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Nepal - Wikipedia

Nepal

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«Qualcuno mi ha domandato che cosa interessa a noi del Nepal. Ed io rispondo: dove c'è un uomo, uno solo, lì siamo anche noi, dove c'è memoria di un passato lì troveremo la modulazione nuova delle stesse illusioni, l'inveramento diverso, ma non discordante, degli archetipi dello spirito umano.»
(Giuseppe Tucci, Nepal: alla scoperta del regno dei Malla)
Progetto stati Nepal
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Nepal - Bandiera
Nepal - Stemma
(dettaglio)
Motto: Madre e madrepatria valgono più del Regno dei Cieli

Informazioni
Nome completo: Regno del Nepal
Nome ufficiale: नेपाल अधिराज्य
Nepāla Adhirājya
Lingua ufficiale: nepalese
Capitale: Kathmandu  (730.000 ab. / 2001)
Politica
Governo: Monarchia parlamentare
Monarca: Gyanendra Bir Bikram Shah Dev
Primo ministro: Girija Prasad Koirala


Ingresso all'ONU: 14 dicembre 1955
Area
Totale: 147.181 km²  (94°)
% delle acque: 2,8 %
Popolazione
Totale (2001): 23.151.423 ab.  (40°)
Densità: 196 ab./km²  
Geografia
Continente: Asia
Fuso orario: UTC +5:45
Economia
Valuta: Rupia nepalese
PIL (PPA)  (2005): 39.136 milioni di $  (87°)
PIL procapite (PPA)  (2005): 1.675 $  (154°)
HDI  (2004): 0,527 (medio)  (138°)
Energia: 0,008  kW/ab.
Varie
TLD: .np
Prefisso tel.: +977
Sigla autom.: NEP
Inno nazionale: Rastriya Gaan
Festa nazionale: 7 luglio

Membro SAARC dal 1985

Il Nepal (nepalese: नेपाल - Nepāla) è uno stato dell'Asia meridionale compreso tra la pianura del Gange e la catena montuosa dell'Himalaya, confinante a Nord con la Cina (Tibet) ed a Sud con l'India.

Il territorio è prevalentemente montuoso e presenta un dislivello notevole (da 80 a 8.848 m). Geograficamente è parte del subcontinente indiano.

La capitale è Kathmandu (काठमाडौं), situata a circa 1.350 m d'altitudine, con una popolazione di circa 850.000 abitanti [1] e circa 1.500.000 nell'intera area metropolitana[1], che comprende diversi villaggi e città fra cui Patan (o Lalitpur) e Bhadgaon (o Bhaktapur). L' area si estende nella cosiddetta Valle di Kathmandu, corrispondente all'alto bacino del fiume sacro Bagmati.

La città di Pokhara invece, situata nella regione centrale ai piedi del massiccio dell'Annapurna, con i suoi 200.000 abitanti [1] (circa 300.000 nell'area metropolitana) è il secondo agglomerato urbano nepalese e precede poche altre città che superano i 100.000 abitanti (Dharan, Hetauda, Butawal, Biratnagar e Birganj).

Indice

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia del Nepal.

Le storia del Nepal si perde anticamente nel mito. I primi abitanti documentati della valle di Kathmandu furono i Lichhavi (VIII secolo a.C.), a cui seguirono i Thakuri (IX-XII secolo d.C.) e i Malla (XIII-XVIII secolo).

L'unificazione del paese avvenne nel 1768 ad opera di Prithvi Narayan Shah, capostipite dell'attuale dinastia regnante. Nel corso del XIX secolo il Nepal si scontrò rovinosamente con la Cina e con l'India britannica, ma riusci a conservare l'autonomia in cambio di tributi e cessioni territoriali. Nel 1846 un colpo di stato ad opera del generale Jang Bahadur Rana confinò la dinastia Shah ai margini della politica per oltre un secolo.

Tra il 1947 ed il 1951 il movimento democratico rovesciò la famiglia Rana con l'aiuto dell'India, e il re Tribhuvan fece ritorno dall'esilio promettendo la democrazia. A questi successe Mahendra, che nel 1962 vietò i partiti politici ed intaurò il sistema dei panchayat. Il figlio Birendra proseguì la politica del padre ma nel 1990 si vide costretto, dopo le proteste popolari, a concedere le elezioni. Fu assassinato dal figlio Dipendra nel 2001 insieme ad altri membri della famiglia reale. Il fratello Gyanendra, fra i pochi sopravvissuti, salì al trono pochi giorni dopo. Il primo febbraio 2005 Gyanendra ha licenziato il governo ed esercitato direttamente il potere esecutivo, cui ha rinunciato il 21 aprile 2006 in seguito ad una nuova ondata di malcontento popolare che ha portato alla decisione di trattare con la il movimento rivoluzionario di ispirazione maoista, che a fine novembre aveva per la prima volta tenuto una manifestazione nella capitale Kathmandu. Il 16 dicembre 2006 i maoisti e il Governo nepalese hanno raggiunto un accordo per una Costituzione provvisoria. Il testo apre la via dell'Esecutivo anche ai ribelli, e porta ad una discussione sia sulla forma di stato che sulla forma di governo che il Nepal dovrà adottare [2].

[modifica] Geografia

[modifica] Geografia fisica

Pur essendo uno stato di dimensioni medio-piccole, il Nepal presenta una notevole varietà di climi ed ambienti naturali, comprendendo territori che spaziano dalla pianura del Gange alla catena montuosa dell'Himalaya. Otto dei quattordici "ottomila" del pianeta sono compresi in territorio nepalese: per esempio il massiccio del Dhaulagiri, quello dell'Annapurna o quello del Manaslu, oppure condivisi con la Cina (quello dell'Everest, del Lhotse, del Makalu, e del Cho Oyu), o con l'India (nel caso del massiccio del Kanchenjunga). Numerose altre vette superano i 7000 metri.

[modifica] Orografia

Annapurna I (sinistra) e Sud (destra) visti dal Poon Hill
Annapurna I (sinistra) e Sud (destra) visti dal Poon Hill

Volendo tentare un'elencazione (peraltro senza pretesa d'esaustività) di questi giganti orografici, la cui concentrazione non trova riscontro in nessun'altra zona del pianeta, si può osservare che le vette principali, ordinate pressappoco da ovest ad est, sono le seguenti:

  • Api (7132 m) e Saipal (7031 m), nella zona occidentale del Paese;
  • Nella zona centrale si trovano invece i vasti massicci del Dhaulagiri (8167 m nella vetta del Dhaulagiri I, ma con almeno altre tre cime superiori ai 7000 m) e dell'Annapurna (8091 m nella vetta dell'Annapurna I, ma anche in questo caso con almeno altre cinque cime che superano i 7000 metri), divisi dal fiume Kali Gandaki. Sempre nel massiccio dell'Annapurna la vetta del Machhapuchhre (6996 m), che domina la città di Pokhara, risulta meno elevata ma celeberrima sia per la caratteristica ed inconfondibile forma svettante a coda di pesce appuntita (è nota anche come il Cervino o Matterhorn dell'Himalaya), sia perché sacra agli Indù e come tale il governo ne ha proibito per legge l'ascensione e soprattutto l'accesso alla vetta, la quale è tuttora inviolata;
  • Sempre nella zona centrale si situano Manaslu (8163 m) e Himal Chuli (7893 m);
  • A nord della capitale, e visibile da essa, svetta il caratteristico sky-line del Langtang Lirung (7225 m);
  • Procedendo verso est, sul confine cinese, si trovano nell'ordine: il Gaurisankar (7134 m), il Cho Oyu (8201 m), l'Everest (8848 m), detto Sagaramāthā in nepalese e Chomolangma in tibetano, notoriamente la massima vetta del pianeta, col vicinissimo Lhotse (8516 m), il più distante Makalu (8463 m) e, sempre nella stessa zona ma interamente in territorio nepalese, il Nuptse (7885 m), il Baruntse (7129 m) ed il Chamlang (7319 m);
  • Lungo l'estremo confine orientale con la Cina si erge il Jhinsang (7483 m);
  • Sul confine con l'India, più precisamente con lo stato indiano del Sikkim s'allineano, da nord a sud in circa 30 Km di crinale, il Pathibhara (7123 m, detto anche "La Sfinge"), il Kirat Chuli (7365 m, detto anche "Tent Peak"), il Nepal Peak (7168 m), il Gimigola (7350 m), ma soprattutto il Kanchenjunga (8598 m), terza vetta del pianeta e seconda dell'Himalaya, poi il Talunga (7349 m) ed il Kabru (7317 m). Nel medesimo gruppo, infine, interamente in territorio nepalese svetta il Kumbhakarna (7710 m).

Il resto dell'orografia nepalese, ancorché non certo trascurabile, è insignificante, almeno in termini meramente statistici, a fronte dei giganti sopra menzionati.

La catena dei Mahabharat Lekh, sfrangiandosi in catene minori interrotte dalle valli degli innumerevoli fiumi che scendono dall'Himalaya e dal Tibet per affluire direttamente ed indirettamente nel Gange, corre parallela all'Himalaya poco più a sud di quest'ultima dall'ovest all'est di tutto il Nepal, ma si erge con vette ben inferiori ai 3000 m (la vetta più elevata è di soli 2794 metri, nel settore occidentale della catena) ed ha importanza più che altro dal punto di vista climatico nel fermare una consistente quota delle precipitazioni monsoniche lungo i suoi versanti meridionali.

[modifica] Idrografia

Il fiume Kali Gandaki tra Jomosom e Kagbeni
Il fiume Kali Gandaki tra Jomosom e Kagbeni

Tutto il territorio del Nepal tributa al bacino del Gange ed maggiori affluenti (e subaffluenti) di sinistra (specie per portata d'acqua) del gigantesco corso d'acqua indiano, provengono quasi tutti dal Nepal. A parte i tributari minori, sostanzialmente si fa riferimento a tre bacini idrografici principali. Da occidente a oriente, nell'ordine, essi sono: il bacino del Karnali, quello del Narayani-Gandaki e quello del Sapt Kosi. Tutti traggono le loro origini dalla sezione più elevata della catena dell'Himalaya; talvolta, addirittura, dallo stesso altopiano del Tibet. In questo secondo caso, a volte, percorrono centinaia di chilometri prima d'entrare in territorio nepalese dopo essersi scavati impressionanti gole che tagliano la catena dell'Himalaya. Il loro regime è comunque torrentizio, essendo influenzato sia dallo scioglimento delle nevi dei giganteschi ghiacciai e nevai himalayani, sia dalle precipitazioni estive monsoniche: non di rado il rapporto fra le portate minime invernali e quelle estive supera le 100 volte ed in estate possono verificarsi anche inondazioni devastanti. Comunque l'alimentazione anche nivale di questi corsi d'acqua ne garantisce, pure ad acque basse, una sempre più che discreta portata.

Il Karnali nasce da due rami, denominati rispettivamente Humla Karnali e Mugu Karnali. Percorre una valle in accentuata pendenza (il fiume è celebre dal punto di vista turistico perché assai sfruttato per il rafting) fra canyon e giungla, ed ha portate possenti nella stagione delle piogge coi suoi affluenti nepalesi Seli e Bheri (a sua volta formato dal Thuli Bheri e dal Sani Bheri). Costituisce il maggiore fiume del Nepal per lunghezza, superficie di bacino e portata d'acqua: le portate massime sono di diverse migliaia di metri cubi al secondo.

Il Narayani, invece, drena la sezione centrale del Nepal ed è alimentato da un ventaglio di affluenti e subaffluenti: Kali Gandaki, Seti (che bagna Pokhara, secondo agglomerato urbano del Nepal, importante centro turistico per le escursioni ed il trekking sull'Annapurna), Marsyangdi, Buri Gandaki, Trisuli, Rapti, ecc... Pure questi fiumi sono ampiamente sfruttati per il rafting, anche se i progetti di valorizzazione idroelettrica del Nepal (sotto tale profilo esistono risorse e potenzialità enormi, paragonabili a quelle di poche altre nazioni al mondo), in qualche caso stanno compromettendone l'uso turistico. A proposito della valle del Kali Gandaki (fiume sacro del Nepal, sulle cui rive si susseguono, numerosi, siti di cremazione e sepoltura), esiste una curiosità geografica rilevante e relativa alla sua porzione mediana: si tratta della valle più profonda del mondo (oltre 6,5 Km di dislivello fra fondovalle e creste montuose), siccome scorre fra i due "ottomila" Annapurna (8.091 m/s.l.m.) e Dhaulagiri (8.167 m/s.l.m.) che si fronteggiano rispettivamente in sinistra e destra idrografica (distando le cime meno di 40 Km l'una dall'altra) ed il fondovalle è a meno di 1.500 m sul livello del mare. La parte alta del Kali Gandaki, invece, attraversa la remota e desertica regione del Mustang (vedere dopo) che, compresa fra le catene dell'Himalaya e del Transhimalaya, non riceve nemmeno un consistente tributo idrico nella stagione dei monsoni, perché le correnti d'aria umida si fermano contro il versante meridionale della catena himalayana e qui scaricano ingenti masse d'acqua. La città di Pokhara, ad esempio, in virtù della sua posizione geografica (nella fattispecie ai piedi del versante sud del massiccio dell'Annapurna, senza catene di monti molto elevate che sostanzialmente la isolino dal bassopiano gangetico), è molto più esposta ai monsoni estivi umidi di quanto non lo sia Kathmandu, più protetta a sud dalla catena del Mahabharat, sicché, durante il monsone estivo, riceve quasi il 90% delle precipitazioni annue (anche superiori a 2.500 mm di pioggia) mentre tale aliquota si riduce al 65% - 70% per la capitale.

Il Sapt Kosi, infine, occupa la sezione orientale del Nepal, coi suoi numerosi affluenti e subaffluenti (Indruwati, Bhote Kosi, Tamba Kosi, Dudh Kosi (che scende dalla zona dell'Everest), Arun, Tamur, ecc.). Anche questi fiumi sono utilizzati per il rafting e sfruttati a scopo idroelettrico.

All'estremità occidentale del Nepal, poi, scorre il Kati, altro fiume Himalayano tributario del Gange, che marca, con il suo corso, quasi tutto il confine occidentale con l'India.

Esiste, poi, un sistema idrografico secondario che scaturisce dalle catene montuose interne (Mahabharat o Middle Hills, ecc.) caratterizzato da regime assolutamente torrentizio (con rapporti fra portate di piena e di magra anche maggiori di 1.000 volte), in dipendenza, stavolta, delle sole piogge monsoniche concentrate nei mesi da giugno a settembre. Le montagne da cui traggono origine questi fiumi sono troppo poco elevate (massimo 2.700 m/s.l.m.) per consentire la formazione di ghiacciai. Fra questi fiumi citiamo il Bagmati, fiume sacro del Nepal (sulle sue rive, nei pressi dell'aeroporto di Kathmandu, si trova il celeberrimo sacro tempio hindu di Pashupatinath), che origina poco a nord di Kathmandu, bagna la città ed il suo sobborgo meridionale di Patan e raccoglie numerosi piccoli affluenti nella Valle di Kathmandu e nell'area metropolitana stessa della capitale nepalese, prima di entrare in territorio indiano e confluire nel Gange.

[modifica] Geologia

L'origine della catena himalayana, insieme all'altopiano del Tibet ed alle catene montuose minori, va ricercata nella collisione che avvenne all'incirca 60 milioni di anni fa tra la zolla indiana e la zolla euroasiatica (convergenti con subduzione dell'India). Durante questo processo i due continenti intrappolarono un intero mare preistorico, ed i sedimenti organici in esso presenti vennero coinvolti nel processo orogenetico, al punto che ancora oggi è possibile rinvenire ammoniti fossili nel letto del fiume Kali Gandaki, a 3000 m di altitudine. Si possono inoltre notare altri fenomeni quali la presenza di sacche di gas naturale ad un'altitudine di 3800 m (ad esempio il "fuoco sacro" di Muktinath, fiammelle che da tempo immemore ardono in alcuni anfratti nella roccia).

La teoria della collisione continentale risulta anche suffragata dal ritrovamento sulla catena Himalayana della tipica sequenza di rocce di tipo ofiolitico.

[modifica] Zone morfologiche e climatiche

Il Nepal è percorso longitudinalmente da alcune catene montuose, intervallate da valli e conche, e seguendo l'andamento del dislivello si possono anche genericamente definire le zone climatiche.

  • La pianura gangetica (Terai), a 100 m s.l.m., è caratterizzata da un clima tropicale.
  • Le colline Chure (o Siwalik) presentano un'altitudine media di circa 1000 m, sono ricoperte dalla foresta pluviale e risultano inadatte all'agricoltura.
  • Le colline Mahabharat invece (circa 2000 m) sono assai sfruttate per il terrazzamento e la coltivazione di riso.
  • Nella fascia intermedia di Pahar (circa 1500 m) vi sono numerosi insediamenti umani, fra i quali Pokhara e la stessa valle di Kathmandu.

Le montagne dell'Himalaya sono coltivate fino all'altitudine in cui il clima lo consente, poi seguono i boschi e per finire, intorno ai 4000 m, vi è l'ultima vegetazione erbacea.

  • Il Trans-Himalaya è infine situato nella caratteristica zona in cui la linea dello spartiacque non coincide con quella delle creste della catena montuosa: geograficamente si è già a nord dell'Himalaya, ma si è ancora nel bacino idrografico del Gange (e non, come dovrebbe teoricamente essere, del Brahmaputra). Culturalmente e paesaggisticamente la zona transhimalayana appartiene al Tibet, e risulta notevolmente più secca di altre zone del Nepal perché le montagne sono in grado di fermare le nubi monsoniche. Quassù si trova anche il Mustang, un piccolo regno interno al Nepal costituito da montagne brulle, pietraie ed isolati villaggi con i propri monasteri buddhisti. È situato interamente sopra i 2800 metri di quota.

[modifica] Clima

Il paese è localizzato in una zona caratterizzata da un clima subtropicale, che presenta principalmente due fasi stagionali: la stagione delle piogge (da giugno a fine settembre), e la stagione secca (il resto dell'anno). Questa alternanza è dovuta alla presenza dei monsoni, i venti periodici caratteristici dell'asia meridionale e sudorientale.

Il monsone estivo spira dall'oceano indiano verso il continente caricandosi di umidità e portando la pioggia, mentre quello invernale spira dall'arido altopiano del Tibet verso l'oceano, dando origine ad un cielo terso e ad un clima secco.

Vi possono essere delle forti escursioni termiche tra estate ed inverno, ma vista la variabilità del territorio, è anche assai facile che una certa zona presenti un microclima diverso da un'altra. Generalmente il momento più caldo dell'anno risulta a cavallo tra i mesi di maggio e giugno, al termine della stagione secca. Il periodo in cui la natura è più rigogliosa è invece l'autunno (all'incirca ottobre e novembre), quando le piogge sono ormai terminate ed il clima è divenuto mite.

[modifica] Geografia umana

[modifica] Etnie e caste

Bahun, Chhetri, Magar, Tharu, Tamang, Newari, Rai/Kiranti, Gurung, Limbu, Bhote/Sherpa, Thakali, ed altri gruppi etnici minori.

[modifica] Lingue e dialetti

Nepali (Gorkhali), Maithili, Bhojpuri, Tharu, Avadhi, Rajbanshi, Hindi, Urdu, Tamang, Nepal Bhasa (Newari), Magar, Rai/Kiranti, Gurung, Limbu, Bhote/Sherpa, Sunuwar, Danuwar, Thakali, Satar, Santhal ed altre lingue minori.

[modifica] Religioni

Tempio Indù di Pashupatinath a Kathmandu
Tempio Indù di Pashupatinath a Kathmandu

Gli ultimi dati ufficiali relativi alla composizione percentuale della popolazione suddivisa per credo religioso sono i seguenti, anche se risalgono a qualche anno fa:

Religioni del Nepal
Induisti 80,62%
Buddhisti 10,74%
Musulmani 4,2%
Kiranti 3,6%
Jainisti 0,45%
Cristiani 0,02%
Altri 0,39%

Va precisato, tuttavia, che si tratta di dati in continua evoluzione, che stanno portando ad un aumento dell'Induismo (ormai prossimo al 90%) a detrimento sia del Buddismo, sia dell'Islam e dell'Animismo. Peraltro si sta assistendo ad un fenomeno di imponente aumento della religione cristiana (tanto cattolica, quanto protestante) che, in pochi lustri, è passata da pochissime migliaia di fedeli (erano meno di 4.000 nel 1975) ad oltre 250.000, pari a circa l'1% della popolazione [3].

Il Nepal era fino a poco tempo fa l'unico Stato al mondo ad adottare l'Induismo come religione ufficiale, ma è divenuto uno Stato laico con risoluzione del Parlamento del 18 maggio 2006 [4]. Il sovrano medesimo è tuttora da molti considerato una manifestazione del dio Viṣṇu.

Anche se la maggioranza della popolazione professa l'Induismo, è diffuso anche il Buddhismo, in particolare della corrente tibetana Vajrayana. In alcune aree rurali si praticano anche il Bön (forma di sciamanesimo) e l'animismo (ad esempio la religione dei Kiranti).

Nessun culto (ad eccezione dei monoteismi) ne esclude automaticamente un altro, e talvolta risulta difficile distinguerne le singole caratteristiche. Il sincretismo è diffuso in particolar modo tra i culti Indù, Buddhisti, animisti e sciamanici.

[modifica] Geografia politica

[modifica] Statistiche[5]

Statistiche generali sulla popolazione

Nepal: Statistiche generali
Popolazione 2001 23.151.423
Popolazione economicamente attiva 2001 (%) 58,2
Tasso di crescita popolazione 2001 (%) 2,25
Speranza di vita alla nascita 2001 (anni) 60,4
Età media della popolazione 2001 (anni) 20,1
Tasso di alfabetizzazione 2001 (%) 54,1
Distribuzione della popolazione (%) Terai (pianura) 48,4 - Colline 44,3 - Montagna 7,39

Statistiche sull'economia

Nepal: Dati economici
PIL 2001/02 (milioni di rupie nepalesi) 422.301
PIL 2002/03 pro capite (rupie nepalesi) 18.799
Tasso di crescita del PIL 2001/02 - 2002/03 (%) 0,82
Esportazioni 2001/02 (% sul PIL) 18,25
Importazioni 2001/02 (% sul PIL) 30,3

Si segnala, comunque, che la popolazione è in forte crescita, al punto che si ritiene ampiamente superata la soglia dei 26.000.000 di abitanti [1].

[modifica] Divisione amministrativa

Il Nepal è diviso in cinque regioni (in nepalese बिकासक्षेत्र o bikāsakṣeṭra).

Regioni del Nepal
Regione Capitale Superficie (Km²) Abitanti Zone amministrative
Sudura Paścimāñcala - सुदुर पश्चिमाञ्चल Dīpāyala - दीपयल 19.539 2.191.330 Māhākālī, Setī
Madhya Paścimāñcala - मध्य पश्चिमाञ्चल Bīrendranagara - बीरेन्द्रनगर 42.378 3.012.975 Bherī, Karṇālī, Rāptī
Paścimāñcala - पश्चिमाञ्चल Pokharā - पोखरा 29.398 4.571.013 Dhaulāgīrī, Gaṇḍakī, Lumbinī
Madhyamāñcala - मध्यमाञ्चल Heṭauṁḍā - हेटौंडा 27.410 8.031.629 Bāgmatī, Janakapura, Nārāyaṇī
Purvāñcala - पुर्वाञ्चल Dhanakuṭa - धनकुटा 28.456 5.344.476 Mecī, Sagaramāthā, Kośī

Le 5 regioni sono a loro volta suddivise in 14 zone amministrative e 75 distretti (Jillā)

Zone amministrative e distretti del Nepal
Zona Distretti
1. Bāgmatī - बाग्मती Bhaktapura · Dhādīṅ · Kāṭhamāḍauṁ · Kābhrepalāñcoka · Lalitapura · Nuvākoṭa · Rasuvā · Sindhupālcoka
2. Bherī - भेरी Bardiyā · Dailekha · Jājarakoṭa · Surkheta
3. Dhaulāgīrī - धौलागीरी Bāgluṅ · Parvata · Mustāṅ · Myāgdī
4. Gaṇḍakī - गण्डकी Gorkhā · Kāskī · Lamajuṅ · Manāṅ · Syāṅjā · Tanahuṁ
5. Janakapura - जनकपुर Dhanuṣā · Dolakhā · Mahottarī · Rāmechāpa · Sarlāhī · Sindhulī
6. Karṇālī - कर्णाली Ḍolpā · Humlā · Kālikoṭa · Jumlā · Mugu
7. Kośī - कोशी Bhojapura · Dhanakuṭā · Saṃkhuvāsabhā · Sunasarī · Tehrathuma · Moraṅ
8. Lumbinī - लुम्बिनी Arghākhāṁcī · Gulmī · Kapilavastu · Navalaparāsī · Pālpā · Rūpandehī
9. Māhākālī - माहाकाली Baitaḍī · Ḍaḍeladhurā · Dārculā · Kañcanapura
10. Mecī - मेची Ilāma · Jhāpā · Pāṁcathara · Tāplejuṅ
11. Nārāyaṇī - नारायणी Citavana · Bārā · Makavānapura · Parsā · Rautahaṭa
12. Rāptī - राप्‍ती Dāṅ · Pyuṭhāna · Bāṁke · Rolpā · Rukuma · Salyāna
13. Sagaramāthā - सगरमाथा Khoṭāṅ · Okhalaḍhuṅgā · Saptarī · Sirāhā · Solukhumbu · Udayapura
14. Setī - सेती Achāma · Bājurā · Bajhāṅ · Ḍoṭī · Kailālī

[modifica] Governo e politica

Il Nepal è una monarchia parlamentare con due Camere legislative: Rastriya Sabha (60 membri) e Pratinidhi Sabha (205 membri eletti in collegi unimominali suddivisi tra i distretti), ma l'assetto dello Stato è attualemente provvisorio. Dopo 68 giorni di lavori, il 25 agosto 2006 il Comitato per la redazione della Costituzione provvisoria ha presentato, una bozza per una nuova Carta fondamentale nella quale si propone fra l'altro che[2]:

  • L'Assemblea Costituente avrà un mandato della durata di due anni, con sei mesi aggiuntivi per eventuali contrattempi in caso di emergenza.
  • Dopo la promulgazione della Costituzione provvisoria l'attuale Camera dei Rappresentanti sarà sciolta, e verrà formato un Parlamento unicamerale mediante il "consensus" politico.
  • Insieme all'elezione dell'Assemblea Costituente si svolgerà un referendum Istituzionale Monarchia-Repubblica.
  • Il Nepal sarà uno Stato democratico e secolare. Il potere esecutivo potrà essere esercitato unicamente dal governo (Il Sovrano ne è completamente escluso).
  • Le lingue locali avranno valore di ufficialità nella zona della parlata.
  • Saranno stabiliti altri diritti contro la discriminazione delle donne, la tortura, la discriminazione in base alla casta, la censura mediatica, il distacco delle linee telefoniche, la disoccupazione, il lavoro nero, i traffici illegali; ed a favore di un ambiente pulito, delle cure sanitarie primarie gratuite e della sicurezza sociale per donne, anziani, lavoratori e disabili.
  • L'esercito nepalese e l'esercito di liberazione popolare maoista rimarranno due formazioni distinte almeno fino all'elezione dell'Assemblea Costituente.
  • Vi potrà essere almeno 1/3 di presenze femminili nell'amministrazione statale.

I principali partiti politici nepalesi sono:

  • Nepali Congress Party (partito del Congresso nepalese), di orientamento socialdemocratico.
  • Nepali Congress Party (democratic), nato dalla scissione del partito del Congresso nepalese attuata da Sher Bahadur Deuba.
  • Nepal Kamyunist Parti (Ekikrit Marksvadi ra Leninvadi), partito comunista nepalese dei marxisti-leninisti uniti.
  • Nepal Mazdoor Kizan Party, partito dei lavoratori e contadini nepalesi.
  • Nepali Sadbhavana Party
  • Rastriya Jana Morcha
  • Sanyunkta Janamorcha Nepal
  • Rastriya Prajatantra Party, partito nazionale (conservatore)
  • Rastriya Prajatantra Party-Chand
  • Nepal Kamyunist Parti (Maobadi), partito comunista nepalese (maoista)

I primi sette della lista precedente costituiscono l'alleanza dei sette partiti (o seven party alliance), che si è opposta alla linea politica decretata dal re Gyanendra ottenendo la restaurazione della democrazia.

Nepal: Risultati elezioni politiche 17 maggio 1999
Partito politico % voti Seggi in parlamento
Nepali Congress Party 37,3 111
Communist Party of nepal (United Marxist-leninist) 31,6 71
Rastriya Prajatantra Party 10,4 11
Nepal Sadbhavana Party 3,2 5
Rastriya Jana Morcha 1,4 5
Samyukta Janamorcha Nepal 0,8 1
Nepal Mazdoor Kizan Party 0,5 1

[modifica] Geografia economica

[modifica] Risorse

Le principali risorse del Nepal sono l'agricoltura e il turismo. Gli aiuti economici internazionali costituiscono una parte non trascurabile del bilancio nazionale pur giungendo a destinazione solo in bassissime percentuali data la burocrazia farraginosa e l'elevata corruzione[6] della classe dirigente.

Settore primario
Terrazzamenti per la coltivazione del riso
Terrazzamenti per la coltivazione del riso
  • Agricoltura: È la principale attività economica del paese. Sotto i 2000 m si coltivano in particolar modo: riso, lenticchie, miglio, colza, grano, canna da zucchero. Ad altitudini più elevate si possono invece trovare l'orzo e le patate.
  • Allevamento: I bovini, non potendo essere macellati perché animali sacri, vengono allevati prevalentemente per la produzione di latte e yogurt. Per i bufali indiani invece non esistono divieti religiosi, e se ne consumano anche le carni. Nelle zone di montagna si alleva talvolta lo Yak. Diffuso è anche l'allevamento di volatili da cortile e capre.
Settore secondario

Il Nepal non è un paese industrializzato perché mancano le stesse infrastrutture che potrebbero permettere lo sviluppo di questo settore: neppure l'esiguo fabbisogno interno di energia elettrica è pienamente soddisfatto, anche se sono state recentemente costruite alcune centrali idroelettriche sui fiumi Kali Gandaki e Bhote Kosi, progetti finanziati perlopiù da imprese cinesi e indiane.

Settore terziario

Il mercato dei servizi non costituisce una voce significativa nell'economia nepalese, ad eccezione delle attività connesse al turismo. L'introduzione dell'informatica nella società nepalese è ancora agli inizi (nei ministeri è tuttora possibile vedere pile di pratiche giacenti negli armadi e gestite per la maggior parte ancora manualmente); tuttavia, compatibilmente con la sostanziale arretratezza delle reti di comunicazione (ad esempio, al di fuori di poche zone della capitale non pare esistano ancora collegamenti per Internet a banda larga di tipo ADSL), lo stimolo ad incrementare il turismo dovrebbe portare a ridurre il divario informatico e tecnologico rispetto alla società occidentale. Comunque la capitale rappresenta sostanzialmente un'eccezione in un quadro di generale arretratezza.

[modifica] Trasporti

Il Nepal non dispone di porti marittimi o autostrade, e le ferrovie ammontano ad appena 59 Km (una linea collegata con l'India che interessa una piccola zona del Terai prossima al confine), e le vie di comunicazione denominate “highways” (strade di grande comunicazione) non sono che, secondo lo standard europeo, semplici strade extraurbane. Vi sono 4617 Km di percorsi asfaltati e 11288 Km di percorsi in ghiaia o terra battuta (dati 2001). Peraltro manca sostanzialmente qualsiasi programma di manutenzione delle reti viarie, che risultano in uno stato di trascuratezza. Nella stessa capitale lo stato delle strade, anche quelle che un tempo erano state bitumate, lascia molto a desiderare: buche, ove non piccole voragini, obbligano talvolta i veicoli ad uscire dal percorso tracciato. Solo le grandi arterie (una decina in tutto, nella zona del palazzo reale), sfuggono parzialmente a questa regola anche per le dimensioni maggiori della carreggiata (ad esempio Kantipath, l'arteria principale che taglia in verticale la capitale per circa 3 Km, è larga quasi 50 metri). Comunque il traffico veicolare, perlomeno nella capitale, è assolutamente caotico anche se in maggioranza si tratta di veicoli a motore obsoleti e privi di qualsiasi manutenzione, che causano un inquinamento dell'aria che non sarebbe tollerabile secondo i parametri europei. Peraltro il traffico urbano a motore convive con un intenso traffico pedonale di biciclette e risciò. Nelle campagne lo stato delle strade è tale per cui un viaggio di un centinaio di chilometri impegna molte ore della giornata, essendo la velocità sostenibile dai veicoli assai limitata.

L'unico scalo aeroportuale internazionale è il Tribhuvana antharrāṣṭriya vimānasthala (aeroporto internazionale "Tribhuvan") di Kathmandu, peraltro con un traffico modesto rispetto ai parametri internazionali (poche centinaia di migliaia di passeggeri all'anno). Vi sono inoltre numerosi aeroporti locali (specie in montagna) perché alcune località sono raggiunte solo dalle mulattiere.

I servizi di trasporto mediante autobus sono molto diffusi ed utilizzati. Specie nei periodi di festività e di maggiore affollamento, è diffuso l'uso improprio (ed assai pericoloso) del tetto per il trasporto dei passeggeri.

Le Strade Statali sono:

Nel settembre 2005 il re Gyanendra ha proposto la costruzione di un collegamento ferroviario elettrificato tra Birganj e Tatopani, che dovrebbe attraversare il Nepal dal confine indiano a quello cinese (Tibet), con la futura possibilità di effettuare un collegamento con la Ferrovia del Qingzang (Lhasa-Golmud).

[modifica] Turismo

Il turismo è una risorsa economica fondamentale per il paese, che dispone di ingenti vestigia storico-artistiche (ad esempio i centri storici delle principali località della valle di Kathmandu sono tutelati dell'UNESCO), e di un ambiente naturale ancora in gran parte non urbanizzato.

[modifica] Sanità

Il sistema sanitario pubblico nepalese è praticamente inesistente. Esistono alcune cliniche private a pagamento.

[modifica] Ambiente

Dal punto di vista naturalistico sono tutelate le seguenti aree:

  • Area di Conservazione dell'Annapurna
  • Reale Parco nazionale di Bardia
  • Reale Parco nazionale di Chitwan
  • Riserva di caccia di Dhorpatan
  • Area di Conservazione del Kanchenjunga
  • Parco nazionale di Khaptad (Baba)
  • Riserva faunistica di Koshi Tappu
  • Parco nazionale ed Area di Conservazione del Makalu-Barun
  • Parco Nazionale del Langtang
  • Area di Conservazione del Manasalu
  • Area di Conservazione del Mustang
  • Riserva faunistica di Parsa
  • Parco nazionale di Rara
  • Reale riserva faunistica di Suklaphanta
  • Parco nazionale del Sagarmatha (Everest)
  • Parco nazionale di Shey-Phoksundo

[modifica] Cultura

Motto nazionale: जननी जन्मभूमिष्च स्वर्गादपि गरियसि - Jananī Janmabhūmiṣca Svargādapi Gariyasi (Madre e madrepatria valgono più del Regno dei Cieli).

[modifica] Arte

Il centro storico di Patan
Il centro storico di Patan

Le prime testimonianze artistiche Nepalesi risalgono all'epoca dei Lichhavi (secoli IV-VI d.C.), ma la maggior parte delle vestigia della valle di Kathmandu risale al periodo Malla (secoli XIV-XVIII d.C.), ed i centri storici di Kathmandu, Patan e Bhaktapur sono buoni esempi della corrente artistica di quel periodo.

Generalmente le figure spesso flessuose, floreali, tondeggianti e quasi "barocche" secondo l'occhio europeo, sono rigidamente codificate e si ispirano allo stile Gupta indiano.

[modifica] Architettura

La struttura della pagoda è comune a molti paesi dell'Asia orientale come Nepal, Cina, Giappone. Si tramanda che il suo inventore fu l'architetto nepalese Arniko, vissuto nel secolo XIII; e che la sua arte fu poi esportata e fece fortuna in gran parte dell'estremo oriente.

[modifica] Festività

Le festività nepalesi sono legate perlopiù alle religioni indù e buddhista: di seguito ve ne sono alcune fra le più significative, tenendo conto che l'anno nepalese (calendario Bikram Sambat) inizia verso la metà di Aprile.

  • Biskhet Jatra: si celebra l'anno nuovo con processioni e riti sacri.
  • Rato Machhendranath: festa che si svolge a Patan in onore di Machhendranath "rosso"; si prega affinché il dio porti un monsone copioso e raccolti abbondanti.
  • Buddha Jayanti: anniversario della nascita del Buddha, fine maggio.
  • Naga Panchami: festività dedicata ai Naga, le potenze sotterranee con aspetto di serpente.
  • Janai Purnima (o Raksha Bandhan): i bramini sostituiscono il loro cordone sacro e la gente comune indossa al polso una fascia gialla che scaccia la sfortuna.
  • Gai Jatra: si celebra poco dopo la metà di agosto.
  • Krishna Jayanti: anniversario della nascita di Kṛṣṇa, fine agosto.
  • Teej: si celebra ad inizio settembre, coinvolge perlopiù le donne, che si recano in processione ai templi.
  • Indra Jatra: metà settembre. È la fine della stagione delle piogge, e si ringrazia il dio Indra per la sua munificenza. In questa occasione viene innalzato il grande palo in Durbar Square a Kathmandu, e la Kumari reale (manifestazione divina in terra) benedice il Sovrano.
  • Dasain: La festa dura in totale quindici giorni ad inizio ottobre. Il giorno d'inizio è chiamato Ghatasthapana, e nei primi nove (nava ratri) si venerano vari aspetti terrifici della Grande Dea. Le celebrazioni trovano il culmine nei tre giorni dopo il sesto (Fulpati, Maha Astami e Navami): la notte tra questi ultimi due è Kala Ratri (notte nera), durante la quale iniziano i sacrifici animali.
  • Tihar: seconda metà di ottobre. Durante Dipavali, il terzo giorno della festa, i templi e le case vengono illuminati degnamente in attesa della venuta di Lakshmi, dea della fortuna e dell'abbondanza. Gai Puja è il quarto giorno, inizio del nuovo anno secondo il calendario Nevari (Nepal Sambat). Bhai Tika è il quinto, durante il quale avviene la cerimonia del Tika (il punto sacro sulla fronte).
  • Chaitra Dasain: "piccolo" Dasain, fine Marzo.
  • Sveto Machhendranath: festa che si svolge a Kathmandu in onore di Machhendranath "bianco".

[modifica] Cucina

La Cucina Nepalese offre una discreta scelta di piatti, ed ogni etnia ha le sue tradizioni culinarie.

Il piatto più comune è il dal bhat (lenticchie e riso), che spesso è accompagnato dalla verdura a vapore (tarkari). È diffuso il consumo di carne di bufalo e di volatili da cortile, anche se gli Indù praticanti sono tendenzialmente vegetariani.

La bevanda per eccellenza è il (चाय cāya, pron.:"ciai"): in Nepal si beve sovente quello nazionale, molto fermentato e seccato in piccoli grani. Si consuma molto latte, che è anche la base per la produzione del lassi (bevanda) e dello yogurt.

Nelle zone himalayane prevale invece la cucina tibetana, ovvero tsampa (farina d'orzo impastata con acqua), momo (ravioli di farina d'orzo ripieni di carne, patate o verdura) e chang (birra d'orzo).

Nei quartieri turistici di Kathmandu (in particolare Thamel) e Pokhara, si trovano ristoranti in grado di preparare piatti di tutte le cucine del mondo, compresa quella italiana, francese, tedesca, sudamericana, ecc..., oltre naturalmente a quelle asiatiche: sotto tale aspetto i nepalesi sono considerati eccellenti cuochi in grado, con i prodotti della loro terra, di imitare quasi alla perfezione tutte le cucine del mondo, sopperendo in tal modo ad una certa limitatezza delle varietà culinarie autoctone a tutto beneficio del turismo.

[modifica] Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 Stima all'anno 2006
  2. 2,0 2,1 (NE) Costituzione provvisoria del Nepal, 2063 B.S.
  3. Stime 2005
  4. (EN) Proclamazione della Sovranità del Parlamento nepalese, 2063 B.S.
  5. (EN) Istituto centrale di statistica del Nepal, Nepal in cifre 2004
  6. (NE) Resoconti della Commissione per l'investigazione sull'abuso di autorità (CIAA)

[modifica] Bibliografia

  • E. Garzilli, "Strage a palazzo, movimento dei Maoisti e crisi di governabilità in Nepal", in L'Asia prima e dopo l'11 settembre. Asia Major 2002, Società editrice il Mulino, Bologna, 2003.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Siti Istituzionali

[modifica] Informazione

[modifica] Partiti politici

[modifica] Natura

[modifica] Altro

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