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Norcia - Wikipedia

Norcia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Norcia
Stato: Italia
Regione: Umbria
Provincia: Perugia
Coordinate:
Latitudine: 42° 48′ 0′′ N
Longitudine: 13° 6′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 604 m s.l.m.
Superficie: 274 km²
Abitanti:
4.694
Densità: 17 ab./km²
Frazioni: Vedi elenco 
Comuni contigui: Accumoli (RI), Arquata del Tronto (AP), Cascia, Castelsantangelo sul Nera (MC), Cerreto di Spoleto, Cittareale (RI), Montemonaco (AP), Preci
CAP: 06046
Pref. tel: 0743
Codice ISTAT: 054035
Codice catasto: F935 
Nome abitanti: nursini 
Santo patrono: San Benedetto 
Giorno festivo: 21 marzo, 11 luglio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia
Norcia Panorama della città
Norcia
Panorama della città

Norcia è un comune di 4.694 abitanti della provincia di Perugia. La cittadina è posta ad una distanza di 96 Km dal capoluogo umbro, a circa 600 m slm e al limitare nord dell'altopiano di Santa Scolastica, un pianoro di origine tettonica collocato nel cuore dell'Appennino umbro-marchigiano ed inserito nel comprensorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Indice

[modifica] Storia

Tracce di insediamenti umani nella valle risalgono al Neolitico, mentre è testimoniata con certezza una presenza umana continuativa a partire dal VIII secolo a.C. La fondazione della città risale probabilmente al V secolo, per opera dei Sabini, che a Norcia collocano l'avamposto più settentrionale del territorio da essi controllato. Probabilmente il nome Norcia deve essere posto in relazione con il nome etrusco Northia della dea Fortuna romana.

La città è alleata di Roma nella guerra contro Cartagine e diventa nel II secolo a.c. prima Prefettura e quindi Municipio nella IV Regione Sabina. Nella guerra civile che vede Ottaviano contrapposto ad Antonio Norcia si allea con quest'ultimo e ne condivide la sorte all'indomani della sconfitta patita ad opera del futuro primo imperatore. Nel 250, la città ospita il vescovo folignate San Feliciano che la converte al Cristianesimo e diventa sede di una importante diocesi già a partire dal IV secolo.

Con la decadenza dell'Impero Romano d'Occidente e le invasioni che ne conseguono ad opera delle popolazioni barbariche, Norcia viene a più riprese saccheggiata e devastata prima dai Goti e quindi dai Longobardi che la sottomettono e la assoggettano poi al Ducato Longobardo di Spoleto. Proprio in questo periodo, alla fine del V secolo, Norcia vede la nascita del suo cittadino più illustre, San Benedetto fondatore del monachesimo occidentale.

Nonostante la sua collocazione in una regione montuosa e non facilmente accessibile la cittadina umbra subisce ripetuti attacchi da parte di pirati Saraceni all'inizio del IX secolo.

Durante l'alto medioevo Norcia attraversa un periodo di profonda depressione e decadenza economica che la vedono quasi soccombere sotto il peso di un elevatissimo tasso di emigrazione e di un alto indice di mortalità. L'agricoltura autarchica di sopravvivenza caratteristica di questo periodo storico determina lo sviluppo dell'allevamento del maiale la cui carne, lavorata e rivenduta ai centri urbani vicini, diviene un importante mezzo di sostentamento e di scambio per i contadini della zona, altrimenti privi di altre risorse fondamentali.

Nel corso di tutto il Medioevo Norcia è città guelfa subordinata al dominio papale ma riesce comunque a costituirsi in libero comune all'inizio del XII secolo e a vivere un periodo di relativa floridezza economica. Particolarmente interessante e meritevole di citazione è il connubio che si instaura in questo periodo tra la città e la abbazia benedettina di Sant'Eutizio, collocata nel territorio della odierna Preci. Connubio che tra l'altro da luogo alla nascita della cosiddetta Schola Chirurgica nella quale le conoscenze anatomiche dei monaci si fondono con le conoscenze empiriche e le pratiche chirurgiche che gli allevatori nursini sono in grado di svolgere con successo sui suini. La scuola chirurgica nursina viene riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa che autorizza un esiguo gruppo di persone, provenienti da alcune famiglie locali, a eseguire interventi chirurgici fino ad ora esclusivamente praticati da religiosi.

Tra il 1200 e il 1300 Norcia è impegnata in continui conflitti con le vicine città di Amatrice e Arquata del Tronto, alleate di Ascoli, che nel 1255 portano Norcia a stipulare il trattato di cessione dei territori di Arquata del Tronto, Accumoli, Tufo, Rocchetta e Capodacqua ad Ascoli.

All'inizio del 1300, Norcia consolida la sua influenza economica e il suo prestigio politico che la vedono, insieme con Visso, ricoprire il ruolo di principale centro urbano nella regione montuosa che la circonda. Vengono costruite delle mura di difesa ma la vicinanza della potente Spoleto la costringe ad una conflittualità costante che alla fine mina irreparabilmente le prospettive di sviluppo e di potere politico.

Nel 1354 è definitivamente assoggettata alla Chiesa, ma già nel 1324 a causa di un catastrofico terremoto che distrugge la maggior parte degli edifici pubblici e privati provocando numerose vittime, Norcia subisce un colpo di grazia definitivo alle sue ambizioni territoriali.

Nel tardo Rinascimento, i pontefici assegnano a Norcia la sede di una Prefettura Pontificia con giurisdizione su gran parte dei territori montuosi circostanti, posti da una parte e dall´altra del versante appenninico, consolidano a scopo difensivo la cinta muraria che a tutt'oggi cinge, pressoché intatta, l'antico centro abitato e erigono, su disegno del Vignola, la fortezza detta della Castellina che con il suo stile sobrio ma elegante, domina la piazza centrale della città dedicata a San Benedetto.

Nel XVII secolo Norcia, fortemente vincolata a Roma da una forte dipendenza politica ed amministrativa, vive un interessante periodo di vivacità artistica e culturale, come riflesso allo splendore barocco che le corti papali inaugurarono sulle rive del Tevere in quel periodo. Si intensificano infatti gli scambi culturali con altre città della penisola e alcuni artisti di fama giungono a Norcia per dipingervi alcune opere. Sorge una accademia letteraria, vengono aperte delle scuole e fondato un teatro e la città si popola di chiese, conventi e monasteri.

Nel corso del XVIII secolo la città è nuovamente sconvolta da una serie di terremoti catastrofici che ne sconvolgono l'assetto urbanistico. La ricostruzione che si rende necessaria cancella in gran parte la personalità medioevale della cittadina umbra e imposta la struttura tipicamente ottocentesca che è oggi visibile in gran parte del centro storico.

Norcia, fortemente e tradizionalmente filo-papale, respinge dapprima in armi un tentativo di instaurare nella zona un governo filo-francese nel 1798 ma viene successivamente inclusa nella Repubblica che sotto il dominio napoleonico, controlla Italia centrale sino alla Restaurazione, che ristabilisce il potere pontificio sulla regione.

Il 1859 è teatro di un nuovo devastante terremoto che, secondo quanto riportato dal sito ufficiale del comune di Norcia, distrugge 600 edifici sui 676 esistenti. L'amministrazione pontificia impone da quel momento delle rigide norme che proibiscono di elevare nella città edifici oltre i tre piani di altezza e prescrivono l'impiego di particolari materiali da costruzione.

Nel 1860, all'indomani dei plebisciti di annessione, Norcia si unisce al nuovo Regno d'Italia ma con l'avvento del XX secolo la città vive uno dei momenti economici più difficili. L'agricoltura tradizionale non riesce a sostenere la concorrenza delle agriculture intensive già pre-industriali e le campagne vivono nuovamente un periodo di forte emigrazione in diverse direzioni: verso gli Stati Uniti dove, tra Pennsylvania e Ohio, si stabiliscono colonie numerose di Nursini e soprattutto verso Roma dove gli esperti artigiani nell'arte della lavorazione del maiale impiantano e gestiscono numerose attività commerciali nel settore (Norcinerie).

Il fenomeno migratorio prosegue per gran parte del secolo e porta ad un progressivo spopolamento delle campagne e delle piccole frazioni che circondano la cittadina.

L'ennesimo terremoto (1979), che provoca il crollo di alcune cavità sotto l'area cittadina facendo sprofondare numerose case sotto il loro peso, sconvolge ulteriormente il territorio e causa seri danni a tutto il patrimonio artistico e alla gran parte degli edifici privati, ma il piano di risanamento e di ricostruzione che prende il via negli anni successivi e si protrae per tutti gli anni 80, seppur tra polemiche politiche violentissime e denunce alla magistratura per casi di corruzione e clientelismo, porta ad una rinascita economica della zona, con l'avvio di una piccola attività industriale, l'abbandono della attività agricola di sussistenza e soprattutto con la promozione turistica alberghiera che diventa preponderante nel bilancio economico della cittadina.

La Norcia contemporanea è una città a forte vocazione turistica per la quale l'emorragia demografica sembra essersi arrestata. Il territorio assiste ad una crescita della popolazione ed ad un rinascere anche delle piccole frazioni, un tempo quasi abbandonate. Come il resto della regione Norcia è caratterizzata da una certa immigrazione, dovuta soprattutto a manodopera straniera richiamata dalla possibilità di lavoro stagionale offerto dalla industria alimentare e da quella turistica.

Le attività tradizionali, legate alla lavorazione della carne di maiale e della raccolta del tartufo nero, unite alla bellezza paesaggistica del comprensorio montano, ne fanno una meta discretamente ambita da parte di clientela anche internazionale che, soprattutto in estate, affolla i numerosi alberghi e centri di ospitalità.

[modifica] Ambiente

L´altopiano di Santa Scolastica L'altopiano di Santa Scolastica in direzione nord. Sullo sfondo la cittadina di Norcia, in primo piano alcune frazioni.
L´altopiano di Santa Scolastica
L'altopiano di Santa Scolastica in direzione nord. Sullo sfondo la cittadina di Norcia, in primo piano alcune frazioni.
Castelluccio L'altopiano di Castelluccio di Norcia
Castelluccio
L'altopiano di Castelluccio di Norcia

Dal punto di vista geografico e naturalistico Norcia è collocata nel punto di raccordo di due realtà paesaggistiche assai diverse ma contigue: la Valnerina, ovvero il comprensorio della stretta valle fluviale scavata dal fiume Nera e dai suoi affluenti, con le sue pendici montane scoscese ricoperte di vegetazione a foglia caduca, e i Monti Sibillini, la zona montuosa di origine tettonica caratterizzata da vette in grado di raggiungere e superare i 2000 metri di altezza, con pendii erbosi o ricoperti da faggete, arrotondati dalla azione glaciale e eolica, all'interno della quale si aprono vasti altopiani carsici sfruttati per il pascolo di bovini e di greggi e ricchi di specie floreali montane tra le quali l' artemisia, l'anemone, la genziana e il giglio martagone.

I boschi che circondano la valle sono popolati dal capriolo, dal gatto selvatico e dallo scoiattolo mentre negli anni passati, grazie ad opere di ripopolamento, ha potuto fare la sua ricomparsa anche il cinghiale. Nelle faggete di alta montagna sono segnalati alcuni piccoli branchi di lupo appenninico, che vivono però in difficile equilibrio con la presenza umana legata soprattutto alla pastorizia, ampiamente praticata nella zona. Rara ma presente l'aquila reale, mentre sono relativamente frequenti le specie del falco pellegrino, del picchio rosso e del picchio muraiolo.

Nelle acque del Lago di Pilato, un piccolo bacino lacustre dal livello variabile, alimentato dallo scioglimento nevoso, posto in una conca glaciale in prossimità della cima del Monte Vettore, vive una specie endemica di crostaceo: il Chirocefalo del Marchesoni.

I fenomeni carsici sono assai frequenti e in prossimità del centro urbano, a ridosso delle mura cittadine, danno luogo a delle risorgive localmente denominate Marcite, ovvero zone in cui l'acqua, raccolta e ridistribuita attraverso un razionale sistema di canali, allaga in maniera continuativa e controllata per lunghi periodi dell'anno ampie zone di terreno, consentendo la raccolta di un fieno abbondante.

In alta montagna il fenomeno si manifesta con la presenza di numerosi inghiottitoi che, soprattuto nella parte meridionale dell'altopiano del Castelluccio, sono ben visibili per estensione e morfologia.

L'altopiano del Castelluccio è costituito da un sistema di diversi bacini glaciali svuotatisi in era geologica in seguito ad una serie di sconvolgimenti tettonici. L'altopiano si sviluppa su una direttiva Nord-Sud per una lunghezza complessiva di circa 20 km e prende il nome dal piccolo centro abitato che occupa una delle sue sommità calcaree marginali. Il Pian Grande rappresenta l'altopiano di maggiore estensione ( circa 15 km quadrati): ad esso si aggiungono degli altipiani minori (Pian Piccolo, Pian Perduto, Quarto San Lorenzo e il Pian dei Pantani). Nella tarda primavera l'altopiano è teatro di un particolare fenomeno naturale denominato Fioritura e dovuto appunto alla fioritura contemporanea di decine di specie floreali diverse che danno luogo ad un tappeto multicolre che ricopre tutta la valle.

Piazza San Benedetto Al centro della foto la basilica di San Benedetto con a destra il portico delle misure. A sinistra, parzialmente visibile, il palazzo comunale. Al  centro della piazza la statua del santo
Piazza San Benedetto
Al centro della foto la basilica di San Benedetto con a destra il portico delle misure. A sinistra, parzialmente visibile, il palazzo comunale. Al centro della piazza la statua del santo

[modifica] Arte

Il patrimonio artistico della cittadina nursina, seppur ancora cospicuo ed interessante, risente purtroppo degli eventi sismici, spesso catastrofici, che nel corso dei secoli hanno inferto ferite gravissime, distruggendo monumenti importanti e tracce di un passato remoto che risale all'epoca pre-romana.

Il fulcro artistico-monumentale della città ruota certamente intorno alla sua piazza centrale dove, con una organizzazione di sapore rinascimentale si concentrano gli edifici simbolo della identità nursina:

- La Basilica di San Benedetto la cui costruzione originale, con la splendida facciata gotica, il rosone e i fregi dei 4 evangelisti risale al XII secolo. La tradizione vuole che sia stata costruita sui resti della casa natale del santo ma piu' probabilmente nello stesso luogo sorgeva una basilica di epoca romana andata successivamente distrutta.

- il Portico delle Misure, un mercato dei cereali al coperto, con le misure di capacitá in pietra ancora ben visibili, edificato a ridosso della basilica nel 1570.

Piazza San Benedetto Il Palazzo fortificato della Castellina sul lato occidentale della Piazza San Benedetto. Un tempo sede del governatore pontificio, ospita oggi un museo e mostre temporanee
Piazza San Benedetto
Il Palazzo fortificato della Castellina sul lato occidentale della Piazza San Benedetto. Un tempo sede del governatore pontificio, ospita oggi un museo e mostre temporanee

- La Castellina, la residenza fortificata sede della prefettura e dei governatori pontifici, edificata nel 1554 su disegno del Vignola.


- La Cattedrale di Santa Maria Argentea, edificata sul sito occupato da una pieve demolita nel 1554 per far posto alla Castellina, ospita alcune opere di autori fiamminghi e un trittico murario del XVI secolo di Francesco Sparapane.

Piazza San Benedetto Il Palazzo Comunale.
Piazza San Benedetto
Il Palazzo Comunale.

- Il Palazzo Comunale, edificio risalente al XIV secolo, ampiamente ristrutturato nel XIX secolo a causa dei danneggiamenti riportati negli eventi sismici precedenti.

- Il monumento a San Benedetto da Norcia eseguito da Francesco Prinzi in occasione del XIV centenario della nascita del santo.

Più decentrato rispetto alla Piazza San Benedetto, ma sempre di notevole interesse artistico, è il complesso Monumentale di San Francesco la cui costruzione risale al XIV secolo e che ospita oggi l'archivio comunale e la biblioteca civica.

Altro esempio di facciata gotica che ricalca la struttura della abbazia patronale è rappresentato dalla Chiesa di Sant'Agostino, del XIV secolo.

Nei pressi della Porta Ascolana il Criptoportico ospita alcuni reperti archeologici rinvenuti in zone diverse della città ed appartenenti principalmente alla civiltà sabina.

All'esterno della cinta muraria sono numerosi i monumenti di un certo interesse artistico. La Madonna Bianca, nei pressi della località denominata Forca d'Ancarano, è una costruzione pregevole risalente al XV secolo.

In localitá Campi risulta molto interessante la parrocchiale di Sant'Andrea, all'interno del centro abitato con la sua architettura originale e funzionale e il suggestivo loggiato aereo di pianta triangolare che la caratterizza.

Sempre nei pressi della frazione di Campi è da visitare la pieve di S. Salvatore con i due rosoni e i due portali di epoche diverse.

A 12 km dal centro abitato, nei pressi della frazione di Savelli, sono visibili i ruderi della Madonna della Neve, una elegante costruzione a pianta ottagonale, edificata su disegni del Bramante, andata pressoché distrutta nel corso del sisma del 1979 e non ancora riedificata.

Nei pressi della frazione di San Pellegrino sorge il convento di Santa Maria di Montesanto, un edificio del XIV secolo eretto dai frati Clareni ed affidato via via nel corso dei secoli a diversi ordini religiosi, sino all'inizio del secolo scorso, da quando giace abbandonato. Il convento, in pessimo stato di conservazione, possiede un pregevole chiostro interno, una chiesa attigua con alcune tele del XVII secolo ed una statua lignea di Madonna con bambino risalente al XIV secolo, oggetto di particolare devozione da parte della popolazione.

[modifica] Feste e Tradizioni

- 6 Gennaio: Festa delle Pasquarelle. Rinnovando la tradizione cristiana della Epifania e in relazione con altri riti simili che si svolgono nello stesso giorno dell'anno nel resto d'Europa, i Pasquarellari, un gruppo di persone al suono di tamburelli e piccoli strumenti a percussione, vanno di casa in casa dove, con canti in dialetto nursino (Pasquarelle) viene annunciata la nascita del Messia.

- 17 Gennaio: Sant'Antonio Abate. Benedizione degli animali, del sale e del grano con sfilata nelle vie della città´ e successiva asta delle agnelle.

- 21 Marzo: San Benedetto. In occasione della festa del santo fondatore del monachesimo occidentale una fiaccola, che ha precedentemente viaggiato per diversi paesi europei, giunge finalmente a Norcia. La fiaccola simboleggia la diffusione della regola benedettina in tutti i paesi del continente. Corteo storico in costume e cerimonia della Offerta del Pallio da parte dei 27 castelli in cui un tempo era organizzato e suddiviso il territorio della cittá.

- Venerdì di Pasqua: Processione del Cristo morto lungo le strade e a ridosso delle mura della città.

- 30 Aprile: Piantamaggio. Rito ancestrale della fertilitá e del risveglio primaverile. Un albero di pioppo, privato della corteccia, adornato di una fronda e generalmente della bandiera nazionale, viene piantato nottetempo nella piazza del paese, in un clima di festa e di grande convivialitá.

- 9 Dicembre: Festa dei Fauni. Nelle campagne circostanti la città, una volta sopraggiunta la notte, al suono di organetti e al canto di stornelli in dialetto nursino, si dà fuoco a delle pire (Fauni) di ginepro per celebrare la ricorrenza della Madonna di Loreto. I fuochi, nella tradizione popolare, illuminano il cammino degli angeli che dalla Terra Santa portano in salvo a Loreto la casa della Vergine. In realtá la festa ha origine pagane e si ricollega ai riti della luce che, al sopraggiungere del solstizio di inverno, sono comuni in diverse culture europee.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Nicola Alemanno dal 12-13/06/2004
Centralino del comune: 0743 824911
Email del comune: disponibile non disponibile

[modifica] Frazioni

Agriano, Aliena, Ancarano, Biselli, Campi, Casali di Serravalle, Castelluccio, Cortigno, Forca Canapine, Forsivo, Frascaro, Legogne, Nottoria, Ocricchio, Ospedaletto, Paganelli, Pescia, Piediripa, Popoli, San Marco, San Pellegrino, Sant'Andrea, Savelli, Serravalle, Valcaldara

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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