, esponente di Federcasalinghe. Al Senato si è distinto ancora il senatore Sergio De Gregorio che si è astenuto anziché votare contro.

  • Il 7 settembre 2006 il senatore Sergio De Gregorio annuncia ufficialmente di abbandonare il movimento e di voler costituire una componente autonoma nel gruppo misto del Senato senza passare al centrodestra, ma favorevole a una "grande coalizione" tra i due poli. Pochi giorni dopo, il 14 settembre anche Federica Rossi Gasparrini deputata alla Camera dichiara di non riconoscersi più nel movimento. De Gregorio e Rossi Gasparrini costituiscono nel settembre 2006 il movimento politico Italiani nel Mondo (InM).

[modifica] Correnti

Non sono ravvisabili, all'interno del partito, delle particolari correnti formalmente costituite né tendenze interne di diverso orientamento. L'unica manifestazione di dissenso interno, nei confronti della linea di Di Pietro, è stata manifestata in Calabria nel 2005, all'indomani delle elezioni regionali, quando un assessore regionale di Idv, Beniamino Donnici, si schierò contro la decisione di Di Pietro di candidarsi alle primarie, dicendo che il movimento avrebbe dovuto sostenere la candidatura di Romano Prodi, in previsione di un futuro ingresso nel "Partito Democratico" dell'Ulivo. Questa manifestazione, però, portò alla scissione da Idv e alla fondazione di un nuovo movimento regionale, "PartecipAzione - Verso il Partito Democratico", che poi entrerà a far parte del Partito Democratico Meridionale fondato dal presidente della Regione Agazio Loiero.

Per le elezioni del 2006, come si è visto, in questo partito sono confluiti altri movimenti politici che hanno eletto Parlamentari e sono oggi da considerarsi quali correnti dell'IdV:

Dal 7 settembre 2006 ha ripreso la propria autonomia distaccandosi dal partito il movimento Italiani nel Mondo di Sergio De Gregorio. Dal 14 settembre anche Federcaslinghe ha rescisso l'accordo federale.

[modifica] Valori

Sostiene lo statuto di Italia dei Valori:

Il partito si riconosce nell'insieme delle grandi culture riformiste del Novecento: la cultura cattolica della solidarietà sociale e familiare, la cultura socialista del lavoro e della giustizia sociale, la cultura liberale dell'economia di mercato, della libertà individuale e del buon governo, attraversate dalle grandi tematiche dei diritti civili, della questione morale e dei nuovi diritti di cittadinanza alle quali i grandi movimenti ambientalisti, delle donne e dei giovani hanno dato un contributo essenziale. L'Italia dei Valori vuole integrare i tradizionali valori di libertà, uguaglianza, legalità e giustizia con i valori nuovi del nostro tempo: pari opportunità, sviluppo sostenibile, autogoverno, solidarietà e sussidiarietà, responsabilità, iniziativa, partecipazione ed europeismo, nel quadro di un sempre più avanzato federalismo europeo.

Italia Dei Valori aderisce al partito dei liberali europei, ELDR [[4]

[modifica] Risultati elettorali

– Italia dei Valori alle Elezioni Politiche
Elezione Parlamento Voti % Seggi
2001


2006
Camera
Senato

Camera
Senato
1.443.725
1.140.489

877.159
986.046
3,9
3,4

2,3
2,9
0
1

16
4
– Italia dei Valori alle Elezioni Europee
Elezione Parlamento Voti % Seggi
2004
(lista Di Pietro-Occhetto)
Parl. Europeo 694.963 2,1 2

[modifica] Congressi

(da completare)

[modifica] Presidenti

[modifica] Voci correlate

Principali partiti politici italiani
L'Unione L'Ulivo (Democratici di Sinistra - La Margherita) - Rifondazione Comunista - Rosa nel Pugno (Socialisti Democratici Italiani - Radicali) - Comunisti Italiani - Italia dei Valori - Verdi - Popolari UDEUR
Altri: Consumatori - Südtiroler Volkspartei - Partito Democratico Meridionale
Casa delle Libertà Forza Italia - Alleanza Nazionale - Lega Nord
Altri: Democrazia Cristiana per le Autonomie - Movimento per l'Autonomia - Fiamma Tricolore - Azione Sociale - Partito Pensionati - Partito Repubblicano Italiano
Altri Unione dei Democratici Cristiani e di Centro - Nuovo Partito Socialista Italiano - Associazioni Italiane in Sud America - Italia di Mezzo - Italiani nel Mondo
Altri

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