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Andrea Degortes - Wikipedia

Andrea Degortes

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«Esistono persone di eccezionale talento. Io ero.»
(Andrea Degortes, dal libro I fantini del Palio... Son dieci assassini)
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«Soltanto Panezio era più bravo di me.»
(Andrea Degortes, dal libro I fantini del Palio... Son dieci assassini)
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«Nessuno al Palio di Siena, almeno in quello dei tempi moderni, è riuscito a fare ciò che ho fatto io ed anche i miei avversari, se non sono faziosi, non possono che riconoscere che sono stato il migliore di tutti e che difficilmente nascerà qualcuno capace di superarmi.»
(Andrea Degortes, prefazione al libro Aceto Re del Palio)

Andrea Degortes detto Aceto (Olbia, 1 maggio 1943) è stato un fantino italiano.

Indice

[modifica] La gloriosa carriera di Siena

A far grande la fama di Aceto è stato il Palio di Siena, corsa nella quale il fantino sardo ha colto ben 14 vittorie (solo 1 in meno rispetto al record detenuto ex aequo da Bastiancino e dal Gobbo Saragiolo) su 58 partecipazioni.

Trasferitosi giovanissimo in Toscana, Andrea Degortes si mise in luce nelle corse di cavalli disputate nei centri della provincia di Siena, naturali "trampolini di lancio" verso la grande rassegna senese. Qui l'esordio avvenne assai presto, quando Degortes aveva solo 21 anni: per il palio del 2 luglio 1964 fu infatti chiamato dal Bruco, contrada che aveva ben poche pretese per quella carriera, avendo ricevuto in sorte il cavallo esordiente Olimpico. Andrea Degortes (segnato in comune con il soprannome di "Penna Nera") non vinse, ma il coraggio, la sicurezza e la determinazione del giovane fantino non passarono inosservate. E infatti il Bruco lo confermò per il palio dell'Assunta dello stesso anno, a montare Topolone, uno dei più forti cavalli di ogni tempo. Fu in questo Palio che Andrea Degortes scelse definitivamente come proprio soprannome "Aceto", il nome di battaglia che lo accompagnò per tutta la sua carriera paliesca.

Ad un anno esatto dall'esordio, il 2 luglio 1965, Aceto colse la prima vittoria. Chiamato infatti dall'Aquila a montare proprio Topolone, Aceto vinse un palio stupendo, nonostante la presenza della rivale Pantera, decisa ad ostacolare il binomio aquilino.

Due anni dopo avvenne l'incontro con quella che sarebbe stata la sua storica contrada, l'Oca. Aceto esordì coi colori di Fontebranda il 16 agosto 1967 su Danubio, per poi vincere il suo secondo palio (il primo con l'Oca) un anno esatto dopo, montando la cavalla Livietta in una carriera quanto mai rocambolesca. Partita in testa, infatti, Livietta rischiò di compromettere gli sforzi di Aceto al secondo San Martino, quando la cavalla andò a dritto, favorendo così il passaggio di ben sei contrade. La corsa pareva arridere al Leocorno che condusse fino all'ultimo Casato, quando una caduta generale riportò clamorosamente l'Oca in testa. Aceto era peraltro ignaro di aver vinto (aveva tagliato il bandierino superando un monturato lecaiolo in festa) e quando fu raggiunto dagli ocaioli cercò di spiegare l'errore al secondo San Martino, non sapendo che essi volevano portarlo in trionfo.

Il legame con l'Oca si era ormai fatto ben saldo e Aceto divenne il fantino della contrada di Fontebranda. Ciò significava che Aceto era contrattualmente legato solo all'Oca, che poi, in determinate carriere, avrebbe potuto prestarlo ("girarlo" nel linguaggio paliesco) a qualche consorella. Ciò accadde nei due palii ordinari del 1969, quando Aceto corse a luglio con la Lupa (all'epoca alleata dell'Oca) e ad agosto con il Valdimontone. Il fantino tornò a correre per Fontebranda il 21 settembre 1969, in occasione del "Palio della Luna" (la carriera straordinaria indetta per celebrare lo sbarco dell'uomo sulla Luna avvenuto il 20 luglio dello stesso anno). La sorte assegnò all'Oca il grande Topolone e Aceto, come da pronostico, vinse senza problemi il terzo palio della sua carriera.

Tre anni dopo, il 2 luglio 1972, Aceto colse una nuova vittoria, stavolta per la Tartuca con la cavalla Mirabella. Ad agosto però giunse la prima grossa delusione. Con il solito giubbetto dell'Oca, Aceto montava l'ottima Rosella, che portò rapidamente in testa. Sembrava ormai fatta, ma all'ultimo San Martino Aceto prese male la curva e cadde, favorendo così il passaggio dell'Onda che vinse il Palio. Il riscatto avvenne un mese dopo (il 17 settembre), nel Palio straordinario indetto per celebrare il quinto centenario della fondazione del Monte dei Paschi di Siena. L'Oca girò Aceto all'Istrice (scatenando peraltro le reazioni della rivale di quest’ultima, la Lupa, che ruppe l'alleanza con la contrada di Fontebranda), cui era toccata in sorte Mirabella, e vinse, sfruttando una caduta della battistrada Torre al secondo San Martino.

Dopo un periodo sfortunato (beffarda la sconfitta con l'Oca il 2 luglio 1974, quando Aceto su Tatiana fu passato all'ultima curva del Casato dal Valdimontone), si aprirono gli "anni d'oro" per Aceto, durante i quali il fantino mostrò inequivocabilmente la propria classe, grazie anche a fortissimi cavalli di cui gli venne affidata la monta. Dal 1974 al 1976 vinse tre Palii dell'Assunta consecutivi con Selva, Chiocciola e Civetta, in tutti e 3 i casi montando il grande Panezio (che con Folco, cavallo della prima metà del novecento, fu il più vittorioso barbero del XX secolo con 8 vittorie). Ad agosto 1977 tornò alla vittoria con l'Oca, montando il forte barbero Rimini. Nel 1979 vinse di nuovo per l'Aquila (su Urbino), poi il 17 agosto 1980 riportò alla vittoria la "nonna" dell'epoca, il Leocorno (senza successi da 26 anni), spingendo alla grande Uana, nonostante l'insidia di alcuni oggetti (tra cui una sedia) lanciatigli contro da delle persone in Piazza.

Passarono quindi 4 anni prima di tornare alla vittoria: il dodicesimo sigillo giunse infatti il 2 luglio 1984, quando, per i colori dell'Oca, Aceto vinse montando il barbero Bayardo. Un anno esatto dopo Aceto centrò di nuovo il successo per Fontebranda, stavolta con l'amatissimo barbero Brandano.

Ma da questo momento il fantino entrò in una fase calante, dovuta all'ascesa di nuovi promettenti colleghi (specie Salvatore Ladu detto Cianchino e Giuseppe Pes detto Il Pesse) e ad una crisi societaria dell'Oca. La contrada di Fontebranda infatti, abituata a vincere assai spesso (non a caso è ad oggi la contrada con più vittorie ufficiali, ben 62), non riusciva più a conquistare successi e sul finire degli anni '80 prese addirittura la decisione di "scaricare" Aceto. L'esito fu clamoroso: Andrea Degortes infatti, dopo 19 palii (di cui 5 vinti) con l'Oca, accettò la chiamata dell'acerrima rivale, la Torre. La contrada di Salicotto, che aveva già tentato ai tempi del compianto capitano Artemio Franchi, di ingaggiare Aceto, si affidò stavolta a colui che diverse volte l'aveva "purgata", per rompere un lungo digiuno che durava dal 1961. Il barbero da montare era uno dei migliori del lotto, Uberto, ma la sfortuna che perseguitava la Torre da più di trent'anni non mollò la presa neanche stavolta e Aceto cadde già al primo San Martino.

La carriera del grande fantino pareva finita, ma ancora non si erano fatti i conti con l'intramontabile classe di Aceto. Due anni dopo, il 3 luglio 1992, il vecchio "re della Piazza" tornò a correre il Palio: a chiamarlo fu l'Aquila, che nutriva ambizioni di vittoria avendo ricevuto in sorte il forte cavallo Galleggiante. La carriera che andò in scena fu epica e consacrò definitivamente il mito di Aceto nella storia del Palio di Siena. Il desiderio di vittoria dell'Aquila era infatti ostacolato dalla rivale Pantera: questa si affidò a Sebastiano Deledda detto Legno, cui fu assegnato il preciso compito di fare di tutto per impedire la vittoria aquilina. Legno prese alla lettera le indicazioni ricevute e già durante il "tondino" prima della mossa provocò aspramente Aceto. I due passarono in breve dalle parole ai gesti e volarono pesanti nerbate reciproche: era la prima volta, per lo meno nelle edizioni recenti del Palio, che due fantini si nerbassero prima della mossa (anche perché proibito, a differenza che in gara, dal Regolamento). Alla mossa l'ostacolo di Legno si ripeté: Aceto partì ultimo, mentre Legno, assicuratosi del grosso ritardo del rivale, riuscì a recuperare diverse posizioni, prendendo addirittura la testa della carriera. Ma fu qui che la classe di Aceto si fece vedere: approfittando della caduta di Nicchio e Montone e spingendo al massimo Galleggiante, Aceto si portò in seconda posizione già al Casato, lanciandosi in un furioso inseguimento della Pantera. Probabilmente l'accorgersi che il rivale si era rifatto sotto fece crollare la sicurezza di Legno, il quale, al secondo giro, cadde clamorosamente al passaggio di fronte a Palazzo Sansedoni (tra la Fonte Gaia e la curva di San Martino), punto non difficile, nel quale le cadute sono assai rare. Aceto ne approfittò, prendendo il comando e cogliendo un trionfo strepitoso, il quattordicesimo e ultimo della sua carriera.

Purtroppo per lui, la vittoria con l'Aquila fu il suo "canto del cigno". Ad agosto infatti fallì nuovamente nel tentativo di scuffiare la Torre (montando ancora il barbero Uberto). Nel 1993 non corse nessuno dei due Palii per squalifica, a causa delle nerbate dell'anno prima con Legno (che dal canto suo fu punito con ben 5 Palii di squalifica). Poi, dopo altri due palii persi (il 2 luglio 1994 con l'Aquila e il 2 luglio 1996 con la Torre), decise di abbandonare la carriera di fantino.

Aceto vive oggi ad Asciano (SI), dove gestisce un allevamento di cavalli.

[modifica] Il "re della piazza"

Le sue 14 vittorie gli sono valse l'appellativo di "re della piazza". In effetti Aceto è stato il fantino più vittorioso del XX secolo (superando nel computo dei successi Angelo Meloni detto Picino, che nella prima metà del novecento ne colse 13) e, nel computo delle vittorie nella storia del Palio di Siena è secondo solo a Bastiancino e al Gobbo Saragiolo, che rispettivamente nel XVIII e nel XIX secolo vinsero 15 volte ciascuno.

Oltre alle 5 vittorie con l'Oca, Aceto ha vinto 3 volte per l'Aquila e 1 volta ciascuna per Tartuca, Istrice, Selva, Chiocciola, Civetta e Leocorno.

Nelle sue 58 partecipazioni al Palio ha corso almeno una volta per tutte le Contrade, eccezion fatta per Giraffa, Onda e Nicchio.

Segue, in dettaglio, l'elenco di tutte le carriere disputate da Aceto al Palio di Siena. Le vittorie sono riportate in grassetto.

Palio Contrada Cavallo
2 luglio 1964 Bruco Olimpico
16 agosto 1964 Bruco Topolone
2 luglio 1965 Aquila Topolone
16 agosto 1965 Bruco Danubio (scosso)
2 luglio 1966 Bruco Serenella (scosso)
17 agosto 1966 Istrice Gabria
16 agosto 1967 Oca Danubio
24 settembre 1967 Oca Beatrice
2 luglio 1968 Leocorno Topolone
16 agosto 1968 Oca Livietta
2 luglio 1969 Lupa Morgan
16 agosto 1969 Valdimontone Ercole (scosso)
21 settembre 1969 Oca Topolone
2 luglio 1970 Oca Sambrina
16 agosto 1970 Oca Mirabella
2 luglio 1971 Bruco Ortella
16 agosto 1971 Valdimontone Ira (scosso)
2 luglio 1972 Tartuca Mirabella
16 agosto 1972 Oca Rosella II (scosso)
17 settembre 1972 Istrice Mirabella
2 luglio 1973 Istrice Lazzarella
16 agosto 1973 Oca Nedo (scosso)
2 luglio 1974 Oca Tatiana
16 agosto 1974 Selva Panezio
2 luglio 1975 Oca Orbello (scosso)
16 agosto 1975 Chiocciola Panezio
2 luglio 1976 Oca Tornado
18 agosto 1976 Civetta Panezio
2 luglio 1977 Drago Tobruck
16 agosto 1977 Oca Rimini
3 luglio 1978 Oca Teseo II
16 agosto 1978 Istrice Rimini
16 agosto 1979 Aquila Urbino
17 agosto 1980 Leocorno Uana
7 settembre 1980 Oca Valsandro (scosso)
2 luglio 1981 Chiocciola Panezio
16 agosto 1981 Drago Torquato Tasso (scosso)
2 luglio 1982 Selva Panezio
16 agosto 1982 Pantera Benito
3 luglio 1983 Aquila Balente
16 agosto 1983 Oca Cassius (scosso)
2 luglio 1984 Oca Bayardo
16 agosto 1984 Bruco Sirlad
2 luglio 1985 Oca Brandano
16 agosto 1985 Bruco Bayardo
2 luglio 1986[1] Civetta Figaro
16 agosto 1986 Lupa Brandano (scosso)
13 settembre 1986 Oca Benito
16 agosto 1987 Istrice Libia
2 luglio 1988 Oca Galleggiante
16 agosto 1988 Civetta Galleggiante
2 luglio 1989 Civetta Figaro
16 agosto 1989 Selva Figaro
2 luglio 1990 Tartuca Bambina
16 agosto 1990 Torre Uberto (scosso)
3 luglio 1992 Aquila Galleggiante
16 agosto 1992 Torre Uberto
2 luglio 1994 Aquila Oriolu de Zamaglia
2 luglio 1996 Torre Musetto

[modifica] Aceto e Trecciolino

Il nuovo “re della Piazza”, Luigi Bruschelli detto Trecciolino, pare lanciato a raggiungere, se non addirittura a superare, il traguardo dei 14 trionfi di Aceto (di cui è considerato l'"erede") e anche dei 15 di Bastiancino e del Gobbo Saragiolo, divenendo in tal modo il più vittorioso fantino della storia del Palio di Siena. Ad oggi infatti Trecciolino ha vinto 10 volte e i suoi 38 anni gli consentono di guardare al futuro con sommo ottimismo (si consideri che i fantini smettono di correre ad età anche avanzate, come lo stesso Aceto, che chiuse la carriera a 53 anni, o Luigi Menghetti detto Piaccina che, il 2 luglio 1826, vinse per il Bruco addirittura all'età di 64 anni).

Tuttavia Aceto, nelle numerose interviste in cui gli è stato fatto presente il "rischio" di perdere il primato dei tempi moderni, ha posto l'accento sulla differenza tra il Palio corso ai suoi tempi e quello attuale. Pur non nascondendo la grande stima verso Trecciolino (pienamente ricambiata da quest’ultimo), in una recente intervista Aceto ha sottolineato che «quando correvo io c’erano tanti fantini validi come Il Pesse, Cianchino, Bastiano e prima ancora Bazzino, Bazza e Ciancone. Trecciolino oggi, pur essendo il migliore, non ha tutta questa concorrenza». Ha inoltre commentato il fatto che, come lui, anche Trecciolino, che prima era fantino dell'Oca, si sia legato alla Torre (contrada che ha riportato alla vittoria dopo 44 anni il 16 agosto 2005), dicendo che «io sono andato nella Torre dopo che l'Oca mi aveva abbandonato, Trecciolino lo ha fatto esclusivamente per soldi».

Per approfondire, vedi la voce Luigi Bruschelli.

[modifica] Aceto al Palio di Asti

Aceto ha preso parte a dieci edizioni del Palio di Asti, arrivando sei volte in finale e riportando 2 vittorie: la prima nel 1968 per il Borgo San Pietro montando il cavallo Stereo, la seconda nel 1984 con i colori del Rione S.Martino-S.Rocco, montando il cavallo Stachys.
Ecco nel dettaglio le 10 partecipazioni di Aceto al Palio di Asti.In grassetto sono riportate le vittorie.

1984, Aceto vince il Palio di Asti per il Rione San Martino/San Rocco
1984, Aceto vince il Palio di Asti per il Rione San Martino/San Rocco
Palio Rione,Borgo, Comune Cavallo Piazzamento
1968 Borgo San Pietro Stereo 1° (Palio)
1969[2] Borgo Don Bosco - Borgo Viatosto Cuba Eliminato in batteria
1984 Rione San Martino San Rocco Stachys (Sotto) 1° (Palio)
1985 Borgo Tanaro Trincere Torrazzo Fulmine 2° (Borsa di monete)
1986 Borgo Tanaro Trincere Torrazzo Gai Time 2° (Borsa di monete)
1987 Borgo Tanaro Trincere Torrazzo Mistic Eyes Eliminato in batteria
1989 Rione Santa Caterina Grinta Eliminato in batteria
1990 Rione San Paolo Stachys 3° (Speroni)
1991 Borgo Don Bosco Losna Eliminato in batteria
1992 Borgo Don Bosco Conte verde 8° (Acciuga)

[modifica] Le vittorie negli altri Palii

Nel ricchissimo palmares del fantino sardo stanno anche vittorie in altri Palii italiani. Aceto conta un'affermazione al Palio di Legnano 1974, quando vinse per la Contrada di Sant'Erasmo con il cavallo Pou Pouch, e una a quello di Fucecchio, quando nel 1989 portò alla vittoria la Contrada di Porta Bernarda montando Stachys.

[modifica] Curiosità

Aceto ha partecipato come concorrente alla quarta edizione del reality show di Raidue "L'isola dei famosi", che ha preso il via il 13 settembre 2006. Dopo aver vinto la nomination contro Raoul Casadei, è stato eliminato il 4 ottobre, battuto al televoto dall'attore Raffaello Balzo.

[modifica] Bibliografia

  • Piero Colle, Aceto. Fino all'ultimo Palio, Firenze, 1996;
  • Marco Delogu, Massimo Reale, I fantini del Palio... Son dieci assassini, Editore Nuovi Equilibri, 1999, ISBN 8872265185;
  • Marco Delogu, Massimo Reale, I trenta assassini, Roma, 2004;
  • Luca Luchini, Aceto Re del Palio, Edizioni ALSABA, Siena, 1992 (edizione fuori commercio).

[modifica] Note

  1. Aceto non prese parte a questo palio, a causa di un infortunio occorsogli durante le fasi della mossa, quando ricevette un calcio dal cavallo del Drago Ogiva e fu costretto al ritiro. Tale carriera non è conteggiata tra le 58 partecipazioni di Aceto al Palio di Siena.
  2. Nel 1970 il Consiglio del Palio di Asti delibera di ammettere alla corsa solamente fantini residenti in Piemonte; tale norma è rimasta in vigore fino al 1983.


[modifica] Collegamenti esterni

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