Guerre siciliane
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Le guerre siciliane sono tre conflitti che scoppiarono tra i cartaginesi e i greci per la supremazia sulla Sicilia tra il 480 e il 265 a.C.
Indice |
[modifica] Prima guerra siciliana
[modifica] La crescita di Cartagine
Cartagine, nel V secolo a.C., stava diventando una potenza molto forte. Aveva conquistato molte colonie appartenenti ai Fenici e controllava praticamente l'intero mar Mediterraneo occidentale. Inoltre aveva creato una potente flotta atta a scoraggiare sia i pirati che le nazioni rivali. La flotta, accoppiata al successo e alla crescente egemonia portò Cartagine in un sempre crescente conflitto con la Grecia, l'altro maggior concorrente per il controllo del Mediterraneo centrale.
L'isola di Sicilia, posta alle porte di Cartagine, divenne il teatro di questo conflitto. Fin dai primi giorni sia Greci che Fenici furono attratti dalla grande isola, lungo le coste della quale stabilirono un grande numero di colonie e stazioni di posta. Nel corso dei secoli furono combattute piccole battaglie fra questi insediamenti, ma nel 480 a.C. la Sicilia divenne il terreno principale per la prima grande campagna militare cartaginese.
[modifica] La vittoria greca
Gerone, tiranno di Siracusa, in parte aiutato e supportato dai Greci, tentava di unificare l'isola sotto il suo governo. Questo imminente pericolo non poteva essere ignorato da Cartagine che - forse come parte di un'alleanza con la Persia al momento in guerra con la Grecia - mise in campo il più grande esercito che avesse mai formato, al comando del generale Amilcare. Anche se le cifre tradizionali indicano un numero di 300.000 uomini - quasi sicuramente esagerato - certo Cartagine mostrò una forza formidabile.
Nella navigazione verso la Sicilia, comunque, Amilcare soffrì delle gravi perdite a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Sbarcato a Panormum, Amilcare fu pesantemente sconfitto nella battaglia di Imera dove trovò la morte o per le ferite o per il suicidio suggerito dalla vergogna. Cartagine fu gravemente indebolita dalla sconfitta e il vecchio governo, allora nelle mani della nobiltà, fu sostituito dalla Repubblica Cartaginese.
[modifica] Seconda guerra siciliana
[modifica] Le vittorie di Cartagine
Nel 410 a.C. Cartagine aveva recuperato la sua potenza sotto una serie di governanti di successo. Inoltre molte conquiste militari nel Nordafrica avevano risollevato il morale dell'intera nazione. Nel 409 a.C. Annibale Magone guidò la nuova spedizione in Sicilia riuscendo a conquistare le piccole città di Selinunte (antica Selinus) e Imera prima di rientrare trionfalmente a Cartagine con le loro spoglie. Siracusa, la principale nemica, rimase però intatta e nel 405 a.C. Annibale Magone guidò una seconda spedizione per conquistare l'intera isola. Questa spedizione incontrò una feroce resistenza armata e fu colpita dalla pestilenza. Durante l'assedio di Agrigento, Annibale Magone morì per la peste che decimò le forze cartaginesi.
Il successore di Annibale Magone, Imilcone riuscì a riportare la campagna su migliori binari rompendo l'assedio dei Greci, conquistando Gela e sconfiggendo ripetutamente le forze di Dionisio il nuovo tiranno di Siracusa. Ciononostante, con l'esercito indebolito dalla peste, fu costretto a chiedere la pace prima di ritornare a Cartagine.
[modifica] La vittoria di Dionisio
Nel 398 a.C. Dionisio, riacquistata la sua potenza, ruppe il trattato di pace colpendo la capitale punica in Sicilia, la città fortificata di Motya. Imilcone rispose con decisione guidando una spedizione che non solo riprese Motya ma conquistò Messina e, infine, pose l'assedio a Siracusa stessa. L'assedio terminò con successo nel 397 a.C. ma l'anno successivo la peste colpì ancora l'esercito di Imilcone che capitolò.
[modifica] Terza guerra siciliana
[modifica] L'attacco di Agatocle
La conquista della Sicilia era diventata un'ossessione per Cartagine. Nel corso dei successivi 60 anni Greci e Cartaginesi si scontrarono in una incessante serie di scaramucce. Nel 340 a.C. Cartagine era attestata nell'intero sudovest della Sicilia e una fragile pace regnava sull'isola. Nel 315 a.C. Agatocle, tiranno di Siracusa, assediò Messana (oggi Messina). Nel 311 a.C. invase gli ultimi possedimenti cartaginesi in Sicilia rompendo i correnti accordi di pace e mise Akragas sotto assedio.
[modifica] La campagna a Cartagine
Amilcare, nipote di Annone il Navigatore, guidò la risposta cartaginese riscuotendo un enorme successo. Nel 310 a.C. controllava pressoché l'intera Sicilia e pose ancora sotto assedio Siracusa. Con una mossa disperata Agatocle, nel tentativo di salvare il suo potere, guidò una contro-spedizione di 14.000 uomini contro la stessa Cartagine. Fu un successo. Per fronteggiare questo inaspettato attacco, Cartagine dovette richiamare Amilcare e la maggior parte del suo esercito di stanza in Sicilia. La guerra terminò con la sconfitta di Agatocle nel 307 a.C.. Le forze siracusane dovettero ritornare in Sicilia permettendo però ad Agatocle di negoziare una pace che manteneva a Siracusa il controllo del potere greco in Sicilia.
[modifica] I Mamertini
Una nutrita compagnia di mercenari era stata assunta al servizio di Agatocle. Alla morte del tiranno nel 288 a.C., questi si trovarono improvvisamente senza lavoro. Anziché lasciare la Sicilia si posero all'assedio di Messina, conquistandola. Con il nome di "Mamertini" (figli di Marte), si posero al comando della città terrorizzando i territori circostanti. Per cacciarli, Siracusa e Cartagine si allearono. Cartagine occupò Messina e quindi ebbe il totale controllo sullo Stretto di Messina.
Roma, informata della situazione dai Mamertini, che chiedevano di essere salvati dall'invasione cartaginese, inizialmente non prese posizione. Con la conquista di Messina, i Romani videro indebolirsi il loro controllo sui mari della Sicilia e per difendere i propri interessi dichiararono guerra a Cartagine. Questo segnò l'inizio delle Guerre puniche.
[modifica] Voci correlate
- Cartagine
- Storia della Sicilia fenicia
- Storia della Sicilia greca
- Tiranni di Gela e Siracusa
- Guerre puniche
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