Pisa Calcio
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Le Torri; I neroazzurri | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali: | Nero e blu | |||
Dati societari | ||||
Confederazione: | ![]() |
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Nazione: | ![]() |
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Federazione: | ![]() |
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Città: | Pisa | |||
Fondazione: | 1909 | |||
Presidente: | Leonardo Covarelli | |||
Palmarès | ||||
Scudetti: | 0 | |||
Trofei nazionali: | 1 Coppa Italia di Serie C | |||
Trofei Internazionali: | 2 Mitropa Cup | |||
Stadio | ||||
Arena Garibaldi - Romeo Anconetani (16.800 posti) |
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Contatti | ||||
Via di Gello, 25 - 56123 Pisa
Tel: 0508313150 Fax: 0508313118 |
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www.pisacalcio.it |
Il Pisa Calcio (già Pisa Sporting Club) è la principale società calcistica di Pisa.
È stato fondato nel 1909, e nella sua storia vanta 13 partecipazioni nella massima serie, una finale scudetto (1921) e due Mitropa Cup vinte nel 1986 e nel 1988. Ha vinto inoltre l'unica edizione della Coppa Super Mitropa nel 1989.
I colori sociali sono il nero ed il blu.
Attualmente milita nel campionato di Serie C1 girone A.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Le origini
Nella primavera del 1909, un gruppo di giovani pisani tra cui il primo Presidente Enrico Canti, fondò il Pisa Sporting Club. I colori sociali, inizialmente biancorossi, divennero definitivamente neroazzurri l’anno successivo (in onore dell'Inter vinicitrice dello Scudetto).
I primi giocatori erano soprattutto studenti e la squadra partecipò inizialmente a tornei con altre rappresentative cittadine fino a che, nel novembre del 1914, sotto la guida del nuovo Presidente, Giacomo Picchiotti, cominciò l'attività ufficiale del Pisa S.C. con l'iscrizione alla Coppa Federale Toscana.
In quegli anni il Pisa S.C. dominò sulle altre squadre toscane (Firenze FC, US Livorno, AS Lucchese, AC Viareggio, Prato FC, S.S. Gerbi Pisa, Libertas Firenze), conquistando cinque titoli di Toscana consecutivi dal 1914 al 1921 (dal 1917 al 1919 le attività furono sospese a causa della I Guerra Mondiale) ma non riuscì ad andare oltre la poule per il titolo Centro-Meridionale.
Il 26 ottobre 1919 fu inaugurato il nuovo stadio, l'Arena Garibaldi, e nella stagione successiva il Pisa S.C. si presentò con una squadra forte, una società competente, uno stadio nuovo e capiente, ma soprattutto l'ingaggio del grande allenatore Joseph Ging, ex-capitano della nazionale ungherese. Nonostante la squadra favorita per la vittoria del titolo regionale fosse l'U.S. Livorno, che rimase in prima posizione per gran parte del campionato, nella partita decisiva disputata all'Arena Garibaldi, il Pisa superò il Livorno per 3-0 aggiudicandosi così la Coppa Toscana per la quinta volta consecutiva.
Entrambe le squadre passarono alla fase interregionale con il Naples e la Bagnolese e si dimostrarono nettamente più forti delle squadre campane, ritrovandosi in finale per il titolo centro-meridionale il 3 luglio 1921 a Bologna.
Moltissimi tifosi partirono per Bologna e spinsero la squadra allo storico successo sugli amaranto: Pisa S.C. - U.S. Livorno 1-0.
Il Pisa S.C., neocampione Centro-Meridionale disputò la finalissima per il titolo italiano contro la fortissima e pluriscudettata Pro Vercelli ma il 24 luglio 1921 a Torino non bastò una strepitosa prestazione del portiere neroazzurro Gianni (11 presenze in Nazionale) a contrastare i piemontesi: Pro Vercelli- Pisa 2-1.
[modifica] Dagli anni venti agli anni cinquanta
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A partire dalla stagione 1921-22, a seguito della riforma dei campionati, vi fu l'istituzione della serie A a due gironi ed il Pisa fu inserito nel girone B. Per quattro anni la squadra guidata da Ging ottenne ottimi risultati, piazzandosi rispettivamente al terzo, quarto, sesto e quinto posto. Sebbene il Pisa di quegli anni fosse una delle squadre più forti d'Italia, non ci fu mai il giusto spunto per vincere il girone. Nel campionato 1925-26, in seguito all'abbandono dell'allenatore Ging e alla cessione avventata di alcuni giocatori, la squadra non si dimostrò all'altezza e retrocesse per la prima volta in I Divisione (l'attuale serie B).
Nei primi due anni di I Divisione il Pisa si piazzò al 13° posto, riuscendo a salvarsi nelle ultime giornate. Nella stagione 1928-29, in seguito ad un'ulteriore riforma dei campionati, la conquista del 5° posto finale non bastò ad evitare la retrocessione nella neonata serie C, in cui la squadra militò per quattro stagioni disputando campionati di centro-classifica.
Nel campionato 1933-34 la dirigenza costituì una rosa solida ed il nuovo allenatore, l’ungherese Orth, ripagò la fiducia portando il Pisa al 2° posto e conquistando la possibilità di giocarsi la promozione in un quadrangolare di spareggio con Parma, Piacenza e Udinese. Nella finale disputata a Roma i neroazzurri batterono i friulani per 3 a 1 e tornarono in serie B. Seguirono stagioni con esiti alterni fino alla sospensione, dal 1943 al 1946, dovuta alla II Guerra Mondiale.
Nella stagione 1947-48 la squadra concluse al 2° posto, ad un punto dal Palermo, il girone C di serie B ma il torneo non fu omologato perché due giocatori della Nocerina affermarono di essere stati pagati dal Palermo per perdere la partita contro i rosanero. L'inchiesta fu comunque archiviata ed il Palermo fu promosso in serie A, proprio ai danni del Pisa. La stagione 1951-52 segnò il ritorno in serie C dopo 15 anni e, nel giro di due anni, i neroazzurri si ritrovarono nel campionato di IV serie (l'attuale C2).
La situazione finanziaria si fece drammatica, tuttavia nella stagione 1954-55 la squadra si comportò dignitosamente classificandosi al quinto posto. Il campionato seguente riportò invece un evento sfortunato: a metà stagione, di ritorno dalla trasferta di Fabriano, il pullman che trasportava il Pisa ebbe un pauroso incidente nel quale molti giocatori rimasero feriti, quindi impossibilitati a scendere in campo per diverso tempo.
La società si vide allora costretta a disputare partite schierando giocatori del settore giovanile, il campionato fu compromesso e si concluse con un'altra inesorabile retrocessione. I neroazzurri si ritrovarono a giocare in Promozione (l'attuale serie D).
La società si rinnovò ampiamente, il Presidente Enrico Ciaranfi ed il Segretario Antonio Bellani crearono uno staff competente, affidando al tecnico Umberto Mannocci una squadra "fatta in casa" ma molto solida che, inanellando una vittoria dopo l'altra, risvegliò l'entusiasmo della tifoseria. Il 2 giugno 1957, nell'ultima giornata di campionato, il Pisa secondo in classifica affrontò il Grosseto capolista.
Il match fu intenso e nervoso ma una rete di Ricoveri permise ai neroazzurri di imporsi per 1 a 0 e di conquistare quindi il meritato ritorno in IV serie. Il Pisa S.C. vinse con largo margine anche il successivo campionato di IV serie, riconquistando la serie C.
[modifica] Gli anni sessanta e il ritorno in serie A
La promozione in serie B arrivò nella stagione 1964-65, dopo ben tredici anni. I primi due anni di cadetteria furono difficili e si conclusero con un 16° ed un 12° posto. Nella stagione 1967-68 arrivò la tanto sospirata promozione in serie A. I neroazzurri, guidati dal coach Renato Lucchi, disputarono una grande stagione, conquistando importanti vittorie, come il 3 a 1 inflitto al Verona di Niels Liedholm ed il 3 a 0 al Livorno. Nelle ultime giornate, però, la squadra accusò una flessione e incappò in due pareggi consecutivi che misero in bilico la posizione acquisita. Nel decisivo penultimo incontro il Pisa affrontò la difficile trasferta di Venezia e la squadra fu sconfitta per 1 a 0. Con il Palermo già matematicamente promosso, rimanevano ancora 2 posti liberi per la serie A. Il Pisa aveva 48 punti mentre Verona e Bari erano a quota 46, ma queste ultime dovevano ancora giocare l'ultima gara di quel campionato, disputato da 21 squadre,mentre al Pisa toccava il turno di riposo. Il Verona vinse contro il Padova, ma i baresi non riuscirono ad andare oltre il pareggio a Perugia. La città esplose di entusiasmo quando alle ore 18:47 fu annunciato il ritorno in serie A dopo 42 anni. La stagione 1968-69 nella massima serie non fu fortunata per il Pisa e la squadra cominciò con tre sconfitte. Il campionato continuò senza grandi sussulti, con il Pisa sempre nelle ultime posizioni e l’inevitabile nuova retrocessione in serie B.
[modifica] Gli anni bui del pre-Anconetani
Il Pisa si presentò ai nastri di partenza del campionato di serie B del 1969-70 con la dichiarata volontà di tornare subito in serie A. La squadra, affidata a Lauro Toneatto, esordì vincendo a Taranto per 2-0. Ma in seguito i neroazzurri alternarono belle vittorie a clamorose sconfitte. Toneatto fu costretto a dimettersi ed il successore Giuseppe Corradi portò la squadra al 7° posto in classifica. La delusione per la città fu cocente, la società si trovò nuovamente in difficoltà economiche e fu costretta ad una serie di cessioni. Così, nel successivo campionato di serie B la squadra apparve nettamente indebolita e tornò in serie C. La società era debole e senza grosse disponibiltà economiche e i primi due anni di serie C (1971-72 e 1972-73) furono molto difficili. Una parziale riscossa ci fu nel campionato 1973-74, con la squadra che conquistò un buon 6° posto. Da segnalare, in quel campionato, l'esplosione di Marco Tardelli, poi venduto al Como per un centinaio di milioni. Altri giocatori ebbero la stessa sorte, così la squadra risultò nettamente indebolita e nelle stagioni seguenti lottò per non retrocedere. La città era però ormai stanca, dopo sette campionati di serie C, così il Presidente Rota mise la società sul mercato.
[modifica] L’era Anconetani
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Nel 1978 si aprì una nuova era per il calcio pisano: la società fu acquistata da Romeo Anconetani, o più semplicemente “Romeo” per tutti i pisani, che divenne subito famoso come "ammazza-allenatori" ma anche come grande talent scout. Nel campionato 1978-79, nella neonata serie C1, Romeo alternò alla guida del Pisa ben tre tecnici: Giampietro Vitali, Gianni Seghedoni e infine Pier Luigi Meciani che portò i neroazzurri, trascinati da Claudio Di Prete e Giorgio Barbana, a conquistare la serie B dopo sette anni. Da ricordare la trasferta di Pagani, nell'ultima giornata, dove il Pisa fu seguìto da oltre 2.000 tifosi e si impose per 1 a 0. Anche nella stagione successiva, 1979-80 in serie B, i tecnici furono tre: iniziò il confermato Meciani, sostituito poi da Sergio Carpanesi e da Beppe Chiappella che portò la squadra al 14° posto, con salvezza raggiunta solamente all'ultima giornata grazie all' 1-0 sulla Sambenedettese con goal di Aldo Cantarutti.
Dopo il settimo posto della stagione 1980-81, in quella successiva fu ingaggiato il giovane allenatore Aldo Agroppi: nonostante lo scetticismo degli addetti ai lavori l'obiettivo dichiarato era la promozione nella massima serie. Le vittorie nelle trasferte di Perugia, Reggio Emilia e Pescara dimostrarono che Anconetani ancora una volta aveva visto giusto e la squadra riconquistò la serie A il 13 giugno 1982 dopo 13 anni di attesa.
La focosa personalità di Romeo Anconetani divenne in questi anni famosa in tutta Italia, e con essa anche la favola del Pisa, che dal 1982 al 1991 disputò 6 campionati di serie A alternati a 3 promozioni dalla serie B. Il miglior piazzamento in serie A rimane l’11° posto della stagione 1982-83 con Luis Vinicio sulla panchina dei neroazzurri. Purtroppo il Pisa non si ripeté la stagione successiva. Nella storica e decisiva trasferta contro il Milan, nella quale raggiunsero lo stadio di San Siro ben 10.000 tifosi pisani con 5 treni speciali e 30 pullman, i rossoneri si imposero per 2-1 con reti di Antonino Criscimanni, Oscar Damiani e Luther Blissett e per il Pisa fu di nuovo serie B.
Anconetani non si perse d'animo e creò immediatamente un buon gruppo che, sotto la regia di Gigi Simoni, vinse il campionato cadetto del 1984-85 insieme al Lecce. Seguì un solo anno di serie A (1985-86): il Pisa, allenato da Vincenzo Guerini, sembrava essere ormai salvo ma nel finale di stagione i neroazzurri ebbero un inspiegabile calo che portò la squadra al 14° posto (decisive le ultime 3 sconfitte consecutive con Roma, Verona e Fiorentina), quindi nuovamente in serie B. Ma nella stessa stagione il Pisa conquistò la sua prima Mitropa Cup: nel Novembre del 1985, all'Arena Garibaldi i neroazzurri sconfissero gli ungheresi del Debrecen per 2-0 con reti di Wim Kieft e Stefano Colantuono.
Nella stagione 1986-87 la squadra fu di nuovo affidata a Gigi Simoni, un idolo della tifoseria, che dopo un campionato avvincente compì il miracolo in una giornata che entrò nella storia della società: la trasferta di Cremona. Ai neroazzurri serviva la vittoria, necessaria per scavalcare i grigiorossi in classifica e conquistare così la promozione. La squadra fu seguita da 6.000 tifosi, che la spinsero ad un clamoroso successo per 2 a 1 grazie anche ad una grande prova di Lamberto Piovanelli che siglò il raddoppio dopo il goal iniziale di Claudio Sclosa su rigore.
Il successivo campionato di serie A (1987-88) si concluse con una bella salvezza conquistata dal gruppo che era stato affidato al tecnico Giuseppe Materazzi. La squadra si classificò al 13° posto grazie anche alla vittoria per 2-0 sul Torino nell'ultima giornata, con una doppietta del difensore Mario Faccenda. Quella stagione sarà anche ricordata per il goal che Carlos Dunga (capitano del Brasile ai Mondiali di Francia'98) segnò da centrocampo nella porta di Walter Zenga nella partita Pisa-Inter vinta per 2 a 1. Fu inoltre conquistata di nuovo la Mitropa Cup: il 30 maggio 1988 all'Arena Garibaldi, ancora una volta una squadra ungherese, il Vàci Izzó usci' sconfitta nella finale finita 3 a 0, regalando cosi' il secondo trofeo internazionale alla bacheca nerazzurra.
Nella stagione 1988-89 la squadra non riuscì a ripetersi, raggiundo la semifinale di Coppa Italia ma disputando una stagione deludente. Il Pisa riconquistò subito la serie A, anche se il campionato successivo (1990-91) fu l'ultimo torneo disputato nella massima serie dalla formazione pisana. Alla guida della squadra fu chiamato il tecnico rumeno Mircea Lucescu, poi esonerato, ed il Pisa salutò la serie A. I neroazzurri disputarono due campionati in serie B dai risultati deludenti, nonostante la presenza di giocatori come Christian Vieri e Roberto Muzzi, e il terzo campionato, stagione 1993-94, retrocesse perdendo i play-out contro L'Acireale Calcio e ciò determinò l'amara fine del Pisa Sporting Club.
La squadra retrocesse e si trovò di colpo in grosse difficoltà economiche a causa dell'inaspettata retrocessione. Fu costruita una nuova squadra ma Romeo Anconetani non riuscì a far fronte al deficit finanziario, così nell'agosto del 1994 il Pisa Sporting Club non fu ammesso al campionato e la città sprofondò nel più profondo sconforto.
[modifica] La caduta e la rinascita
Quella del 1994 fu un'estate terribile. Il calcio a Pisa sarebbe sparito se non si fosse costituita subito una nuova società. Dopo interminabili giorni di suspence, alcuni volenterosi personaggi locali iscrissero una nuova società, l'A.C. Pisa, al campionato regionale di Eccellenza. La nuova squadra fu approntata in breve tempo e non fu in grado di lottare per la promozione, concludendo all' 8° posto, fra mille difficoltà di carattere burocratico e finanziario, ma mai abbandonata dal pubblico pisano. Una nuova pagina dello sport cittadino si aprì quando il gruppo composto da Roberto Posarelli, Enrico Gerbi e Bruno Meliani fondò il Pisa Calcio 1995 che, per le garanzie offerte dalla società, fu ripescato nell'Agosto 1995 nel Campionato Nazionale Dilettanti. All'allenatore Luciano Filippi fu affidato un buon gruppo che annoverava anche due giocatori molto esperti quali Gianluca Signorini e Davide Lucarelli. Il Pisa approdò alla serie C2 e, per la gioia dei tifosi pisani, tornò al calcio professionistico. Dopo tre stagioni i neroazzurri tornarono in serie C1: sotto la guida di Francesco D'Arrigo, la squadra concluse il campionato in testa con 9 punti di vantaggio sulla seconda classificata (anche se durante la stagione il vantaggio era arrivato ad un massimo-record di ben 18 punti). La stagione successiva (1999-2000) poteva essere quella del "grande slam", ma la gioia per la conquista della Coppa Italia di serie C passò in secondo piano dopo la sconfitta ai play-off in semifinale per opera del Brescello. Gli emiliani si dimostrarono più cinici e il goal-vittoria di Massimiliano Vieri all'ultimo minuto della gara di ritorno eliminò i neroazzurri (1-1 all'andata in Emilia) che abbandonarono il sogno della serie B. Il nuovo Millennio segna la fine dell'era Posarelli-Gerbi. Dopo due campionati abbastanza anonimi conclusi entrambi all'11° posto, il 14 maggio del 2002, il Pisa Calcio passa di mano e viene acquistato da Maurizio Mian, il quale si è alternato alla presidenza con la madre Maria Gabriella Gentili fino al 2005. Nonostante un grande dispendio economico, i neroazzurri non sono risuciti a salire di categoria, neanche nella stagione 2002-03: la squadra, allenata da Simonelli, ha perso la serie B ai supplementari nella sfortunata trasferta di Bergamo per la finale di ritorno dei play-off contro l'AlbinoLeffe. Le due stagioni successive (2003-04 e 2004-05) non hanno regalato ai pisani le emozioni sperate e anche la famiglia Gentili-Mian ha deciso di cedere la mano. Il 1 luglio 2005 è ufficialmente avvenuto il passaggio al nuovo proprietario Leonardo Covarelli, imprenditore immobiliare perugino, il quale, affidandosi a uomini di calcio come Giuseppe Accardi e Roberto Onorati, ricostruisce sostanzialmente da zero la squadra, puntando su giovani emergenti di categoria inferiore, e su Manuele Domenicali, allenatore che aveva vinto il campionato di precedente campionato di serie C2 con il Gela. I risultati sono disastrosi sin da subito: Accardi e Onorati vengono allontanati dopo poche giornate, così come verranno allontanati ben 3 allenatori e alcuni medici sportivi della squadra. Il Pisa concluderà il campionato al 15° posto, e riuscirà a mantenere la categoria solo dopo i play-out e grazie ad un gol di Eddy Baggio durante i tempi di recupero della finale di ritorno di Pisa, in sospetta posizione di fuorigioco. All'inizio della successiva stagione, 2006-07, la società si affida ad un allenatore esperto come Piero Braglia e a giocatori esperti di categoria. Il portiere Christian Puggioni (venduto allla Reggina a gennaio) rimane imbattuto 594 minuti in campionato, e durante l'intero girone d'andata subisce soltanto 5 gol, stabilendo un record stagionale a livello europeo. La squadra chiude il girone d'andata al terzo posto in classifica, a pari merito con la Lucchese, totalizzando 28 punti.
[modifica] Campionato 2006/2007
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[modifica] Cronistoria
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[modifica] Rosa 2006/2007
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Centrocampisti | ||
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Attaccanti | ||
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Allenatore | |
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[modifica] Le finali disputate
Data | Competizione | Stadio | Ospitante | Ospite | Risultato | Marcatori |
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4/7/1921 | Campionato Italiano Finale |
Stadio Velodromo Umberto I, Torino |
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2:1 | |
17/11/1985 | Mitropa Cup Finale |
Stadio "Arena Garibaldi - Romeo Anconetani", Pisa |
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2:0 | Colantuono (P), Kieft (P). |
30/5/1988 | Mitropa Cup Finale |
Stadio "Arena Garibaldi - Romeo Anconetani", Pisa |
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3:0 | Cecconi (P), Sclosa (P), Bernazzani (P). |
4/6/1991 | Mitropa Cup Finale |
Stadio Comunale, Torino |
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2:1 | Polidori (P), Martin Vásquez (T), Carillo (T). |
13/4/2000 | Coppa Italia Serie C Finale d'andata |
Stadio Partenio, Avellino |
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1:0 | Scichilone (A). |
27/4/2000 | Coppa Italia Serie C Finale di ritorno |
Stadio "Arena Garibaldi - Romeo Anconetani", Pisa |
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3:0 | Andreotti (P), Savoldi (P), Ferrari (P). |
09/6/2003 | Play-off: campionato di Serie C1 girone A Finale d'andata |
Stadio "Arena Garibaldi - Romeo Anconetani", Pisa |
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2:1 | 4' Ambrosi (P), 30' rig. Bonazzi (A), 51' Anaclerio (P). |
16/6/2003 | Play-off: campionato di Serie C1 girone A Finale di ritorno |
Stadio Atleti azzurri d'Italia, Bergamo |
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4:2 dts | 39' Araboni (A), 47' Varricchio (P), 60' Araboni (A), 99' Carobbio (A), 107' Furiani (P), 113' Fusi (A). |
[modifica] Giocatori celebri
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[modifica] Voci correlate
Serie C1 - Girone A 2006-2007 | ||
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Calcio - Albo d'oro del Campionato di Serie C1 | ||
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Serie C1 - Girone B 2006-2007 |