Motta Sant'Anastasia
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Motta Sant'Anastasia | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Sicilia | ||
Provincia: | Catania | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 275 m s.l.m. | ||
Superficie: | 35 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 292 ab./km² | ||
Frazioni: | Piano Tavola, Sigonella | ||
Comuni contigui: | Belpasso, Camporotondo Etneo, Catania, Misterbianco | ||
CAP: | 95040 | ||
Pref. tel: | 095 | ||
Codice ISTAT: | 087030 | ||
Codice catasto: | F781 | ||
Nome abitanti: | mottesi | ||
Santo patrono: | Sant'Anastasia | ||
Giorno festivo: | 25 agosto | ||
Sito istituzionale | |||
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Motta Sant'Anastasia è un comune di 10.233 abitanti della provincia di Catania.
Il paese è situato sul versante del monte Etna, dista 12 km da Catania, e si sviluppa su una rupe di origine basaltica, formatasi in epoca glaciale. Data l'imponente massa monolitica, detta,secondo un'antica leggenda, ombelico dell'Etna, tale area ha ricoperto una grande importanza sotto un punto di vista militare.
Indice |
[modifica] Storia
Motta, come altre città della Valle del Simeto, ha origini antiche. Studi archeologici risalenti al 1954 nella contrada Ardizzone, attestano la presenza greca nel territorio intorno a secoli V-IV a.C. Il periodo romano, invece, è testimoniato dal ritrovamento di alcune monete risalenti al periodo del grande impero, e da un mosaico rinvenuto in contrada Acquarone, appartenente ad una villa.
Sull'origine del nome Motta Sant'Anastasia esistono diverse ipotesi. Secondo alcuni studiosi Motta (nome preromano) e Anastasia (nome greco-bizantino) hanno significati simili ed indicano la natura del luogo, il tipico rilievo del territorio che da secoli è caratterizzata dal Neck e i dintorni di Motta Sant'Anastasia. Successivamente nei secoli XII-XIV, i due nomi furono accostati ed i cittadini si associarono nella devozione e nel culto di Sant'Anastasia, patrona della cittadina.
Motta, fin dal periodo di Dionisio, tiranno di Siracusa, ricoprì un ruolo di notevole importanza come roccaforte di avvistamento e di difesa.
Tale ruolo crebbe durante il periodo normanno con Ruggero d'Altavilla che vi fece edificare una torre per presidiare l'imbocco della piana di Catania e proteggere così i possedimenti normanni dalle continue incursioni saracene. Le caratteristiche del territorio, i resti delle strutture di difesa e quelle abitative evidenziano la tipicità medievale della cittadina. "La Motta", infatti, consisteva in un luogo sopraelevato da dove era possibile controllare l'intero territorio circostante. In Inghilterra, intorno al 1066, sulla "Motta" dei luoghi di conquista, i Normanni costruivano una torre di legno per difendere i territori occupati. Ma in Sicilia, per la carenza di foreste, i Normanni dovettero edificare le loro torri con pietra basaltica. A Motta tale costruzione facilitata dalla conformazione morfologica del luogo, che ben si prestava all'edificazione dell'avamposto difensivo.
Il primo insediamento fuori dalle mura fu il quartiere Urnazza che, intorno al 1500, sorse nei pressi dell'attuale chiesa di Sant'Antonio, allora luogo di sepultura dei quartieri "Urnazza" e "Matrice".
Nel 1526 la città diventò feudo di Antonio Moncada, conte di Adernò, e per quattro secoli, fino al 1900, il castello fu destinato essenzialmente a essere una prigione.
Nella seconda metà del 1600 vi erano a Motta 560 abitanti. Tra la seconda metà del 1700 e il 1800 cominciò meglio a delinearsi la struttura del paese, con la nascita di nuovi quartieri, come quelli di "Croce", "Pozzo", "Sciddichenti".
Nel 1798 gli abitanti di Motta divennero 1400 e nel censimento del 1831 arrivarono a 2181.
L'1 gennaio 1820 il tribunale di Catania istituì il comune di Motta Sant'Anastasia.
Il Neck
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Il Neck è la rupe su cui è stata edificata la parte più antica di Motta Sant'Anastasia,ed essa è di origine vulcanica.Una lunga ed intensa eruzione risalente a 550.000 anni fa provocò la formazione di un cono vulcanico. Nel corso dei secoli,a causa dei processi di erosione,il cono ha assunto l'attuale forma a "rocce colonnari" prismatiche a sezione esagonale e pentagonale più o meno regolari,raggiugendo l'altezza di 65 metri. Quello di Motta è l'unico esempio di "Neck" presente in Italia. Altri casi si riscontrano in Francia (Le Puy del Velay), in Algeria (Tamanrasset-Ahaggar) e negli U.S.A. (Missouri, Montana, Arizona, Utah, Nuovo Messico).La vegetazione presente sulla roccia è costituita da licheni e fichi d'India (Opuntia Ficus Indica Mill). |
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[modifica] La torre normanna (Dongione)
La torre di Motta (o Dongione) fu costruita tra il 1070 e il 1074 (pare sul rudere di una torre araba) per volontà del gran conte Ruggero il Normanno. Il massiccio torrione a pianta rettangolare (con dimensioni:21,54 x 9 x 17,10 m) è alto circa 21 metri e rappresenta una tipica struttura a carattere difensivo del tardo medioevo. La copertura a terrazza conserva la quasi intatta merlatura (22 merli a testa arrotondata).
La struttura è costituita da tre elavazioni. Solo la prima di queste presenta ancora le finestre originali ad arco a sesto acuto (esterno) e a tutto sesto (interno). Le altre due finestre quadrate, degli altri livelli, come l'attuale porta d'ingresso, risalgono invece al XV secolo.
Il piano terra era destinato ad alloggio militare. In esso sono visibili una serie di feritorie per la difesa.
Sempre al piano terra fu ricavata la cisterna per la raccolta delle acque piovane e dove, come scrive l'umanista Lorenzo Valla, fu rinchiuso il conte di Modica, Bernardo di Cabrera. Il primo piano era destinato all'allogio del comandante della guarnigione. Il secondo piano è caratterizzato da un arco a sesto acuto. Le tre elevazioni erano colllegate tra loro da una serie di scale a pioli retrattili di legno. Già nel 1091, il castello venne concesso alla istituenda diocesi di Catania che ne detenne il possesso fino alla fine del XIII secolo. Nel XIV secolo, per diciannove anni (1355-1374) fu dimora del conte Aidone, Enrico il Rosso.
Dopo essere stato proprietà di Rinaldo Perollo, nel 1408 il castello fu acquistato da Aloisio Sanchez. Successivamente, nel 1526, Antonio Moncada, conte di Adernò, per 1210 once acquisto la terra di Motta ed il castello che rimasero proprietà dei suoi discendenti fino al 1900, anno in cui venne acquistato dal Comune.
[modifica] Le Chiese
Originariamente nel XIII secolo,quando fu edificata, presentava una struttura a pianta centrale, secondo la tipica liturgia bizantina. Succesivamente fu ampliata nel XV e nel XVI secolo e la sua forma divenne a croce latina, simile allo schema planimetrico della Basilica romana. L'attuale campanile venne costruito solo nel Settecento. La chiesa madre si trova nel borgo, nei pressi della Torre normanna, ed è raggiungibile percorrendo la via Castello. È dedicata a Maria SS. del Rosario.
Al suo interno sono custoditi una pregevole pala d'altare ed il quadro della Madonna del Rosario appartenenti alla scuola di Antonello da Messina, il quadro della Madonna del Carmelo della stessa scuola, un crocifisso del 1500 e il simulacro in cartapesta di San Giuseppe. La statua sacra, nonostante la qualità del suo materiale, è di notevole pregio artistico. Da notare le venature delle mani del santo lavoratore e l'espressione patriarcale del suo viso.
La torre campanaria è settecentesca. Nella parte alta di essa sono visibili due martinelle del vecchio orologio meccanico oggi non più esistente. La campana porta incisa una epigrafe latina che ricorda la sua ricollocazione nel 1835.Si trova nel borgo medievale, nella piazza dell'Immacolata, sempre nei pressi della Torre. Rappresenta la più antica struttura religiosa cittadina di cui si hanno tracce, risalente all'epoca medievale, ma ricostruita successivamente intorno al XVII secolo.
Pare che la chiesa sia stata il primo edificio a custodire le reliquie della Santa Patrona Anastasia. Sopra l'altare maggiore è posto il simulacro dell'Immacolata Concezione di inestimabile valore artistico. L'opera è del 1600 ed è di stile andaluso: lo testimonia la raggiera dorata che aureola la statua con lingue di fuoco.
All'interno della chiesa sono custodite alcune tele di autori ignoti del XVII e XVIII secolo, raffiguranti: Santa Barbara, Sant'Agata e Santa Lucia, la Sacra famiglia, i santi Gioacchino, Anna e Giuseppe con Maria e Gesù] e San Nicola di Bari.Una delle due campane reca impresso l'anno 1815 e un medaglione con l'effige dell Vergine Maria.La piccola chiesa della Madonna delle Grazie è situata nei pressi della Matrice, lungo la salita di via Castello. A ridosso del suo piccolo ingresso sono state edificate, nel tempo, delle abitazioni. Per questa ragione l'edificio non è individuabile al primo sguardo.
Costruita nel XVIII secolo conserva ancora la campana originale con impressa la data "Anno Domini 1775".Edificata nel XVII secolo tra l'odierna piazza Umberto e il quartiere Urnazza, fu demolita perché ritenuta pericolante. Nello stesso luogo è stata edificata la nuova chiesa, sempre dedicata a Sant'Antonio di Padova. Vi sono conservati una reliquia del santo, un piccolo frammento osseo donato da padre Michelangelo Tedeschi di Paternò, e un crocifisso ligneo del XVII secolo. Interessanti le vetrate a mosaico, progettate dall'inglese Butler, e la via crucis, a basso rilievo su legno, eseguita dall'intagliatore Pietro Terzo. Nelle vetrate sono raffigurate scene stilizzate delle "beatitudini evangeliche" che simboleggiano i sette sacramenti. Nella via cruci, invece, spicca la figura di Satana che scompare gradualmente dallo scenario per essere definitivamente sconfitto all'avvicinarsi della morte e resurrezione del Cristo Redentore. La struttura della chiesa è di piccole dimensioni e l'architettura moderna. La facciata pentagonale è stata realizzata da un'artista mottese autodidatta, Rosario Valenti, che già aveva dato prova della sua perizia artistica con i pannelli laterali della "vara" di Sant'Antonio raffiguranti alcuni miracoli del santo.
Il tema dei miracoli è stato riprodotto anche nella facciata realizzata con bassorilievo in acciaio inossidabile dentro una cornice di rame. Spicca la scultura in rame a tutto tondo di Sant'Antonio mentre predica da una palizzata posta sopra un albero di noce (adesso la palizzata e la scultura sono state rimosse).[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Antonino Santagati dal 28/06/2004
Centralino del comune: 095 7554211
Email del comune: info@comune.mottasantanastasia.ct.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
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