Luserna (TN)
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 1.333 m s.l.m. | ||
Superficie: | 8 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 37 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Levico Terme, Caldonazzo, Lavarone, Rotzo (VI), Pedemonte (VI), Valdastico (VI) | ||
CAP: | 38040 | ||
Pref. tel: | 0464 | ||
Codice ISTAT: | 022109 | ||
Codice catasto: | E757 | ||
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Luserna (in tedesco cimbro: Lusèrn) è un comune di 292 abitanti della provincia di Trento ed è un'isola linguistica cimbra.
Indice |
[modifica] Geografia
Luserna si colloca sul confine centromeridionale di un grande altopiano che si snoda nelle zone di Folgaria e Lavarone, e di lì al Passo di Vezzena (1402 m s.l.m.) dove, attraverso la stretta forcella della Valle dell'Assa, si arriva sino al vicino Altopiano dei Sette Comuni. Il territorio, caratterizzato da terrazzamenti naturali, si protrae sulla sottostante Valle dell'Astico creando profonde valli e strapiombi, con dislivelli anche di seicento metri. I suoi confini naturali sono segnati dal solco della Val Torra, ad oriente, e dal Rio Torto, all'estremità opposta. La superficie dell'altopiano è circa di 20 Kmq ma, attualmente, solo otto di questi - compresi tra le quote di 1200 e 1550 m s.l.m. - appartengono amministrativamente alla comunità in questione. I restanti dodici sono frammentati dai molti comuni che in questa zona godono di diritti di proprietà: particolarmente esteso è il territorio di Levico Terme, il quale detiene gran parte delle Vezzene, seguono poi Caldonazzo con Monterovere, e Lavarone con Millegrobbe e Laghetto. A sud il villaggio confina anche con Pedemonte e Casotto, entrambe situate ai piedi della montagna. La morfologia del paesaggio fa si che la zona sia moderatamente ondulata e che le cime superino difficilmente i duemila metri d'altezza. L'insediamento si costituisce di soli due nuclei: Luserna (a 1333 metri di quota) si snoda su di un piccolo lembo di terra pianeggiante, che si dipana da levante a ponente, a cavallo del cosiddetto Tal vo Sant'Antone (Valle di Sant'Antonio) e Tezze (collocato a 1288 m s.l.m.) in una valletta ad ovest del nucleo centrale. La struttura è quella del classico Strassendorf, vale a dire un paese che si sviluppa lungo una strada. Sull'altura a monte dell'abitato, in un intervallo pianeggiante nel versante della montagna, si trovano gruppi d'edifici isolati denominati Hüttn (Baite).
Oltre il crinale di Malga Campo, in una valletta a monte delle sorgenti della Torra, si trovano i tre nuclei del "villaggio estivo" di Bisele: Untarhaüsar (Case di Sotto), Obarhaüsar (Case di Sopra) e Galen (da Galeno, soprannome di una famiglia locale). Tradizionalmente le vie di comunicazione che congiungevano il piccolo altopiano con gli altri villaggi sparsi nella zona erano poche ed in cattive condizioni. Anticamente la via più importante era quella che, scendendo i dirupi sottostanti il paese, arrivava a Brancafora. Questa però era semplicemente un sentiero, impraticabile durante l'inverno per la sua pericolosità. Il collegamento con Passo Vezzena, e di lì con Asiago, era invece assicurato dalla vecchia strada che salendo lungo l'Eck (dosso, storica contrada del paese) portava verso Millegrobbe. La strada per Lavarone, quella che oggi è la principale via di collegamento con il fondovalle, fu realizzata solo tra il 1882 ed il 1885. Ai primi di questo secolo fu costruita la carrozzabile che da Monterovere conduce a Caldonazzo.
L'aspetto dei territori che circondano Luserna è fortemente segnato dalla mano dell'uomo. Vi si leggono i tentativi e gli sforzi compiuti da questa gente per recuperare ogni metro di terra. L'elemento architettonico più forte è la pietra, usata per realizzare campi e orti terrazzati che risolvono l'elevata pendenza di certi luoghi, consentendone lo sfruttamento e ampliando le risorse. Le zone più pianeggianti, segnate anch'esse da una fitta rete di mura a secco - questa volta per demarcarne la proprietà - erano invece utilizzate a pascolo.
I tratti caratteristici di questo territorio antropizzato di cogliere l'antico equilibrio tra prati, pascoli e boschi. Se ne ricava una realtà che va interpretata come il tentativo, di una società con chiare e definite radici culturali, di piegare un ambiente ostile.
Luserna è subito individuabile come una comunità di alta montagna e l'influenza dei suoi milletrecento metri di quota non è da sottovalutare. Nei mesi più freddi dell'anno a ciò si aggiunge anche il vento proveniente da nord, che non trovando ostacoli sul suo percorso, investe il paese. Per contro l'inclinazione a sud-ovest di questa grande terrazza calcarea, e la particolare ampiezza d'orizzonte rispetto alle montagne di fronte, fa si che l'insolazione sia la massima possibile. Per quanto riguarda le precipitazioni queste sono abbastanza buone, aggirandosi sui 1200 mm/annui. La vegetazione si caratterizza per essere costituita principalmente da boschi misti, con essenze legnose a foglia caduca e conifere. Particolarmente diffusi sono il faggio, l'abete - nelle varietà rosso e bianco - e il larice.
Tratto da C. Prezzi, La vita di allora: risorse e economia nella comunità germanofona di Luserna.
[modifica] Storia
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Eredi di antichi coloni
Stando ai resti pervenutici di antichi forni per la fusione del rame risalenti al 1200 a. C., il monte di Luserna risulta già abitato in età preistorica, ma circa l'origine e la consistenza di questi primi coloni ci è dato di sapere ben poco. Sicuri si è del fatto che in epoca medioevale la zona fu colonizzata da genti di origine tedesca, portati su questi monti principalmente per opera del Principe Vescovo di Trento Federico Vanga. In questo periodo il territorio montano compreso tra i fiumi Adige e Brenta, fino a quel momento in prevalenza disabitato, vide la nascita di piccole comunità rurali dedite al taglio del legname e alla pastorizia. Nei secoli, attorno ai primi masi crebbero dei villaggi e presero vita sempre nuove forme di stanzialità. Già nel XVII secolo la popolazione che abitava la grande area interessata da questa colonizzazione era arrivata ai 20 mila abitanti.
[modifica] I Cimbri degli altipiani
Gli antichi coloni, portarono in questi nuovi territori la propria lingua e le proprie millenarie tradizioni (ancora oggi nel paese si tramandano di generazione in generazione alcune leggende cimbre) e per secoli i loro usi, i costumi, ma in particolare la lingua (detta cimbro appunto), affascinarono ed interessarono intellettuali ed esperti delle più diverse materie. Probabilmente spinti più da un'ideale romantico che da una attenta analisi, già dal Settecento alcuni studiosi iniziarono a pensare questo popolo di montanari come agli eredi degli antichi guerrieri cimbri sconfitti dai romani nel 101 a. C. Alla luce dei più recenti studi linguistici, possiamo affermare che i cosiddetti "cimbri" sono in realtà i discendenti di popolazioni di lingua tedesca provenienti dalla Baviera e dal Tirolo settentrionale, scesi a sud delle Alpi nei periodi di carestia che seguirono l'anno Mille, approdando prima nell'area dei Sette Comuni Vicentini e poi progressivamente distribuitisi nell'area trentina degli Altipiani, in alcune valli laterali a quest'ultimi e nella Lessinia. Diversamente da quanto avvenuto altrove, la lingua cimbra, che corrisponde al medio-alto tedesco meridionale, si è mantenuta ancora viva a Luserna, dove la quasi totalità della popolazione (circa 90%, stando ai censimenti degli ultimi anni) parla ancora quella che è stata definita la più antica parlata periferica del dominio linguistico tedesco. Oggi il cimbro di Luserna è oggetto di approfondite indagini, soprattutto da parte di studiosi tedeschi, che possono praticare una sorta di "archeologia linguistica". Per meglio tutelare l'unicità culturale di questa comunità si sono mosse anche la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Trentino – Alto Adige, promuovendo significativi interventi per la salvaguardia di ciò che è ritenuto un patrimonio di tutti. Tra questi, l'edizione settimanale di un telegiornale in lingua cimbra, "Zimbar Earde" (Terra Cimbra).
[modifica] Luserna onoranda vicina
Il piccolo paese di Luserna viene citato per la prima volta in un documento il 24 gennaio 1442. Risulta, infatti, che un tale Ser Biagio vendette al Duca Federico, detto il Tasca Vuota (Duca d'Austria e Conte del Tirolo), i suoi quattro masi sul Monte di Luserna per 55 ducati d'oro. Dopo questo primo eccezionale documento, Luserna compare più volte negli scritti che vanno via via a delineare la storia degli altipiani. Già nel 1454 risulta che dei contadini di Lavarone si trasferirono, come livellari della Parrocchia di Santa Maria di Brancafora, sull'altopiano di Luserna. Alla fine del Cinquecento, in una relazione che il conte Francesco Caldogno preparò per la Serenissima Repubblica Veneta, Luserna viene descritta come un paesello con circa 40 fuochi, lungo più contrade e con un centinaio di anime. Successivamente, tra gli abitanti dell'Onoranda Vicinia di Luserna (come recita il documento dell'epoca) e quelli della Magnifica Comunità di Lavarone iniziarono delle dispute per i confini e per l'autonomia amministrativa, le quali portarono alla separazione delle due comunità il 4 agosto 1780.
[modifica] La Grande Guerra
Collocati lungo il confine meridionale dell'antica provincia austriaca del Tirolo, gli altipiani vennero a trovarsi in prima linea allo scoppio del primo grande conflitto mondiale (1915-1918). Fin dagli inizi del 1900 i rapporti diplomatici tra Regno d'Italia ed Impero Austroungarico erano diventati giorno dopo giorno più tesi in relazione del problema delle terre irredente e la possibilità di una pace duratura era irrimediabilmente compromessa. Ormai entrambi gli stati pensavano all'eventualità di entrare in conflitto. Considerata l'importanza strategica di questa zona, possibile punto di sfondamento per raggiungere Trento, ben prima dello scoppio del conflitto iniziò la costruzione di una poderosa linea di fortezze. Gli Altipiani venivano ad essere il punto nodale di quella che fu la cintura difensiva di un immenso impero che stava cadendo sotto il proprio peso. Tra Folgaria e Vezzena furono erette sette fortezze, le quali rappresentavano il meglio della tecnica militare dell'epoca. Nei dintorni di Luserna vi sono molte testimonianze di questa "trincea d'acciaio": il complesso fortificato Campo Luserna (1549 m.s.m.), il forte Verle (1554 m.s.m.) , l'Osservatorio Fortificato di Cima Vezzena (1908 m.s.m.), il piccolo Cimitero Militare di Costalta e chilometri di solchi lasciati dalle vecchie Trincee.